Caccia

Il tar Emilia-Romagna sospende la caccia allo storno

Lo storno è una specie a rischio per l’Unione Europea e non è tra quelle cacciabili, ma 7 regioni in Italia, compresa l’Emilia-Romagna, avevano introdotto deroghe per poterlo cacciare.
Il TAR della Regione Emilia-Romagna ha accolto la richiesta della Lega per l’abolizione della caccia e da altre associazioni ambientaliste:
Sospesa la caccia allo Storno

Deprecabile il vandalismo alla Federcaccia ma non lo si strumentalizzi

Gli ennesimi atti vandalici presso la sede della Federcaccia locale sono un atto incivile e spero che i colpevoli vengano puniti in maniera commisurata.
Questo però non può giustificare l’accusa di Bacchilega, che punta il dito -senza conoscere gli autori- contro gli animalisti e gli ambientalisti.

Bene ha fatto l’associazione a rivolgersi alla magistratura, sbagliato invece è provare a sostituire chi deve compiere le indagini.

La Federcaccia è una associazione che negli anni ha perso consenso ed iscritti, si è impegnata nella richiesta di continue deroghe alle regole sull’attività venatoria, ha fatto pressione sui vari Governi affinché allarghino le maglie dei divieti ai cacciatori (come nel caso dell’uso dei richiami vivi).

A causa della sua attività ha numerosi contestatori anche fuori dall’insieme degli ecologisti e degli animalisti.

Ritengo quindi che sia un atto grave l’utilizzo strumentale di questi atti per denigrare realtà associative e politiche che non sono d’accordo sulle attività di Federcaccia: il dissenso è legittimo e non è ancora un atto criminale.

Sullo scandaloso piano Faunistico della Provincia FC

Il 14 Marzo la capogruppo dei Verdi in Regione Daniela Guerra ha presentato un’interrogazione alla Giunta regionale relativamente al prossimo Piano Faunistico Venatorio che la Provincia di Forlì-Cesena sta elaborando e alle prevedibili proposte di aprire alla caccia una parte del demanio regionale in cui tale attività è vietata per legge.

Ai sensi dell’art. 21 della Legge 157/92 e dell’art. 25 della Legge Regionale n. 8/94 l’utilizzo a fini faunistici ed eventualmente venatori dei terreni del demanio regionale è stabilito dalla Giunta regionale, sentito l’Istituto Nazionale Fauna Selvatica, su richiesta della Provincia territorialmente interessata. Questo perché, sempre secondo le norme nazionali, nelle foreste demaniali la caccia è vietata tranne in quelle che “non presentino condizioni favorevoli alla riproduzione ed alla sosta della fauna selvatica”.

“In una recente delibera di Giunta provinciale (la n. 94 del 26/02/2008) – dichiara Daniela Guerra – il presidente-cacciatore Bulbi e i suoi colleghi hanno preso atto che la percentuale di aree soggette a protezione della fauna selvatica risultano insufficienti rispetto alla Superficie Agro-Silvo-Pastorale complessiva della provincia. Con il Piano faunistico, che per il momento tengono chiuso in un cassetto, invece di aumentare semplicemente la superficie destinata ad Oasi di Protezione della Fauna o a Zona di Ripopolamento e Cattura, si sono inventati un trucchetto per cui “proteggono” una serie di aree urbanizzabili di scarso valore ambientale limitrofe ai principali centri abitati e, contemporaneamente, aprono alla caccia una parte delle foreste demaniali che si trovano in aree di grande pregio naturalistico ai confini con il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.”

“Questa richiesta della Provincia non è affatto nuova – prosegue Guerra – è stata avanzata alla Regione anche negli anni scorsi ed è sempre stata respinta. Del resto è noto a tutti che la maggior parte dei circa 23.000 ettari di aree demaniali non furono inseriti a suo tempo nel Parco Nazionale per non scontentare la lobby venatoria e sempre per lo stesso motivo una parte di queste aree non è stata tabellata con i cartelli di divieto di caccia per impedire l’attività di controllo del bracconaggio da parte del Corpo Forestale e degli altri organi di vigilanza.”

“La mia interrogazione – conclude l’esponente del Sole che ride – oltre a chiedere per quale motivo tali aree demaniali, in precedenza gestite dalla disciolta Azienda Regionale delle Foreste e attualmente dalla Provincia, non siano mai state tabellate con i regolamentari cartelli, chiede alla Regione di respingere in maniera decisa e definitiva la manovra della Provincia perché nelle foreste del demanio regionale non sono certamente venuti meno i valori di rilevante interesse naturalistico che le caratterizzano.”

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