Energia Rinnovabile

Approvato il nuovo decreto “conto energia”

Il 15 Febbraio 2007 è stato approvato il nuovo decreto conto energia, che contiene le misure per la promozione delle fonti di energia rinnovabile. L’ufficio del programma dei Verdi lo ha commentato ed interpretato, rendendo pubblico il risultato di questo lavoro di analisi.

Leggetelo e commentatelo:
Decreto conto energia 15 Febbraio 2007 commentato dall’ufficio del programma dei Verdi

Voto unanime del Consiglio dei Ministri sul Cip6

Dal blog di Pecoraro Scanio: Governo unanime sui Cip6

Voi tutti sapete che, sulla questione dei Cip6, preferivo la strada del decreto legge, per ripristinare il testo frutto dell’accordo raggiunto al Senato. Comunque sia l’approvazione del disegno di legge – da parte del Consiglio dei Ministri di oggi – e’ un passo avanti. Confido ora in una rapida approvazione parlamentare del provvedimento. Nel video qui sopra potete ascoltare le parole del sottosegretario Letta, nella conferenza stampa di questa sera: il voto del Governo è stato unanime e questo fa ben sperare che si riescano a superare le resistenze emerse in Parlamento. E’ evidente che dobbiamo mettere la parola fine all’aggiramento delle norme comunitarie e della truffa ai danni delle fonti rinnovabili.

Il risparmio energetico nella finanziaria 2007

L’assessorato regionale alle attività produttive dell’Emilia Romagna ha prodotto un riassunto degli interventi della Finanziaria 2007 a favore del risparmio energetico, della cui importanza ho scritto molto recentemente.

Scaricatelo, è molto interessante:

La finanziaria 2007 per il risparmio energetico

Cip6 verso la soluzione

Ricevo da Sauro Turroni una serie di agenzie che contengono le dichiarazioni del Ministro Pecoraro Scanio, che ha presentato il decreto che ripristina l’emendamento originario sui finanziamenti alle fonti di energia rinnovabili, che come sa chi ha seguito queste pagine fino all’anno scorso erano destinate per la maggior parte a chi inceneriva rifiuti.
Chi non ha seguito la vicenda, può fare una ricerca sul blog con la parola cip6 o inceneritori.

Aggiornamento: Pecoraro Scanio ha scritto un articolo sul suo blog sull’argomento.

ENERGIA. CASO CIP6 VERSO SOLUZIONE: PECORARO PRESENTA DECRETO FORSE GIA’ ALL’ODG DEL PROSSIMO CONSIGLIO DEI MINISTRI

(DIRE) Roma, 30 gen. – Il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio presenta un decreto sui Cip6. Con un provvedimento di questa natura, potrebbe quindi chiudersi il giallo sui contributi alle fonti assimilate. Il testo che, a quanto si apprende, viene depositato in queste ore a Palazzo Chigi, potrebbe essere gia’ discusso nel Consiglio dei ministri di questa settimana (al massimo sara’, comunque, all’esame del Cdm successivo).
Il decreto targato Pecoraro ripristina, sempre a quanto si apprende, esattamente il testo dell’emendamento governativo alla Comunitaria che gli uffici della presidenza della Camera sembra stiano per dichiarare inammissibile per estraneita’ della materia.
(Val/ Dire) 18:49 30-01-07

ENERGIA. CASO CIP6 VERSO SOLUZIONE: PECORARO PRESENTA DECRETO -2-
(DIRE) Roma, 30 gen. – Forse ad una svolta il ‘pasticcio’ delle sovvenzioni alle centrali elettriche Cip6 che dovrebbero generare energia verde ma in realta’ bruciano quasi per intero combustibili tutt’altro che ecologici, spinte da un’addizionale del 10% sulle bollette elettriche italiane. La svolta dovrebbe arrivare dunque con il decreto targato Pecoraro e depositato oggi pomeriggio a Palazzo Chigi.
Il giallo Cip6, ricordiamo, si apre con la Finanziaria 2007 dove, all’ultimo momento, appare una clausola che garantisce sovvenzioni anche ai nuovi impianti a fonti “assimilate”.
Insorgono, praticamente in tempo reale, Verdi e Rifondazione: occorre ripristinare quanto deciso di comune accordo e contenuto nella prima bozza della Finanziaria e cioè via libera alle sovvenzioni solo per le energie davvero verdi e stop assoluto a nuovi aiuti alle assimilate (come ci dice la Ue). Tutto sembra risolto con un Cdm di fine anno ‘chiarificatore’. Cosi’ pero’ non e’. E in queste ore, l’ufficio di presidenza della Camera sembra essere in procinto di dichiarare inammissibili gli emendamenti (governo e maggioranza) alla Comunitaria. Gli stessi emendamenti che avrebbero dovuto risolvere la partita Cip6. Serve una nuova manovra. E il presidente della commissione Ambiente del Senato Tommaso Sodano e’ esplicito: il ministro dell’Ambiente presenti un decreto ad hoc. Decreto arrivato.

ENERGIA. CIP6, PECORARO: CHI VUOLE INCENERITORI SE LI PAGHI
PROVINCE E REGIONI LASCINO STARE FONDI VERDI E CESSINO PRESSIONI

(DIRE) Roma, 30 gen. – “I fondi delle rinnovabili lautamente versati dai cittadini con la bolletta elettrica vadano alle rinnovabili, e se qualche amministratore locale vuole un inceneritore, lascino stare i soldi per le energie pulite e cessino le pressioni”. E’ fermo nella sua posizione sullo stop ai contestatissimi contributi Cip6 alle fonti ‘assimilate’ il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. “Se alcune province o alcune regioni hanno interesse a fare alcuni impianti- dice a Montecitorio il ministro- almeno non chiediano siano sostenuti col danaro delle energie rinnovabili”.
Ma c’e’ chi sui fondi Cip6 gia’ faceva affidamento, sulla base di progetti semplicemente autorizzati, niente piu’, e ora si parla di crisi del sistema rifiuti in alcune province, per la chiusura dei rubinetti del Cip6. Naturale che vi sia- o si tenti- quindi un’azione di lobby in corso. E allora, “lo dico con chiarezza- sottolinea Pecoraro- la finiscano con questa pressione indebita, i fondi per le rinnovabili vadano alle rinnovabili. E’ evidente- conclude- che la vicenda delle assimilate deve finire, come questi tentativi surrettizi” di riallargare le maglie dei contributi.

(Ran/ Dire) 14:35 30-01-07
ENERGIA: PECORARO, INVIA BOZZA DECRETO SU CIP 6 A PALAZZO CHIGI INCENTIVI SOLO A IMPIANTI GIA’ AVVIATI

Roma, 30 gen. – (Adnkronos) – Il ministero dell’Ambiente scende in campo per correggere i rischi di distorsioni negli incentivi alle fonti rinnovabili. Il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha messo a punto una bozza di decreto sugli incentivi Cip 6 alle fonti rinnovabili e assimilate che sarebbe stata inviata a Palazzo Chigi. A quanto si apprende, il provvedimento ripristina quanto previsto dall’accordo stato raggiunto in seno al Governo nel consiglio dei Ministri del 27 dicembre: in quell’occasione era stata decisa l’eliminazione degli incentivi Cip agli impianti non ancora avviati ma semplicemente autorizzati.

La norma ‘riparatrice’ avrebbe dovuto essere inserita in un successivo provvedimento ma, secondo alcune indiscrezioni, gli Uffici di presidenza della Camera si appresterebbero a dichiararla inammissibile per estraneita’ della materia. Il ministro Pecoraro con tutta probabilita’ chiedera’ che il testo del decreto sia messo all’ordine del giorno in uno dei prossimi consigli dei Ministri.

(Ccr/Pn/Adnkronos) 30-GEN-07 19:40

Peak oil – ovvero la verità dietro le guerre

Come tutti certamente saprete in questi giorni il costo del petrolio è salito sopra i 70 dollari al barile. La spiegazione, si dice nei comunicati stampa, è semplice: la crisi con l’Iran causa tensioni che aumentano i costi di questa materia prima.

Ma è veramente così? I costi del petrolio, sempre in aumento da diversi anni, sono sempre causati da tensioni internazionali? Oppure i conflitti e gli inasprimenti dei rapporti tra gli stati produttori ed i maggiori consumatori sono causati dagli aumenti strutturali del costo del petrolio?

In questo articolo voglio introdurre uno studio, ormai diventato storico, ed una proposta concreta per risparmiare energia, denaro e risorse ambientali.

Nel 1957 un geologo americano, M. K. Hubbert, elaborò un modello matematico per studiare la produzione USA del petrolio. Questo modello prevedeva nel 1970 il momento nel quale la produzione del petrolio americana avrebbe avuto il picco, per poi scendere in quantità e qualità dell’estrazione e salire in termini di costi.

Nessuno gli credette, fino al 1971, anno in cui i petrolieri texani scoprirono che l’estrazione era si faceva sempre più difficile, fino a fermarsi a causa dell’aumento repentino dei costi che non la rendeva economicamente equivalente. Nella seconda immagine vediamo le tre ipotesi sulle quantità di petrolio prodotte in funzione del tempo. Se la produzione crescesse al ritmo degli ultimi anni, avremmo l’ipotesi A, con un crollo vertiginoso dovuto alla fine delle scorte.

Se la produzione rimanesse costante nel tempo, senza aumenti, avremmo l’ipotesi B, altrettanto drammatica per le conseguenze che la linea verticale avrebbe sull’economia mondiale. Hubbert ipotizzò invece un andamento descritto dalla linea C, dove una volta superato un certo limite la produzione sarebbe diminuita gradualmente, a causa dell’aumentare dei costi e della difficoltà di reperimento del greggio.

Il Peak oil è quel limite, il momento del grafico della produzione annuale del petrolio nella quale l’estrazione è al suo massimo livello. La crescita continua della domanda richiede un aumento della produzione, che non può essere continua a causa dell’esauribilità della fonte. Dopo il picco si produrrà sempre meno petrolio ed i costi aumentano a causa della domanda che non scende dello stesso tasso della produzione.
Il fatto che la decrescita della produzione sia graduale e dolce nel grafico non deve però trarre in inganno: gli effetti sull’economia e sui nostri stili di vita saranno sicuramente importanti e netti, a meno che non ci si prepari adeguatamente per limitare la nostra dipendenza da questa fonte energetica non rinnovabile.

Cosa ci aspetterà dopo il picco? Le conseguenze sono abbastanza prevedibili: un innalzamento dei prezzi delle merci e del trasporto, instabilità politica, recessione economica, guerre per le risorse. Di fatto nulla di particolarmente diverso rispetto alla situazione degli ultimi anni, ma sicuramente ci sarà un peggioramento di tutti questi problemi.

Un geologo irlandese, Colin Campbell, ha fondato un’Associazione per lo studio del Picco Petrolifero (Aspo), che tiene sotto controllo la
il grafico di Hubbert a livello globale e studia numerose alternative energetiche per prevenire la crisi successiva al raggiungimento del picco.

Anche in Italia ne esiste una sezione, di cui sono socio, che vanta numerosi e prestigiosi esperti. Il presidente è Ugo Bardi, docente universitario del dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze, ed il comitato scientifico è formato da professori, ricercatori, esperti indipendenti ed autori di testi autorevoli sulle energie rinnovabili.

Secondo questi esperti il picco di produzione del petrolio “pulito” (area puntata della terza immagine) sarà nel 2007, mentre gli altri tipi più difficili da raffinare sposteranno il picco poco più avanti, ma con conseguenze pesanti sull’impatto ambientale.

I metodi per uscire da questa crisi imminente ci sono, ma bisogna investire subito (o meglio da ieri, come hanno fatto altri stati con Governi più lungimiranti) su alternative credibili, efficienti ed economiche.

Il presidente di ASPO ha pubblicato tra gli altri una serie di articoli sulla mobilità elettrica, facendo particolare attenzione agli scooter elettrici. Quasi inesistenti come numero di veicoli immatricolati questi scooter hanno una autonomia di 40-50 km (Il lepton della Oxygen, l’EVT 4000e o l’EVT 168) a 45-50 km/h, fanno 100km con meno di un euro di elettricità, hanno emissioni zero e si ricaricano mentre frenano o vanno in discesa. Niente di futuribile, a Firenze ne esistono già circa 3000 totalmente funzionanti, grazie anche alla diffusione delle colonnine di ricarica ed agli incentivi per l’acquisto.
Questi scooter si ripagano dopo un paio di anni, costano dai 1200€ ai 3000€ a seconda dei modelli e fatto un cambio di batterie anche i modelli usati sono come nuovi (perché hanno meno parti consumabili messe sotto sforzo). Il costo maggiore, quindi, diventa quello della sostituzione delle batterie, da fare ogni 3 anni circa con i modelli attuali al Piombo. Anche includendo questo, siamo ad 1/10 circa delle spese di viaggio di una utilitaria a benzina.

Se facciamo un paragone con la mobilità a petrolio possiamo pensare ad uno scooter elettrico come un mezzo che fa 90 chilometri con un litro, grazie ad una migliore efficienza del mezzo.
Ma questo non è il solo ed unico vantaggio che hanno, e non è solo per questo che ASPO cerca di diffonderne l’utilizzo assieme all’uso delle rinnovabili. Le fonti di energia rinnovabile soffrono di un problema abbastanza pesante: sono discontinue. Alternano tempi di abbondanza e di scarsità nell’arco di una stessa giornata e variano in quantità considerevoli nell’arco dei mesi dell’anno.
E’ chiaro, quindi, che da un lato si debba cercare di produrre da fonti diverse, che si completino a vicenda (vento e sole, acqua e geotermia, etc.), e dall’altro cercare mezzi che permettano di immagazzinarne in grande quantità. L’idrogeno è un esempio: la produzione di idrogeno attraverso energie rinnovabili ha senso, ma l’energia sprecata per questo ulteriore passaggio intermedio è tanta e quasi certamente non potremo permettercela a meno di non ricorrere al nucleare.
I mezzi elettrici hanno quindi un doppio vantaggio: l’investimento ed il mercato di questi va a diretto beneficio della ricerca sulle batterie e sull’efficienza dell’immagazzinamento, permettendo allo stesso tempo un immediato ritorno economico.

Con uno scooter elettrico, quindi, si risparmia e si finanzia un mercato che è ancora troppo poco sviluppato a fronte di una grande potenzialità.

Per ultima è necessario fare una considerazione sul nucleare: anche l’Uranio è alla soglia del picco di produzione. Anche senza pensare a Chernobyl bisogna tener presente che i costi dell’energia nucleare d’ora in avanti aumenteranno. Nessuna azienda privata si sognerebbe mai di pensare al nucleare, a meno che non possa escludere dai bilanci i costi ambientali, lo smaltimento delle scorie, le spese militari per difendere un obiettivo sensibile e pericolosissimo.

Il problema del Peak Oil è importante e solo in questi ultimi mesi se ne sente parlare nei quotidiani ed in alcune trasmissioni lungimiranti, come quella di Fazio. Dopo cinquant’anni di studi teorici che ci avrebbero permesso di prepararci per tempo, ora siamo agli sgoccioli ed i governi continuano a far finta di nulla. Ma anche per questo c’è una risposta degli studiosi: Misperception of Dynamics, di cui parleremo probabilmente in una prossima puntata.

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