Informatica

Libera RAI in libero Stato

Libera RAI in libero StatoIn questo blog ho scritto più volte della necessità di liberare l’archivio della RAI su internet, per permettere a chiunque di prendere visione dell’immenso patrimonio culturale prodotto in questi anni dalla televisione pubblica.
Il Governo ha proposto, attraverso il buon operato del Ministro Gentiloni, che gli archivi RAI siano liberamente disponibili in rete, all’articolo 6 del nuovo contratto di servizio triennale. Ora il testo deve essere approvato dalla commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI, per divenire operativo. Arcoiris ha lanciato una petizione per sostenere la proposta, alla quale vi chiedo di aderire.
Per farlo potete firmare qui:
Petizione Libera RAI in Libero Stato

Standard Aperti ed impegno contro i brevetti software nella Finanziaria

Ora standard aperti e impegno in Europa contro il rientro dalla finestra della brevettabilità del software e per l'”Internet Bill of Rights”.

FINANZIARIA: SOSTEGNO ALL’OPEN SOURCE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Nella legge Finanziaria una norma che dà priorità al finanziamento di progetti che utilizzano e sviluppano applicazioni software a codice aperto.

Il Sottosegretario all’Innovazione Beatrice Magnolfi: “sosteniamo la crescita di un’industria italiana del software, un arcipelago di piccole imprese gestite da giovani, che infondono al mercato innovazione e creatività”.

Roma, 19 dicembre 2006
– “Vogliamo dare una svolta decisiva alla diffusione e all’utilizzo del software Open Source nella Pubblica Amministrazione, oggi quanto mai indispensabile per abbattere i costi della burocrazia e consentire agli enti pubblici di dialogare tra loro in maniera più efficiente, utilizzando formati standard e aperti”.

Così il Sottosegretario all’Innovazione Beatrice Magnolfi ha illustrato la norma della legge Finanziaria (art. 1, c. 894-897) che – nella valutazione dei progetti da finanziare con i 30 milioni di euro previsti a sostegno della Società dell’Informazione – assegna priorità a quelli che utilizzano e sviluppano applicazioni software a codice aperto.

La stessa norma della legge Finanziaria, ha spiegato Beatrice Magnolfi, “dispone anche la realizzazione di un ‘ambiente di sviluppo cooperativo su web’, dove le amministrazioni pubbliche possano condividere i codici sorgente, gli eseguibili e la documentazione dei software sviluppati. Il nuovo ambiente web consentirebbe inoltre di dare vita a comunità di amministrazioni utilizzatrici dei diversi software, per renderle protagoniste dei successivi sviluppi delle soluzioni, su base collaborativa”.

Secondo il Sottosegretario all’Innovazione “è un’assoluta novità per un ambiente che si configura come un vero e proprio ‘marketplace delle soluzioni informatiche della PA’, capace di favorire e rendere produttivo l’incontro tra la domanda pubblica e l’offerta delle sempre più numerose imprese italiane specializzate nello sviluppo di piattaforme a codice aperto”.

“Il fine è quello di sostenere la crescita di un’industria del software italiana in grado di competere con le grandi multinazionali, ma alimentando al contempo lo sviluppo locale nei territori” ha aggiunto Magnolfi. “Si tratta di un settore in espansione formato da un arcipelago di piccole imprese, quasi sempre gestite da giovani, e capace di infondere al mercato un forte contenuto di innovazione e creatività”.

Babelteka

Avevo già scritto su babelteka tempo fa. Oggi voglio farlo di nuovo, per presentare questo interessante progetto a chi non lo conosce e ricordare a chi è già registrato che esiste, invitandolo ad aggiornare il proprio database.
http://www.babelteka.org
Babelteka - Biblioteca Pubblica DistribuitaSi tratta di una biblioteca pubblica distribuita, e funziona così:
– ogni utente inserisce i propri libri, cd, video
– chiunque può cercare all’interno del database un libro
– il sistema mostra i chilometri di distanza tra chi possiede un libro e chi lo vorrebbe in prestito
– l’utente che presta e quello che chiede registrano in maniera semplice il prestito, tenendone traccia.

In questa maniera si ottengono diversi risultati: si riesce a creare un contatto diretto tra lettori, che si possono scrivere, consigliare, prestare materiale. E’ necessaria la maggiore diffusione possibile, affinché sia disponibile una biblioteca sempre più grande. E’ assolutamente gratuito, così come lo sono i prestiti.
Registratevi ed inserite i vostri libri, e parlatene agli amici!
Potremmo fare una giornata nazionale pro-Babelteka, nella quale ognuno di noi si impegna ad aggiornare i propri libri, a diffondere il progetto ed a scambiarsi opinioni al riguardo.

Che ne dite del 14 Gennaio 2007? Potremmo coordinare il numero maggiore possibile di blog per fare un tam-tam pubblicitario.

Gmail mail Fetcher

Scopro da questo articolo di essere uno dei pochi “fortunati” ad avere nella propria casella di posta gmail una nuova funzione, chiamata gmail mail fetcher.
Permette di inviare la posta da Gmail, il noto servizio di email di google, attraverso altri account di posta, e di ricevere su questa casella anche le email di altri vostri indirizzi di posta.

Pubblico gli screenshot di questa funzione, per chi non l’ha ancora abilitata:

Gmail Mail Fetcher in Italiano Gmail Mail Fetcher in Italiano Gmail Mail Fetcher in Italiano Gmail Mail Fetcher in Italiano

Cosa non è software libero

Valerio Mariani, del quotidiano “LA STAMPA”, scrive alcune considerazioni, tutte sbagliate, su Skype ed il Software libero.

Conclude dicendo:

“Sia nel caso di Skype che nel caso del software open source, è importante distinguere l’ambito di applicazione. Non sognatevi di avere nella vostra azienda gli stessi benefici che avete con Skype a casa e non illudetevi che installare software open source nella vostra azienda sia completamente gratuito.”

Non è così.

Se non sai installare un software libero puoi pagare qualcuno che lo faccia per te, sia a casa sia in azienda (non fa alcuna differenza).

Skype non c’entra nulla, non è un software libero ed alcuni servizi si pagano (skypeout) mentre altri sono per il momento gratis (chiamata tra due skype). Se Skype fosse un software libero si avrebbe la certezza che questa opzione rimarrebbe sempre libera, perché chiunque la potrebbe fornire gratuitamente (cosa, per altro, non obbligatoria).

Il problema nelle aziende è la responsabilità: chi si prende la responsabilità di installare un software libero e di prendersi le colpe di eventuali malfunzionamenti? Se lo fa una azienda esterna, questa responsabilità ricade su di essa, mentre se lo fa il personale interno no.

Tutto qui.
Niente e nessuno vieta ad un dipendente di installare mille o centomila copie di open office, in NESSUN contesto.

Per ultima una considerazione: era necessaria la pubblicità ad una azienda anche in questo caso? Non aggiunge nulla all’articolo e fa ricadere su un esterno le responsabilità di eventuali errori di interpretazione sulla licenza GPL e sul software libero.

Capisco che il tema sia difficile, ma chiedere un parere in più a chi fa questo di mestiere o per passione non costa nulla. Io, nel mio piccolo, sono disponibile per chiarire eventuali dubbi sul funzionamento del software libero, che potrebbe essere d’insegnamento per molti altri settori della conoscenza umana e del lavoro.

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