Media

Report Rai ed acquisto puntate

E’ un vero peccato che un servizio utile come la trasmissione Report della RAI non possa essere fruito anche a pagamento (a cifre sensate). Dal sito della trasmissione

Acquisto puntate
Associazioni, università, scuole, sindacati, organismi ed enti senza scopo di lucro possono richiedere le puntate di Report alla Direzione Teche (fax 0636226217, e-mail service@rai.it). Il materiale sarà fornito a fronte di un rimborso spese di € 104,00 + eventuale spedizione + iva per ogni puntata, in cassette analogiche VHS, oppure in formato digitale su CD Rom – video qualità internet formato MPEG4 o ASF , con un rimborso spese di € 54,00 + eventuale spedizione + iva per ogni puntata.

Ho comprato il DVD della Gabanelli in libreria, ma quello che vorrei è poter vedere quando mi pare le puntate della trasmissione. Vista la loro importanza, anche dopo un paio di anni sarebbero interessanti.

Invece no, i contenuti migliori della nostra TV stanno un mesetto su raiclick (in streaming) e poi vengono venduti a 54€ per ogni puntata. Se invece fossero ad un euro  o due tramite download chi ci rimetterebbe? Solo le persone coinvolte nelle trasmissioni di inchiesta.

Sarebbe un modo per coprire parzialmente i costi di produzione e delle conseguenze legali della pubblicazione di informazioni scottanti.

Noleggiare un dvd e vedersi la pubblicità contro la pirateria

Ieri sera ho noleggiato un DVD. Non l’ho scaricato da Internet, non l’ho copiato, non ho fatto nulla di illegale. All’inizio del DVD, però, mi sono sorbito 2-3 minuti di pubblicità contro la pirateria:

“Non ruberesti mai un’auto… Non ruberesti mai una borsa… Non ruberesti mai un televisore… Non ruberesti mai un film… Scaricare da Internet film piratati è come rubare… Rubare è contro la legge… La pirateria è un reato”

Non credo che infastidire chi noleggia o acquista i film legalmente sia un’ottima idea per combattere la pirateria: chi scarica lo stesso dvd non vede la pubblicità (che viene tagliata). A chi è diretto questo messaggio?

Petizione per liberare l’archivio della RAI

Arcoiris TVScopro oggi, con un po’ di ritardo, che esiste una petizione promossa da Arcoiris.TV per liberare l’archivio della RAI e permettere agli utenti della televisione pubblica di accedere attraverso internet ai contenuti, quando e come vogliono.

Un po’ come ha già fatto la BBC, quindi nulla di improponibile, ma assolutamente innovativo per l’Italia.
Vi chiedo di firmarla.

Digital subdivide, incomunicabilità tra connessi e sconnessi

Questo articolo sul digital subdivide, segnalatomi da Fabio Corgiolu, è senza dubbio interessante.

Non ne condivido alcune parti: io credo che le persone wired non siano semplici immagazzinatori di dati, ma sono dei veri e propri maniaci dell’informazione.

Il data mining mentale dei sempre connessi non viene fatto solo in un secondo tempo, ma in ogni istante, ogni ritaglio di tempo, modificando la vita dei wired a tal punto da soffocarla, a volte.

La validità delle informazioni assimilate diminuisce solo perché ne aumenta la quantità, ma non è vero che chi ne vede passare meno pone più attenzione e riflette tutto il giorno su quelle poche.

Il dato rilevante, a mio parere, che distingue le persone che rimangono connesse ore per lavoro o per ricerca di informazioni è che le seconde non hanno tempo per altro, spesso fanno lavorare continuamente il cervello per il solo gusto di immergersi nella conoscenza e cercare di fermarne un briciolo.

Il problema è il limite dell’assimilabilità del nostro cervello: finché non riusciamo a modificarlo (e ci vorranno generazioni o operazioni tecnologiche), non riusciremo ad immagazzinare ed elaborare più di così.

Per questo motivo i wired cercano nel digitale anche una forma di memorizzazione dei dati, oltre che un mezzo per il loro passaggio, che permetta loro di ritrovare quello che avevano perso di mente e collegarlo ad una nuova informazione per creare una nuova connessione importante.

Una volta c’erano solo le sinapsi, ora i collegamenti sono multimediali (nel senso che coinvolgono più mezzi): link, database, blog, instant messaging sono una estensione naturale del modo di lavorare del nostro cervello, e ne ampliano notevolmente le capacità cognitive.

Torna su