Politica

Se non è vera è verosimile

La notizia che a Giovinazzo si sarebbero formate code agli sportelli dei CAF per richiedere il reddito di cittadinanza è falsa. Qualcuno probabilmente sarà andato a chiedere informazioni, ma da qui a crearne un caso nazionale di rilievo ce ne passa. Immagino saranno stati meno di quelli che ogni giorno chiedono la pensione pur non avendone ancora diritto.

D’altronde basta ragionarci: se fosse una opinione diffusa, non sarebbe stato statisticamente confinato in un piccolo comune, no? Avremmo avuto casi in tutta Italia, cosa che gli stessi CAF hanno smentito.

Però stamattina a Radio 24, nella trasmissione di Giannino e Telese, alla richiesta sulla fake news Roberto Giachetti ha risposto che questa notizia “se non è vera è verosimile”.

Come se fosse la stessa cosa.

http://audio.radio24.ilsole24ore.com/radio24_audio/2018/180309-24mattino-oscar.mp3 (minuto 14:15 )

Senza parole.

Piuttosto, bisognerebbe dire che il Reddito di Cittadinanza proposto dai 5 stelle non è un reddito di Cittadinanza, ma un sussidio di disoccupazione, e non si tratta di una cosa nuova.

Io ritengo che sarebbe meglio investire nella riduzione del costo del lavoro, piuttosto che spendere in sussidi di disoccupazione, ma questo è un altro discorso.

Il messaggio semplice

Uno dei commenti migliori che ho letto sui risultati delle elezioni politiche del 4 Marzo è di Luca Sofri, direttore del Post:

dal sistema dell’informazione e degli esperti passa e attecchisce presso la maggioranza degli italiani la parte semplificata dei messaggi e non quella complessa delle analisi. -cut-
Quello di cui sono fatti i media italiani (giornali, programmi tv del pomeriggio, dichiarazioni di politici, eccetera, l’informazione) è testi e titoli: passano i titoli. Quello di cui sono fatti i media italiani è riflessioni accurate e sensazionalismo: passa il sensazionalismo. Quello di cui sono fatti i media italiani è immagine di progresso e terrorismo: passa il terrorismo. Quello di cui sono fatti i media italiani è spirito di convivenza e risentimento aizzato: passa il risentimento. Quello di cui sono fatti i media italiani è spiegazione dei fenomeni e litigio nei talk show: passa il litigio. Quello di cui sono fatti i media italiani è vero complesso e falso semplice: passa il falso.

Guardando le stronzate che sono passate su Facebook e su Whatsapp in questi giorni, mi rendo conto che tutti i messaggini stupidi ed “ironici” hanno scolpito, una goccia per volta, l’immaginario collettivo. Renzi è diventato progressivamente sempre più antipatico, è passato “di moda”, è diventato in pochi mesi “la vecchia politica”. Il tifo da stadio che l’ha sostenuto nel 2014, immotivato, gli si è rapidamente voltato contro, dichiarare di votarlo non era più “cool”.

Le ironie semplicistiche e becere, le bufale, non sono state superficiali ed inutili, non ci hanno fatto solo sorridere, hanno creato un immaginario collettivo. Non sono stati i programmi a convincere gli elettori, ma questo sentimento.

Su Facebook ho commentato a caldo che i russi hanno lavorato bene. Wired aveva scritto un articolo interessante, pochi giorni fa. Ne riporto un brevissimo stralcio, ma vi consiglio di leggerlo tutto:

Un po’ più inquietante invece è quanto dimostrato da un’inchiesta di BuzzFeed alla fine del 2016. La testata di disinformazione russa Sputnik, emerge come una delle principali fonti di fake-news di M5S. Soprattutto da parte di Tze Tze, sito controllato dalla Casaleggio Associati, e da L’Antidiplomatico, molto vicino al movimento. Dopo l’inchiesta Tze Tze è stato dismesso.

In realtà, ragionandoci, quest’ultimo governo Gentiloni ha fatto male? Nessuno lo sostiene. Ha fatto peggio di Berlusconi più Lega Nord dell’ultimo governo 2008-2011? Non lo dice nessuno.

Questa rabbia era immotivata, a ragione, ma si è votato a sentimento, “a pelle”.

Gli italiani a pelle hanno deciso di premiare Salvini e Di Maio. Chi oggi ne è contento lo scriva nei commenti, lasciamoci i contatti per riparlarne tra un paio di anni.

Sono pronto di ammettere di aver sbagliato pubblicamente e clamorosamente, se staremo meglio di oggi.

Fonti:

Elezioni 4 Marzo 2018 – Per chi voterò

Il 4 Marzo si terranno le elezioni politiche. Per farla breve, voterò per la lista INSIEME, e nel dettaglio vi spiego perché.

In questa campagna elettorale si è parlato molto di fascismo. Il tema, che speravamo scomparso dalle agende politiche, purtroppo è tornato attuale. Del resto abbiamo diverse liste che si candidano con valori dichiaratamente fascisti, senza nemmeno vergognarsene. Alle manifestazioni sono apparse anche bandiere neonaziste, come ciliegina sulla torta. Quindi, purtroppo, dobbiamo cercare di confinare queste idee alla irrilevanza, necessariamente fuori dal Governo.

Il centro-destra vede l’alleanza-scontro Forza-Italia/Lega Nord. In caso di una loro vittoria la lista che prenderà più voti indicherà il premier. Berlusconi non può farlo, e Salvini sarebbe meglio che non lo facesse. Tutta la coalizione è invotabile.

Poi ci sono i 5 Stelle. Dentro le loro liste in queste ultime settimane abbiamo visto elencare di tutto, tra massoni, condannati, e persone che si vantano sui social di aver picchiato rumeni. Questi candidati hanno firmato un documento di rinuncia, che però vale pressoché zero. Ad ogni modo, il loro candidato premier, Luigi Di Maio, per me è completamente inadeguato al ruolo. Non gli affiderei un piccolo comune, figuriamoci il Paese. Non stanno amministrando bene Roma, sprecando la possibilità di dimostrare di essere capaci.

Il loro difetto principale sta nella incapacità di selezione delle persone: non è vero che uno vale uno, io al Governo voglio uno migliore e non uno qualunque preso a caso. Inoltre ritengo gravissima l’assenza di democrazia interna: la dice lunga sulle capacità di promuovere una democrazia più sana per il nostro Paese. Per intenderci, non vorrei trovare un governo antidemocratico nemmeno se avesse le mie stesse idee su tutto il resto.

Gentiloni, d’altra parte, in questi mesi non ha fatto male. Mi piacciono i suoi toni pacati, il contrario dell’arroganza di Renzi. Prodi nel suo endorsement a favore della Lista Insieme ha anche sponsorizzato un governo Gentiloni bis, e sono sicuro che un buon risultato di questa lista lo favorirebbe.
Al contrario di Renzi, ha saputo governare senza spaccare l’opionione pubblica, ha un consenso maggiore, è tranquillizzante anziché divisivo. Del resto nessuno lo attacca, in questa campagna elettorale.
Per come la vedo, Renzi non ha possibilità di tornare al Governo, nemmeno se la sua coalizione dovesse andare bene. Ma con un risultato del PD sottotono ed un buon risultato delle liste della coalizione (Insieme, +Europa e Lorenzin) sarebbe sicuramente impossibile.

Inoltre credo che sia necessario che i Verdi tornino in Parlamento, per portare avanti le battaglie che in questi anni di assenza sono state quasi completamente dimenticate. Un buon risultato di Insieme oltre a portare più Verdi in Parlamento riequilibrerebbe anche i rapporti con il PD all’interno della eventuale coalizione di Governo. L’esperimento del PD come Partito della Nazione, a vocazione maggioritaria, così come immaginato da Veltroni è per fortuna fallito e si può tornare a parlare di pluralità, di progetti comuni, di rappresentatività delle istanze.

Quanto al governo di larghe intese post voto, tutto dipende da noi. E’ un bene che senza una maggioranza dei voti non ci sia un governo, l’ho sempre pensato e scritto. Forzare una vittoria con premi di maggioranza spropositati è antidemocratico. Dopo il voto tutto dipenderà ai risultati che noi avremo deciso di dare in mano a chi dovrà trattare. Le ipotesi in gioco sono tante e sinceramente spero più alla possibilità di avere una maggioranza a guida Gentiloni composta da PD, Insieme, Europa e LEU, piuttosto che PD + Forza Italia, o 5 Stelle + Lega Nord.

Il partito 5 Stelle è controllato da una azienda?

Un interessante articolo del Post spiega come la terza associazione dietro al partito 5 Stelle sia obbligata, per statuto, ad utilizzare una piattaforma fornita dall’Associazione Rousseau.08

Se si vuole allora capire che cos’è, formalmente, l’Associazione Rousseau, ci si accorge innanzitutto di come sembri in buona parte coincidere con la Casaleggio Associati, srl milanese di proprietà di Davide Casaleggio. L’Associazione ha sede allo stesso indirizzo della Casaleggio Associati e in alcune mail di cui il Foglio è entrato in possesso, Casaleggio risponde in qualità di presidente dell’associazione utilizzando la posta certificata della Casaleggio Associati

L’Associazione Rousseau, che ha lo scopo di “promuovere lo sviluppo della democrazia digitale nonché di coadiuvare il Movimento 5 Stelle” nella sua azione politica, è un’associazione composta da due persone: Gianroberto Casaleggio, che è in fin di vita, e il figlio Davide. Versano due quote da 150 euro, che costituiscono il fondo iniziale, e sono rispettivamente Presidente e vicepresidente, entrambi componenti dell’Assemblea e membri del Consiglio direttivo, mentre Davide è anche Tesoriere. Ma l’obiettivo dello statuto, date le condizioni di salute del padre, è assicurare al figlio il controllo perpetuo e assoluto su Rousseau. E il potere di Casaleggio jr. viene blindato da due articoli – il 6 e il 13 – che consegnano eternamente i ruoli e le funzioni più importanti ai “Fondatori”. Ma di fondatori ce ne sono due e dopo appena quattro giorni, in seguito alla morte di Gianroberto, ne resta solo uno: Davide.

L’Associazione Rousseau, quindi, è controllata da Davide Casaleggio e non esiste modo in cui il Movimento possa sostituirlo alla guida dell’associazione.

Questa non è democrazia partecipata, non è rete, non è uno vale uno.
Qualsiasi cosa sia, sarebbe bene che non si avvicinasse più di quanto ha già fatto alla politica italiana, finché i suoi membri non capiranno che la democrazia interna è la base dalla quale si parte per proporre un cambiamento nel Paese.

Fonte: Di chi è il Movimento 5 Stelle? (Il Post)

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