Rifiuti

I tumori aumentano del 9% per chi vive vicino ad un inceneritore

Il rischio di tumore aumenta sensibilmente se si vive nei pressi di un inceneritore di rifiuti. Con punte di rischio del 9,1% superiori alla media per determinate forme di sarcoma. Lo dimostra uno studio condotto dal dipartimento per la Salute e per l’Ambiente francese (www.invs.sante.fr) . Gli scienziati d’oltralpe hanno concentrato la propria attenzione su quattro regioni – Isère, Haut-Rhin, Bas-Rhin e Tarn – dove è attivo un totale di 16 inceneritori. La ricerca, “Etude d’incidence des cancers aÌ proximiteì des usines d’incineìration d’ordures meìnageÌres”, ha preso in considerazione i casi di cancro che si sono manifestati nelle quattro aree tra il 1991 e il 1999.
La Francia, premettono gli scienziati, ha cominciato a incenerire i propri rifiuti negli anni Settanta, quando i valori limiti delle emissioni nocive in atmosfera erano meno severi degli attuali. Oggi i
limiti sono più netti ed esistono maggiori controlli. Ma è un fatto che, su un bacino potenziale di 25 milioni di persone, sono 135.567 i casi di cancro osservati. Un dato, si legge nel documento, che “mette in evidenza un legame statistico tra il livello di esposizione agli inceneritori negli anni 70-80 e l’aumento della frequenza di certe forme di cancro negli anni dal 1990 al 1999”.
Naturalmente, spiega lo studio, il legame “causa-effetto” tra presenza dell’inceneritore e casi di cancro non è dimostrato. Infatti, non è stato possibile prendere in considerazione le altre variabili (stile di vita, tabagismo, tipo e natura dell’alimentazione, consumo d’alcol, esposizione professionale a sostanze tossiche, precedente presenza di inquinamento urbano, industriale o rurale) che possono aver prodotto i singoli casi di tumore.
Ma ecco i dati sulle forme di cancro più “sospette”: il cancro al fegato presenta un “eccesso di rischio” del 6,8% nelle aree con inceneritore; i linfomi maligni chiamati “non-Hodgkin” dell’1,9%; il massimo del rischio si presenta per i sarcomi dei tessuti molli: più 9,1. Inoltre, per tutte le forme di cancro tipicamente femminili – seno e utero per esempio – è stato riscontrato un eccesso di rischio medio pari al 2,8%. Per il tumore alla mammella, in particolare, la percentuale sale fino al 4,8%.

di Matteo Cislaghi

In Francia fiumi contaminati per incidente in una centrale nucleare

Beh, se il rischio per la popolazione è minimo
Ricorderemo questi continui incidenti quando riparleremo di nucleare?
Se non riusciamo a smaltire i rifiuti urbani, come tratteremo le scorie radioattive?
Tutte in un mucchio?

MILANO — Trenta metri cubi di acque usate contenenti 12 grammi di uranio per litro si sono riversate ieri, per cause accidentali, in due fiumi — La Gaffière e L’Auzon — nel sud della Francia. Le acque provenivano dal sito nucleare di Tricastin a Bollène, nel distretto di Vaucluse, a circa 40 chilometri da Avignone. L’allarme è rientrato quasi subito (l’incidente è avvenuto intorno alle 6,30 del mattino): l’agenzia per la sicurezza nucleare francese (Asn) ha parlato di «rischio debole per la popolazione».

Fonte: Francia, incidente nella centrale Acqua contaminata nei fiumi – Corriere della Sera

Firmate i referendum presso l’informapiù del Comune di Forlì

Presso lo sportello informapiù del Comune di Forlì sono stati depositati i due quesiti referendari sulla raccolta dei rifiuti porta a porta e le isole ambientali.

Si può firmare presso lo Sportello Infomapiù del Comune di Forlì durante il seguente orario di apertura al pubblico: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13. martedì e giovedì pomeriggio dalle 16 alle 18

L’informapiù si trova in Piazza XC Pacifici, 2 – Forlì:
Visualizzazione ingrandita della mappa

I quesiti si potranno inoltre sottoscrivere anche i mercoledì sera, attraverso i banchetti che il comitato organizza in Piazza Saffi.

Diffondete questa notizia, sono necessarie 5000 firme di cittadini forlivesi votanti in 6 mesi!

Emendamento del PD porta 1,2 Miliardi di euro agli inceneritori campani

Secondo questo articolo su Blogeko grazie ad un emendamento del Partito Democratico al decreto per l’emergenza rifiuti di Napoli verranno dati 1,2 Miliardi di euro delle nostre bollette dell’energia elettrica agli inceneritori di Salerno, Napoli e Santa Maria La Fossa.

Continua il ciclo del più rifiuti indifferenziati produci più soldi (di tutti) incameri.

Due referendum per Forlì

Pubblico l’articolo che ho inviato per il prossimo numero di Comune Aperto

E’ da poco partita la raccolta di firme per la presentazione di due referendum per la città di Forlì, uno per attivare il porta a porta in tutto il comune ed uno per l’attivazione di isole ambientali.

Da anni a Forlì si parla di questi temi, ma ad oggi non è stato ancora fatto un solo passo in questa direzione, per colpa di interessi che contrastano con l’attuazione delle necessarie politiche di tutela della sicurezza e della salute.

La lezione di Napoli dovrebbe insegnare che la riduzione dei rifiuti e la raccolta differenziata sono il primo e necessario passo per evitare disastri ecologici e l’esaurimento di discariche e polmoni del nostro territorio.

Tutti gli esperti che hanno fatto due conti sanno che facendo un porta a porta come quello di Forlimpopoli in tutta la Provincia di Forlì-Cesena l’inceneritore di Forlì sarebbe sovradimensionato ed inutile. Le autorizzazioni vietano l’importazione di rifiuti da fuori provincia, quindi un impegno in questo senso ridurrebbe in maniera consistente sia il combustibile per il nuovo impianto sia le polveri che siamo costretti ad inalare ogni giorno.
Ovviamente questi calcoli li ha fatti anche chi riceve incentivi per incenerire rifiuti, e per questo motivo una proposta promossa dai Verdi e votata da tutto il Consiglio Comunale non è ancora stata presa in considerazione.
Tra le cause di inquinamento ovviamente non ci sono solo inceneritori ed industrie, ed una grande fetta di sostanze nocive e cancerogene vengono dal traffico cittadino. Spesso l’abuso dell’automobile è dovuto all’abuso dell’automobile, in un circolo vizioso che vede la gente scegliere il mezzo pericoloso ed inquinante a causa della pericolosità delle strade per i mezzi alternativi.
Occorre quindi ribaltare la situazione, procedendo per passi piccoli ma decisi e mettendo in sicurezza aree vocate per loro natura alla mobilità dolce: le zone commerciali di pregio, le aree davanti alle scuole ed agli asili, le zone residenziali.
Le isole ambientali sono lo strumento che privilegia e tutela la circolazione dei pedoni, delle biciclette e favorisce velocità e comodità delle navette di trasporto pubblico, con il risultato immediato di una riduzione degli incidenti stradali, dell’inquinamento acustico e di quello atmosferico.
Noi pensiamo che oggi la parola debba tornare ai cittadini, che con la loro firma oggi ed il voto al referedum domani potranno dire la loro su questi due temi così importanti, fino ad oggi ignorati dalla nostra amministrazione.
Tutti i residenti di Forlì possono firmare ai banchetti che vengono organizzati e pubblicizzati anche sul blog www.alessandroronchi.net, oppure in orario d’ufficio presso l’informapiù di Piazza XC Pacifici, accanto alla Piazzetta della Misura.
Chiunque può aderire al comitato promotore ed aiutarci in questa campagna per ridare voce ai forlivesi, che è attualmente composto da una varietà di persone provenienti dal mondo associativo e politico.
« Non basteranno la paura della catastrofe ecologica o i primi infarti e collassi della nostra civiltà. Ci vorrà una spinta positiva” (Alex Langer)

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