Salute

SANA: 9-12 Settembre a Bologna

Che cos’è il SANA? Tratto dal sito:

La più grande fiera del naturale

SANA il Salone Internazionale del Naturale, ALIMENTAZIONE – SALUTE – AMBIENTE, è la manifestazione fieristica più ampia e varia al mondo per il mercato del Naturale.

I numeri dell’ ultima edizione ne sono una conferma:
• 85.000 metri quadrati di superficie espositiva
• 16 padiglioni espositivi
• oltre 1.600 espositori, di cui 400 esteri provenienti da 34 paesi d’Europa, USA, Canada, Asia, Australia e Africa
• 74.000 visitatori totali di cui 55.400 operatori professionali
• 3400 operatori stranieri intervenuti
• 60 convegni
• 800 giornalisti presenti in fiera di cui 100 stranieri

Gli operatori presenti a SANA

Gli operatori professionali intervenuti alla 15^ edizione di SANA appartengono alle seguenti categorie:

Alimentazione: produttori e distributori, dal dettaglio alla GDO.

Salute: medici, farmacisti, omeopati, erboristi e terapeuti.

Ambiente: architetti, progettisti, impresari edili, commercianti di mobili, arredi, abbigliamento, produttori di energia, tecnici dell’ambiente.

Accorrete numerosi!

Italia: fanalino di coda nel rispetto della normativa ambientale UE

Verdi/ALE al Parlamento europeo
Comunicato Stampa – Bruxelles, 15 luglio 2004
Italia: fanalino di coda nel rispetto della normativa ambientale UE
È di oggi la notizia che la Commissione europea sta portando avanti diversi procedimenti di infrazione nei confronti dell’Italia.
Nello specifico, all’Italia si contestano 28 casi di mancato recepimento della normativa ambientale UE.
La Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte europea di giustizia per una serie di infrazioni legate alle discariche industriali e allo smaltimento dei rifiuti, all’assenza di valutazioni di impatto ambientale e all’inosservanza delle nuove norme sui carburanti. L’Italia ha anche violato altre importanti norme dell’UE finalizzate alla protezione dell’ambiente, come le direttive sulla qualità dell’aria e dell’acqua, sulla protezione dello strato di ozono, sul mutamento climatico e sull’inquinamento da fonti industriali.
Monica Frassoni, Presidente del Gruppo Verdi/ALE al Parlamento europeo, ha così commentato la notizia:
“È triste constatare che il nostro Paese è tra quelli col maggior numero di procedure d’infrazioni aperte in materia ambientale. Purtroppo possiamo continuare a parlare di un “caso Italia” a livello di Unione europea ed i cittadini italiani ormai sono cittadini europei di serie B per quanto riguarda l’ambiente in cui vivono.
“Il Governo Berlusconi persiste impunemente in una situazione di illegalità e anzi agisce a livello legislativo per indebolire il già fragile sistema giuridico di protezione dell’ambiente in Italia. Il fatto che dei 43 avvertimenti lanciati oggi dalla Commissione, ben 28 riguardino l’Italia, dimostra che nel nostro Paese c’è un reale problema di carattere strutturale per quanto concerne la legislazione ambientale.”

“Nella legislatura che sta per cominciare continuerò a battermi al Parlamento europeo affinché il diritto alla salute e ad una buona qualità di vita dei cittadini italiani, come sancito dai trattati europei, sia tutelato come quello degli altri cittadini europei.”
Nota per l’editore:
La procedura di infrazione comunitaria: L’articolo 226 del trattato conferisce alla Commissione la facoltà di avviare un’azione legale nei confronti di uno Stato membro che non adempie ai propri obblighi. Se la Commissione ritiene che vi possa essere un’infrazione rispetto al diritto comunitario che giustifica l’apertura della procedura di infrazione, essa invia una “lettera di costituzione in mora” (o primo ammonimento scritto) allo Stato membro interessato, intimandogli di presentarle le proprie osservazioni entro un determinato termine, di solito fissato a due mesi.

Alla luce della risposta o mancata risposta dallo Stato membro interessato, la Commissione può decidere di inviare un “parere motivato” (o “secondo ammonimento scritto” o “ammonimento scritto finale”) allo Stato membro, in cui illustra in modo chiaro e univoco i motivi per cui ritiene che sussista una violazione del diritto comunitario e lo sollecita a conformarsi entro un determinato termine (di solito due mesi).

Se lo Stato membro non si conforma al parere motivato, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia delle Comunità europee. L’articolo 228 del trattato conferisce alla Commissione il potere di agire contro uno Stato membro che non si sia conformato ad una precedente sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee. Sempre a norma dell’articolo 228, la Commissione può chiedere alla Corte di infliggere sanzioni pecuniarie allo Stato membro interessato.

Monica Frassoni
Deputata al Parlamento Europeo
Presidente Gruppo dei Verdi/ALE
Bureau ASP 8G202
Parlamento Europeo, Rue Wiertz
B-1047 Bruxelles
Tel. +32 2 2847932, Fax +32 2 2849932
(Strasburgo) Tel. +33 3 88177932, Fax. +33 3 88179932

Diritti degli animali: firmata convenzione europea sui trasporti

Da oggi esiste un nuovo strumento, seppure sempre limitato, di tutela della salute e della dignità degli altri animali vertebrati durante i trasporti transfrontalieri. Il Consiglio dell’UE ha dato mandato alla sua Presidenza di firmare la “Convenzione europea sulla protezione degli animali nei trasporti internazionali”. La versione inglese è
consultabile qui:

EUROPEAN CONVENTION
for the Protection of Animals during International Transport (revised)

Traffico: via i fuoristrada dalle nostre citta’!

Che i SUV siano antieconomici, inquinanti, pericolosi, inutili, in queste pagine lo avevamo già scritto. Sull’onda della proposta francese, di cui ho parlato in questo articolo , Legambiente propone una serie di richieste indirizzate ai sindaci delle nostre città ed al governo italiano:

1. Patente speciale per i SUV, con una prova supplementare per accertare che il conducente sappia controllare i rischi derivanti dal baricentro alto, dalla trazione integrale e dai pneumatici dal fianco alto.

2. Divieto di circolazione nei centri storici, come proposto dal sindaco di Parigi e sosta a pagamento maggiorata per i SUV.

3. Disincentivi fiscali per i SUV, tassa di proprietà maggiorata, sull’esempio francese.

4. Obbligo da parte dei costruttori e dei venditori di informare gli acquirenti circa i danni ambientali della loro auto, così come previsto dalla normativa europea1. Chiediamo inoltre che sui SUV vengano affissi degli avvisi che mettano costantemente in guardia il guidatore sui pericoli di ribaltamento, come avviene negli USA (adesivi “vehicle may roll over” all’interno dell’abitacolo). Chiediamo che venga fatto obbligo di indicare sugli annunci pubblicitari dei SUV tutti i rischi legati alla guida di questo tipo di veicolo.

5. Agli editori chiediamo che rigettino la pubblicità dei SUV.

6. Chiediamo che l’Italia recepisca al più presto la direttiva 26/11/2201 del Consiglio Europeo che prescrive il divieto delle bull bars.

Sempre sul sito di Legambiente, si trova un interessante dossier sui rischi legati a questo tipo di veicoli ed ai danni di vario tipo che producono all’ambiente, all’economia, alla salute delle persone.

Via i SUV dal centro di Forlì

Che i SUV (“Sport Utility Vehicles”, le geep di grandiu dimensioni) siano antieconomici, inquinanti, pericolosi, inutili, lo avevo già scritto sull’altro mio blog . Sull’onda della proposta francese di tassare questo tipo di veicoli per finanziare incentivi alle auto più efficienti , di cui ho parlato in questo articolo , Legambiente propone una serie di richieste indirizzate ai sindaci delle nostre città ed al governo italiano:

1. Patente speciale per i SUV, con una prova supplementare per accertare che il conducente sappia controllare i rischi derivanti dal baricentro alto, dalla trazione integrale e dai pneumatici dal fianco alto.

2. Divieto di circolazione nei centri storici, come proposto dal sindaco di Parigi e sosta a pagamento maggiorata per i SUV.

3. Disincentivi fiscali per i SUV, tassa di proprietà maggiorata, sull’esempio francese.

4. Obbligo da parte dei costruttori e dei venditori di informare gli acquirenti circa i danni ambientali della loro auto, così come previsto dalla normativa europea1. Chiediamo inoltre che sui SUV vengano affissi degli avvisi che mettano costantemente in guardia il guidatore sui pericoli di ribaltamento, come avviene negli USA (adesivi “vehicle may roll over” all’interno dell’abitacolo). Chiediamo che venga fatto obbligo di indicare sugli annunci pubblicitari dei SUV tutti i rischi legati alla guida di questo tipo di veicolo.

5. Agli editori chiediamo che rigettino la pubblicità dei SUV.

6. Chiediamo che l’Italia recepisca al più presto la direttiva 26/11/2201 del Consiglio Europeo che prescrive il divieto delle bull bars.

Sempre sul sito di Legambiente, si trova un interessante dossier sui rischi legati a questo tipo di veicoli ed ai danni di vario tipo che producono all’ambiente, all’economia, alla salute delle persone.

Ancora il nuovo consiglio comunale di Forlì non si è riunito, ma durante il mio mandato cercherò di fare approvare il secondo punto di questo progetto, l’unico che rientra nelle competenze del comune.
Questo per evitare incidenti pericolosi per i pedoni e per gli altri veicoli meno pesanti, almeno nel centro, dove i SUV non hanno nessun motivo di circolare.

Voi che cosa ne pensate?

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