Raccolta differenziata

Hera decide al posto del Comune

L’anno scorso 4 circoscrizioni su 5 si sono espresse per la raccolta dei rifiuti domiciliare (porta a porta). Immediatamente dopo lo ha fatto il Consiglio Comunale, con un ordine del giorno votato a larghissima maggioranza. Le dichiarazioni di Bulbi e di Capacci di ieri mettono a nudo la volontà della giunta comunale di ignorare completamente questo orientamento, e scegliere per un sistema diverso, più costoso e meno performante, guarda caso lo stesso proposto in questi anni da Hera.
Il Consiglio Comunale e le circoscrizioni, elette dai cittadini, sono quindi ancora una volta svuotati di ogni loro potere decisionale. Al suo posto si potrebbe oggi sostituire un semplice notaio che timbri e convalidi le richieste dell’azienda che gestisce i servizi di pubblica utilità.
Presto faremo una conferenza stampa su questo tema, ovviamente.

Leggi l’articolo sul Resto del Carlino

In Risposta a Luciano Ruscelli: La collaborazione si trova su proposte concrete

Il segretario provinciale di Rifondazione Comunista ricorda in una nota inviata alla stampa alcune delle priorità del programma elettorale, presentato dalla maggioranza che oggi non è più quella che lo ha scritto.
Riduzione del traffico, raccolta differenziata porta a porta, politiche ambientali.
Prima dell’uscita dalla maggioranza I Verdi, Rifondazione e Sinistra Democratica hanno firmato un documento che presentava alcuni contributi per il bilancio comunale che andremo a discutere a fine Gennaio.
In quel documento veniva riportato l’impegno che queste forze politiche si assumevano per la città di Forlì: nel bilancio andava inserito un sostegno alle politiche sulla mobilità sostenibile, sulla raccolta differenziata e su altre questioni importanti.
Oggi, con i Verdi fuori dalla Giunta, vengono presentati un bilancio ed un piano degli investimenti che non prevedono nessuno di questi
impegni
. Per citarne un paio i piani particolareggiati sono spariti dal piano degli investimenti e la raccolta differenziata non trova
nessuno spazio
, a riprova della sensibilità della maggioranza su questi temi.

Ruscelli offre la sua disponibilità a collaborare con chi vuole affrontare questi problemi seriamente, indipendentemente dalla
collocazione istituzionale del suo partito.

Prenda atto che le politiche dell’amministrazione, con il partito democratico autosufficiente, sono indipendenti dalla sua collocazione istituzionale e ne tragga le giuste conseguenze, evitando una sua presenza invisibile ed ininfluente.

Solo così troverà la collaborazione delle persone che vogliono collaborare affrontando i problemi seriamente e non solo su vuote dichiarazioni d’intento.

La scelta lungimirante sarebbe il porta a porta

Apprendo dalla stampa che il capogruppo del Partito Democratico sfrutta la ghiotta occasione dell’emergenza campana per giustificare le scelte fatte dal suo partito e dalla giunta provinciale e comunale sui rifiuti.

Parla di sistemi avanzati e di Europa moderna, ma confonde la raccolta differenziata porta a porta con la raccolta multimateriale il cui unico risultato è la preselezione di combustibile per l’inceneritore.

Giustificare il nuovo impianto oggi sottointende due cose. In primo luogo non si vuole fare quello che è stato promesso e votato in Consiglio Comunale, cioè un porta a porta nella città come quello di Forlimpopoli. Con un sistema serio le quantità e la qualità del rimanente sarebbero molto diverse e si potrebbe sostituire l’inceneritore con un trattamento a freddo, che non produce nanoparticelle e diossina.
Inoltre, visto che siamo ben lontani dall’emergenza rifiuti, se si triplica l’impianto e si raddoppia la raccolta differenziata la quantità totale smaltita diventa SEI volte quella attuale, fuori da ogni logica e previsione.

Errani conclude dicendo che il nuovo impianto sarà di dimensioni più ridotte rispetto al previsto. Su questo ha ragione, i Verdi hanno sempre accusato il piano dei rifiuti di avere previsioni errate, giustificate dall’unica volontà di costruire un nuovo impianto che sarebbe stato inutile con una raccolta differenziata porta a porta in tutto il territorio provinciale.

Se oggi ha cambiato idea faccia qualcosa perché le autorizzazioni alla costruzione ed alla gestione, che vanno riscritte, subiscano questa variazione.
Se farà bene i conti scoprirà che l’impianto esistente copre già le nostre esigenze, ed il nuovo è solo uno spreco di denaro.

Raccolta multimateriale: C’Hera una volta

Oggi vorrei raccontarvi una favola. Dopo tanti messaggi di sdegno, è giusto soffermarsi ogni tanto su qualcosa di leggero e “divertente”. Se anche voi ne avete di simili con gli stessi personaggi, inviatemele o pubblicatele su internet, metterò un link su questa pagina. Voglio fare un post che le raccoglie tutte, magari un giorno faremo un bel libro di storie.

Ecco la lista delle altre storie:
C’Hera una volta il permesso scaduto

Raccolta differenziata multimaterialeC’Hera una volta una amministrazione che promise di ridurre i propri rifiuti e raggiungere il 50% di raccolta differenziata nell’arco della legislatura. Il metodo semplice e corretto era a detta di tutti gli esperti quello di fare la raccolta porta a porta, che ovunque permette di raggiungere risultati dal 70% in sù, con pure una riduzione della quantità di rifiuti.

A detta degli esperti di una società di servizi pubblici quotata in borsa, c’Hera un modo ancora più semplice: non cambiare nulla rispetto al passato tranne il sistema con il quale vengono effettuati i calcoli di quelle percentuali.

Il sistema è piuttosto semplice: se non riesco a fare 100 metri in 10 secondi, faccio in modo che i 100 metri vengano misurati con un metro diverso, che venga incontro alle esigenze di misurazione.

Un sistema anche collaudato: nella valutazione di impatto ambientale dell’inceneritore era stato utilizzato per affermare che raddoppiando le quantità di materiale bruciato non aumentavano gli inquinanti. Invece di misurarli al camino si era deciso di misurarli a terra, alzando il camino, in modo che il calcolo venisse uguale.

Gli esperti di questa società convinsero le amministrazioni che non serviva investire, bastava cambiare i dati. Ed i risultati davano loro ragione, la percentuale di raccolta pian pianino stava aumentando, arrivando fino a quota 40% in una ascesa interminabile quanto innovativa: in tutto il Mondo si arrivava al massimo al 35%.

Anche qui il sistema era molto semplice: nel conto finivano sempre più rifiuti di aziende, che in pratica già differenziavano rifiuti (chi produce ortaggi ha come rifiuto ortaggi, e non si sogna di buttarli nei bidoni della spazzatura ma li vende come fertilizzante). Questi rifiuti non urbani venivano quindi “ASSIMILATI” agli urbani, ma solo se contribuivano positivamente al conteggio della RD. Ma si poteva fare di più: si potevano cambiare le etichette dei bidoni.

Così, cambiando nome ai cassonetti di raccolta indifferenziata a “RACCOLTA DIFFERENZIATA MULTIMATERIALE”, magicamente i rifiuti mescolati diventavano rifiuti differenziati mescolati.
Poco importa che “differenziato” significhi separato, e multimateriale come aggettivo non abbia senso.

Questo materiale, messo insieme, era già bello e pronto per l’inceneritore. Carta, cartone e plastica insieme fanno un ottimo combustibile. In più, il suo contenuto viene magicamente trasportato dal conto dell’indifferenziato a quello differenziato.

Così, la percentuale reale di differenziata cambiava quasi per nulla, ma alle prossime elezioni si aveva già il dato da presentare ai cittadini: abbiamo raggiunto i nostri obiettivi!

E vissero tutti felici e contenti.

NB: ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale. La foto è inserita solo a scopo illustrativo. Non somministrare a bambini sotto i 12 anni, assumerne con cautela sotto la supervisione di un medico.

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