Month: Marzo 2018

Se non è vera è verosimile

La notizia che a Giovinazzo si sarebbero formate code agli sportelli dei CAF per richiedere il reddito di cittadinanza è falsa. Qualcuno probabilmente sarà andato a chiedere informazioni, ma da qui a crearne un caso nazionale di rilievo ce ne passa. Immagino saranno stati meno di quelli che ogni giorno chiedono la pensione pur non avendone ancora diritto.

D’altronde basta ragionarci: se fosse una opinione diffusa, non sarebbe stato statisticamente confinato in un piccolo comune, no? Avremmo avuto casi in tutta Italia, cosa che gli stessi CAF hanno smentito.

Però stamattina a Radio 24, nella trasmissione di Giannino e Telese, alla richiesta sulla fake news Roberto Giachetti ha risposto che questa notizia “se non è vera è verosimile”.

Come se fosse la stessa cosa.

http://audio.radio24.ilsole24ore.com/radio24_audio/2018/180309-24mattino-oscar.mp3 (minuto 14:15 )

Senza parole.

Piuttosto, bisognerebbe dire che il Reddito di Cittadinanza proposto dai 5 stelle non è un reddito di Cittadinanza, ma un sussidio di disoccupazione, e non si tratta di una cosa nuova.

Io ritengo che sarebbe meglio investire nella riduzione del costo del lavoro, piuttosto che spendere in sussidi di disoccupazione, ma questo è un altro discorso.

Il messaggio semplice

Uno dei commenti migliori che ho letto sui risultati delle elezioni politiche del 4 Marzo è di Luca Sofri, direttore del Post:

dal sistema dell’informazione e degli esperti passa e attecchisce presso la maggioranza degli italiani la parte semplificata dei messaggi e non quella complessa delle analisi. -cut-
Quello di cui sono fatti i media italiani (giornali, programmi tv del pomeriggio, dichiarazioni di politici, eccetera, l’informazione) è testi e titoli: passano i titoli. Quello di cui sono fatti i media italiani è riflessioni accurate e sensazionalismo: passa il sensazionalismo. Quello di cui sono fatti i media italiani è immagine di progresso e terrorismo: passa il terrorismo. Quello di cui sono fatti i media italiani è spirito di convivenza e risentimento aizzato: passa il risentimento. Quello di cui sono fatti i media italiani è spiegazione dei fenomeni e litigio nei talk show: passa il litigio. Quello di cui sono fatti i media italiani è vero complesso e falso semplice: passa il falso.

Guardando le stronzate che sono passate su Facebook e su Whatsapp in questi giorni, mi rendo conto che tutti i messaggini stupidi ed “ironici” hanno scolpito, una goccia per volta, l’immaginario collettivo. Renzi è diventato progressivamente sempre più antipatico, è passato “di moda”, è diventato in pochi mesi “la vecchia politica”. Il tifo da stadio che l’ha sostenuto nel 2014, immotivato, gli si è rapidamente voltato contro, dichiarare di votarlo non era più “cool”.

Le ironie semplicistiche e becere, le bufale, non sono state superficiali ed inutili, non ci hanno fatto solo sorridere, hanno creato un immaginario collettivo. Non sono stati i programmi a convincere gli elettori, ma questo sentimento.

Su Facebook ho commentato a caldo che i russi hanno lavorato bene. Wired aveva scritto un articolo interessante, pochi giorni fa. Ne riporto un brevissimo stralcio, ma vi consiglio di leggerlo tutto:

Un po’ più inquietante invece è quanto dimostrato da un’inchiesta di BuzzFeed alla fine del 2016. La testata di disinformazione russa Sputnik, emerge come una delle principali fonti di fake-news di M5S. Soprattutto da parte di Tze Tze, sito controllato dalla Casaleggio Associati, e da L’Antidiplomatico, molto vicino al movimento. Dopo l’inchiesta Tze Tze è stato dismesso.

In realtà, ragionandoci, quest’ultimo governo Gentiloni ha fatto male? Nessuno lo sostiene. Ha fatto peggio di Berlusconi più Lega Nord dell’ultimo governo 2008-2011? Non lo dice nessuno.

Questa rabbia era immotivata, a ragione, ma si è votato a sentimento, “a pelle”.

Gli italiani a pelle hanno deciso di premiare Salvini e Di Maio. Chi oggi ne è contento lo scriva nei commenti, lasciamoci i contatti per riparlarne tra un paio di anni.

Sono pronto di ammettere di aver sbagliato pubblicamente e clamorosamente, se staremo meglio di oggi.

Fonti:

No, non è vero che l’auto elettrica inquina più di un diesel

Repubblica scrive che “a volte l’auto elettrica inquina più di un diesel”.
Non è così.
Lo studio citato è vecchio del 2013, e come ricorda Attivissimo:

In realtà da allora le cose sono un po’ cambiate nel mondo delle auto elettriche. Già due anni dopo, nel 2015, la Union of Concerned Scientists pubblicava Cleaner Cars from Cradle to Grave, che chiariva che le auto elettriche a batteria, nel loro ciclo di vita complessivo (fabbricazione, uso, smaltimento) generano la metà delle emissioni di un’auto a benzina paragonabile (attenzione ai vari articoli che confrontano una Tesla con una Panda invece che con una berlina di lusso equivalente). Lasciamo stare il confronto con le emissioni complessive di un diesel.

Inoltre l’uso di auto elettriche che funzionano a batteria permette di mettere nella rete degli accumulatori che possono accogliere gli eccessi di produzione da energia rinnovabile, quando i picchi superano la domanda.

L’auto elettrica è relativamente giovane, sta avendo innovazioni increbili e già da oggi ci permette di inquinare meno.

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