Giustizia

Risparmiare tagliando sull’informatica?

Da anni l’informatica nella pubblica amministrazione è gestita sempre più attraverso l’esternalizzazione dei servizi. Parte di questo è forse dovuto al pensiero piuttosto diffuso della possibilità di risparmiare attraverso la concorrenza tra le imprese, che però nei grandi appalti è sempre molto limitata, ed al blocco delle assunzioni.

Quanto è successo al Ministero della Giustizia in questi giorni è stata anche una occasione per fare 2 conti sui costi di questa necessità, sempre più centrale.

Si scopre, così, che la spesa mensile di 3,5 milioni di euro per gli informatici esterni potrebbe essere ridotta, nel caso questo stesso numero di persone fosse assunto di ruolo, ad 810’000 euro.

Non conosco il calcolo che è stato fatto, ma certamente una riflessione, in tempi di crisi, andrebbe fatta…

Una persona più uguale degli altri

Il progetto mediatico di distruzione di Fini è quantomeno interessante, nella sua volgarità.
Portato avanti dai suoi colleghi di partito ed attuale maggioranza, cosa vogliono dimostrare?
Che una delle più alte cariche dello Stato ed il secondo dirigente del PDL non è una persona onesta?
E se fosse vero, vorrebbero farci credere che ha perso la sua verginità, precedentemente intatta, solamente dopo i disaccordi con Berlusconi?
E tutti questi scoop non dovevano comunque venire fuori prima, invece che rimanere chiusi in un cassetto, pronti ad essere minacciati e pubblicati una volta rotto il rapporto politico?

Il messaggio che vogliono trasmettere è uno solo, sempre lo stesso, dalla presa facile: “sono tutti uguali”.
Purtroppo abbiamo ormai assimilato che esiste una persona più uguale degli altri, che mette tutto il suo impegno politico per annullare con la legge i propri processi in corso. L’abbiamo talmente metabolizzato che non è più una notizia, non è più uno scandalo e non interessa quasi più.

Però l’inseguimento dei suoi alfieri mediatici risulta, in questo contesto, piuttosto patetico.
Farebbe ridere, se fosse un film.

Pensavo costasse 610’000 euro

Pare che il Ministro Scajola abbia dichiarato, per difendersi dalle recenti accuse, di non sapere il vero prezzo della sua casa: i 900’000 euro in più sarebbero eventualmente stati pagati da altri senza dirgli nulla ed ovviamente senza aspettarsi nulla in cambio. Complimenti al benefattore che è voluto rimanere anonimo.

In altre parole, lui nel 2004 avrebbe acquistato un appartamento di quasi 200 metri quadri davanti al Colosseo convinto che costasse 610 mila euro: né le proprietarie dell’immobile, né il notaio, né altri gli avrebbero detto il vero prezzo della casa, un milione e mezzo di euro.

Fonte: Il grande vuoto su cui punta Scajola » Piovono rane – Blog – Lespresso.

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