Società

Software e Cultura liberi a Forlì

Il Consiglio Comunale di Lunedì 9 Luglio ha approvato una mozione presentata dal Gruppo dei Verdi sul software libero e sulla libera fruizione del sapere.
Questa mozione, per la prima volta in Italia, prevede che le pubblicazioni finanziate dal Comune e dalle società partecipate siano distribuite dopo un breve periodo con licenze libere, anche in formato elettronico liberamente fruibile sul sito del Comune.

Inoltre prevede l’impegno dell’amministrazione per l’adozione di formati di file aperti, gli unici che permettono ai cittadini di scegliere quale strumento utilizzare per la loro visualizzazione.
Scegliere di utilizzare formati non standard per i file, infatti, obbliga gli utenti all’acquisto di un software specifico. Questa situazione è paradossale, anche se molto diffusa in tutte le amministrazioni pubbliche: come se per utilizzare l’autobus si dovessero utilizzare solo scarpe prodotte da una sola multinazionale americana.

La mozione, infine, propone di analizzare tutti i settori nei quali è possibile utilizzare software libero, alla luce dei benefici rilevabili in termini economici, sia sul fronte del risparmio sia su quello dello spostamento degli investimenti da multinazionali straniere ad imprese locali. E’ notizia recente, infatti, che anche la Provincia si stia muovendo su questo terreno, prevedendo risparmi per l’ente fino a 200’000€.

Leggi il testo della mozione approvata

Mozione sull’accesso pubblico al Sapere

CopyleftAllego il testo della mia mozione a favore del software libero ed alla cultura libera. A differenza delle altre presentate in Italia c’è un riferimento importante anche alle opere finanziate con denaro pubblico, per le quali si richiede la pubblicazione con licenza libera in formato elettronico su un sito predisposto dal Comune. Verrà discussa prossimamente in Consiglio Comunale, vi terrò aggiornati sulla data probabile e sull’esito del dibattito.

MOZIONE SULL’ACCESSO PUBBLICO AL SAPERE E LA LIBERA FRUIZIONE DELLE OPERE DELL’INGEGNO.

Il Consigliere comunale Alessandro Ronchi del Gruppo consiliare Verdi, ha presentato in data 12 giugno 2007, la mozione nel testo di seguito riportato:

Premesso che

* L’accesso pubblico al sapere e la libera fruizione delle opere dell’ingegno rappresentano un minimo comune denominatore per iniziative tra loro diverse (Open Access, Free / Open Content, Free Open Source Software – Sofftware libero, web Accessibility, No Trusted Computing), che si occupano di problemi diversi, ma che trovano una base condivisa nello sviluppo “aperto” della società della Conoscenza;
* Le pubbliche Amministrazioni hanno la possibilità di incentivare la produzione di opere dell’ingegno ed aumentare la loro distribuzione sul territorio, incrementandone i benefici per la popolazione, semplicemente utilizzando licenze d’uso diverse da quelle attuali e privilegiando le opere liberamente fruibili;
* Il Cittadino, per mantenere il rapporto di fiducia verso la Pubblica Amministrazione, ha il diritto di poter liberamente accedere alle informazioni pubbliche e pertanto la codifica di tali dati non deve essere legata ad un singolo proprietario;

Considerato che

* La diffusione delle tecnologie informatiche nella società e nel mondo del lavoro e delle professioni è alla base di quella che viene definita oggi come e-democracy e costituisce uno strumento ormai imprescindibile per garantire a tutti i cittadini il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero (art. 21 Costituzione), per rendere effettiva la libertà dell’arte, della scienza e del loro insegnamento (art. 33 Costituzione) e per rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la loro effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese (art. 3 Costituzione);
* Nelle Linee guida del Governo per lo sviluppo della società dell’informazione, si dichiara il software libero (open source), vantaggioso in termini di contenimento dei prezzi, trasparenza (e quindi sicurezza), non dipendenza da un singolo fornitore, elevata riusabilità, accessibilità per le piccole realtà di sviluppo (economie locali).
* Il Software libero risponde all’esigenza di dare concreta attuazione, soprattutto da parte delle pubbliche amministrazioni (Stato, Regioni, Province, Comuni, Università, Scuole,…..), ai principi di buon andamento, economicità, partecipazione, libertà di manifestazione del pensiero, libertà scientifica e libertà di insegnamento, pluralismo informatico;
* Il software non libero o proprietario, attualmente molto diffuso, limita l’esercizio delle libertà fondamentali degli utenti e degli operatori professionali, favorisce la posizione dominante di pochi produttori e fornitori monopolistici e comporta restrizioni alla concorrenza ed al mercato dei diversi settori informatici;
* La sempre maggiore necessità di migliorare l’efficienza e l’efficacia degli investimenti, anche nel campo delle tecnologie dell’informazione, da parte degli enti pubblici, impone alle amministrazioni la ricerca delle possibilità di riuso delle soluzioni già realizzate, in un’ottica di positivo scambio di esperienze e di ottimizzazione delle risorse, come indicato tra le principali linee strategiche del CNIPA (Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione). Il software libero e le opere liberamente ridistribuibili in quest’ottica permette un notevole incremento delle opportunità di riuso del materiale già acquistato da altre amministrazioni, ed in un’ottica di coordinamento dei diversi enti garantisce un notevole risparmio di risorse pubbliche;

impegna

Il Sindaco e la Giunta comunale

* A svolgere un’indagine conoscitiva sull’impegno delle risorse informatiche all’interno degli uffici comunali, tesa a verificare ed attuare le possibilità di introdurre e/o diffondere l’utilizzo del software libero all’interno dell’Amministrazione, alla luce dei benefici rilevabili in termini economici, di funzionalità e di promozione delle libertà fondamentali;
* Ad impegnarsi per adottare formati aperti e gli standard disponibili sull’accessibilità per le comunicazioni con i cittadini; a promuovere il riuso dei beni immateriali acquistati (software, documentazione, corsi online, ecc.) collaborando con altri enti locali, per migliorare l’offerta dei servizi e l’efficacia dell’impiego delle risorse;
* A distribuire tutti i beni immateriali culturali finanziati interamente o con una partecipazione dell’Amministrazione Comunale o delle società con una partecipazione del Comune con quota superiore al 30%, sotto una forma che permetta:
1. la pubblica, libera e legale accessibilità e fruibilità, in particolare attraverso Internet
2. la completa accessibilità, includendo quindi tutte le tecnologie per garantire l’utilizzo da parte dei diversamente abili
3. una qualità idonea a garantire una buona fruibilità
* Ad obbligare gli autori dei beni immateriali culturali di cui sopra a rilasciare le loro opere con licenze d’uso Copyright che permettono dopo un anno al massimo dalla loro pubblicazione:
1. La possibilità di riprodurre e ridistribuire liberamente e senza oneri l’opera
2. la loro persistente indipendenza da eventuali diritti ulteriori connessi all’esercizio del diritto d’autore
3. la loro piena disponibilità libera da misure tecnologiche di protezione dalla produzione.

* A pubblicare dopo un anno al massimo dalla pubblicazione le opere di cui sopra sul sito web del Comune, ovvero un nuovo sito predisposto dall’Amministrazione, per distribuire i beni immateriali culturali finanziati totalmente o parzialmente, direttamente o indirettamente dall’Ente.

Firmato
Alessandro Ronchi

Stop alle chiamate moleste dai call-center

Stop alle telefonate indesiderate che arrivano a qualunque ora nelle case dei cittadini italiani per promuovere servizi e prodotti. Con cinque provvedimenti, il Garante per la protezione dei dati personali ha prescritto una serie di misure affinché venga rispettata la riservatezza e gli altri diritti degli utenti. Società telefoniche e call center dovranno interrompere i trattamenti illeciti di dati, informando l’Autorità già entro il 5 luglio sullo stato di adempimento delle misure richieste, che andranno comunque adottate al più tardi entro il 10 settembre 2007.

In particolare, gestori e call center dovranno: interrompere l’uso indebito di numeri telefonici raccolti ed utilizzati a scopi commerciali senza il previsto consenso da parte degli interessati; regolarizzare le banche dati informando gli utenti e ottenendo da essi lo specifico consenso all’utilizzo dei dati per scopi pubblicitari; informare con la massima trasparenza gli utenti anche al momento del contatto sulla provenienza dei dati e sul loro uso; registrare la volontà degli utenti di non essere più disturbati; interrompere l’utilizzo illecito di dati per attivare servizi non richiesti (segreterie, linee internet veloci); effettuare controlli sui responsabili dei trattamenti svolti presso i diversi call center.

Link: PRIVACY: STOP DEL GARANTE A TELEFONATE INDESIDERATE

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