Month: Agosto 2006

Salviamo la Costituzione

Il 25 e 26 di Giugno si voterà per decidere sulla recente riforma costituzionale, voluta dal precedente governo Berlusconi.
Pochi cittadini, purtroppo, conoscono al di là degli slogan demagogici i contenuti di questa riforma e quali saranno le sue gravi implicazioni.

Questo referendum sarà di tipo confermativo,come previsto dall’art.138 della Costituzione che regola la revisione costituzionale, e non avrà bisogno di un quorum, a differenza di quanto è avvenuto nei recenti referendum abrogativi. Le leggi costituzionali, infatti, se non sono approvate a larga maggioranza dai due rami del parlamento sono sottoposte ad un referendum popolare confermativo se vengono raccolte 500mila firme di cittadini oppure nel caso ne facciano richiesta cinque Consigli Regionali o un quinto di rappresentanti di una Camera.
Anche se una sola di queste possibilità sarebbe stata sufficiente, in questi mesi sono state utilizzate tutte, per confermare con forza l’ampia e ferma volontà di bloccare questa pericolosa riforma.

Una riforma dalle ricadute così importanti sulla costituzione e sull’ordinamento dello Stato dovrebbe essere affrontata ricercando un ampio consenso, portando avanti un dibattito responsabile ed il più possibile libero da demagogia e false illusioni.
Al contrario di ogni buonsenso il Governo Berlusconi ha portato avanti nel novembre 2005 una riforma approvata a colpi di maggioranza, accontentando nelle sue varie parti questo o quel partito della sua coalizione, scambiando fondamenta importanti della nostra struttura democratica come merce da baratto. Il risultato che ne esce è una riforma disomogenea, inorganica ed in parte inapplicabile, frutto degli accordi di solo tre partiti che non sono riusciti a trovare un accordo complessivo sull’orientamento generale da dare alla nuova costituzione.

Questa riforma non ha precedenti nella nostra Repubblica: le precedenti modifiche alla Costituzione si limitavano ad alcune disposizioni costituzionali, mentre in questo caso sono stati coinvolti ben 50 articoli, che modificano completamente i rapporti tra Parlamento, Governo e Presidente della Repubblica, nonché quelli tra Stato ed Enti locali.

Se la riforma sarà approvata dai cittadini, l’Italia non sarà più una Repubblica parlamentare, in cui cioè il Parlamento esprime il Governo e può costringerlo alle dimissioni votandogli contro.

Viene rafforzato il ruolo del Primo Ministro, ma in maniera tale da creare una concentrazione di poteri potenzialmente molto pericolosa, se messa nelle mani sbagliate.
Il dibattito politico e le discussioni in parlamento sono una garanzia democratica, non un inutile orpello di cui si può fare eventualmente a meno, per snellire la procedura e semplificare la vita a chi vuole legiferare in una certa direzione. La dittatura è la forma di governo più semplice e snella, ma non per questo preferibile o auspicabile.

Il federalismo o “devolution”, ampiamente sbandierato come una importante vittoria dalla Lega Nord, non fornisce alle regioni i mezzi necessari per mettere in atto le competenze che vengono loro attribuite, ed alcuni articoli sono talmente poco chiari da provocare un continuo conflitto di competenze tra Stato e Regioni.

La riforma costituzionale è una materia complessa e molti cittadini non si sentono all’altezza di darne un giudizio. Visto l’ampio consenso per il NO nella raccolta di firme e nella lista numerosa di sostenitori di grande spessore, alcuni pensano che il risultato sia scontato e che il singolo voto non sia necessario.
Purtroppo la realtà è diversa, e questi mesi di demagogia mediatica hanno portato al rischio di una diminuzione del vantaggio dei sostenitori del NO.

I Verdi invitano, quindi, a partecipare anche a questa espressione democratica e votare NO, opponendosi al tentativo di demolizione della nostra Repubblica Parlamentare, invitando i conoscenti ad approfondire il tema ed ad esprimersi con coscienza.

Buono il decreto contro la caccia in deroga

GUERRA (VERDI) : PLAUSO AL MINISTRO PECORARO SCANIO PER IL DECRETO CON CUI SI RENDONO INEFFICACI LE LEGGI REGIONALI SULLA “CACCIA IN DEROGA” E SI ALLINEA ANCHE L’EMILIA-ROMAGNA AL RISPETTO DELLA NORMATIVA COMUNITARIA
(Bologna, 4 agosto 2006) La capogruppo dei Verdi nell’Assemblea legislativa regionale Daniela Guerra plaude all’iniziativa del Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio che in un decreto approvato oggi mette finalmente fine all’estremismo venatorio e riallinea il nostro paese e la nostra Regione al rispetto della normativa comunitaria in materia di protezione della natura.
“Al di fuori delle diverse posizioni ideologiche, – dichiara Daniela Guerra – che possono anche essere inconciliabili, provvedimenti come quello del Ministro sono necessari per non pagare le sanzioni comunitarie che inevitabilmente sarebbero ricadute sugli agricoltori, con il blocco dei fondi europei per lo sviluppo rurale.”
“Per questo motivo – continua l’esponente del Sole che ride – non abbiamo capito le forzature che si sono volute imporre ai consiglieri regionali quando abbiamo discusso, all’inizio di luglio, la nuova legge regionale sulla “caccia in deroga” e, prima ancora, gli indirizzi per la pianificazione faunistico-venatoria, normative a cui i Verdi hanno votato contro.”
“Plaudo – conclude Daniela Guerra – all’azione del Ministro Pecoraro Scanio che, con questo decreto, ha voluto garantire all’agricoltura italiana i contributi necessari per renderla più competitiva e per legarla maggiormente al territorio e all’ambiente naturale.”

Interrogazione su centrali ed aria

Pubblico l’interrogazione di Daniela Guerra presentata all’assemblea legislativa regionale.
Premesso che :

* la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, per il mancato rispetto dei valori di inquinamento atmosferico previsti da due direttive europee;

* le Amministrazioni provinciali, ai sensi dell’art. 122 della Legge Regionale n. 3/1999, devono elaborare e approvare i Piani di Risanamento dell’Aria;

* tali piani prevedono la zonizzazione del territorio provinciale per distinguere quelle parti dello stesso territorio dove c’è il rischio di superamento del valore limite e/o delle soglie di allarme per una serie di inquinanti, e che quindi necessitano di piani e programmi a lungo termine, da quelle zone dove i valori della qualità dell’aria sono inferiori al valore limite e quindi necessitano solamente di un piano di mantenimento;

* fra le attività produttive con emissione in atmosfera elencate nei piani è presente anche la categoria “Q01 Produzione di energia elettrica”;

* in questi mesi si sono ipotizzati numerosi progetti di centrali per la produzione di energia elettrica da biomasse e recentemente la società proponente il progetto di centrale in località Durazzanino (Forlì) ha presentato integrazioni alla Valutazione d’Impatto Ambientale e ciò lascia intendere la volontà di proseguire;

si interroga

il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore competente per conoscere:

* se si ritiene compatibile con gli obiettivi dei Piani di Risanamento dell’Aria l’approvazione di progetti per la realizzazione di centrali per la produzione di energia elettrica, che hanno un forte impatto sui livelli di particolato e di ossidi di azoto, in zone classificate A, dove è già presente il rischio di superare i limiti di emissione;

* se tali scelte non confliggono con la legge regionale sulla qualità dell’aria e con gli accordi di programma sottoscritti dalla Regione, dalle Province e dai Comuni e se ciò non rischi di aggravare le sanzioni dell’Unione Europea.

Daniela Guerra

In prigione per sempre

Riporto un commento di Claudio Giusti che condivido, anche se sull’indulto credo sarebbero stati necessari un lavoro più attento e l’esclusione di alcuni reati più gravi dal provvedimento.

In prigione per sempre?

Se dovessi capire gli effetti dell’indulto da quello che dicono giornali e televisioni, avrei l’impressione che si stiano per mettere in libertà detenuti che non sarebbero mai più usciti dal carcere. Invece usciranno, un po’ prima, persone che sarebbero uscite, IN OGNI CASO, entro un paio d’anni. Quindi, invece che fare la solita demagogia da quattro soldi, bisognerebbe chiedere alla famosa mamma: “cosa avrebbe fatto fra sei mesi?”. Questo vale però solo se non avete deciso di tenere in prigione tutti per sempre.

Via Emilia Bis e Mestre-Orte-Civitavecchia

Riporto il mio intervento in merito alla delibera votata ieri sulla Via Emilia Bis:

In commissione e sulla stampa qualcuno ha richiamato questa delibera paragonandola ad una TAV locale. Come ho già avuto modo di precisare in commissione, i due progetti non sono nemmeno confrontabili, per una serie di motivi che intendo approfondire anche in questa sede.

Se il programma politico di coalizione è l’accordo delle forze politiche sul quale si deve basare l’azione di un governo a tutti i livelli, appare già chiara una grossa differenza tra la TAV, non presente nel programma di Prodi, e la Via Emilia Bis, presente in quello del Sindaco Nadia Masini anche se non indicato come priorità.

I Verdi hanno sottoscritto entrambi questi programmi, a differenza di chi ha citato la TAV (il PRI, nda), e contribuito a modificarne i contenuti sulla base della forza che deriva dai voti che i cittadini ci hanno attribuito.

Sia a livello locale sia nazionale ci sentiamo fortemente vincolati a questi programmi.

Come è naturale che sia non tutti i contenuti ci trovano completamente concordi, ma l’azione di governo e la maturità delle forze politiche che lo compongono dipendono dall’insieme e non dalle singole azioni, seppur importanti e visibili.

I Verdi voteranno quindi a favore di questa delibera, perché coerente con il programma del Sindaco.

La delibera votata, inoltre, riguarda solo l’accorpamento del tratto di Via Emilia Bis al progetto della Mestre Orte Civitavecchia, e quindi non significa affatto fare un passo in avanti verso la sua costruzione. Al contrario riteniamo che l’accorpamento dei due progetti possa aiutare a fare un ragionamento complessivo. Il momento vero del voto su questa infrastruttura sarà quello che prevederà i tempi, il tracciato e le modalità di finanziamento. Allora si potrà entrare più nel merito e, con molti più elementi alla mano, scegliere altre priorità.

Il nostro gruppo si è opposto molto aspramente in altre situazioni, quando le decisioni non erano state oggetto di un accordo complessivo o si cercava di violentare un testo programmatico altrimenti molto chiaro, come nel caso dell’adeguamento dell’inceneritore.

Sul merito della delibera voglio richiamare ancora una volta i programmi.

Quello di Prodi nella sezione che riguarda i trasporti include riferimenti importanti alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), mentre la Mestre-Orte-Civitavecchia non è stata oggetto di questo studio, nonostante dal 21 luglio 2004 la direttiva 2001/42/CE sia diventata pienamente obbligatoria.

Questo sarebbe lo strumento di valutazione strategica che consentirebbe di selezionare gli investimenti e misurarne la coerenza con gli obiettivi di riequilibrio modale ( la scelta delle percentuali di trasporto che devono viaggiare su treno, nave, su gomma, etc) e sostenibilità ambientale.

Purtroppo molte forze politiche ritengono le valutazioni di impatto ambientale e le VAS solo un ostacolo alle opere e non uno strumento per garantire la tutela del bene pubblico e della salute.

Se sottoposto a VAS la via Emilia Bis non verrebbe portata avanti: è una inutile duplicazione della ferrovia e dell’autostrada A14, per un costo preventivato (e quindi non definitivo) di 235 milioni di euro.

Il programma di Prodi, così come il nostro, parla esplicitamente di partecipazione dei cittadini nelle scelte e di Agenda 21, e chiedo un impegno almeno locale affinché venga utilizzato questo strumento.

Sul merito del progetto tecnico riteniamo davvero poco convincenti le motivazioni forniteci dai tecnici sull’accantonamento dell’utilizzo di via Mattei per la stesura  del tracciato. Via Mattei appare anche ad un occhio inesperto la sede naturale della prima parte di una ipotetica via Emilia Bis, anche per evitare il fenomeno di inclusione urbanistica che si verrebbe a creare con il tracciato presentato. A livello nazionale i Verdi hanno presentato 30 pagine di osservazioni sulla Mestre-Orte-Civitavecchia, che condivido e non ritengo necessario ripetere, anche perché la delibera riguarda solo la variante alla SS9 nel tratto Forlì-Cesena.

Non riteniamo la via Emilia Bis una priorità locale o nazionale: prima dovremmo terminare la tangenziale, l’ammodernamento ed adeguamento delle infrastrutture esistenti (Cervese, Bidentina, SS67) ed investire sulla manutenzione.

Allo stesso tempo a livello nazionale esistono altre priorità: prima di tutto si devono chiudere i cantieri aperti e sistemare le situazioni peggiori, come ad esempio lo stato in cui riversa l’attuale E45. A tal proposito chiedo che venga messo ai voti un ordine del giorno che impegni la Giunta a fare il possibile per contribuire alla risoluzione dei problemi dell’E45. Sappiamo tutti che lo Stato delle finanze pubbliche non permetterà grossi voli pindarici nel prossimo futuro.

Concludo dichiarando che i Verdi voteranno a favore di questa delibera esprimendo tutte le nostre considerazioni critiche, per coerenza con gli impegni presi con i cittadini attraverso il programma.

Crediamo, inoltre, che sarebbe necessario un maggiore impegno di tutte le forze politiche a portare avanti TUTTI i punti del programma che hanno sottoscritto. Questo documento non si può prendere a pezzi a seconda delle sensibilità dei singoli partiti, ma va portato avanti dalla coalizione nella sua interezza, magari ricordandosi che il traffico non si gestisce solo con le grandi infrastrutture.


Questo invece è il testo dell’ordine del giorno che ho presentato e che è stato votato quasi all’unanimità (ha votato contro Baccarini di Viva Forlì e si è astenuto Sbaragli dello stesso gruppo).

IL CONSIGLIO COMUNALE DI FORLI’

–         premesso che la grave situazione dello stato in cui riversa la strada E45 coinvolge pesantemente anche i Comuni non toccati direttamente dal suo tracciato

–         Considerate le iniziative messe in atto dagli amministratori tosco-romagnoli per la risoluzione del problema

IMPEGNA

Il Sindaco e la Giunta affinché usino tutti gli strumenti adeguati al fine di contribuire ad una rapida risoluzione dei problemi dell’E45.

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