Month: Ottobre 2008

I quotidiani vendono meno. L’informazione è ancora viva?

Gilioli pubblica una interessante tabella che mostra pesanti segni meno sulle vendite di quasi tutti i quotidiani nazionali. Ci sono un paio di considerazioni da fare. Primo, che l’agosto 2008 è stato successivo al periodo delle elezioni politiche, che hanno saturato la voglia di sentire parlare di politica e di approfondimenti.
Secondo, è probabilmente vero che oggi la gente legge di più in rete e quindi smette di acquistare i quotidiani, ma prima di esultare bisognerebbe capire se nel passaggio la qualità dell’informazione recepita aumenta o diminuisce.
In rete si ha estrema libertà di scelta, si possono approfondire i temi preferiti, leggere intere enciclopedie su un singolo problema. La mia impressione, però, è che in rete la capacità di attenzione diminuisce drasticamente a causa delle modalità di fruizione (in ufficio, tra una email e l’altra…).

A questo punto dell’articolo il 90% dei lettori avrà già smesso di leggermi. Fosse stato in una colonna di un quotidiano, probabilmente la percentuale sarebbe stata maggiore.

In rete quindi passa di più il messaggio immediato, dalle due alle quattro righe, ed è anche per questo che i quotidiani online mettono pochissimi caratteri in prima pagina per ogni articolo, molti meno rispetto alle versioni cartacee.

Se un argomento è difficile, anche se interessante, spesso in rete lo si inserisce nei segnalibri e si rimanda – spesso all’infinito – la lettura.

Forse il cambio degli strumenti con i quali leggeremo le pagine web in futuro modificherà ancora questi comportamenti, e gli ebook reader sapranno coniugare le comodità ed i pregi di entrambi i media informativi.

In questo contesto bisogna anche aggiungere una riflessione sui contributi all’editoria. Oggi vengono pagati in forma di rimborso spese (ad esempio sulle spese della carta), mentre penso si dovrebbero applicare come detassazione dei contributi per i giornalisti che ci lavorano.

I contributi così come sono oggi incentivano anche l’abbattimento di alberi per le copie invendute, mentre la produzione di informazione è indipendente dalla produzione di carta: se pensiamo che il giornalismo d’inchiesta o quello di approfondimento debba per forza passare per il volontariato, dovremo abituarci a vedere sempre meno informazione di qualità (anche per il rischio sempre maggiore per gli informatori volontari di subire perquisizioni, querele e denunce per stampa clandestina).

L’ultima riga la dedico a Grillo. Dopo la sua battaglia per il Parlamento Pulito ha raddoppiato il numero di inquisiti in Parlamento, dopo quella sulla casta dei giornalisti gli incentivi sono stati ridotti e gli unici a rischiare la chiusura sono i piccoli quotidiani, slegati dai grandi poteri economici.

Dobbiamo esultare del risultato? Il futuro migliore passa da una informazione sostenuta dai grandi gruppi industriali, piegata dalla pubblicità?

Non solo Punta Perotti – Il concorso fotografico per abbattere gli ecomostri

Gli ecomostri, le opere dell’uomo che deturpano e abbruttiscono uno dei paesi più belli del mondo.
nonsolopuntaperotti è un concorso che premia le foto fatte con cellulare dei peggiori ecomostri che distruggono la bellezza del nostro Paese.

Perchè “non ci vuole niente a distruggere la bellezza” cit. E noi cercheremo di distruggere gli ecomostri. Come l’ex Cinema porno di Zingonia, come l’Abergo dei mondiali di Milano.

Le fotografie possono essere inviate da domani 1 ottobre al 28 febbraio esclusivamente via email all’indirizzo concorso@nonsolopuntaperotti.it.
Non manca nulla… per aiutarci a sostenere, promuovere , recensire il concorso e per partecipare.

Via Abbattiamoli, per la terza volta [gli ecomostri] – Il blog di Marcello Saponaro

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