Month: Agosto 2015

Ci saranno controlli automatici sulle assicurazioni auto?

In Italia un veicolo su 10 non è assicurato.  Circa 4 milioni di veicoli, che moltiplicati per il premio medio di 574€ (dati facile.it) fanno quasi 2 miliardi e 300 mila euro.

C’è chi non riesce a pagare, ma anche tanti disonesti. Nessuno, comunque, è giustificabile.

Eppure oggi abbiamo telecamere che registrano automaticamente la targa delle auto in transito in autostrada, nei centri storici, nei punti con gli autovelox ed attraverso i varchi.

Incrociare questi dati con l’elenco degli assicurati e delle persone che pagano il bollo auto/moto è estremamente facile, ed attraverso il registro risalire al proprietario da sanzionare per cercare di ridurre il fenomeno.

Gli introiti derivanti da questa attività si potrebbero investire per ridurre o ritarare le destinazioni del Fondo vittime della strada, o per i piccoli cantieri per mettere in sicurezza le strade più pericolose (e ridurre così il numero di incidenti ed i costi delle assicurazioni).

Pare che finalmente qualcosa del genere sia in cantiere:

Lo stesso direttore dell’Ania annuncia l’avvio «di controlli massicci che, con l’ausilio di Tutor, Telecamere Ztl e Autovelox e incrociando i dati assicurativi con quelli della motorizzazione civile, staneranno chi non è assicurato». I furbetti dell’Rca sono avvisati.

Lo stesso, ovviamente, si potrebber fare con il bollo auto, che per semplificazione potrebbe essere addebitato attraverso l’assocurazione (visto che si parla spesso di semplificazioni e riduzione della burocrazia).

Fonte: La stampa – Assicurazione auto Quattro milioni di evasori sulle strade italiane

Fargo non è una storia vera

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Nonostante in apertura di tutte le puntate della serie gli autori abbiano scritto

“Quella che vedrete è una storia vera.
I fatti narrati sono accaduti in Minnesota nel 2006.
Su richiesta dei superstiti, sono stati usati nomi fittizi.
Al di fuori del rispetto per i morti, tutto il resto è stato riportato fedelmente.”

Non c’è nulla di vero nella storia raccontata.
Io sinceramente trovo che ci sia qualcosa di sbagliato.

Joel Coen, uno dei due fratelli autori, spiega il motivo:
Se il pubblico crede che qualcosa sia basato su un evento reale, questo ti consente di fare cose che altrimenti non sarebbero accettate”.

Bene, se è un trucco per lasciare gli spettatori incollati alla serie, potevano almeno scriverlo alla fine dell’ultima puntata.

I distributori di benzina diversamente onesti

Su 905 distributori di benzina controllati questa estate, 200 presentavano irregolarità: carburante allungato con altre sostanze, violazioni sulla normativa dei prezzi, controlli tra quanto dichiarato e quanto effettivamente erogato.

Il 22%, più di un distributore ogni 5,

Sicuramente il dato nazionale sarà inferiore, grazie al fatto che i controlli vengono effettuati spesso su segnalazioni, però è un dato che fa riflettere.

Nel frattempo, dovesse  capitarvi, il numero gratuito da fare per le segnalazioni alla Guardia di Finanza è il 117.

Fonte: Retata estiva della Guardia di Finanza. Nel mirino, benzinai, falsi made in Italy e pagamenti in nero

Venezia, Santa Chiara prima e dopo

Questo è il bell’intervento di ampliamento dell’Hotel Santa Chiara di Venezia, di fianco allo splendido nuovo ponte di Calatrava.

Un orgoglio per la città più bella del Mondo.

Non si capiscono le critiche dei cittadini (l’88%), dell’attuale rettore di Architettura Amerigo Restucci, dell’Associazione veneziana albergatori, di Vittorio Sgarbi, dell’ex assessore ai Lavori Pubblici Alessandro Maggioni, di Gian Antonio Stella, e di chissà quanti altri rosiconi.

Prima dell’ampliamento:

santa chiara prima

santa chiara prima2

Dopo:

santa chiara dopo

santa chiara dopo3

Fonte: Venezia, è rivolta contro il “cubo” di Santa Chiara – Cronaca – La Nuova di Venezia

La continua emergenza dell’economia nel Sud

E si torna a parlare dell’economia del Sud Italia. E’ uno di quei problemi che ricorre ogni tanto nel dibattito politico, visto che negli anni non si vedono progressi positivi.

Probabilmente la soluzione che verrà provata ancora una volta sarà quella di investimenti e finanziamenti a pioggia. Progettini e progettoni ad hoc, limitati nel tempo, che andranno a sostenere imprese che sulle loro gambe non riescono a reggersi. Magari lo sblocco di qualche grande opera bloccata per gli impedimenti della tutela ambientale. Che il lavoro è sempre una buona scusa come permesso per fare le cose in maniera sbagliata.

Come sempre, una volta terminata la pioggerella, capannoni chiuderanno, le imprese si sposteranno, e nulla ne rimarrà.

Credo invece che per una volta e per un po’ di tempo, possibilmente adeguato a mettere in moto gli ingranaggi e far correre le ruote, occorrerebbe procedere in maniera completamente diversa.

Dovremmo favorire la crescita delle imprese che funzionano, la nascita di nuovi progetti con il giusto rischio imprenditoriale privato. Magari incidendo sul costo del lavoro nelle aree depresse, ad esempio, per lottare contro il lavoro nero sulla convenienza.

Certo, sarebbe più costoso e meno selettivo. Sarebbe più difficile premiare le ditte degli amici, più complicato guadagnare sulla discrezionalità delle assegnazioni di fondi. Si dovrebbe pure risparmiare sui costi di distribuzione di questi denari: ogni bando porta con sè il vantaggio dei controlli da fare, della burocrazia da finanziare.

Vuoi poi mettere il tempo impiegato dalle aziende per partecipare agli stanziamenti? Tutta esperienza sul funzionamento della macchina che sarà utile per i prossimi decenni di altri fondi a pioggia!

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