informazione

Giovane su internet “viola” le basi militari

5 anni fa scrivevo un articolo su Google Maps e la sua violazione delle norme italiane che vietano di riprendere gli obiettivi militari, finendo su Sky e sulla stampa locale. Purtroppo, a differenza di quanto speravo, non sono riuscito ad appendere in casa questo titolo folcloristico, perché l’edicola alla quale avevo chiesto l’incorniciatura la gettò invece nella spazzatura per errore (o per un “complotto”? :-) )

Giovane su internet “viola” le basi militari.

E con gli ebook reader anche i libri di testo liberi

Nei prossimi anni si diffonderanno, finalmente, i lettori elettronici di libri. Quei dispositivi che permettono di leggere su inchiostro digitale, uno schermo che non affatica gli occhi, i pdf ed i libri in altri formati, proprietari o aperti con l’e-pub.

Questo significa, al di là della rivoluzione della distribuzione dei prodotti culturali, anche una evoluzione per la scuola: i libri di testo non subiranno più la minaccia degli editori, pronti a cambiare poche pagine ogni anno per uccidere l’usato e continuare politiche speculative sui prezzi.
Chiunque, compresi gruppi di genitori, docenti ed istituzioni, potrà iniziare un progetto per la realizzazione di libri di testo aperti, senza il problema della stampa e della distribuzione.

Immaginate una scuola dove all’inizio dell’anno non c’è bisogno di diventare matti per farsi dare elenchi dei libri adottati (spesso nemmeno mai aperti durante l’anno) e pagare centinaia di euro per il diritto all’istruzione.

Immaginate una scuola dove il primo giorno i docenti potranno consegnare un cd con i libri di testo e gli appunti necessari.

Immaginate una scuola dove i ragazzi delle elementari non devono sopportare decine di chili di libri da selezionare con cura ogni sera, e zaini costruiti con le ruote per poter essere trascinati.

Immaginate libri che possono diventare, con il tempo, anche multimediali (al posto delle foto, filmati, quiz, esercizi anche divertenti).

L’unico problema è che nessuno immagina una scuola così, ancora. Ma diamoci tempo.

Torna su