Facebook Papers
Ho deciso di abbonarmi al Post. L’ho fatto principalmente per il podcast “Morning”, ma anche perché voglio sostenere un quotidiano che privilegia l’approfondimento alle bufale che attirano click.
Oggi Morning apre con il problema dei Facebook Papers, documenti interni dell’azienda del noto social network che dimostrano cose che sappiamo già, ma che in questo modo hanno un peso enorme: dimostrano nero su bianco che “la dirigenza di Facebook abbia spesso messo il profitto e la ricerca dell’engagement (cioè il coinvolgimento degli utenti) davanti alla sicurezza e al benessere degli utenti”.
Dimostrano che l’algoritmo stesso della piattaforma privilegi la diffusione di disinformazione ed incitamento all’odio, e di come dentro a Facebook molti dipendenti e dirigenti ne siano consapevoli: in un rapporto del 2019, un ricercatore scriveva che «ci sono forti prove che le meccaniche fondamentali del prodotto siano una parte importante della ragione per cui questo tipo di discorsi [di disinformazione e incitamento all’odio] prolifera sulla piattaforma».
Oppure sottolineano i disagi psicologici provocati sugli adolescenti da Instagram e che la proprietà non abbia preso nessuna iniziativa per risolvere il problema.
In sostanza Facebook cambia le vite delle persone in peggio, e lo fa per guadagnare di più.
Vi consiglio di approfondire quindi l’articolo, che è fondamentale e molto interessante.
C’è anche un sottotema importante: tutti i principali quotidiani italiani non ne hanno parlato, fatta in parte eccezione per il Corriere. Forse è legato alla enorme quantità di pagine pubblicitarie acquistate da FB in questi giorni?
E’ vero che al Mondo una persona su 7 ha usato Facebook questo lunedì?
Mark Zuckerberg, creatore e amministratore delegato di Facebook, ha annunciato che per la prima volta un miliardo di persone hanno usato Facebook in un solo giorno lunedì 24 agosto. Zuckerberg insomma: una persona ogni sette sul pianeta ha usato Facebook lunedì.
Però secondo me questi numeri sono falsi.
Al Mondo siamo attualmente circa 7.2 miliardi . Solo il 40% ha utilizzato internet negli ultimi 12 mesi, secondo una stima della International Telecommunications Union. Quindi il numero complessivo degli utenti quest’anno di tutta la rete sarà all’incirca di 2,88 miliardi di persone.
Facebook dichiara circa 1,5 miliardi di utenti, e dice che il 65-70% accede quotidianamente. Se questi numeri fossero veri, il miliardo di connessioni di lunedì sarebbe plausibile.
Però bisogna considerare che circa l’11.2% di account sono bot e programmi.
Poi ci sono le persone che hanno più di un account. Un altro 20%?
Insomma, il numero di Zuckerberg riguarda il numero di account. Che è diverso dal numero di persone reali.
Fonte : Lunedì una persona su sette nel mondo ha usato Facebook – Il Post
Mantellini: Memorie del dinosauro
Un bellissimo post di Mantellini che vi consiglio di leggere:
Negli ultimi tempi mi è capitato spesso di andare a Roma: quasi sempre arrivo in treno alla Stazione Termini. Oggi dopo aver letto un post di Vic su Friendfeed ho passato un po’ di ore in rete a fare ricerche sulla principale stazione ferroviaria della Capitale di cui non sapevo molto. Ho scoperto cose che probabilmente molti di voi sanno già, per esempio che la parte ondulata della stazione che si affaccia su Piazza dei Cinquecento è chiamata il dinosauro. Poi ho scoperto che l’ultima versione di Termini è stata completata nel secondo dopoguerra dopo una gara fra diversi progetti che creò molte polemiche
viaMemorie del dinosauro (A cosa serve Internet 4) – manteblog.
2400 giochi per MS-DOS
L’Internet Archive ha pubblicato 2400 giochi per MS-DOS giocabili gratuitamente tramite browser.
C’è un pezzo della mia vita, là dentro: Sim City, Street Fighter II, Dukem Nukem 3D, Golden Axe…
I sistemi antipirateria di Adobe spiano i lettori di ebook
Questa notizia è molto grave. Il programma di Adobe raccoglie informazioni su chi, cosa e quando si legge un libro protetto con i suoi DRM. Un motivo in più per “amare” questi sistemi di controllo…
Digital Editions 4, l’app per e-book di Adobe, raccoglie una quantità impressionante di dati sui libri letti dai suoi utenti: il titolo del libro, l’autore, la data di acquisto, la durata della lettura, la percentuale letta, quali pagine sono state lette, l’identificativo univoco dell’utente e del dispositivo di lettura e l’indirizzo IP dell’utente.
Già così è un’invasione spettacolare della privacy dell’utente, che non si aspetta di certo di essere spiato nelle proprie abitudini di lettura. Ma c’è di più: Adobe è talmente disinvolta nel raccogliere dati su un’attività così intima e personale come la lettura che se li fa mandare via Internet in chiaro, senza alcuna protezione. Così non solo Adobe può farne l’uso che le pare, ma lo può fare anche chiunque altro si trovi lungo il percorso di trasmissione dei dati via Internet: un amministratore di rete locale, gli altri utenti della stessa rete Wi-Fi, un provider, un governo.
Fonte: Adobe, i sistemi antipirateria spiano i lettori dei libri digitali | Il Disinformatico