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Il nemico francese

E’ chiaro che la crisi diplomatica del nostro Governo con quello francese sia causata dalle prossime elezioni europee. 5 Stelle e Lega Nord si trovano al momento senza un nemico, nella narrazione della loro epica campagna (elettorale).

Un nemico serve per unire le forze, rafforzare gli animi, motivare gli elettori. Senza una opposizione forte e visibile, bisogna cercarlo altrove.

Di Maio per questo cerca di avvicinarsi ai gilet gialli, quelli che protestano contro la tassa sull’inquinamento, alcuni incitando alla guerra civile (parole testuali). Per metterci sopra il suo marchio vuole essere dalla parte di chi lotta, possibilmente in maniera eclatante, indipendentemente dalle motivazioni che lo spingono.

Spostare le tasse dai redditi da lavoro alle esternalizzazioni negative come l’inquinamento ambientale sarebbe invece uno degli strumenti necessari per una conversione ecologica della nostra economia.

Ma a Gigi e Matteo non interessano nemmeno i contenuti, questo inutile teatrino serve solo a riempire i quotidiani con le loro facce, a ricordarci le marette delle finali dei mondiali di calcio ed a trovare magari un nemico esterno al quale dare la colpa dei loro futuri insuccessi, quando non si potrà più rispondere “e allora il PD?”



È morto il chimico britannico Stewart Adams, che contribuì a inventare l’ibuprofene

Il chimico britannico Stewart Adams, che con il suo gruppo di ricerca scoprì il principio attivo dell’ibuprofene, è morto a Nottingham (Regno Unito): aveva 95 anni.

 

Moment, Brufen, ed un sacco di altri medicinali sono basati sullo stesso principio attivo.

 

 

Non può che essere in paradiso, ora.

Fonte: È morto il chimico britannico Stewart Adams, che contribuì a inventare l’ibuprofene – Il Post

Irregolari il 60% degli ISEE controllati

Un articolo del Corriere della Sera di oggi dice che su 8847 ISEE controllati dalla guardia di finanza, 5435 presentavano irregolarità che non avrebbero permesso l’accesso alle agevolazioni sociali richieste. Significa che hanno trovato un 61,43% di irregolarità.

Ovviamente si immagina che i controlli della GdF siano mirati sulle situazioni più a rischio, ma parti importanti di questo indicatore dipendono da autocertificazioni (ad esempio lo stato di Famiglia) e non da dati certificati da banche dati.

Prima di incrementare le agevolazioni, bisognerebbe automatizzare questi controlli per evitare che finiscano sempre nelle mani di chi dichiara il falso o lavora in nero…

Imprenditori che non trovano operai: fake news?

Anche oggi il corriere pubblica l’appello “disperato” di un imprenditore che non riesce ad assumere personale ed è costretto a rifiutare il 40% delle commesse arrivate.

Spesso queste notizie fanno tanto clamore ma dopo qualche giorno, come ammette lo stesso quotidiano nello stesso articolo, si capisce che le condizioni di lavoro offerte non erano esattamente quell’idillio che veniva pubblicato inizialmente.

Il mio dubbio è che queste aziende sfruttino questa disponibilità a pubblicare notizie simili per farsi solo pubblicità.

Quello che mi chiedo è perché, se spesso si rivelano false, i quotidiani continuino a pubblicarle senza prima fare una verifica delle effettive condizioni di lavoro offerte.

2000 euro sono lordi o netti? Si parla di raggiungere quella cifra grazie ad “extra”. Quali extra? Qual è lo stipendio di base? Di che trasferte stiamo parlando? L’imprenditore prima di lamentarsi è andato da un ufficio di collocamento o una agenzia interinale ad offrire lo stesso posto?


Premiare chi resta e non chi parte

Un articolo del sole 24 ore dice che il 37% delle imprese italiane chiude entro i primi 4 anni.

Pesano sia la crisi sia i trucchetti per evadere.

E’ chiaro che sia così: gli incentivi alle nuove imprese e la tabula rasa dei debiti con il fisco se chiude e si utilizza un prestanome come nuovo titolare.
Anche i casi recenti di cronaca politico/giudiziaria dimostrano che non è una cosa rara: il padre chiude la sua azienda per chiudere i debiti, la madre diventa il nuovo titolare fittizio, oppure i figli. Vi ricorda qualcuno?

Forse dovremmo ribaltare strutturalmente gli incentivi: se hai una storia di contributi e fisco a posto, se la tua azienda è in piedi da 30 anni e continua ad assumere nuovi dipendenti, se riduci il tuo impatto ambientale e se hai usato zero cassa integrazione o non hai licenziato negli ultimi anni dovresti essere premiato, fiscalmente, non sentirti un cretino in mezzo ad una marea di furbetti.

Le nuove iniziative imprenditoriali non sempre sono innovazione.
In alcuni settori specifici (costruzioni, commercio all’ingrosso, pronto moda), le imprese create per essere chiuse entro 2 o 3 anni sono spesso lo strumento per non pagare i contributi, l’IVA o il fisco, ammazzando di concorrenza sleale chi invece vorrebbe stare in regola.

Premiamo chi resta, chi assume più persone dell’anno precedente o aumenta gli stipendi. E controlliamo che chi parte lo faccia nella maniera corretta, per non creare danno a chi lavora correttamente.

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