Inceneritori

Hera decide al posto del Comune

L’anno scorso 4 circoscrizioni su 5 si sono espresse per la raccolta dei rifiuti domiciliare (porta a porta). Immediatamente dopo lo ha fatto il Consiglio Comunale, con un ordine del giorno votato a larghissima maggioranza. Le dichiarazioni di Bulbi e di Capacci di ieri mettono a nudo la volontà della giunta comunale di ignorare completamente questo orientamento, e scegliere per un sistema diverso, più costoso e meno performante, guarda caso lo stesso proposto in questi anni da Hera.
Il Consiglio Comunale e le circoscrizioni, elette dai cittadini, sono quindi ancora una volta svuotati di ogni loro potere decisionale. Al suo posto si potrebbe oggi sostituire un semplice notaio che timbri e convalidi le richieste dell’azienda che gestisce i servizi di pubblica utilità.
Presto faremo una conferenza stampa su questo tema, ovviamente.

Leggi l’articolo sul Resto del Carlino

Forlì, inceneritore. La Regione conferma: le autorizzazioni ci sono

Il nuovo inceneritore pubblico di Hera spa può andare avanti. Lo ha stabilito la Regione Emilia-Romagna secondo quanto spiegato durante il consiglio provinciale di lunedì dall’assessore provinciale Orazio Moretti. Nonostante sia scaduta la Valutazione di impatto ambientale Via, i lavori proseguiranno perché le autorizzazioni alla costruzione comunque non decadono. L’inceneritore dovrà essere comunque completato entro il 27 settembre di quest’anno.

Fonte: Romagnaoggi.it

Il cantiere dell’inceneritore va chiuso

Un mese fa ho presentato in Comune una interrogazione per chiedere l’opinione dell’amministrazione in merito alla prosecuzione dei lavori dell’inceneritore. Ad oggi, mentre i lavori proseguono senza ostacoli, non ho ancora ricevuto risposta.
E’ palese, infatti, la necessità di una nuova autorizzazione di Valutazione di Impatto Ambientale, dal momento che la vecchia è scaduta. La stessa amministrazione provinciale ha negato due volte il rinnovo, ma sulla necessità o meno del riavvio dell’iter del VIA si è finora espressa in maniera discordante.
Viene utilizzata ancora una volta l’autorizzazione a costruire l’impianto, che per richiesta di Hera è stata rilasciata in un momento diverso e successivo dalla V.I.A. con una procedura inusuale e forse inedita. Sebbene questa autorizzazione sia datata 2005 e la sua validità non sia ancora terminata, questo non aggiunge un anno di tempo. Lo dice anche il Tribunale Amministrativo Regionale, con la sentenza sul ricorso proprio all’inceneritore di Coriano: «E’, pertanto, del tutto palese la natura meramente attuativa della qui impugnata deliberazione n. 339/2005, la quale non è provvista di alcuna determinazione autoritativa autonoma ed ulteriore rispetto alle inoppugnate statuizioni, contenute nella precedente e presupposta deliberazione n. 323/2004 e indicate al punto precedente.»
Attendiamo quindi che le amministrazioni comunali e provinciali si esprimano con un documento ufficiale sulla necessità o meno di rifare la VIA dell’inceneritore.
Questa attesa fa aumentare solo il dubbio che le stesse stiano prendendo tempo, non sapendo come procedere.
Un tempo che certamente è utile ad Hera per arrivare alla conclusione dei lavori.

La scelta lungimirante sarebbe il porta a porta

Apprendo dalla stampa che il capogruppo del Partito Democratico sfrutta la ghiotta occasione dell’emergenza campana per giustificare le scelte fatte dal suo partito e dalla giunta provinciale e comunale sui rifiuti.

Parla di sistemi avanzati e di Europa moderna, ma confonde la raccolta differenziata porta a porta con la raccolta multimateriale il cui unico risultato è la preselezione di combustibile per l’inceneritore.

Giustificare il nuovo impianto oggi sottointende due cose. In primo luogo non si vuole fare quello che è stato promesso e votato in Consiglio Comunale, cioè un porta a porta nella città come quello di Forlimpopoli. Con un sistema serio le quantità e la qualità del rimanente sarebbero molto diverse e si potrebbe sostituire l’inceneritore con un trattamento a freddo, che non produce nanoparticelle e diossina.
Inoltre, visto che siamo ben lontani dall’emergenza rifiuti, se si triplica l’impianto e si raddoppia la raccolta differenziata la quantità totale smaltita diventa SEI volte quella attuale, fuori da ogni logica e previsione.

Errani conclude dicendo che il nuovo impianto sarà di dimensioni più ridotte rispetto al previsto. Su questo ha ragione, i Verdi hanno sempre accusato il piano dei rifiuti di avere previsioni errate, giustificate dall’unica volontà di costruire un nuovo impianto che sarebbe stato inutile con una raccolta differenziata porta a porta in tutto il territorio provinciale.

Se oggi ha cambiato idea faccia qualcosa perché le autorizzazioni alla costruzione ed alla gestione, che vanno riscritte, subiscano questa variazione.
Se farà bene i conti scoprirà che l’impianto esistente copre già le nostre esigenze, ed il nuovo è solo uno spreco di denaro.

Il Pecoraro Espiatorio

Beppe Grillo si alza e difende giustamente la battaglia contro gli inceneritori, a fianco dei Verdi, degli ambientalisti e di quei pochi che hanno osato mettere in discussione un ciclo dei rifiuti basato sui soldi che devono guadagnare le aziende che ci lavorano, e non su una riduzione dell’impatto ambientale a favore di una maggiore sicurezza per i cittadini:

Il Pecoraro Espiatorio

Il problema campano è un problema serio, non può essere affrontato con gli occhi chiusi ed il proprio portafoglio consegnato a chi per anni ha incamerato tutte le risorse destinate alla risoluzione del problema.

Il partito dei Verdi ha fatto una serie di proposte rimaste inascoltate, anche in questa regione, che permetterebbero di porre fine al continuo aumento della produzione dei rifiuti, una volta per tutte.

Il problema, però, è che i rifiuti oggi sono denaro, una tassa che i cittadini oggi non possono rifiutarsi di pagare. L’emergenza porta soldi e finché a gestirla saranno gli stessi attori che guadagnano dal suo persistere, non faremo un passo avanti, come non si è fatto per decenni.

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