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VIRAL VIDEO: La libertà è un virus: diffondi il contagio!

L’altro giorno ho trovato un anello di congiunzione tra due discorsi che stiamo portando avanti da qualche tempo su questo spazio web: nuovi canali di informazione ed il copyleft in ambiti diversi dal software.

L’IDEA

L’idea del Viral Video Project nasce
dalla crescente preoccupazione
per la situazione dell’informazione in Italia.
Il riferimento è alle inaudite interferenze
del potere politico
sull’INFORMAZIONE e sulla GIUSTIZIA.

Il progetto Viral Video intende, nel suo piccolo,
fornire il proprio contributo in difesa
del principio democratico
di tutela della libertà di opinione e di critica.
Il progetto si alimenta grazie al contributo di quanti,
come noi, avvertono con preoccupazione
i pericoli del pensiero unico.

Contribuisci anche tu al progetto, diffondi i materiali del Viral Video Project!

by Sergio L.

Sul sito di ViralVideo si possono scaricare alcuni video con licenza libera, principalmente interviste di personaggi famosi (Travaglio, Stefania Ariosto, Di Pietro, Agnoletto, Colombo) che dicono la loro sulla politica Italiana attuale.

Una raccolta sicuramente di parte, ma spero che la continua crescita di questi strumenti continui esponenzialmente: la pluralità sicuramente ne gioverebbe.

Emi.Li., una nuova voce nel mondo della tv

Nasce un nuovo canale via satellite e via etere per contrastare i monopoli televisivi. Benvenuta EmiLi.

Il presidente Ferruccio Iaccarino ha illustrato le ragioni che hanno spinto a credere in Emi.Li Tv, “una televisione che non rappresenta un sogno, bensì una realtà e che si propone di fare una informazione non condizionata da poteri politici o economici” .

L’economia del nobile sentiero: ripensare alla globalizzazione/2

Il workshop punta di diamante della tre giorni di Rimini è stato senza dubbio quello su “Acqua o petrolio? I beni della natura vivente non hanno acquirenti”.
Ospite d’onore Lester Brown, noto ai più per essere il curatore dello “State of the World”, pubblicazione annuale del World Watch Institute sullo stato di salute del pianeta Terra, pubblicato in Italia da Edizioni Ambiente.

Lester Brown ha incentrato le sue preoccupazioni ambientali per il futuro che ci attende puntando l’attenzione sull’acqua e sul cibo, oltre che sul riscaldamento globale.
In questo momento Cina, USA e India, i granai del mondo, fondano la propria agricoltura si un eccesso di pompagio delle falde ad uso irriguo. Ad aggiungersi quindi alla crisi idrica prossima ventura c’è il riscaldamento globale. Un grado di aumento della temperatura media porta ad una riduzione stimata della produzione di granaglie a livello mondiale del 10%. L’indicatore economico simbolo del 21esimo secolo non sarà più il PIL o il DOW Jones ma il prezzo del cibo. I segni di questo giro di boa si stanno già manifestando. La Cina ha raggiunto del 1999 il picco della sua produzione e da allora sta cominciando a rivolgersi al mercato per il suo fabbisogno interno.

Tre sono gli ambiti sui quali intervenire prima di giungere al punto di non ritorno: l’aumento della produttività, la riduzione della crescita demografica mondiale e la ricerca di una stabilità politica.
Ridurre i consumi dell’acqua è possibile. Per farlo è necessario secondo Lester Brown dare il giusto prezzo alla stessa e attivare nuove pratiche irrigue volte al risparmio, privilegiano le colture di qualità che richiedono meno acqua, insieme ad una revisione complessiva dei processi industriali.
La popolazione. Secondo lo scenario medio ONU al 2040 sulla Terra saremo in 7,4 miliardi. Per avere un ambiente salvaguardato è indispensabile garantire all’uomo un ambiente sociale favorevole con servizi sanitari ed educazione almeno a livello base.

Energia, economia e politica internazionale sono stati i temi della conclusione di Lester Brown.
Sull’energia si deve puntare massicciamente sull’eolico (gli ambientalisti italiani dovrebbero ascoltare bene) perché ha caratteristiche uniche (ne ha dette sei ma me ne ricordo solo cinque): abbondante, economica, pulita, diffusa, senza emissioni. Il passo successivo saranno le celle a combustibile.
Stoccata pure all’economia che non comprende al suo interni i costi ambientali, falsando il gioco. Se il capitalismo collasserà, lo farà perché non dice la verità ecologica.
Cambiare si può? Sarà costoso? La risposta positiva è data da un parallelismo con gli anni ’40. Nel 1942 gli USA, per far fronte all’ingresso in guerra, in poco tempo modificarono il proprio sistema industriale civile per la produzione di veicoli e attrezzature belliche. Lo stesso, con la volontà, si potrebbe fare oggi, per sterzare verso tecnologie e produzioni in grado di essere meno insostenibili.
Ultimo pensiero per il terrorismo. Secondo Brown (come smentirlo?) Bin Laden avrà vinto la sua partita se avrà successo nel distogliere la nostra attenzione dai problemi veri dello sviluppo economico e della sua incompatibilità con il sistema naturale. Non possiamo permetterglielo.

Nowar.tw: Sciopero Generale del 24 ottobre 2003 a Bologna

È disponibile sul sito www.nowar.tv la ripresa televisiva dello Sciopero
Generale del 24 ottobre 2003 a Bologna

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C’è l’intervento completo di Guglielmo Epifani, Segretario generale CGIL. Per vedere il filmato
clicca qui

“Con noi oggi sciopera tutto il paese, anche le organizzazioni di destra – dichiara da Bologna il segretario della Cgil Guglielmo Epifani – Noi non abbiamo i mezzi di comunicazione e la forza comunicativa del governo, ma i sondaggi dimostrano che la maggioranza dei cittadini italiani e la maggioranza dei giovani è contro questa riforma. Se il governo non cambia strada e non riconosce la ragionevolezza dei nostri argomenti, a noi spetta il dovere di continuare la nostra mobilitazione”. Un disegno previdenziale che è “una controriforma” per il numero uno di Cgil, “sbagliata nei meccanismi, non giustificata nell’andamento dei conti”, voluta dal governo per legittimare davanti a Bruxelles “una politica fatta di condoni, di una tantum e non di misure strutturali andando a colpire i lavoratori”.
“Il presidente del Consiglio a reti unificate ha detto che c’è bisogno in Italia della riforma, ma avrebbe dovuto ricordare la verità – incalza dal palco di Piazza Maggiore Epifani – In 10 anni sono state fatte tre riforme importanti della previdenza, per dare equità abbiamo abolito le baby pensioni, abbiamo avvicinato i trattamenti dei dipendenti pubblici a quelli privati. Che bisogno c’era di questa controriforma. La legge Dini è una buona riforma, perché fare un’altra legge?”.
“Perché il governo ha deciso da solo e poi dice che vuole il dialogo? – si chiede il leader sindacalista – se il governo vuole il dialogo ritiri un provvedimento che ha preso da solo oppure vada avanti senza il sindacato e non provi a dividerlo”.

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