Month: Ottobre 2014

Quanta elettricità consumano i pc spenti?

vampiri_energetici
Un sito americano permette di calcolare quanta elettricità consumano alcuni dispositivi elettronici, che chiama vampiri energetici.

Un pc spento ma in stand by, oppure un microonde pronto, il caricabatteria di un cellulare rimasto attaccato alla corrente, il decoder digitale, e cose così.

E’ interessante, perché sono consumi facilmente evitabili, a dispositivi non utilizzati.

Anche quando non sono nella posizione (ON / Acceso), i vampiri energetici succhiano lentamente elettricità e denaro dal tuo portafoglio.

Il Dipartimento dell’Energia americano stima che questi dispositivi siano responsabili di circa il 5% dell’energia consumata negli USA.

Un nuovo personaggino nel gruppo europeo 5stelle

Nei giorni scorsi il gruppo europarlamentare di Grillo rischiava lo scioglimento, a causa dell’uscita di un parlamentare e del requisito del limite minimo di membri.

Per fortuna hanno convinto il polacco di estrema destra Iwaszkiewicz ad entrare nel loro eurogruppo.

Iwaszkiewicz viene da un partito il cui leader è un negazionista dell’olocausto.

Iwaszkiewicz, in un’intervista al quotidiano polacco Gazeta Wroclawska pochi giorni dopo l’elezione alle europee, aveva difeso il capo del suo partito riguardo il negazionismo, aveva dichiarato che «in giro ci sono sicuramente delle mogli che se venissero picchiate verrebbero aiutate a tornare con i piedi per terra» e anche che «non è giusto che uno stato dica come educare i nostri figli: se gli dò una sberla rischio di andare in galera, invece questo può rafforzare il loro carattere».

Fonte: Il gruppo europeo di Grillo e Farage si è ricostituito – Il Post.

Ora scansionano pure i brand nelle nostre foto

Oggi è possibile, ed alcune aziende lo fanno, cercare i marchi delle aziende dentro le foto che pubblichiamo sui social forum, per farne analisi di mercato e targeting mirato:

Una dimostrazione forte in questo senso arriva dal Wall Street Journal, che segnala l’esistenza di aziende come Ditto Labs o Piqora che “usano del software per effettuare la scansione delle foto [immesse nei social network] – per esempio l’immagine di qualcuno che tiene in mano una lattina di Coca-Cola – allo scopo di identificare loghi, se la persona nell’immagine sorride, e il contesto della scena. Questi dati consentono agli operatori di marketing di inviare pubblicità mirate o di svolgere ricerche di mercato.”

Fonte: Le nostre foto nei social network vengono scansionate a caccia di marchi e loghi | Il Disinformatico.

Report sulla pizza

pizzaDomenica scorsa ho visto la puntata di Report sulla Pizza. La trasmissione della Rai mostrava alcuni rischi derivanti da “disattenzioni” possibili delle pizzerie.

Faccio un breve sunto, ma vi consiglio di guardarvi la puntata sul sito della RAI.
Prima di tutto, gli ingredienti: utilizzare il meglio che abbiamo a disposizione costa circa 50 centesimi in più a pizza rispetto ad un prodotto puntato al risparmio delle materie prime. Olio d’oliva, Pomodori San Marzano, Mozzarelle. La conclusione è che è meglio spendere 50 cent in più ed avere un prodotto ottimo, piuttosto che risparmiarli ed avere un prodotto pessimo. La differenza in questi casi si sente moltissimo.

Poi la cottura: il forno va pulito, altrimenti la farina brucia e si mangia carbone (lo si nota dal fondo della pizza, che non deve essere nero).

E poi il cartone per le eventuali consegne a casa: Il suo interno deve essere bianco, di cellulosa pura, altrimenti si rischia di mangiare prodotti chimici derivati dal riciclo e dalla lavorazione.

Morale della favola, ne usciva un quadro poco edificante di questo prodotto nazionale.
Immediatamente ho pensato che forse non era il momento di fare le pulci anche alle pizzerie.
Però, nel dubbio, ho aperto il cartone della pizza che stava ancora nel bidone del riciclo: dentro era grigio, quindi un prodotto vietato per la pizza.

Quindi il secondo pensiero è stato che comunque fosse giusto sapere: poi ognuno si sarebbe regolato di conseguenza, secondo la propria sensibilità sul rischio.

Durante la settimana successiva, sono stato in una pizzeria napoletana. Ho guardato sotto la pizza, per vedere se fosse nera. Niente, pulita. Buonissima, come al solito. Sono stato contento, ed ho mentalmente premiato il locale, che vi segnalo e consiglio: Ristorante Pizzeria Tatà ROMA

Poi ho ordinato una pizza da asporto nello stesso luogo del cartone grigio. Il cartone, questa volta, era bianco. Segno che probabilmente avevano verificato e cambiato la fornitura delle scatole per le consegne, successivamente alla trasmissione.

Quindi il terzo pensiero è stato banale: è meglio sapere. Gli errori si compiono, a volte in buona fede ed a volte no. Ma se il cliente ha gli strumenti per capire cosa è meglio e dove sono i rischi, il mercato non ne risente. Il prodotto è migliore, cresce la competenza, si distinguono i più bravi da quelli che fanno un cattivo lavoro.

Spesso si parla a sproposito d’eccellenza: la storia è solo uno dei fattori che ci porta ad avere qualcosa di invidiato. Soltanto la ricerca, il miglioramento continuo e la conoscenza sempre più approfondita ci mettono nella condizione di continuare a stare un passo avanti alla concorrenza più scadente.

Quindi viva la pizza, un grazie a Report, ed una proposta: con le recensioni ed il passaparola aiutiamo i più bravi a farsi conoscere.

Fonte: Non bruciamoci la pizza (REPORT RAI)

L’email di libero.it ed il reply-to

La webmail di libero.it ha un problema piuttosto fastidioso, che è la mancanza del supporto al campo reply-to dell’header.

Quando mandiamo una email, e questo dallo standard rfc0822 del 1982 che descrive lo standard del servizio, possiamo indicare un indirizzo al quale desideriamo arrivino le risposte del destinatario.

Se questo è diverso dal campo “FROM” (il mittente), il programma di posta dovrebbe spedire all’indirizzo indicato nel Reply-to (Rispondi a) invece che all’indirizzo mittente.

Questo capita spesso per i servizi online che mandano email di notifica di messaggi. L’email proviene dal sito, ma la risposta dovrebbe arrivare alla persona indicata nel “Rispondi A”, per evitare che queste email vengano disperse.

Libero.it al momento non funziona così. Eppure sono passati più di 30 anni dalla descrizione dello standard delle email.

4.4.3. REPLY-TO / RESENT-REPLY-TO
This field provides a general mechanism for indicating any mailbox(es) to which responses are to be sent. Three typical uses for this feature can be distinguished. In the first case, the author(s) may not have regular machine-based mail-boxes and therefore wish(es) to indicate an alternate machine address. In the second case, an author may wish additional persons to be made aware of, or responsible for, replies. A somewhat different use may be of some help to “text message teleconferencing” groups equipped with automatic distribution services: include the address of that service in the “Reply- To” field of all messages submitted to the teleconference; then participants can “reply” to conference submissions to guarantee the correct distribution of any submission of their own.

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