Month: Luglio 2004

Terza linea di inceneritore a Forlì

Il 4 Agosto si chiuderà la serie di conferenze di servizio sul procedimento di via del progetto di Hera riguardante la terza linea dell’inceneritore di Forlì. Questo, in pratica, è l’ultimo passaggio del progetto prima della Giunta provinciale, ed in questa fase si dovrà dare una prima ed importante valutazione al documento presentato.

Qualche dato, per comprendere la portata del problema.

Nella provincia di Forlì-Cesena, su circa 350’000 abitanti abbiamo una produzione annua di 265’000 tonnellate di rifiuti.

L’attuale termovalorizzatore di Coriano brucia 55’000 tonnellate all’anno di rifiuti a circa 2500 kcalorie per kg.
Questo ultimo dato è importante, perché senza il valore calorico dei rifiuti non si può stimare l’energia prodotta, e non si può dare una valutazione corretta della portata dell’impianto. Facendo una selezione preventiva dei rifiuti, eliminando l’umido, si ottiene un materiale che produce circa 3500 kcalorie per kg, bruciando meno tonnellate di spazzatura a parità di energia prodotta.
Il nuovo inceneritore che si vuole costruire, invece, nel progetto presentato vedrà il passaggio di 120’000 tonnellate di rifiuti a 2500 kcalorie / kg, che possono essere ridotte a circa 90’000 se si aumenta il valore calorico fino a circa 3200 kC / kg.
Questo significa, inoltre, che una valutazione delle dimensioni dell’impianto non può contare solamente le tonnellate, ma anche la composizione media del bruciato.

A circa un mese dalle elezioni, le nuove amministrazioni sono impegnate in questo problema molto importante. Le principali forze politiche di governo locale hanno l’intenzione di approvare il progetto e far costruire questo nuovo inceneritore (che chiamato termovalorizzatore perde parte del suo impatto negativo nell’immaginazione delle persone).
Questo, rafforzato anche dall’ipotesi presentata che il livello di emissioni rimanga invariato nonostante il grosso ampliamento, forti delle nuove tecnologie.
Sappiamo, però, che il problema dei controlli è grave e che, come spesso accade, le emissioni dichiarate non sono quelle reali.
Anche se lo fossero, le normative europee e le leggi nazionali ci impongono di riconsiderare il problema: L’Italia è attualmente impegnata in ben 28 procedimenti di mora per inadempienze riguardanti direttive ambientali (molte delle quali sono proprio incentrate sul problema dei rifiuti), e Forlì è al di sotto del livello minimo di raccolta differenziata stabilita dal decreto legge Ronchi (il 35%).

In quest’ottica, quindi, occorre ripensare a tutto il processo di produzione, recupero e gestione dei rifiuti, mantenendo la termovalorizzazione all’ultimo posto, utilizzata solo per quella minima parte di rifiuti che non riusciamo a recuperare ed a riportare a materia prima.

Questo lo dobbiamo, in primis, a noi stessi, che dovremo respirare l’aria che gli inceneritori inquineranno di polveri sottili, di elementi cancerogeni, di CO2 e di residui fini.

I Verdi, quindi, si stanno muovendo in questa direzione, partendo da un comunicato stampa che allego. Ma i cittadini, per primi, devono dirci cosa vogliono fare del loro futuro: se si impegneranno nel ridurre la produzione di rifiuti (2 chili per persona al giorno sono veramente tanti), e nel differenziare la loro raccolta, potremo evitare l’introduzione di nuovi termovalorizzatori e nuove discariche.

Altrimenti il continuo aumento di entrambe le classi di questi impianti sarà inevitabile.

Comunicato Stampa: Per una nuova politica dei rifiuti

Le rotonde di Forlì

In questi giorni è stata augurata anche la “scultura” commissionata dalla Confartigianato all’interno della rotonda.
Con questo messaggio, voglio chiedervi un parere estetico: queste nuove rotonde costruite a Forlì, vi piacciono?
rotonda Confartigianato Forlì
Non sarebbe stato meglio coinvolgere i giovani artisti di Forlì e fare un concorso per la realizzazione di queste sculture e decorazioni verdi?
Perché non integrare esigenze diverse ed opportunità che possiamo creare all’interno della nostra città?

Torna il grande jazz a Cesena

(Sesto Potere) – Cesena – 14 luglio 2004 – Dopo il prologo dello scorso anno, il grande jazz torna a Cesena con una vera e propria rassegna dal titolo “Musica d’autore”, sotto la regia del musicista cesenate Guido Pistocchi. Tre le serate in programma, che si svolgeranno nella cornice dei giardinetti Savelli. La rassegna è organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Cesena ed è stata resa possibile grazie al contributo di Amadori e altri sponsor.

Il primo appuntamento è per venerdì 16 luglio, alle ore 21,30, con un cast di grande rilievo. Si esibirà, infatti, l’orchestra Dixieland All Stars di Roma che vedrà schierati, accanto a Guido Pistocchi (tromba e voce), Luca Vellotti (clarinetto – sax), Checco Coniglio (trombone), Adriano Urso (pianoforte), Gegè Munari (batteria), Giorgio Rosciglione (contrabbasso). Ad arricchire la serata la partecipazione straordinaria del maestro Lino Patruno e del cantante Clive Riche.

Gli appuntamenti successivi con il jazz saranno nel mese di agosto: venerdì 6 salirà alla ribalta il violinista Riccardo Pellegrino, mentre il 27 agosto la serata vedrà protagonisti nella prima parte il quintetto jazz Tamburini – Borsari e nella seconda parte Guido Pistocchi nelle vesti di cantante.

L’ingresso ai concerti è gratuito.
(Sesto Potere)

Italia: fanalino di coda nel rispetto della normativa ambientale UE

Verdi/ALE al Parlamento europeo
Comunicato Stampa – Bruxelles, 15 luglio 2004
Italia: fanalino di coda nel rispetto della normativa ambientale UE
È di oggi la notizia che la Commissione europea sta portando avanti diversi procedimenti di infrazione nei confronti dell’Italia.
Nello specifico, all’Italia si contestano 28 casi di mancato recepimento della normativa ambientale UE.
La Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte europea di giustizia per una serie di infrazioni legate alle discariche industriali e allo smaltimento dei rifiuti, all’assenza di valutazioni di impatto ambientale e all’inosservanza delle nuove norme sui carburanti. L’Italia ha anche violato altre importanti norme dell’UE finalizzate alla protezione dell’ambiente, come le direttive sulla qualità dell’aria e dell’acqua, sulla protezione dello strato di ozono, sul mutamento climatico e sull’inquinamento da fonti industriali.
Monica Frassoni, Presidente del Gruppo Verdi/ALE al Parlamento europeo, ha così commentato la notizia:
“È triste constatare che il nostro Paese è tra quelli col maggior numero di procedure d’infrazioni aperte in materia ambientale. Purtroppo possiamo continuare a parlare di un “caso Italia” a livello di Unione europea ed i cittadini italiani ormai sono cittadini europei di serie B per quanto riguarda l’ambiente in cui vivono.
“Il Governo Berlusconi persiste impunemente in una situazione di illegalità e anzi agisce a livello legislativo per indebolire il già fragile sistema giuridico di protezione dell’ambiente in Italia. Il fatto che dei 43 avvertimenti lanciati oggi dalla Commissione, ben 28 riguardino l’Italia, dimostra che nel nostro Paese c’è un reale problema di carattere strutturale per quanto concerne la legislazione ambientale.”

“Nella legislatura che sta per cominciare continuerò a battermi al Parlamento europeo affinché il diritto alla salute e ad una buona qualità di vita dei cittadini italiani, come sancito dai trattati europei, sia tutelato come quello degli altri cittadini europei.”
Nota per l’editore:
La procedura di infrazione comunitaria: L’articolo 226 del trattato conferisce alla Commissione la facoltà di avviare un’azione legale nei confronti di uno Stato membro che non adempie ai propri obblighi. Se la Commissione ritiene che vi possa essere un’infrazione rispetto al diritto comunitario che giustifica l’apertura della procedura di infrazione, essa invia una “lettera di costituzione in mora” (o primo ammonimento scritto) allo Stato membro interessato, intimandogli di presentarle le proprie osservazioni entro un determinato termine, di solito fissato a due mesi.

Alla luce della risposta o mancata risposta dallo Stato membro interessato, la Commissione può decidere di inviare un “parere motivato” (o “secondo ammonimento scritto” o “ammonimento scritto finale”) allo Stato membro, in cui illustra in modo chiaro e univoco i motivi per cui ritiene che sussista una violazione del diritto comunitario e lo sollecita a conformarsi entro un determinato termine (di solito due mesi).

Se lo Stato membro non si conforma al parere motivato, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia delle Comunità europee. L’articolo 228 del trattato conferisce alla Commissione il potere di agire contro uno Stato membro che non si sia conformato ad una precedente sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee. Sempre a norma dell’articolo 228, la Commissione può chiedere alla Corte di infliggere sanzioni pecuniarie allo Stato membro interessato.

Monica Frassoni
Deputata al Parlamento Europeo
Presidente Gruppo dei Verdi/ALE
Bureau ASP 8G202
Parlamento Europeo, Rue Wiertz
B-1047 Bruxelles
Tel. +32 2 2847932, Fax +32 2 2849932
(Strasburgo) Tel. +33 3 88177932, Fax. +33 3 88179932

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