Acqua

Sul congresso di Rifondazione Comunista e sulla Sinistra Italiana

Dopo il congresso di Rifondazione alcuni prendono le distanze su future alleanze (vedi Veltroni & Soci), altri decretano la morte della sinistra.
A me pare del tutto logico che la linea di Rifondazione Comunista sia quella di portare avanti un partito comunista in Italia. Mi pare molto più strano che un partito con questo nome e questa storia faccia tutt’altro senza cambiare persone, cultura e linguaggio politico.

La discussione non dovrebbe essere incentrata su quanto comunista vuole diventare Rifondazione, ma cosa vogliono fare gli italiani del loro futuro, e costruire sulla base di un consenso che esiste la risposta a queste esigenze.

Oggi in Italia non esiste nessun partito collocato politicamente tra Rifondazione, PDCI e Partito Democratico, capace di esprimere una politica socialista innovativa, fondata su diritti e doveri, sulla laicità dello Stato, sul rispetto per l’ambiente e sul rispetto della legalità. Ma esiste lo spazio per la sua nascita?

Gran parte di chi piange oggi per il risultato del congresso di Rifondazione, come Gilioli, nè è direttamente responsabile per aver votato e sostenuto il Partito Democratico. Un partito di sinistra non comunista poteva nascere con i voti della gente, pochissimi mesi fa. E’ straordinario come ci si dimentichi che questo progetto è morto per mancanza di voti, non per mancanza di una volontà.

Se esiste questo spazio, prima o poi qualcuno lo coprirà. Tra l’altro trovo molto sgradevole che ci si lamenti della situazione senza proporsi in prima persona per costruire un progetto nuovo. Niente vieta a nessuno di fare gruppi che si costituiscano in un partito simile in Italia. Se ci sono le persone che credono che ci sia una sensibilità diffusa di questo tipo, ben venga un nuovo partito che le raccolga.

Dubito che possa nascere secondo schemi geometrici e linee mediane basate su argomentazioni ottocentesche: bisogna iniziare a confrontarsi su insiemi di idee, non su quanta percentuale di sinistra si ha nel DNA. Oggi forse questi schemi non hanno più senso, dal momento che su grandi temi come la crescita le differenze tra gli antipodi dell’ex Parlamento non si notano affatto.

I dibattiti di questi giorni mi sembrano rivolti tutti a portare acqua al mulino del Partito Democratico, che ha bisogno di un sostegno se vuole governare. Si dice che il PD si confronterà sui programmi. Bene, inizi a chiarire le sue posizioni, prima di cercare di convidiverle con gli altri. Ad oggi la sua politica è stata la mediazione tra le posizioni di Di Pietro e quelle del PDL, alla ricerca di una immagine pacata ma non troppo accondiscentente. Sfido chiunque nell’impresa di capire il programma del PD.

Invece di discutere sulle idee e le proposte che non si condividono, sarebbe ora di rimboccarsi le maniche e crearne una credibile, non pensate?

In Francia fiumi contaminati per incidente in una centrale nucleare

Beh, se il rischio per la popolazione è minimo
Ricorderemo questi continui incidenti quando riparleremo di nucleare?
Se non riusciamo a smaltire i rifiuti urbani, come tratteremo le scorie radioattive?
Tutte in un mucchio?

MILANO — Trenta metri cubi di acque usate contenenti 12 grammi di uranio per litro si sono riversate ieri, per cause accidentali, in due fiumi — La Gaffière e L’Auzon — nel sud della Francia. Le acque provenivano dal sito nucleare di Tricastin a Bollène, nel distretto di Vaucluse, a circa 40 chilometri da Avignone. L’allarme è rientrato quasi subito (l’incidente è avvenuto intorno alle 6,30 del mattino): l’agenzia per la sicurezza nucleare francese (Asn) ha parlato di «rischio debole per la popolazione».

Fonte: Francia, incidente nella centrale Acqua contaminata nei fiumi – Corriere della Sera

Commissione sul regolamento edilizio – Risparmio Energetico

Ieri in commissione abbiamo rivisto l’adeguamento alla Legge 20 del nostro piano regolatore, che vede l’introduzione di alcune importanti norme per l’efficienza energetica degli edifici ed il risparmio delle risorse (energia elettrica, calore , acqua).

In questo articolo trovate lo stralcio delle norme che vengono introdotte su questo punto.

Rispetto alla prima bozza c’è un sostanziale cambiamento, che è l’inclusione della direttiva regionale: Atto di indirizzo sul rendimento energetico degli edifici

Questo lo stralcio dell’allegato 3, intitolato

DISPOSIZIONI PER L’USO RAZIONALE DELLE RISORSE CLIMATICHE ED ENERGETICHE
Art. 1 – Finalità e oggetto delle Norme

Le presenti norme definiscono i requisiti relativi all’uso razionale delle risorse climatiche ed energetiche di carattere obbligatorio ai fini del conseguimento e della validità ed efficacia del titolo abilitativo edilizio.
Le norme sono articolate in quattro aree tematiche così individuate:
Prestazioni dell’involucro;
Efficienza energetica degli impianti;
Fonti energetiche rinnovabili;
Sostenibilità ambientale.
Le disposizioni del presente allegato, per le parti relative ai punti a, b, e c del precedente comma, integrano quanto previsto dall’”Atto di indirizzo e coordinamento sui requisiti di rendimento energetico e sulle procedure di certificazine energetica degli edifici” approvato con deliberazione dell’Assemblea della Regione Emilia-Romagna del 4 marzo 2008, n. 156 che qui viene integralmente recepito.

AREA TEMATICA: PRESTAZIONI DELL’INVOLUCRO
Art. 2 – Orientamento dell’edificio

La posizione degli edifici all’interno di un lotto deve privilegiare il rapporto tra l’edificio e l’ambiente allo scopo di migliorare il microclima interno e di sfruttare al meglio le risorse energetiche rinnovabili, in particolare la radiazione solare.
In assenza di documentati impedimenti di natura tecnica e funzionale, in particolare in riferimento ad :
allineamenti prevalenti nel contesto specifico di assetti insediativi consolidati
maglia stradale e relative fasce di rispetto
allineamenti predefiniti nei piani attuativi
progettazione di PUA con orientamento predefinito in relazione al tessuto preesistente, alla maglia della centuriazione romana ecc.

gli edifici di nuova costruzione, nonchè quelli derivanti dall’intervento di demolizione e ricostruzione, devono rispettare le seguenti disposizioni:
l’asse longitudinale principale deve essere posizionato lungo la direttrice Est-Ovest, con una tolleranza di 45°;
le interdistanze tra edifici all’interno dello stesso lotto devono garantire, nelle peggiori condizioni stagionali (21 dicembre), il minimo ombreggiamento possibile sulle facciate;
gli ambienti nei quali si svolge la maggior parte della vita abitativa devono essere disposti, laddove le condizioni tecniche lo consentano, a Sud-Est, Sud e Sud-Ovest mentre gli spazi che hanno meno bisogno di riscaldamento e di illuminazione (box, ripostigli, lavanderie e corridoi) devono essere disposti lungo il lato Nord e servire da cuscinetto fra il fronte più freddo e gli spazi più utilizzati;
le aperture massime devono essere collocate da Sud-Est a Sud-Ovest, mentre a Est saranno minori ed a Nord saranno ridotte al minimo indispensabile.
È possibile concedere deroghe se il progettista redige una relazione tecnica nella quale dimostra che la soluzione proposta offre gli stessi vantaggi energetici.
Art. 3 – Controllo del soleggiamento

Negli interventi di nuova costruzione, di demolizione e ricostruzione e di ristrutturazione integrale le parti trasparenti delle pareti perimetrali esterne devono essere dotate di dispositivi che consentano la schermatura nella stagione estiva e l’oscuramento.
Le schermature fisse devono essere congruenti con l’orientamento in cui vengono utilizzate e posizionate (non schermanti in inverno); le schermature costituite da vegetazione devono essere formate da essenze a foglia caduca.
Il requisito è espresso come percentuale della superficie schermata rispetto alla superficie di ciascuna apertura e/o serramento rivolto verso sud. Tale percentuale deve essere superiore al 50%. La verifica del requisito deve essere effettuata con riferimento alla posizione del sole e alla radiazione solare incidente alle ore 13.00 ed alle ore 15.00 del 25 luglio.
Le norme indicate ai punti 1, 2, 3 del presente articolo non si applicano agli interventi relativi ad edifici destinati ad attività industriali, artigianali ed assimilabili per le zone di lavorazione, magazzino e deposito.
In tutti gli interventi di nuova costruzione ad uso terziario, artigianale ed industriale con superfici di copertura verniciabile è obbligatoria la tinteggiatura delle suddette superfici con vernici ad elevata capacità di riflessione della radiazione solare.
Art. 4 – Isolamento termico dell’involucro degli edifici nuovi
Negli interventi di nuova costruzione, di demolizione e ricostruzione e di ristrutturazione integrale valgono le seguenti disposizioni:
nel calcolo della H.f. (altezza delle fronti) relativamente ai limiti massimi di altezza delle singole zone o sottozone, i solai fuori terra di spessore maggiore di 30 e non superiore ai 45 cm, vengono convenzionalmente calcolati di spessore pari a 30 cm;
nel calcolo del volume V, i solai fuori terra di spessore maggiore di 30 e non superiore ai 45 cm, vengono convenzionalmente calcolati di spessore pari a 30 cm;
per spessori superiori ai 45 cm viene convenzionalmente detratto dal calcolo lo spessore di 15 cm;
le murature perimetrali esterne dell’edificio di spessore maggiore di 30 e non superiore ai 55 cm, vengono convenzionalmente calcolate di spessore pari a 30 cm;
per spessori superiori ai 55 cm viene convenzionalmente detratto dal calcolo lo spessore di 25 cm;
tali riduzioni non si applicano nel calcolo dell’indice di visuale libera V.L., delle distanze dai confini D.c., dalle strade D.s. e per le distanze minime tra gli edifici D.f..
Art. 5 – Isolamento termico dell’involucro degli edifici esistenti

Negli interventi su edifici esistenti l’aumento di spessore delle murature esterne, fino a 15 cm, realizzato per esigenze di isolamento termico è considerato un corpo tecnico per il quale non si applicano i limiti previsti per D.f., V.l., D.c., D.s. Sono fatte salve le norme del codice civile.

AREA TEMATICA: EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI IMPIANTI
Art. 6 – Efficienza degli impianti elettrici

Le condizioni ambientali negli spazi per attività principale, per attività secondaria (spazi per attività comuni e simili) e nelle pertinenze devono assicurare un adeguato livello di benessere visivo, in funzione delle attività previste.
Per i valori di illuminamento da prevedere in funzione delle diverse attività è necessario fare riferimento alla normativa vigente.
L’illuminazione artificiale negli spazi di accesso, di circolazione e di collegamento deve assicurare condizioni di benessere visivo e garantire la sicurezza di circolazione degli utenti.
È obbligatorio per gli edifici pubblici e del terziario, e per le sole parti comuni degli edifici residenziali, l’uso di dispositivi che permettano di controllare i consumi di energia dovuti all’illuminazione, quali interruttori locali, interruttori a tempo, controlli azionati da sensori di presenza, controlli azionati da sensori di illuminazione naturale.

In particolare:
per gli edifici residenziali (vani scala interni e parti comuni): installazione obbligatoria, ai fini della riduzione dei consumi elettrici, di interruttori crepuscolari per l’illuminazione esterna, interruttori a tempo o controlli azionati da sensori di presenza nelle parti comuni interne;
per gli edifici del terziario e pubblici: obbligatoria l’installazione di dispositivi per la riduzione dei consumi elettrici (interruttori a tempo, sensori di presenza, sensori di illuminazione naturale, ecc.) così come sopra indicato.

Area Tematica 3. FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI
Art. 7 – Impianti solari termici

I collettori solari devono essere installati su tetti piani, su falde e facciate non esposte a Nord, fatte salve le disposizioni indicate dalle norme vigenti per immobili e zone sottoposte a vincoli.
In centro storico al fine di ridurre l’impatto visivo degli elementi è fatto obbligo di usare pannelli integrati nel tetto complanari ad esso e sostitutivi del manto di copertura e posizionati preferibilmente sulla falda opposta al fronte stradale principale. Il serbatoio di accumulo dell’acqua deve essere posizionato all’interno dell’involucro edilizio. In caso di diverso posizionamento dei pannelli solari e del serbatoio la valutazione sarà demandata alla CQAP.
L’inserimento di pannelli solari in edifici di valore storico, da attuarsi con le stesse modalità indicate al punto precedente, è soggetto alla valutazione della CQAP.
Art. 8 – Impianti solari fotovoltaici

I pannelli fotovoltaici devono essere installati su tetti piani, su falde e facciate non esposte a Nord, fatte salve le disposizioni indicate dalle norme vigenti per immobili e zone sottoposte a vincoli.
In centro storico ed in edifici di valore storico presenti in tutto il territorio comunale, al fine di ridurre l’impatto visivo degli elementi, è fatto obbligo di usare pannelli integrati nel tetto, complanari ad esso e sostitutivi del manto di copertura e posizionati preferibilmente sulla falda opposta al fronte stradale principale; in caso di diverso posizionamento dei pannelli solari la valutazione sarà demandata alla CQAP.
Area Tematica 4. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Art. 9 – Contabilizzazione individuale dell’acqua potabile

Al fine della riduzione del consumo di acqua potabile si introduce la contabilizzazione individuale obbligatoria del consumo di acqua potabile, così da garantire che i costi per l’approvvigionamento di acqua potabile sostenuti dall’immobile vengano ripartiti in base ai consumi reali effettuati da ogni singolo proprietario o locatario, favorendo comportamenti corretti ed eventuali interventi di razionalizzazione dei consumi.
Tale obbligo va applicato a tutti gli edifici di nuova costruzione, mentre per gli edifici esistenti il provvedimento si applica nel caso di rifacimento della rete di distribuzione dell’acqua potabile.
La contabilizzazione dei consumi di acqua potabile si ottiene attraverso l’applicazione di contatori volumetrici regolarmente omologati CE.
Art. 10 – Riduzione del consumo di acqua potabile

Negli interventi di nuova costruzione e in quelli in cui è previsto il rifacimento dell’impianto idrico – sanitario è obbligatoria, al fine della riduzione del consumo di acqua potabile, l’adozione di dispositivi per la regolazione del flusso di acqua dalle cassette di scarico dei servizi igienici, in base alle esigenze specifiche.
Le cassette devono essere dotate di un dispositivo comandabile manualmente che consenta la regolazione, prima dello scarico, di almeno due diversi volumi di acqua: il primo compreso tra 7 e 12 litri e il secondo compreso tra 5 e 7 litri.
Per gli edifici esistenti il provvedimento si applica nel caso di rifacimento dell’impianto idrico – sanitario.
Art. 11 – Recupero acque piovane

Al fine della riduzione del consumo di acqua potabile, è obbligatorio, nelle nuove costruzioni con più di quattro unita immobiliari, fatte salve necessità specifiche connesse ad attività produttive con prescrizioni particolari, l’utilizzo delle acque meteoriche, raccolte dalle coperture degli edifici, per l’irrigazione del verde pertinenziale, la pulizia dei cortili e dei passaggi.
Le coperture dei tetti devono essere munite tanto verso il suolo pubblico quanto verso il cortile interno e altri spazi scoperti, di canali di gronda impermeabili, atti a convogliare le acque meteoriche nei pluviali e nel sistema di raccolta per poter essere riutilizzate.
Gli edifici di nuova costruzione, con una superficie destinata a verde pertinenziale e/o a cortile superiore a 30 m2, devono dotarsi di una cisterna per la raccolta delle acque meteoriche, di un adeguato sistema di pompaggio per fornire l’acqua alla pressione necessaria agli usi suddetti.
La cisterna per la raccolta delle acque meteoriche deve avere le seguenti caratteristiche:
volume minimo: 0.015 m3 ogni m2 di superficie scoperta (superficie fondiaria Sf detratta la superficie coperta Sq);
sistema di filtratura per l’acqua in entrata;
sfioratore sifonato collegato alla fognatura per gli scarichi su strada per smaltire l’eventuale acqua in eccesso.
La norma non si applica nelle zone BV, E e nelle aree destinate a dotazioni territoriali.

Un DPEF anche per l’ambiente

Il documento di Programmazione Economico-Finanziaria appena approvato contiene diversi vantaggi. Come abbiamo letto sulla stampa di questi giorni alcuni tra i più importanti riguardano pensioni basse, giovani, ammortizzatori sociali, infrastrutture e ricerca.
Ma molti capitoli di questo documento sono incentrati sull’ambiente, come scrive anche il Ministro Pecoraro Scanio sul suo blog.

Partiamo dal clima.
Si è stabilito che bisogna “coniugare la necessità di garantire le risorse energetiche per sostenere la crescita economica con la tutela delle risorse naturali e i cambiamenti climatici. Efficienza energetica e sviluppo delle fonti rinnovabili e pulite, rappresentano anche la strada per la riduzione della dipendenza energetica dall’estero, condizione particolarmente sensibile nel nostro Paese.”
Per questo “Le linee generali di intervento proposte dall’Europa richiederanno all’Italia un deciso aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili”.
Ed “Il Governo italiano si impegna, inoltre, a favorire l’uso sostenibile delle biomasse e dei biocombustibili, favorendo filiere nazionali da realizzarsi in collaborazione con gli operatori agricoli che nel settore dell’agro-energia possono trovare ampi spazi di crescita.”

Nel DPEF si identificano poi 5 ambiti di azione che richiamano le priorità ambientali dell’Unione Europea:

* Azioni di tutela ambientale con nuove regole che derivano dall’applicazione dell’autorizzazione ambientale integrata (IPPC) e del regolamento comunitario sul controllo e registrazione delle sostanze chimiche (REACH). Altrettanto deve essere fatto in relazione agli impianti industriali a rischio d’incidente rilevante ricadenti sotto le disposizioni della Direttiva Severo.
* Una corretta gestione del territorio è indispensabile per trovare misure di ‘adattamento’ che saranno individuate a conclusione della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici capaci di arginare situazioni estreme, aggravate dai mutamenti climatici in corso. Riguardo a questo, si ribadisce la centralità della Direttiva Acque che consente una visione integrata della gestione idrica e pone come obiettivo fondamentale il miglioramento della qualità delle acque…
* L’Italia dovrà rafforzare l’azione nel settore della biodiversità, sia mantenendo alto il sostegno alle aree protette, sia attraverso interventi per la tutela di specie e habitat, sia attraverso il completamento di tutti gli strumenti di programmazione e gestione, quali la carta della natura e la rete ecologica.
* Occorre procedere al recupero ambientale di siti contaminati. […] In relazione ai rifiuti, va invertita la tendenza all’aumento della produzione di rifiuti, garantita la gestione integrata del ciclo dei rifiuti e una corretta raccolta differenziata.
* La tutela dell’ambiente marino richiede che vengano individuate azioni e specifici accordi che portino, in primo luogo, a una maggiore tutela delle specie più a rischio; in secondo luogo, a razionalizzare e aumentare il livello di sicurezza dei traffici, infine, a prevenire forme di inquinamento che possono aumentare gli impatti antropici sulle fasce costiere.

Ma il punto più importante del DPEF, ritengo sia quello sugli Obiettivi di Kyoto che mirano ad ottenere un taglio complessivo delle emissioni di oltre 70 milioni di tonnellate.

Ed eccoli, gli interventi previsti:

Contrasto ai Cambiamenti climatici e al suoi effetti

TRASPORTI
Predisposizione di un Piano Nazionale sulla Mobilità Sostenibile nelle aree urbane in situazione di crisi ambientale che porti a un forte potenziamento del trasporto pubblico;
Parametrazione della tassa di circolazione in base alle emissioni di C02 per chilometro;
Facilitazione di accesso alla rete di distribuzione di gas metano a uso di autotrazione;
Promozione di utilizzo collettivo di mezzi di mobilità (car-sharing, car-pooling, ecc.);
Realizzazione di infrastrutture utili al trasporto collettivo elettrificato;
Diversificazione del trasporto merci su lunghe distanze a favore di trasporto su rotaia e cabotaggio, nonché promozione dell’intermodalità;
Conversione del trasporto pubblico a trazione elettrica e/o a carburanti a basso tasso di emissioni di C02 (metano, biocarburanti, GPL, ecc.);
Estensione e facilitazione di accesso, nonché promozione della sicurezza, ad aree pedonali e piste ciclabili in ambiente urbano;
Agevolazione alla conversione dei mezzi di trasporto privati a trazione elettrica e/o a carburanti a basso tasso di emissioni di CO2 (metano, biocarburanti, GPL, ecc);
Incentivi alla conversione della flotta circolante ai limiti previsti dallo standard Euro 5;
Istituzione di un mercato di scambio regionale dì quote di emissione per interventi in settori non regolamentati dall’ordinamento comunitario;
Promozione di un adeguato sistema di monitoraggio volto a sostenete l’introduzione del trasporto aereo nel sistema emission trading in ambito comunitario.

ENERGIA TERMOELETTRICA
Rimodulazionc della fiscalità dell’energia elettrica sulla base di benchmark unico di emissione pct KWh prodotto;
Promozione impianti di piccola trigenerazione diffusa e di cogenerazione;
Graduale adeguamento della rete di distribuzione rispondente alle necessita della produzione energetica diffusa;
Graduale programmazione della sostituzione di fonti fossili ad alta emissione di C02.

FONTI RINNOVABILI
Revisione dei meccanismi di incentivo di produzione elettrica da fonti rinnovabili.attraverso l’erogazione di certificati verdi e conto energia;
Stabilizzazione degli incentivi in conto energia per sostenere la produzione di energia da fonte solare fotovoltaica e solare termodinamica a concentrazione;
Realizzazione di almeno 500 MW installati di energia da fonte solare termodinamica a concentrazione;
Stabilizzazione per gli incentivi volti alla promozione del solate termico per la produzione di acqua calda sanitaria, riscaldamento e raffrescamento;
Promozione teleriscaldamento per grandi utenze da solare termico (solarthermie);
Interventi di autoimprenditorialità nel comparto della produzione di componenti e tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili;
Sviluppo della piattaforma nazionale per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili;
Sviluppo del potenziale da Fonte eolica, da moto ondoso e forze maremotrici, nonché definizione delle competenze per interventi off-shore;
Incentivazione e semplificazione autorizzativa dell’uso del micro e piccolo eolico e del micro-idroelettrico;
Promozione dell’uso della tecnica di geotermia a bassa entalpia.

EFFICIENZA E RISPARMIO ENERGETICO
Realizzazione del Piano nazionale di efficienza energetica degli edifici delle Pubbliche Amministrazioni;
Semplificazione dell’accesso da parte della Pubblica Amministrazione a meccanismi di finanziamento tramite terzi, anche con assunzione della posizione di garanzia;
Promozione del mercato dei servizi energetici;
Prolungamento dei certificati bianchi, anche al fine di farne Fonte di garanzia su posizione debitoria;
Realizzazione del Piano Nazionale dell’Illuminazione Pubblica, nonché promozione di sistemi di illuminazione ad alta efficienza;
Promozione di sistemi passivi contro la dispersione di rete;
Istituzione di un mercato di scambio regionale di quote di emissione per interventi in settori non regolamentati dall’ordinamento comunitario;
Consolidamento delle politiche atte a rinnovare il parco degli elettrodomestici a vantaggio di prodotti ad alta efficienza e basso consumo;
Coinvolgimento del sistema della Piccole e Medie Imprese per l’adozione di misure di contenimento della domanda dell’energia primaria e del suo uso efficiente, anche attraverso modifiche alla legislazione in materia di appalti pubblici per beni e servizi.

RICICLAGGIO RIFIUTI
Definizione di obiettivi minimi di riciclaggio di materiali provenienti dalla raccolta differenziata di rifiuti solidi urbani, ai fini dell’assegnazione dei certificati bianchi;
Incentivazione della produzione di biogas proveniente dalla digestione anaerobica della materia organica, inclusa quella proveniente da rifiuti solidi urbani;
Riduzione dell’uso degli imballaggi primari e promozione di imballaggi a minor contenuto di carbonio ed effettivamente riciclabili.

EDILIZIA
Promozione di misure nel settore edile per la riduzione della domanda di energia primaria;
Armonizzazione del regolamenti edilizi anche ai fini della piena applicazione del D. Lgs. 311/2006;
Defiscalizzazione delle tecniche di bioedilizia nella nuova edificazione e nella ristrutturazione del patrimonio immobiliare esistente;
Promozione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento a bassa intensità energetica;
Stabilizzazione degli interventi fiscali volti al miglioramento energetico degli edifici;
Introduzione di parametri di risparmio energetico e idrico tra i criteri prioritari di accesso a finanziamenti e contratti pubblici nel settore edile.

AGRICOLTURA E FORESTE
Incremento della microcogenerazione da biomasse legnose, da scarti e residui agricoli e della trasformazione alimentare;
Interventi, di promozione di energie rinnovabili per il riscaldamento delle serre;
Promozione della produzione di biocarburanri da filiera corta;
Promozione delle pratiche agricole che consentono l’incremento del contenuto di carbonio nel suolo;
Istituzione e mantenimento del Registro dei SINK forestali di carbonio.

DIFESA E CONSUMO DEL SUOLO
Misure di conservazione del suolo organico anche ai fini dell’assorbimento della CO2;
Riformulazione della normativa in materia urbanistica finalizzata alla riduzione del consumo del territorio e alla difesa del paesaggio;
Definitone di Piani di salvaguardia costiera anche ai fini dell’adattamento ai cambiamenti climatici;
Parametrazione, in occasione dei trasferimenti erariali dallo Stato agli End locali, di adeguati criteri premiali per la conservazione del territorio;
Completamento delle operazioni di bonifica dei siti contaminati, nonché promozione, agevolazione e semplificazione al fine della stipula di accordi di programma, anche
finalizzati alla riconversione a siti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

BIODIVERSITA’ E AREE PROTETTE
Definizione di un Piano di Protezione della Biodiversità volto alla salvaguardia delle aree di maggior vulnerabilità climatica;
Completamento della Rete Natura 2000, della Carta della Natura e della Rete Ecologica;
Armonizzazione delle competenze istituzionali per la programmazione di aree vaste, in particolare montane e fluviali;
Impegno al raggiungimento degli obiettivi individuati a livello internazionale nella Convenzione per la Salvaguardia della Biodiversità, noto come Contdown 2010;
Rafforzare la rete della aree marine protette e dei parchi geominerari.

ACQUA E RISPARMIO IDRICO
Rifinanziamcnto del Piano Irriguo Nazionale finalizzato alla manutenzione e all’ammodernamento della rete e delle infrastrutture e all’incremento della capacità di
invaso;
Promozione delle tecnologie di risparmio idrico per l’irrigazione e il settore agricolo, nonché per gli usi industriali e domestici;
Rimodulazione delle tariffe di concessione per attingere le acque in falda a scopi alimentari;
Definizione del Piano di Monitoraggio dei pozzi artesiani, finalizzato anche alla repressione dei prelievi abusivi;
Definizione di una opportuna strategia volta alla prevenzione e riduzione degli inquinanti nei corpi idrici superficiali e sotterranei;
Rilancio della Direttiva Acque 2000/60/CE anche attraverso la definizione dei distretti Idrografici.

INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Definizione e regolamentazione dei Piani di Innovazione Strategici, volti al rafforzamento di attività di ricerca non sufficientemente remunerative, anche attraverso il ricorso a
risorse e competenze pubbliche (Università, Enti di ricerca, ENEA, ecc.);
Orientamento alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili delle risorse rientranti tra gli oneri generali di sistema gestiti dalla Cassa conguaglio per il settore
elettrico;
Istituzione dell’Italian Carbon Found per acquisizione dei Crediti di Emissione derivanti da meccanismi CDM e JI previsti dal protocollo di Kyoto.

Nei prossimi giorni cercheremo di capire insieme quanto questo DPEF sia innovativo per la difesa dell’ambiente.

Politiche incentivanti premino le buone pratiche

Mostra didattica Patto per il ClimaIl Convegno e la mostra degli esempi pratici per una economia verde hanno riscosso un bel successo anche a Forlì. Nella giornata del 15 Giugno sono state presentate diverse esperienze concrete che dimostrano come sia possibile basare la propria attività imprenditoriale su attività che riducano il nostro peso sul territorio che ci circonda, permettendo risparmi economici ingenti oltre che indubbi benefici ambientali.

Tra le altre l’esperienza di Casa Clima, che riesce a raggiungere costi annuali di riscaldamento delle abitazioni di circa 120€ l’anno, che raffrontato alle nostre attuali bollette del gas rappresenta una cifra impressionante. Oppure Formula Servizi, che risparmia ogni anno 32 milioni di litri di acqua e 27’000 kg di detergenti l’anno con la microfibra. O ancora l’UNPI elettronica con il suo sistema per l’illuminazione pubblica, che portato sulla nostra provincia porterebbe ad un risparmio di 13 milioni di euro in cinque anni.

Questi sono solo alcune delle decine di esempi di altissimo livello che sono stati portati all’attenzione del pubblico e dei parlamentari presenti, che verranno divulgati attraverso il sito dei Verdi a partire dai prossimi giorni.

Giornate come questa dimostrano che l’imprenditoria innovativa ed i cittadini sono disponibili ad un cambiamento di rotta, specie se sostenuti da scelte politiche incentivanti che premino le buone pratiche e favoriscano la dismissione delle tecnologie obsolete, che oggi il nostro pianeta e le nostre città non possono più permettersi di sostenere. I primi passi sono stati fatti con la finanziaria ed il nuovo conto energia, con gli incentivi ai veicoli elettrici e con lo stop degli incentivi agli inceneritori, ma molto altro si può fare coordinando le varie forze impegnate su questo fronte.

Gli atti ed i video del convegno verranno pubblicati su www.verdiforlicesena.org/patto-clima

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