Ambiente

Consumare meno acqua grazie ai dispersori di spruzzo per lavandini

La siccità di quest’anno richiama l’opinione pubblica sull’importanza dell’acqua e di un utilizzo corretto delle risorse idriche.
Purtroppo i consigli su come sprecare meno risorse vengono fuori solo quando il bene consumato è scarseggiante, invece di essere ripetuti costantemente per entrare nell’uso comune.
Al di là di queste considerazioni, oltre ai consigli già trasmessi in televisione, c’è un metodo veramente poco impegnativo per ridurre i consumi di acqua, e consiste nell’applicare alle docce ed ai lavandini un dispersore di spruzzo.
Water Areator
Questi congegni, dal costo di circa 3-4 euro, permettono una riduzione consistente dei consumi, grazie all’aumento della pressione che forniscono al getto. Come quando laviamo l’auto con la gomma utilizziamo il pollice per chiudere parte del foro ed aumentare la forza del getto, allo stesso modo questi obbligano l’acqua a passare per un foro ristretto, permettendoci di usare meno acqua per ottenere la stessa forza per lavare i piatti. Con lo stesso semplice oggetto è inoltre possibile scegliere due tipi di getti: a doccia e normale, per consentire l’uso più appropriato dell’acqua in base all’esigenza.
Lo stesso principio si può applicare anche alle docce, permettendo una riduzione dei consumi, della spesa ed un utilizzo più appropriato di una risorsa così importante.
Water Areator
Una volta applicato non dobbiamo fare altro per anni, risultando una scelta molto poco impegnativa.
Quello delle foto è il modello della Siroflex, ditta italiana, che si chiama “Double Action Kitchen Aerator” e si trova in tutte le ferramenta.
Il becco è standard e universale, ed è applicabile a qualsiasi lavandino.

Abbasso consumi = maggiore vendita auto

Questa equazione non necessiterebbe di molte spiegazioni. Eppure sembra non essere così scontata come si pensa.

Abbiamo infatti finanziato per anni la rottamazione dei vecchi veicoli, senza considerare attentamente quali nuovi modelli venivano acquistati, chiamando questa operazione “Ecoincentivi”.
Finiti gli ecoincentivi, ecco che crolla il mercato dell’auto: non credo sia una cosa assurda, visto che da un mese all’altro il prezzo dell’auto aumenta di 4000 euro, ed i cittadini non sono poi così stupidi.

Ed ecco che la Fiat dichiara che le proprie vendite sono in calo, e decide di licenziare 10000 lavoratori (all’estero, così non si rischia nessuna protesta in Italia contro la casa automobilistica).
Beppe Grillo, andato ai cancelli con la Smile, l’auto di Greenpeace che fa 100 km con 3 litri basata su modifiche alla Renault Twingo, inizia il suo discorso di protesta affermando che per vendere auto bisogna fare auto che consumino poco, che siano finalmente frutto di un progresso tecnologico.

La Fiat, sicuramente senza tenere in considerazione nemmeno per un attimo Grillo, porta a termine lo sviluppo della nuova Punto, il suo asso nella manica per una ripresa economica. Ed in venti giorni raccoglie 32000 prenotazioni in Italia e 70000 in Europa, segno che il modello piace.

Analizzando con attenzione i dati che ci propongono i quotidiani, notiamo che il 35% di questi ordini coinvolge la serie Diesel Multijet a 16V, 1300 di cilindrata, contro il 6% di mercato che aveva totalizzato il diesel nel vecchio modello di Punto.

Perchè di questo incremento?
Basta guardare i dati di consumo di questo gioiellino: 4,5 litri per 100 chilometri contro i 6 che contraddistingono la vecchia Punto.

Può darsi che i consumatori inizino a svegliarsi: il carburante costa caro al portafoglio ed alle vite umane (la guerra in Iraq non è poi così accantonata, se continuano a morire soldati americani, eppure è stata già bollata come terminata…).

Cara Fiat, continua così: non vogliamo altri SUV, vogliamo auto che ci permettano di arrivare a destinazione nella maniera più sicura possibile, con la spesa economica ed ambientale minore possibile.

Speriamo, inoltre, che i prossimi ecoincentivi vengano rivolti con un occhio particolare a questo tipo di auto a bassa emissione di CO2 e a basso consumo: solo così potrebbero fregiarsi del prefisso “Eco”.

Speriamo che la nuova Lancia Ypsilon segua la stessa strada, magari ritoccando ulteriormente i consumi verso il basso.

Speriamo che si arrivi alla produzione dell’auto che faccia 100km con un litro, le tecnologie ci sarebbero.

Speriamo.

La nuova Punto a 5 Porte

Guida al consumo critico, edizione 2003

La nostra responsabilità di abitanti e custodi del pianeta non si esaurisce infilando una o più schede nell’urna. In realtà noi votiamo ogni giorno, continuamente.

Ogni volta che mangiamo, ci vestiamo, facciamo la spesa; compriamo un giornale o un libro; andiamo al cinema o rimaniamo in casa a vedere la Tv.

Ognuna delle migliaia di scelte che compiamo quotidianamente ci carica di una precisa responsabilità; esprime il nostro consenso o meno nei confronti di un sistema economico e quindi politico. Con le nostre piccole scelte quotidiane possiamo dire si al riscaldamento del pianeta o no al taglio delle foreste pluviali; si all’inquinamento dell’aria o no alla globalizzazione.
Insomma votiamo continuamente, e di questo è bene esserne consapevoli.

Questa guida si propone di aiutare il consumatore nella scelta dei prodotti, aggiungendo ai parametri di questa scelta che compiamo ogni giorno la consapevolezza che ogni azienda adotta e favorisce politiche economiche di grande impatto nel nostro sistema, sia sull’ecologia che sugli equilibri politici degli stati mondiali.
Quando facciamo il pieno alla Esso, sappiamo di aver contribuito alla scelta di fare guerra all’Iraq.

Non basta una bandiera a far capire le noste opinioni alle grandi multinazionali, dobbiamo cercare di colpirle proprio nell’economia di queste grosse aziende.

Se il business muove politica ed ecologia (Il protocollo di Kyoto insegna), allora la politica e l’ecologia devono influenzare anche il business, per non arrivare ad un vicolo cieco.

Guida al consumo critico

Lettera Aperta per dire No alle Scorie in Sardegna

La Sardegna corre un grave pericolo: una società governativa ha diramato l?identikit del sito ideale per lo stoccaggio delle scorie radioattive, 55 mila tonnellate di residui provenienti – tra l’altro – dalle centrali nucleari italiane. In pratica, la descrizione corrisponde in tutto e per tutto alla Sardegna.

Un simile progetto – se realizzato – rischia di affossare definitivamente l’isola e di colpire non solo i sardi ma tutti gli italiani e gli europei. Anni di mancato sviluppo hanno portato un solo grande vantaggio: la natura dell’isola è unica, insostituibile, meravigliosa e rappresenta un patrimonio comune che non deve essere distrutto.

Vogliamo oggi dar fiato alla voce di quanti dicono no alle scorie attraverso una serie di iniziative lanciate anche sul nostro portale www.tiscali.it.

L’appello è stato già raccolto da donne e uomini di cultura, ambientalisti, imprenditori, gente comune di tutti i partiti e senza alcuna intenzione nascosta che travalichi il nostro impegno: dire no alle scorie in Sardegna.

La speranza comune è che da oggi in poi ci si impegni di più nella ricerca di fonti energia pulite e nella tutela del patrimonio ambientale della Sardegna, dell’Italia e del Mondo.

Aderite anche voi, dite no alle scorie radioattive in Sardegna.

Non posso che aderire all’iniziativa, e chiedere di fare lo stesso anche ai visitatori di questo blog:
Firma la petizione

Le auto ibride

Nel 1997 la Toyota ha immesso sul mercato un’auto ibrida con motore a benzina ed elettrico. Mentre in occidente ci chiediamo ancora se questo sia possibile, in giappone questo è ormai realtà:

Toyota Prius

L’auto include diverse innovazioni, che potrebbero essere incluse senza problemi nella gran parte dei nostri veicoli, se solo ci fosse un pò di rispetto per l’ambiente e per il consumo di petrolio.
Il motore, a macchina ferma, si spegne da solo, per ripartire alla pressione dell’acceleratore. Nelle code e nei semafori, punto critico per lo smog di tutte le grandi metropoli, emissione di inquinanti zero.
In frenata, poi, l’auto utilizza la riduzione di energia cinetica per ricaricare le batterie. In discesa, per fare un esempio, i freni non si surriscaldano e si fa il pieno.
L’idea non è poi così strana: quando si accelera si trasforma combustibile in energia cinetica, mentre quando si frena si trasforma la velocità in combustibile.

Toyota Prius

I consumi, inoltre, sono bassi anche quando si utilizza il motore termico: 5,6 litri per cento chilometri sono un record per la sua classe. Nemmeno a dirlo, l’auto risponde già dei parametri Euro 4 per il controllo dell’inquinamento, requisito che diverrà obbligatorio con gli anni e che poche altre auto in vendita soddisfano al momento.
E poi diciamocelo, è bella! Poche auto possiedono economicità di consumi, buone prestazioni, alta tecnlogia e buon design.

Nel mondo ne sono in circolazione circa 50000, abbastanza se consideriamo il carattere innovativo di quest’auto ed il costo di acquisizione iniziale ancora abbastanza elevato. Parlo di costo di acquisizione iniziale, perché un’auto del genere fa risparmiare un sacco di soldi, nel tempo, e quindi riesce ad ammortizzare i 25000 euro richiesti.
Considerando il numero di auto con prezzo superiore che circolano oggi, molte delle quali con meno accessori in dotazione, viene da chiedersi perché quest’auto, assieme alle altre ibride in circolazione, non possa vendere ancora di più.

La soluzione al quesito, come quasi spesso accade, credo si possa trovare nella politica. In giappone esistono incentivi per l’acquisto di questo tipo di auto, perché permettono allo stato di risparmiare soldi per il problema dell’inquinamento e del costo sempre maggiore dell’energia.
In europa, non esistono finanziamenti di questo tipo, o quando esistono sono esigui o impossibili da ottenere.

Perché?
Se è uno scopo che ci rende uomini, è solo scopo che muove i politici?

Siccome non esistono auto ibride prodotte dalle case automobilistiche europee e statunitensi, nessun politico si sognerebbe mai di proporre un’agevolazione per l’acquisto di macchine straniere, rischiando di agevolare la concorrenza. Questo probabilmente cambierà quando case automobilistiche nostrane inizieranno la produzione di auto ibride, e sembra che questo avverrà a breve termine in Francia.

Poi ci si chiede come sarebbe possibile aiutare la Fiat in crisi: diciamo al CDA di nascosto di produrre auto ibride (che come diceva Grillo, probabilmente ci sono già ma sono nascoste nei magazzini), e poi facciamo una legge ad-hoc, per incentivare l’acquisto di queste auto, dopo che la casa abbia messo in produzione un suo modello.

Si, sarebbe una cosa sporca, ma avrebbe come risultato di pulire la nostra aria.

E fare un pò meno guerre per il petrolio.

Probabilmente, se non diamo uno scopo ai nostri politici (Italiani/Europei), nessuno produrrà leggi di questo tipo.

Intanto la Toyota va avanti, e nel 2004 uscirà la seconda versione di quest’auto, sperando che superi il successo della prima:
Toyota Prius 2004

PS: avete mai visto pubblicità che riguardino questo modello di auto? Io no.
Quindi, parlatene in giro, diffondete questa notizia, anche come semplice curiosità: siamo qui ad aspettare l’auto ad idrogeno, l’auto elettrica, l’auto che consumi poco, mentre in vendita ce ne sono già.

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