Energia

Gli scooter elettrici Vectrix a Perugia per una città più pulita e silenziosa

Gli scooter elettrici Vectrix sono stati presentati all’amministrazione del Comune di Perugia. Silenziosi, senza limiti di circolazione, con un’ottima efficienza energetica, possono essere uno strumento utile a diminuire inquinamento e traffico delle città.

Alla presentazione ha partecipato il Sindaco Locchi, al quale è stato consegnato l’attestato di “ambasciatore dell’elettrico”, ed un folto numero di autorità cittadine.

L’Azienda produttrice ha stimato un risparmio di 300’000 euro su una flotta di 100 scooter elettrici sostituiti ad altrettanti veicoli a benzina nei primi 4 anni, grazie alla diminuzione delle spese di manutenzione, carburante, tasse ed assicurazione. A questo risparmio si affiancherebbero inoltre 85’000 chilogrammi di anidride carbonica in meno in atmosfera, calcolando anche la produzione di energia elettrica necessaria per gli spostamenti e le ricariche.

Contrastare il picco del petrolio favorendo le alternative

Ricordo i sorrisini degli altri gruppi consiliari, quando anni fa in Consiglio parlavo di picco di produzione del petrolio (allora il prezzo era la metà di quello attuale). Oggi la consapevolezza su questo tema è maggiore, anche se molti credono ancora si tratti di un problema transitorio e non strutturale.
In questo momento dobbiamo porci il problema di transitare la nostra economia verso una maggiore indipendenza dalle fonti fossili, con particolare attenzione alla mobilità.
C’è chi pensa che la soluzione sia ridurre le tasse sui carburanti, ma non c’è nulla di più sbagliato.

Il problema dell’aumento dei prezzi è dovuto sostanzialmente all’aumento della domanda a fronte di uno stallo dell’offerta. Ridurre le tasse sui carburanti non inciderebbe su questo meccanismo, ed in cambio di una spesa molto ingente non si ottiene un vantaggio per i cittadini: l’ultimo incentivo di questo tipo, voluto da Bersani, valeva 2 centesimi di euro al litro ed è costato all’Italia 500 milioni di euro in un anno.

Con 500 milioni si potevano fare tante altre cose, a mio parere.
In meno di un mese gli incentivi al consumo hanno riprodotto, come era logico aspettarsi, altri aumenti che si sono mangiati totalmente la spesa pubblica.

Per questo se vogliamo aiutare i cittadini a sostenere questi rincari dobbiamo favorire da un lato la nascita di alternative, dall’altro ridurre le loro spese in altri ambiti.
Le alternative a costo zero per lo Stato sarebbero diverse, a partire dalla possibilità di trasformare le auto con motore a scoppio in elettriche (il famoso retrofit elettrico promosso da ASPO Italia e presentato dai Verdi in Parlamento, che lo ha bocciato), cosa che aumenterebbe notevolmente la vita dei mezzi e la percorrenza di km con un litro.

Per diminuire il peso sulla famiglie, invece di fare incentivi al consumo si potrebbe diminuire la pressione fiscale sul lavoro. La percentuale di aumenti derivante dall’andamento dei prezzi dovrebbe essere investita tutta sulle persone, non sulle cose e sui materiali.
Ed attraverso questo investimento si vedrebbero in generale risultati positivi anche dal punto di vista economico ed ambientale oltre che sociale: ridurre il costo del personale significherebbe ad esempio aumentare ulteriormente il vantaggio per i sistemi di raccolta differenziata (dove i costi sono di personale e non di impiantistica).

Questo andamento dei prezzi andava previsto e gestito, non ridicolizzato e poi ostacolato con strumenti inadeguati. Con un aumento più lineare dei costi del petrolio si potevano finanziare trasferimenti nella mobilità collettiva e nel trasporto pubblico, aumentare e rendere più efficiente il trasporto su treno (che come era ovvio sta aumentando l’utenza), favorire il passaggio dolce di chi lavorava grazie ai bassi costi dei carburanti verso lavori meno dipendenti dalle fonti fossili.

Non è facile, perché oggi tutto si basa sul petrolio, dall’agricoltura ai servizi, ma è necessario e siamo già in ritardo.

Quello che dobbiamo capire è che per tanti versi la società subirà profondi cambiamenti dettati dall’indisponibilità di carburanti a buon mercato, che renderà necessaria la produzione di filiera corta del cibo, l’ottimizzazione nel trasporto delle merci, la virtualizzazione di molti servizi.

Questa cosa va gestita, non subita, o le conseguenze saranno molto gravi.

In Francia fiumi contaminati per incidente in una centrale nucleare

Beh, se il rischio per la popolazione è minimo
Ricorderemo questi continui incidenti quando riparleremo di nucleare?
Se non riusciamo a smaltire i rifiuti urbani, come tratteremo le scorie radioattive?
Tutte in un mucchio?

MILANO — Trenta metri cubi di acque usate contenenti 12 grammi di uranio per litro si sono riversate ieri, per cause accidentali, in due fiumi — La Gaffière e L’Auzon — nel sud della Francia. Le acque provenivano dal sito nucleare di Tricastin a Bollène, nel distretto di Vaucluse, a circa 40 chilometri da Avignone. L’allarme è rientrato quasi subito (l’incidente è avvenuto intorno alle 6,30 del mattino): l’agenzia per la sicurezza nucleare francese (Asn) ha parlato di «rischio debole per la popolazione».

Fonte: Francia, incidente nella centrale Acqua contaminata nei fiumi – Corriere della Sera

Commissione sul regolamento edilizio – Risparmio Energetico

Ieri in commissione abbiamo rivisto l’adeguamento alla Legge 20 del nostro piano regolatore, che vede l’introduzione di alcune importanti norme per l’efficienza energetica degli edifici ed il risparmio delle risorse (energia elettrica, calore , acqua).

In questo articolo trovate lo stralcio delle norme che vengono introdotte su questo punto.

Rispetto alla prima bozza c’è un sostanziale cambiamento, che è l’inclusione della direttiva regionale: Atto di indirizzo sul rendimento energetico degli edifici

Questo lo stralcio dell’allegato 3, intitolato

DISPOSIZIONI PER L’USO RAZIONALE DELLE RISORSE CLIMATICHE ED ENERGETICHE
Art. 1 – Finalità e oggetto delle Norme

Le presenti norme definiscono i requisiti relativi all’uso razionale delle risorse climatiche ed energetiche di carattere obbligatorio ai fini del conseguimento e della validità ed efficacia del titolo abilitativo edilizio.
Le norme sono articolate in quattro aree tematiche così individuate:
Prestazioni dell’involucro;
Efficienza energetica degli impianti;
Fonti energetiche rinnovabili;
Sostenibilità ambientale.
Le disposizioni del presente allegato, per le parti relative ai punti a, b, e c del precedente comma, integrano quanto previsto dall’”Atto di indirizzo e coordinamento sui requisiti di rendimento energetico e sulle procedure di certificazine energetica degli edifici” approvato con deliberazione dell’Assemblea della Regione Emilia-Romagna del 4 marzo 2008, n. 156 che qui viene integralmente recepito.

AREA TEMATICA: PRESTAZIONI DELL’INVOLUCRO
Art. 2 – Orientamento dell’edificio

La posizione degli edifici all’interno di un lotto deve privilegiare il rapporto tra l’edificio e l’ambiente allo scopo di migliorare il microclima interno e di sfruttare al meglio le risorse energetiche rinnovabili, in particolare la radiazione solare.
In assenza di documentati impedimenti di natura tecnica e funzionale, in particolare in riferimento ad :
allineamenti prevalenti nel contesto specifico di assetti insediativi consolidati
maglia stradale e relative fasce di rispetto
allineamenti predefiniti nei piani attuativi
progettazione di PUA con orientamento predefinito in relazione al tessuto preesistente, alla maglia della centuriazione romana ecc.

gli edifici di nuova costruzione, nonchè quelli derivanti dall’intervento di demolizione e ricostruzione, devono rispettare le seguenti disposizioni:
l’asse longitudinale principale deve essere posizionato lungo la direttrice Est-Ovest, con una tolleranza di 45°;
le interdistanze tra edifici all’interno dello stesso lotto devono garantire, nelle peggiori condizioni stagionali (21 dicembre), il minimo ombreggiamento possibile sulle facciate;
gli ambienti nei quali si svolge la maggior parte della vita abitativa devono essere disposti, laddove le condizioni tecniche lo consentano, a Sud-Est, Sud e Sud-Ovest mentre gli spazi che hanno meno bisogno di riscaldamento e di illuminazione (box, ripostigli, lavanderie e corridoi) devono essere disposti lungo il lato Nord e servire da cuscinetto fra il fronte più freddo e gli spazi più utilizzati;
le aperture massime devono essere collocate da Sud-Est a Sud-Ovest, mentre a Est saranno minori ed a Nord saranno ridotte al minimo indispensabile.
È possibile concedere deroghe se il progettista redige una relazione tecnica nella quale dimostra che la soluzione proposta offre gli stessi vantaggi energetici.
Art. 3 – Controllo del soleggiamento

Negli interventi di nuova costruzione, di demolizione e ricostruzione e di ristrutturazione integrale le parti trasparenti delle pareti perimetrali esterne devono essere dotate di dispositivi che consentano la schermatura nella stagione estiva e l’oscuramento.
Le schermature fisse devono essere congruenti con l’orientamento in cui vengono utilizzate e posizionate (non schermanti in inverno); le schermature costituite da vegetazione devono essere formate da essenze a foglia caduca.
Il requisito è espresso come percentuale della superficie schermata rispetto alla superficie di ciascuna apertura e/o serramento rivolto verso sud. Tale percentuale deve essere superiore al 50%. La verifica del requisito deve essere effettuata con riferimento alla posizione del sole e alla radiazione solare incidente alle ore 13.00 ed alle ore 15.00 del 25 luglio.
Le norme indicate ai punti 1, 2, 3 del presente articolo non si applicano agli interventi relativi ad edifici destinati ad attività industriali, artigianali ed assimilabili per le zone di lavorazione, magazzino e deposito.
In tutti gli interventi di nuova costruzione ad uso terziario, artigianale ed industriale con superfici di copertura verniciabile è obbligatoria la tinteggiatura delle suddette superfici con vernici ad elevata capacità di riflessione della radiazione solare.
Art. 4 – Isolamento termico dell’involucro degli edifici nuovi
Negli interventi di nuova costruzione, di demolizione e ricostruzione e di ristrutturazione integrale valgono le seguenti disposizioni:
nel calcolo della H.f. (altezza delle fronti) relativamente ai limiti massimi di altezza delle singole zone o sottozone, i solai fuori terra di spessore maggiore di 30 e non superiore ai 45 cm, vengono convenzionalmente calcolati di spessore pari a 30 cm;
nel calcolo del volume V, i solai fuori terra di spessore maggiore di 30 e non superiore ai 45 cm, vengono convenzionalmente calcolati di spessore pari a 30 cm;
per spessori superiori ai 45 cm viene convenzionalmente detratto dal calcolo lo spessore di 15 cm;
le murature perimetrali esterne dell’edificio di spessore maggiore di 30 e non superiore ai 55 cm, vengono convenzionalmente calcolate di spessore pari a 30 cm;
per spessori superiori ai 55 cm viene convenzionalmente detratto dal calcolo lo spessore di 25 cm;
tali riduzioni non si applicano nel calcolo dell’indice di visuale libera V.L., delle distanze dai confini D.c., dalle strade D.s. e per le distanze minime tra gli edifici D.f..
Art. 5 – Isolamento termico dell’involucro degli edifici esistenti

Negli interventi su edifici esistenti l’aumento di spessore delle murature esterne, fino a 15 cm, realizzato per esigenze di isolamento termico è considerato un corpo tecnico per il quale non si applicano i limiti previsti per D.f., V.l., D.c., D.s. Sono fatte salve le norme del codice civile.

AREA TEMATICA: EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI IMPIANTI
Art. 6 – Efficienza degli impianti elettrici

Le condizioni ambientali negli spazi per attività principale, per attività secondaria (spazi per attività comuni e simili) e nelle pertinenze devono assicurare un adeguato livello di benessere visivo, in funzione delle attività previste.
Per i valori di illuminamento da prevedere in funzione delle diverse attività è necessario fare riferimento alla normativa vigente.
L’illuminazione artificiale negli spazi di accesso, di circolazione e di collegamento deve assicurare condizioni di benessere visivo e garantire la sicurezza di circolazione degli utenti.
È obbligatorio per gli edifici pubblici e del terziario, e per le sole parti comuni degli edifici residenziali, l’uso di dispositivi che permettano di controllare i consumi di energia dovuti all’illuminazione, quali interruttori locali, interruttori a tempo, controlli azionati da sensori di presenza, controlli azionati da sensori di illuminazione naturale.

In particolare:
per gli edifici residenziali (vani scala interni e parti comuni): installazione obbligatoria, ai fini della riduzione dei consumi elettrici, di interruttori crepuscolari per l’illuminazione esterna, interruttori a tempo o controlli azionati da sensori di presenza nelle parti comuni interne;
per gli edifici del terziario e pubblici: obbligatoria l’installazione di dispositivi per la riduzione dei consumi elettrici (interruttori a tempo, sensori di presenza, sensori di illuminazione naturale, ecc.) così come sopra indicato.

Area Tematica 3. FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI
Art. 7 – Impianti solari termici

I collettori solari devono essere installati su tetti piani, su falde e facciate non esposte a Nord, fatte salve le disposizioni indicate dalle norme vigenti per immobili e zone sottoposte a vincoli.
In centro storico al fine di ridurre l’impatto visivo degli elementi è fatto obbligo di usare pannelli integrati nel tetto complanari ad esso e sostitutivi del manto di copertura e posizionati preferibilmente sulla falda opposta al fronte stradale principale. Il serbatoio di accumulo dell’acqua deve essere posizionato all’interno dell’involucro edilizio. In caso di diverso posizionamento dei pannelli solari e del serbatoio la valutazione sarà demandata alla CQAP.
L’inserimento di pannelli solari in edifici di valore storico, da attuarsi con le stesse modalità indicate al punto precedente, è soggetto alla valutazione della CQAP.
Art. 8 – Impianti solari fotovoltaici

I pannelli fotovoltaici devono essere installati su tetti piani, su falde e facciate non esposte a Nord, fatte salve le disposizioni indicate dalle norme vigenti per immobili e zone sottoposte a vincoli.
In centro storico ed in edifici di valore storico presenti in tutto il territorio comunale, al fine di ridurre l’impatto visivo degli elementi, è fatto obbligo di usare pannelli integrati nel tetto, complanari ad esso e sostitutivi del manto di copertura e posizionati preferibilmente sulla falda opposta al fronte stradale principale; in caso di diverso posizionamento dei pannelli solari la valutazione sarà demandata alla CQAP.
Area Tematica 4. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Art. 9 – Contabilizzazione individuale dell’acqua potabile

Al fine della riduzione del consumo di acqua potabile si introduce la contabilizzazione individuale obbligatoria del consumo di acqua potabile, così da garantire che i costi per l’approvvigionamento di acqua potabile sostenuti dall’immobile vengano ripartiti in base ai consumi reali effettuati da ogni singolo proprietario o locatario, favorendo comportamenti corretti ed eventuali interventi di razionalizzazione dei consumi.
Tale obbligo va applicato a tutti gli edifici di nuova costruzione, mentre per gli edifici esistenti il provvedimento si applica nel caso di rifacimento della rete di distribuzione dell’acqua potabile.
La contabilizzazione dei consumi di acqua potabile si ottiene attraverso l’applicazione di contatori volumetrici regolarmente omologati CE.
Art. 10 – Riduzione del consumo di acqua potabile

Negli interventi di nuova costruzione e in quelli in cui è previsto il rifacimento dell’impianto idrico – sanitario è obbligatoria, al fine della riduzione del consumo di acqua potabile, l’adozione di dispositivi per la regolazione del flusso di acqua dalle cassette di scarico dei servizi igienici, in base alle esigenze specifiche.
Le cassette devono essere dotate di un dispositivo comandabile manualmente che consenta la regolazione, prima dello scarico, di almeno due diversi volumi di acqua: il primo compreso tra 7 e 12 litri e il secondo compreso tra 5 e 7 litri.
Per gli edifici esistenti il provvedimento si applica nel caso di rifacimento dell’impianto idrico – sanitario.
Art. 11 – Recupero acque piovane

Al fine della riduzione del consumo di acqua potabile, è obbligatorio, nelle nuove costruzioni con più di quattro unita immobiliari, fatte salve necessità specifiche connesse ad attività produttive con prescrizioni particolari, l’utilizzo delle acque meteoriche, raccolte dalle coperture degli edifici, per l’irrigazione del verde pertinenziale, la pulizia dei cortili e dei passaggi.
Le coperture dei tetti devono essere munite tanto verso il suolo pubblico quanto verso il cortile interno e altri spazi scoperti, di canali di gronda impermeabili, atti a convogliare le acque meteoriche nei pluviali e nel sistema di raccolta per poter essere riutilizzate.
Gli edifici di nuova costruzione, con una superficie destinata a verde pertinenziale e/o a cortile superiore a 30 m2, devono dotarsi di una cisterna per la raccolta delle acque meteoriche, di un adeguato sistema di pompaggio per fornire l’acqua alla pressione necessaria agli usi suddetti.
La cisterna per la raccolta delle acque meteoriche deve avere le seguenti caratteristiche:
volume minimo: 0.015 m3 ogni m2 di superficie scoperta (superficie fondiaria Sf detratta la superficie coperta Sq);
sistema di filtratura per l’acqua in entrata;
sfioratore sifonato collegato alla fognatura per gli scarichi su strada per smaltire l’eventuale acqua in eccesso.
La norma non si applica nelle zone BV, E e nelle aree destinate a dotazioni territoriali.

Inceneritori, tra i pregiudizi ed i vantaggi di Hera

Nel bollettino distribuito da Hera c’è una pagina intera dedicata agli inceneritori, dove arrivano a dire che la loro costruzione riduce la CO2. Si trova anche un dato sulla svizzera, che secondo l’articolo brucerebbe quasi il 100% dei suoi rifiuti, che mi lascia molto perplesso.
In Svizzera infatti si ricicla dal 50 al 70% dei rifiuti ed hanno persino 3 raccolte diverse per le tre tipologie di vetro (trasparente, verde, scuro).
Inoltre bisognerebbe verificare le quantità, non le percentuali, per farsi un’idea dei sistemi e della loro efficacia.

Scarica l’articolo di Hera

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