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Roma e la manutenzione continua

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Foto di Sergio Fortini

La tragedia del bimbo caduto dalla tromba dell’ascensore della Metro A di Roma fa rabbia.
Errore umano, dicono i primi commenti, nell’assistenza fornita per uscire dall’ascensore bloccato.
Ci saranno sicuramente indagini e si scopriranno le colpe del singolo caso.

Però occorre ricordare che Roma è un cantiene continuo, nei suoi spazi pubblici. E’ una cosa che si nota ed è molto evidente a chi capiti di visitarla, per una gita o per lavoro.

Passando spesso dalla stazione Tiburtina, ad esempio, è impossibile non notare il numero di volte nelle quali una delle rampe delle scale mobili ha in pancia operai che stanno cercando di sbloccarla. Se siete curiosi, guardate il blog nonpendolare.it
Cito questo esempio perché è emblematico: questa stazione è stata costruita recentemente, quelle scale sono nuove.

Se su 30 giorni 25 si blocca, la preoccupazione è che nei giorni di funzionamento sia pure pericolosa.
E se quella scala è stata costruita, evidentemente a qualcosa serviva.

Quanti ascensori bloccati, porte che non si aprono, scale mobili che non si muovono, percorsi poco sicuri avete incontrato? A me sembra che sia una cosa frequentissima.

Non è mai capitata, in altre capitali o grandi città, una simile situazione di malfunzionamenti e manutenzioni continue.

Se l’ascensore non si fosse bloccato, non sarebbe successo. O se l’emergenza non fosse così frequente, forse l’evacuazione sarebbe stata condotta con maggiore sicurezza.

Dare la colpa a Marino è stupido, non è cosa nuova. Però prima o poi servirà uno scatto: ingegneri, operai, committenti e politica dovranno cambiare la qualità del loro lavoro, se vorremo evitare questi incidenti e le noie quotidiane di vivere una città bellissima ma con tanti bug.

Dovendo scegliere, eviterei gli “impresentabili”

Alla vigilia delle elezioni regionali, la commissione antimafia ha presentato il suo elenco di 1716 candidati giudicati “impresentabili”.

Se fossi residente in queste regioni, io non voterei le liste che li hanno presentati.

Campania
– Alberico Gambino, Fratelli d’Italia, a sostegno di Stefano Caldoro (Forza Italia)
– Luciano Passariello, Fratelli d’Italia, a sostegno di Stefano Caldoro (Forza Italia)
– Antonio Scalzone, Popolari per l’Italia (che ha ritirato la candidatura), a sostegno di Stefano Caldoro (Forza Italia)
– Antonio Agostino Ambrosio, Forza Italia, a sostegno di Stefano Caldoro (Forza Italia)
– Sergio Nappi, Caldoro Presidente, a sostegno di Stefano Caldoro (Forza Italia)
– Fernando Errico, NCD per Caldoro, a sostegno di Stefano Caldoro (Forza Italia)
– Sandra Lonardo Mastella, Forza Italia, a sostegno di Stefano Caldoro (Forza Italia)
– Francesco Plaitano, Popolari per l’Italia, a sostegno di Stefano Caldoro (Forza Italia)
– Raffaele Viscardi, Popolari per l’Italia, a sostegno di Stefano Caldoro (Forza Italia)
– Vincenzo De Luca, candidato alla presidenza della regione per il PD
– Domenico Elefante, Centro Democratico-Scelta Civica, a sostegno di Vincenzo De Luca (PD)
Biagio Iacolare, UdC, a sostegno di Vincenzo De Luca (PD) (nome rimosso in serata dalla commissione)
– Carmela Grimaldi, Campania in rete, a sostegno di Vincenzo De Luca (PD)

Puglia
– Enzo Palmisano, a sostegno di Francesco Schittulli (“Oltre con Fitto”)
– Massimiliano Oggiano, a sostegno di Francesco Schittulli (“Oltre con Fitto”)
– Giovanni Copertino, a sostegno di Adriana Poli-Bortone (Forza Italia)
– Fabio Ladisa, Popolari con Emiliano, a sostegno di Michele Emiliano (PD)

Un consiglio in meno, una ordinanza in più

Ieri sera il Sindaco di Roma Marino ha ordinato la chiusura delle scuole in vista del rischio maltempo, ed ha consigliato ai suoi cittadini di stare a casa.

Visto che sarebbe nelle sue facoltà fare una ordinanza di chiusura degli uffici pubblici non indispensabili, non sarebbe stato meglio procedere in questo modo, e ridurre al minimo possibile i rischi per la popolazione?

Se ad un certo punto le cose peggioreranno, sarà troppo tardi.

Leggi complicate

Quando una norma è talmente complessa da risultare difficile anche da riassumere in un articolo di giornale, significa che non è una buona legge. La complessità nasce dal cercare di prevedere tutti i casi possibili ed i dettagli, o di nasconderne le magagne.

Due begli esempi sono la legge elettorale attualmente in discussione e la bozza sul cuneo fiscale che dovrebbe aumentare le detrazioni sul lavoro dipendente.

Se avete cercato di capirle veramente, sapete di cosa parlo.

Dalla semplicità delle regole potremmo guadagnare tutti. Lo Stato perderebbe meno risorse nei controlli, nei giudizi, nel cercare di applicare le sanzioni. I cittadini potrebbero investire tempo nel fare le cose, piuttosto che nel cercare di capire come inquadrarle nel nostro ordinamento giuridico. Per non parlare dei costi sempre crescenti delle assistenze fiscali o giuridiche, che nemmeno riescono a consegnare una ragionevole certezza di essere nel giusto.

In realtà tutti promettono sempre riforme e semplificazioni, ma invece di ridurre il numero delle norme, o la loro complessità, ne aggiungono nuovi tasselli.

A cosa servono le leggi? In teoria a a tutelare la vita dei cittadini, no?
Vi sembra per caso che sia un obiettivo raggiunto?

Se fosse possibile scegliere, firmereste un contratto di 500 pagine o di 10?
La mia idea è che, a parità di risorse, si potrebbero scrivere centinaia di proposte migliori di quella degli 80 euro, che poi 80 non sono. 

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