Politica

Questa gente la mando a casa io

Ha un bel coraggio la Polverini a vantarsi di aver sciolto la giunta del Lazio, peraltro con manifesti abusivi.

Primo, perché se l’opposizione non avesse deciso di raccogliere adesioni per le dimissioni, costringendo di fatto anche parte della maggioranza, non sarebbe successo nulla. Solo la minaccia di dimissioni dei consiglieri ha cambiato le carte in tavola, e costretto la presidente, che si sarebbe trovata comunque senza maggioranza il giorno dopo.

Secondo, perché quella maggioranza indegna, che tanto la schifa oggi, è la stessa che le ha permesso di governare finora. Evidentemente fino a qualche giorno fa non doveva essere così indegna. E dire che le denuncie sulle spese dei gruppi consiliari non erano mancate.

Questa gente, insomma, è lei. Quindi facciamo pulizia, ora: se ne vada a casa contenta, con tutta la ciurma.

Fonte dell’immagine: La Stampa

Le tessere di Grillo

Grillo ha sempre gridato contro le tessere dei partiti, però per le votazioni dei candidati e dei programmi userà lo stesso sistema.

Non che sia un male, è semplicemente assurda l’idea che tutti quelli che non condividono le tue idee possano decidere con quali programmi e quali persone ti presenti alle elezioni e ti candidi a governare. Molto meglio che le persone prima condividano una piattaforma di base, e poi scelgano insieme entrambe le cose. Un po’ alla volta (direi però troppo lentamente), anche il movimento 5 stelle capisce quelle che sono regole non scritte necessarie per una vera democrazia.

Però dire che queste “iscrizioni certificate” sono diverse dalle tessere di partito è una ipocrisia e una presa in giro. Del resto, hanno i due requisiti fondamentali delle tessere di partito: sono personali e non sono compatibili con quelle di altri partiti.

Però sono gratuite.
Quello che sembra superficialmente essere un aspetto positivo, è un rischio molto grave.

Quando ci sono in ballo posizioni (e stipendi) importanti, il rischio che le votazioni non avvengano democraticamente è molto elevato. Un potenziale malintenzionato si presenta con uno staff di persone che raccoglie iscritti fittizi, o semplicemente poco interessati, e li porta alle assemblee per farsi votare. Il limite, nei partiti seri, è che tutto questo ha un costo ed uno sforzo che ostacola le operazioni: il costo delle tessere ed il costo per il trasporto delle persone alle assemblee.

Con le tessere gratis, e le votazioni su internet, i malintenzionati potranno semplicemente mettersi un un angolo di piazza, raccogliere firme di adesione, e mandare le iscrizioni a nome degli ignari. Non gli costerà nulla, e potranno votare direttamente online con il loro nome. Senza un altro sistema che equilibri la partecipazione vera ed ostacoli le truffe, sarà un disastro.

Se questo è poco importante per i programmi, che di solito vengono ignorati per questo tipo di operazioni, non lo è per i candidati.

Opporsi alla corruzione ed agli inganni a parole è molto semplice. Ma l’efficacia e la serietà dipende dall’organizzazione, dalla capacità di equilibrare le forze in gioco, e dalla capacità di controllo e verifica.

Qualche giorno fa si è scoperto che probabilmente dietro la mostra di Brescia di Matisse c’erano falsi numeri di visitatori per ottenere i premi di risultato del bando, gli amministratori si sono detti estranei alla vicenda perché si erano semplicemente fidati delle rendicontazioni presumibilmente false degli organizzatori. Troppo facile, così. La responsabilità di chi gestisce la cosa pubblica non sta nel potersi considerare estranei alle truffe, ma nell’avere fatto tutto il possibile per controllare che queste non potessero avvenire.

Del resto è semplice: se lasci spazi per farti fregare, questi spazi verranno riempiti.
Non è un bel Mondo e non è semplice viverci, ma dovremmo essere abbastanza maturi per averlo capito, no?

Il falso equilibrio

Luca Sofri scrive per il Post (quotidiano online che vi consiglio di seguire) un bell’articolo sul falso equilibrio nel giornalismo.

In sintesi estrema, equilibrio nel giornalismo non significa dare spazio a due voci contrastanti in egual misura, ma porle entrambe allo stesso livello di approfondimento e contraddittorio.

Se uno dice che la Terra è quadrata e l’altro che è tonda, il giornalista serio dovrà porre ai suoi due interlocutori domande che ne verifichino la validità della tesi, ed alla fine la lettura dell’articolo dovrà pendere da una parte.

La modalità con la quale Mentana dà spazio senza contraddizione su un tema qualsiasi di politica un Travaglio ed un Belpietro, ritenendo che questo confronto contemporaneo degli estremi porti alla verità l’ascoltatore senza necessità di mediazione, è sempliciotta e secondo me sbagliata.

Sempre meglio di una sola voce senza mediazioni, ma pur sempre mediocre.

Esattamente allo stesso modo, da tempo credo che le associazioni apartitiche non possano porsi in maniera equidistante da tutti i partiti, ma porre al vaglio tutta la politica secondo il suo metro di giudizio, in maniera equilibrata: solo in questo modo saprà distinguere l’insieme di chi la pensa ed agisce come crede dovrebbe essere fatto, da chi la pensa ed agisce in maniera diametralmente opposta.

E’ chiaramente una operazione difficile, ma del resto lo è anche essere equilibrati.

Leggi l’articolo sul Post:
Il falso equilibrio nel giornalismo

Discutiamo di Cachet

Grillo in un post chiedeva a Benigni quanto aveva incassato dal PD.
Il Manager di Benigni ha risposto:

“Non prendiamo soldi dai partiti e anche stavolta non abbiamo incassato nulla dal Pd, ma dai biglietti venduti per lo show”. “Se c’è gente che viene a vedere l’artista e paga, incassiamo, altrimenti no. Non c’è nessun minimo garantito. Se poi Grillo vuole discutere di cachet, anche del suo, sono sempre pronto a incontrarlo”.

Fonte : IL fatto quotidiano

Torna su