Scuola

Risparmiare sui libri di testo aprendo la porta ai generici scolastici

Mantellini e Leonardo parlano di come sarebbe facile sostituire un notebook ai libri di testo, facendo risparmiare ai ragazzi chili di peso ed anche qualche spicciolo, probabilmente.
Secondo me la soluzione è molto più semplice. Abbiamo aperto ai generici sulla medicina, rendendo possibile dopo un po’ di tempo la fruizione di brevetti per aumentare la concorrenza, potremmo fare lo stesso per i libri. In realtà non penso sia giusto in questo caso violare il copyright, ma lo Stato potrebbe finanziare la realizzazione di un set di libri di testo e rilasciarne il contenuto su licenza GDFL, la stessa di Wikipedia. A quel punto le case editrici potrebbero stampare i testi, ma dovrebbero farlo in concorrenza. Al consumatore poi andrebbe la scelta del testo in copertina di pelle umana e pagine dorate ai margini, oppure il libro in edizione economica, o quello in carta riciclata, o la versione elettronica utilizzata in un notebook o in un ebook reader. Scelta, insomma. Ai prof ed alle scuole la scelta dell’adozione dei testi, con il confronto dei genitori (se scelgono non generici dovranno quindi motivarlo, ma potranno farlo).

Non capisco, infatti, perché i libri di geometria debbano essere rinnovati ogni anno quando il contenuto è invariato da decenni. Così i dizionari italiano latino, che di certo non aggiungono traduzioni di neologismi del web ogni anno nella lingua dei romani.

Insomma, risparmiare si potrebbe. Proviamo a lanciare un appello?

Magari in questi giorni di discussione sul carovita avremmo la possibilità di rivoluzionare davvero la spesa scolastica.

Muore un maestro di mesotelioma a causa dell’Amianto a scuola

Ha lavorato a lungo come maestro in una scuola elementare di Torino: una scuola con il tetto di Eternit, come molti edifici negli anni Settanta-Ottanta, quando l’amianto non faceva ancora paura. C’era stata anche una denuncia alle autorità scolastiche regionali, quando erano emersi i primi sospetti, ma per lui forse era già troppo tardi. Domenico Mele, il maestro ormai in pensione, è morto qualche giorno fa per mesotelioma peritoneale. Il procuratore Raffaele Guariniello sospetta che sia stato ucciso dall’amianto e ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.

Amianto a scuola, muore il maestro – LASTAMPA.it

La Pazzia di Aldo Moro ed i messaggi cifrati allo Stato

Sto leggendo “La Pazzia di Aldo Moro” di Marco Clementi, e mi è venuto qualche dubbio.
Pensando alla sua situazione di rapito, nella possibilità di scrivere lettere all’esterno e nell’indubbio vantaggio derivante dal divario culturale con i rapitori, cerco di immedesimarmi in lui.
Chiunque nella sua situazione avrebbe cercato di mandare segnali sul luogo della sua prigionia.

Eppure a parte qualche raro caso, come ad esempio nelle analisi fatte da Leonardo Sciascia (riportate nella sua relazione alla commissione parlamentare), le sue lettere non sono state studiate sotto questa lente, per cercare di capire se contenessero messaggi cifrati.

Sciascia riporta una sua frase, nella sua prima lettera indirizzata a Cossiga: “mi trovo sotto un dominio pieno ed incontrollato”, leggendola col significato “mi trovo in un condominio molto abitato e non ancora controllato dalla polizia”.

Questa frase, apparentemente senza un significato preciso, può contenere un messaggio cifrato di Moro?
E se Moro avesse utilizzato anche qualche riferimento latino, lingua con la quale certamente doveva avere una ottima dimestichezza avendo il diploma di maturità classica e la laurea in giurisprudenza?
E se avesse cercato qualche riferimento alle sacre scritture, dal momento che i rapitori certamente ne erano digiuni? Tra l’altro si era appena fatto consegnare una copia della Bibbia.

Fossi stato in lui avrei utilizzato tutti gli strumenti che segnavano un divario tra il prigioniero ed i rapitori, avendo il tempo e la capacità di nascondere riferimenti utili per la polizia ed i servizi segreti, ed avrei cercato con sinonimi, ambiguità e parole stonate per chi ha la mia stessa sensibilità di far capire che c’era un senso ed una connessione tra questi segnali.

Subito dopo quella famosa frase scrive “sono in questo stato avendo tutte le conoscenze e sensibilità che derivano dalla lunga esperienza, con il rischio di essere chiamato o indotto a parlare in maniera che potrebbe essere sgradevole e pericolosa in determinate situazioni”.

L’interpretazione comune e dei media dell’epoca era che questa fosse una minaccia alla DC sulla rivelazione di segreti scomodi. Ma se andasse letta con un doppio significato, leggendo nell’esperienza e nella sensibilità i riferimenti culturali ed ideologici con i quali decifrare potenziali messaggi? E se il rischio ed il pericolo non fosse quello di spifferare qualcosa (1° lettura) ma di essere scoperto nel suo modo di parlare?

Anche i rapitori dissero che scrisse più e più volte, limando alla lettera il testo di questa prima missiva. Certamente doveva soppesare le conseguenze delle sue parole sulla politica e l’opinione pubblica, ma probabilmente stava riflettendo anche sui messaggi da inviare.

Allora la fantasia corre, ed aprendo il dizionario di latino della scuola provo a dare significati diversi alle parole che stonano rispetto al resto.
Ricordando che la prigione era situata in un palazzo quasi signorile nel quartiere della Magliana, che è sotto il livello del fiume ed a rischio inondazione, rileggo così la frase di prima pensando a possibili assonanze con parole latine:
mi trovo sotto un dominio (domo, casa) pieno (plenus, ricco) ed incontrollato (trulleum è anche una conca: in/presso/vicino a una conca).

Non sono ovviamente vicino ad un centesimo della cultura ed alla sensibilità di Moro, quindi qualsiasi speranza di capire eventuali messaggi cifrati per me è sicuramente vana, ma sono dell’idea che quelle lettere dovessero contenere sicuramente qualche segnale.

Mi pare molto strano che non sia stata presa in esame nemmeno l’ipotesi della presenza di un messaggio cifrato, attribuendo ad una sorta di pazzia e disperazione i contenuti delle lettere di un personaggio che fino a pochi giorni prima era considerato uno statista di massimo livello.

Del resto questa non è che una delle tante stranezze che avvolgono questa vicenda, sulla quale probabilmente non sapremo mai l’intera verità.

Quali possibili fonti energetiche alternative?

Ricevo ed inoltro questo annuncio da Stefano Rubboli, che sta organizzando una pregevole iniziativa:

Venerdi 22 giugno 2007 ore 21 a S.Zaccaria (RA) presso l’aula polivalente della Scuola Primaria (via Dismano 464) conferenza pubblica sul tema: Quali possibili fonti energetiche alternative? Fotovoltaico, solare termico, eolico, geotermico, biomasse.
Interverranno: Lino Goffredo, Paolo Magnani e Luca Pantieri. Moderatore: Renato Mariotti
La cittadinanza è invitata.

Benini Monica: Riflessioni sulla bici

Ricevo e pubblico volentieri una lettera di Monica Benini, che è appena stata investita da un’auto mentre percorreva in Biciletta la pista ciclabile di Viale Bologna.

Oggi andare in bici a Forlì è diventato un atto di coraggio e di fede.

Se non fossi stata investita in bicicletta non potrei riflettere con reale cognizione sulle osservazioni che mi girano nella mente.

I fatti :
giovedì 16 novembre, ore 18,00, pista ciclabile di sinistra di Viale Bologna; all’incrocio con Via Sapinia procedo con il verde regolare, una auto mi investe, perché venendo dalla direzione opposta, avendo a sua volta il verde e svoltando alla sua destra in via Sapinia, non ha fatto caso alla pista, non mi ha visto e io non sono riuscita ad evitarla. Volo a terra rompendo con il mio fianco lo specchietto dell’auto, picchio la testa, non perdo conoscenza; i miei primi gesti quasi inconsapevoli furono quelli di guadagnare al più presto il marciapiede per non essere oggetto di ulteriori “passaggi”. Le mie condizioni però non me lo hanno permesso, ma nemmeno giustamente le raccomandazioni della polizia stradale che era già in zona che mi diceva di rimanere stesa dov’ero per non peggiorare eventuali lesioni; arrivo dei Vigili Urbani e della ambulanza. Soccorso valido e professionale. Arrivo al Pronto Soccorso ed accertamenti . Che vado ad elencare :

gli accertamenti diagnostici al Pronto Soccorso :
monitoraggio della pressione
radiografie varie
analisi del sangue
elettrocardiogramma
TAC alla testa
Ecografia addominale
Analisi del sangue il giorno successivo

Inoltre ho usufruito del ricovero in OBI per un giorno, visita del primario, visite dei medici del pronto soccorso, uso del telefono portatile del reparto per le comunicazioni alla famiglia. Direi servizio sanitario eccellente.
Un gentile vigile urbano è venuto in serata a raccogliere la mia testimonianza sull’andamento dei fatti.

L’auto che mi ha investito :
l’auto che mi ha investito era una utilitaria, guidata da una madre di famiglia con tre figli, che riaccompagnava il più grande (circa 11 anni) a casa dopo averlo prelevato dai nonni che abitano nei pressi. Dopo l’impatto si è fermata subito, mi ha chiesto mille volte scusa, era terrorizzata più lei di me, non sapeva capacitarsi dell’accaduto. Ho dovuto rincuorarla. Mi ha dato i fazzolettini per tamponarmi la ferita e mi telefona a casa per sapere come sto. Può darsi che con la mia guarigione prenderemo un tè assieme !

probabilità che ciò accadesse :
altissima. Io mi muovo in bicicletta e percorro almeno 2 volte al giorno il percorso casa – (Romiti) – centro (lavoro e commissioni) , più in bici e a piedi le tratte casa – scuola figlio.

Statistica estemporanea:
nello stesso momento, al P.S .con me, c’era un’anziana investita in bici in Via Corelli.
Il medico che mi ha visitato dice che ogni giorno ci sono casi di investimenti di pedoni o ciclisti. La pista ciclabile peggiore è quella di Via dell’Appennino, dove sbucano le varie strade laterali, poi quella di viale Bologna.

perché uso la bici ?
Uso la bici per comodità di spostamento, per scelta consapevole, per non incrementare il traffico di autoveicoli. Uso la bici perché il territorio della città di Forlì ha una morfologia con rilievi quasi nulli e ed una estensione facilmente percorribile con la bicicletta (veicolo meccanico ad altissimo rendimento). Uso la bici perché forse anche in me gira il sangue della Romagna in bicicletta, che non desidero sia relegata ai ricordi del passato o alle manifestazioni sportive estemporanee di richiamo . Usavo la bici per mantenermi in movimento (ora non più : ad un incremento motorio il corpo ricerca ossigeno per bruciare le calorie, ed in città la sua concentrazione è sfavorevole). Usavo la bici per non inquinare, ma ora sebbene IO non inquini, tutte le auto che mi circondano sì, e respiro il loro smog. Usavo la bici come buon esempio per i miei concittadini, ora anche questo motivo è saltato : la bici che gira in città è vista solo come impiccio al traffico veicolare a motore, oggetto a volte di impazienza e prepotenza da parte delle persone che viaggiano in auto, oggetto circolante sulle strade tollerato con sufficienza anche dalle forze dell’ordine, purché non ostacoli il “vero” traffico, quello delle auto.

“genetica familiare”
Ho una madre di 72 anni in ottima salute, da molto tempo non ha più l’auto, gira in bici
Marito, gira sempre in bici, per lavoro e spostamenti vari
Figlio grande, quasi 17 anni, gira con il bus e la bici
Figlio piccolo, allevato in bici, sta cominciando ad andare a scuola da solo in bici.
Abbiamo 1 auto in 5.

Siamo realisti : la sorte mi ha mandato un “messaggio”,
l’ho ricevuto io per fortuna e non i miei figli o mia madre. Mi sta bene continuare così ? essere assolutamente insicuri viaggiando in bici a Forlì, sia per la qualità dell’aria che si respira sia per la superficiale attenzione dedicata al popolo delle bici ? una soluzione facile facile è usare l’auto anche per i piccoli spostamenti quotidiani, non metto in pericolo me stessa o i miei familiari, respiro l’aria non pessima dell’abitacolo, pretenderò che si aprano altri parcheggi in centro, pretenderò gli incentivi per comprare una auto nuova con impianti a gas (la mia, acquistata usata nel 2.000 e alla quale ho fatto subito l’impianto a metano, non è stata destinataria di nessun incentivo economico), pretenderò, se ne avessimo ancora voglia, una bici “elettrica”, che non inquina, che non fa far fatica e che gode di incentivi economici, mentre le nostre sacrosante biciclette, regolarmente comprate ed usate quotidianamente, ci serviranno per la scampagnata con gli amici una domenica ogni tanto, dopo averle ovviamente caricate sull’auto.

Non sono abituata alle soluzioni facili facili.

Facciamo un po’ di calcoli alle tasche pubbliche:
intervento dell’ambulanza del 118,
pattuglia dei vigili urbani per gli accertamenti di rito in sede e al pronto soccorso,
ricovero di 1 giorno al reparto di osservazione breve intensiva (OBI)
accertamenti diagnostici
visite e prime terapie o medicazioni.

Credo che 600 €uro siano appena realistici.

1 investimento al giorno , 300 giorni all’anno (considero che forse in estate c’è meno traffico, e la domenica la gente è più rilassata) 600 €uro per 300 = 180.000 €uro
180.000 €uro all’anno potrebbero bastare per una corretta gestione e manutenzione delle piste ciclabili e attraversamenti pedonali ? per una corretta regolamentazione del traffico veicolare urbano ?

Quanto sarebbe meglio investire una cifra simile nella PREVENZIONE INTELLIGENTE dell’infortunistica stradale cittadina, piuttosto che rimediare a danni provocati, intasare il pronto soccorso e sottrarre risorse a malattie o incidenti non prevedibili ?
Ringrazio ancora la mia buona sorte che non ho nulla di grave, ma se non fosse andata così ? me ne farei qualcosa io o i miei familiari del danaro ricevuto dall’assicurazione dell’auto investitrice ?

Alla gentile signora sindaco, chiederò fortemente che si attivi in questa direzione operando delle scelte importanti e funzionali, che salvaguardino realmente la salute dei cittadini.

Ringraziandovi della pazienza avuta, cari saluti .
Monica Benini
beninimonica@libero.it

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