PDL

Del Turco: L’ex presidente abruzzese medita il passaggio al PDL

E’ curioso che Del Turco, l’ex Governatore della Regione Abruzzo, auspichi la vittoria del PDL e dichiari pubblicamente di pensare alla candidatura nelle liste del Partito delle Libertà, che nel voto di questi giorni parte favorito proprio per le vicende giudiziare che l’hanno coinvolto.

Non avrei saputo immaginare un comunicato migliore per il centro-sinistra.

Manganelli alla manifestazione contro Gianni Letta?

Leggo su FriendFeed che durante la manifestazione contro Gianni Letta per la legge 133 ci sarebbero stati scontri con feriti tra gli studenti.
Poco fa al TG1 hanno parlato di lancio di uova ed hanno letto i commenti di 2 esponenti PDL (per par condicio), ma nulla sugli scontri e nulla sui feriti.
Repubblica non ne parla, Il Corriere li cita con cautela.

I risultati delle elezioni in trentino

In trentino il la coalizione con PD, Verdi e Italia dei Valori vince le elezioni ed elegge il presidente Dellai.
In televisione è apparsa solo la notizia dell’aumento dei voti del PD e della lega, e come al solito è una visione un po’ semplicistica.

Alle scorse elezioni i DS e la Margherita (con un riferimento al presidente nel simbolo) avevano rispettivamente il 13.63% ed il 25.88%. Domenica il PD ha raccolto il 21.62% ed il 17.92 è andato alla lista Unione Per Dellai (con una margherita nel simbolo ed il riferimento al candidato), nei quali dobbiamo però considerare anche l’UDC che ha sostenuto Dellai, a causa della bocciatura della presentazione della sua lista.

La lega passa dal 6.12% al 14,07%, il PDL dal 13.42% (FI) + 4% (AN) al 12,26%
A questo bisogna aggiungere la collocazione nella scheda elettorale: il PD e la Lega erano nella stessa riga del candidato presidente, come potete vedere dai fac simile, e questo comporta sempre grandi vantaggi numerici perché molti pensano che la lista più vicina, e non tutte quelle del riquadro, sia quella del candidato.

I Verdi passano dal 3.51 al 2.77, (contro il 3% della Sinistra Arcobaleno di qualche mese fa) ed io ritengo sia un ottimo risultato perché resiste all’allontanamento forzato dei Verdi e delle istanze ecologiste dai media.

La Sinistra (rifondazione) prende un 1%, l’Italia dei valori il 2.73 (meno dei Verdi).

Fuori le preferenze anche dalle elezioni europee

La legge elettorale per le Europee al vaglio della Camera dei Deputati prevede lo sbarramento al 5% e l’abolizione delle preferenze. Uno schifo, vediamo perché.

Nelle elezioni europee esistono partiti molto radicati in piccoli territori, che superano quindi nella loro zona il 5% di sbarramento, ed altri che raccolgono un consenso diffuso in maniera trasversale ai vari stati, non superando ovunque il 5%.

Uno sbarramento elevato è antidemocratico perché impedisce a chi ha lo stesso numero di voti di essere presente in Parlamento alla pari di chi supera il 5% in una zona ristretta. il 5% degli italiani significa 3 milioni di persone, che equivale allo 0,5% di tutta l’Unione Europea.
Le liste che ottengono l’1% in tutti gli Stati avrebbero il doppio dei voti di chi supera il 5% in Italia, ma non eleggerebbero nessuno.

Le elezioni europee dovrebbero prevedere un sistema elettorale omogeneo in tutta l’Unione, proporzionale al numero dei voti raccolti. E gli sbarramenti dovrebbero essere nel totale dell’UE, magari dello 0,5%, non nei singoli collegi (un po’ come accade con il sistema porcellum delle politiche italiane, dove gli sbarramenti in Senato sono per Regione e non nel totale dei voti in Italia).

Questa proposta di legge serve principalmente ai partiti di questa maggioranza ed a quelli di finta opposizione, che comunque ne traggono un beneficio importante dato dall’esclusione di tutti i concorrenti. Se Berlusconi rade al suolo ogni alternativa al PDL ed alla Lega Nord, il PD non farà battaglie campali perché – di fatto – ci guadagna (non a caso Marini cita solo la questione delle preferenze, in un suo comunicato stampa).
Del resto tutto il dibattito è partito da una proposta di Dario Franceschini, che ha invocato a gran voce l’innalzamento dello sbarramento anche alle europee (in modo da guadagnare con il suo partito i voti che non verrebbero dati al PD).

Sull’eliminazione delle preferenze non ho molto da aggiungere: non hanno una motivazione diversa dall’aumento della centralizzazione del potere a scapito dell’espressione democratica dei cittadini.

Forse su questo aspetto si potrà fare un passo indietro, accontentando magari l’UDC, in cambio di un sistema antidemocratico equivalente che preveda l’uso mirato dei collegi per lasciare comunque a chi decide le candidature di collegio (sempre i segretari) la possibilità o meno di essere eletto.

La legge elettorale è alla base della democrazia, e più diventa difficile da capire meno rispecchia la volontà degli elettori. Il continuo cambiamento delle regole a maggioranza da parte di chi viene eletto è una degenerazione che porta al collasso, perché chi viene eletto da un sistema iniquo cercherà di renderlo ancora più ingiusto e favorevole ai suoi stessi interessi.

PD e PDL in Picchiata sui sondaggi di Mennheimer

Popolarita’ del governo in calo per la prima volta da settembre secondo il sondaggio di Mannheimer pubblicato sul Corriere della Sera.Secondo la rilevazione, ‘la percentuale di chi dichiara di valutare positivamente l’operato del governo supera oggi di poco il 40%, a fronte del 60% degli inizi di settembre’. L’opposizione ‘non ha pero’ saputo trarre vantaggio da questo trend’, visto che i consensi per il suo l’operato passano dal 20% di settembre al 16% e i giudizi negativi dal 75% al 77%.

Fonte : ANSA

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