Sulle Bici contromano – Una considerazione e due sondaggi
Il tema delle biciclette contromano è di estremo interesse sia per l’attualità del dibattito aperto con forza dal quotidiano La Voce di Romagna, sia per la valenza strategica e virtuosa della ciclabilità nelle politiche di mobilità sostenibile che, infine, per il perseguimento del primario obiettivo della sicurezza stradale e prevenzione dell’incidentalità.
Nelle città più moderne e ben organizzate la mobilità “dolce” (biciclette e pedoni) è privilegiata rispetto alle altre modalità di spostamento individuale (auto, “motorini”, ecc..) nonchè agevolata da interventi infrastrutturali che, oltretutto, richiedono risorse modeste: pochi costi e grandi risultati per la collettività di riferimento.
Mobilità dolce e traffico lento.
Un vero e proprio programma di azioni, investimenti, interventi nel tessuto urbano che già di per sé producono riqualificazione delle vie e degli spazi stradali oggi prevalentemente destinati a fungere da immensi garage a cielo aperto.
Particolarmente idonee le città medio-piccole (o medio-grandi?) come Forlì che, per le sue dimensioni, ci offre una formidabile occasione di successo con le politiche di mobilità sostenibile.
Ma Forlì è in Italia e il nostro Paese, in questo settore, è lontanissimo dall’Europa, purtroppo.
Il nostro Codice della Strada (pur “nuovo”) e, in particolare, il Regolamento applicativo sono molto rigidi sul divieto di circolazione delle biciclette contromanto (le biciclette sono considerate “veicoli” a tutti gli effetti) mentre in Germania – ad esempio – si prevedono diverse soluzioni: pannello integrativo “escluso biciclette” sui cartelli di senso unico e di divieto di accesso; strade a senso unico “improprie” in cui le biciclette contromano dispongono di una corsia protetta o addirittura separata; strade riservate alle bici in cui è ammessa la circolazione delle auto in un solo senso di marcia..
Anni luce di distanza che, fortunatamente, alcune città (anche nella nostra Regione) stanno cominciando a recuperare affrontando il problema con un approccio e una visione “europee” nonostante gli ostacoli da superare siano molti e non solo di carattere normativo.
“E’ una sfida non facile da vincere, che richiede politiche complesse e strategie di uso dello spazio urbano tutt’altro che scontate” per dirlo con le efficaci parole di Maria Rosa Vittadini, docente di Tecniche di analisi urbane e territoriali presso la Facoltà di Architettura di Venezia.
“Ne fanno parte la percorribilità pedonale mediante una rete capillare di itinerari di elevata qualità, magari alberati, la continuità e la sicurezza dei percorsi ciclabili e la loro connessione diretta con i poli attrattori delle scena urbana, gli interventi di moderazione del traffico in grado di favorire la convivenza di pedoni, biciclette e automobili, la connessione pedonale ai servizi e alle reti del trasporto pubblico.
Le reti per il traffico lento e la valorizzazione del ruolo del trasporto pubblico sono aspetti diversi di una medesima politica la qualità dello spazio urbano che nelle città di piccola e media dimensione possono trovare un ambito di applicazione particolarmente efficace e ricco”.
Forlì può ben raccogliere questa “sfida” e vincerla se il dibattito sulla mobilità cittadina si sposta dal “non fare” al FARE.
Continuiamo da C.so Garibaldi? Cominciamo a discutere per trasformare lo spazio ora dedicato alla sosta in spazio recuperato agli spostamenti sicuri dei cittadini in bicicletta? Vediamo se può diventare una strada riservata alle biciclette in cui è ammessa la circolazione delle auto in un solo senso di marcia??
Mettiamo sul tavolo del confronto altre proposte…
Forlì, 13 ottobre ’07 Sandra Morelli
Ed ora a voi la parola, cosa ne pensate?
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L’ospedale Morgagni-Pierantoni riduce le proprie emissioni
Ricevo dall’USL di Forlì un comunicato interessante che dimostra quanta CO2 stia risparmiando il nostro ospedale grazie ad interventi mirati di risparmio energetico ed ottimizzazione dei consumi: circa 1000 tonnellate l’anno in meno.
Un buon esempio, che a mio parere andrebbe seguito in tutti gli edifici pubblici, con mezzi chiaramente tarati all’esigenza. Complimenti.
L’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì cura anche l’ambiente: da
luglio a settembre, ridotte di 350mila tonnellate le emissioni di anidride
carbonica grazie al contenimento dei consumi elettriciL’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì non è attento solo ai bisogni
del paziente ma cerca anche di rispettare al massimo l’ambiente. Nel trimestre
luglio-settembre, grazie alle misure di razionalizzazione adottate dall’U.O.
Attività tecniche e patrimonio diretta da Vittorio Laghi, le emissioni in
atmosfera di andride carbonica del polo ospedaliero sono diminuite di 350mila
tonnellate. Un dato che, in proiezione annuale, può significare una riduzione
intorno alle mille tonnellate l’anno. Rispetto all’analogo periodo del 2006,
infatti, si assiste a un considerevole abbattimento del consumo di energia
elettrica, con un lusinghiero -13% nel mese di settembre. Peraltro, tale calo
riguarda in particolare la cabina deputata all’alimentazione delle centrali
tecnologiche, ovvero quella che più incide sui consumi totali.
«Abbiamo cercato di adattare i consumi ai bisogni, eleminando sprechi e
utilizzi superflui attraverso un’opera di ottimizzazione – illustra Vittorio
Laghi, direttore dell’U.O. Attività tecniche e patrimonio – in sostanza si
è trattato di ingegnerizzare i sistemi tecnologici, guidando al meglio i
machinari, così da farli lavorare secondo le necessità e nelle fasce di curva
in cui presentano un miglior rendimento». Input in questo senso sono venuti
anche dalla Regione, che ha varato un programma di attenzione al risparmio
energetico, coinvolgendo i responsabili delle singole aziende in tavoli di
confronto nell’ottica di una razionalizzazione diretta, nel lungo periodo, a
poter predisporre gli acquisti di energia a livello regionale.
A spingere l’Azienda verso la pianificazione di tali misure di contenimento
è stata poi la constatazione, nel corso del 2006, di un trend di incremento,
sia in termini di consumo che tariffari. In questa prima fase d’intervento, la
priorità è stata attribuita al contenimento dei consumi elettrici, con
aspettativa di sensibili effetti di risparmio anche nella produzione di energia
termica. Per raggiungere l’obiettivo, si è cercato di razionalizzare i
settori di maggior impatto sui consumi: dall’erogazione di acqua refrigerata
all’alimentazione elettrica.
«In merito alla distribuzione dell’acqua refrigerata – illustra Vittorio
Laghi – l’obiettivo è stato creare una sinergia fra produzione e
distribuzione del freddo, così da agire con reciproca proporzionalità. A tale
scopo, è stata adeguata la linea di distribuzione principale a portata
variabile per far lavorare le elettropompe con una differenza di temperatura
costante fra “mandata” e “ritorno”, assicurando comunque una
predeterminata pressione nel punto della rete più sfavorito». Ciò ha
consentito di creare un circuito di distribuzione generale a portata variabile,
direttamente proporzionale alla richiesta di acqua refrigerata dei vari circuiti
“a spillamento” all’interno del presidio ospedaliero. «Le sottostazioni
“a spillamento” – spiega Laghi – sono state dotate di una valvola a tre
vie motorizzata, che consente di prelevare dalla tubazione principale generale
solo l’acqua refrigerata strettamente necessaria al fabbisogno istantaneo del
fabbricato servito. Inoltre, sono state montate sonde di temperatura per il
monitoraggio dell’intero sistema».
Misure di razionalizzazione dei consumi hanno interessato anche le 9 sale
operatorie, con l’installazione di rilevatori di presenza che modificano
automaticamente lo stato di esercizio delle UTA (unità di trattamento
dell’aria) da ordinario a stand-by. «In quest’ultimo stato di funzionamento
la portata dell’aria si riduce al 20% circa dell’esercizio ordinario –
rivela il direttore – I risultati sono stati significativi: in una settimana
campione, dal 14 al 21 settembre, abbiamo constatato una riduzione di esercizio
intorno al 40%». Interventi analoghi sono stati effettuati anche in ambulatori,
studi medici, e mensa, attivando, attraverso il sistema di controllo e gestione
informatizzato, la chiusura dei circuiti aeraulici in orari festivi e notturni.
Pure in questo caso, si è registrata una riduzione del fabbisogno energetico di
circa il 40%. Nella torre di degenza, invece, è stata diminuita del 50%, in
orari notturni, la portata di quattro unità di trattamento dell’aria, con un
risparmio energetico del 20%.Contemporaneamente, sono partite le prime misure atte a ridurre il consumo di
acqua. A questo scopo sono stati acquistati 2mila inserti universali aeratori
riduttori di portata e mille regolatori di flusso per doccia: da prove a
campione si è accertato infatti che i primi riducono la portata del 25-30%, e i
secondi del 40-45%. Grazie alla loro installazione si stima di ottenere un
risparmio sull’ordine del 20%.Soddisfazione per i risultati raggiunti viene espressa dal direttore del
presidio ospedaliero Maria Grazia Stagni. «Siamo riusciti a ridurre
sensibilmente i consumi energetici senza incidere in alcun modo su quella che è
la normale attività dell’ospedale – commenta – gli interventi messi in
atto, infatti, non hanno apportato nessun cambiamento per i pazienti, né
riguardo alle ore di sala operatoria né all’utilizzo di acqua. Ciò dimostra
che si possono conseguire obiettivi rilevanti con misure immediatamente
applicabili e per di più prive di conseguenze per l’utenza: basta migliorare
l’efficienza del sistema, calibrando i consumi alle reali esigenze delle
strutture e abbattendo gli sprechi». Una politica, questa, che è diretta non
solo a razionalizzare e ottimizzare le risorse del polo ospedaliero, ma si
propone anche di sensibilizzare i singoli operatori sull’importanza del
risparmio energetico. «Se c’è attenzione all’ambiente sul luogo di lavoro,
è poi più facile applicare gli stessi accorgimenti all’interno della propria
abitazione – illustra Stagni – in questo senso, il piano di riduzione dei
consumi viene a ricopre pure un’importante funzione culturale».
D’altronde, l’attenzione all’impatto ambientale delle tecnologie è da
molto tempo una delle priorità dell’Azienda Usl di Forlì, come dimostra la
nuova navetta gratuita ecologica per il trasporto di persone dai parcheggi auto
fino all’ingresso dei padiglioni dell’Ospedale. Si tratta di un Fiat Ducato
alimentato a metano, omologato per 9 passeggeri, con aria condizionata,
portellone automatico laterale per la salita dei passeggeri e pedana posteriore
elettrica per i disabili
Diga di Ridracoli: dichiarato lo stato di pre-allarme
Centrale a Biomasse Forlimpopoli – un esempio di democrazia
Il Sindaco di Forlimpopoli (DS, futuro partito democratico) non vuole che a Forlimpopoli a ridosso del centro si costruisca una centrale a biomasse da 22 megawatt.
Il Ministro De Castro, Margherita (futuro partito democratico), sembra abbia ribattuto con un ultimatum: o approvate la centrale o la approvo io. Gli altri Sindaci del comprensorio non sono stati invitati, o lo sono stati in ritardo (diversa la versione dell’assessore all’Ambiente di Forlì rispetto a quella dell’ultimo articolo su RomagnaOggi.it).
Un esempio di democrazia.
Leggi l’articolo su RomagnaOggi.it:
FORLIMPOPOLI – Sfir, il ministero accelera sulla centrale a biomasse
La Crisi della Diga di Ridracoli
E’ indispensabile ridurre i consumi o sarà davvero emergenza.
Siccità, Ridracoli in crisi: non si escludono sospensioni dell’acqua
A mio parere le ordinanze potevano e dovevano scattare già da tempo, assieme ai controlli. Non si può sprecare acqua tutto l’anno e ridursi a ridosso della fine delle scorte a proporre soluzioni tampone. Speriamo, come al solito, in piogge abbondanti.
E’ la dimostrazione che senza un uso intelligente delle risorse, senza tappare i buchi e gli abusi, non importa quanto sia grande la disponibilità iniziale, prima o poi si finisce per terminarle. Impareremo a pensare ai limiti delle risorse?