Cultura

Essere adeguati al ruolo

L’idea che i candidati debbano essere per forza, e non eventualmente anche, totalmente estranei e spesso fino a quel momento estremamente indifferenti alla politica, porta a questi risultati.

Sarebbe però sbagliato separare questi eccessi dalla pratica comune di penalizzare chi ha dato il suo impegno in passato di fronte a chi ha fatto sempre altro. Anche Berlusconi, del resto, è entrato in politica giocando il ruolo della società civile, dell’impresario di successo che decideva di fare uno sforzo per il Paese. Abbiamo già visto che gli outsider, provenienti ai massimi livelli spesso dalla televisione per attirare voti con visi belli e noti, si siano poi rivelati dei fallimenti sotto tutti i punti di vista.

Eletti mai presenti perché il loro lavoro è più importante e l’indennità di carica non dipende da impegno e presenza, conflitti di interessi enormi, dipendenza totale nei confronti di chi ha scelto di indicarli tra i fortunati (perché i cittadini non scelgono più i loro candidati).

Il risultato è una politica diventata premio integrativo per riscattare meriti non politici, una cultura media sul proprio ruolo degli eletti tendente allo zero, spazi enormi sfruttabili da chi con la politica dovrebbe scontrarsi almeno ad armi pari (come le peggiori aziende che da un azzeramento della buona politica traggono enormi interessi).

E con gli ebook reader anche i libri di testo liberi

Nei prossimi anni si diffonderanno, finalmente, i lettori elettronici di libri. Quei dispositivi che permettono di leggere su inchiostro digitale, uno schermo che non affatica gli occhi, i pdf ed i libri in altri formati, proprietari o aperti con l’e-pub.

Questo significa, al di là della rivoluzione della distribuzione dei prodotti culturali, anche una evoluzione per la scuola: i libri di testo non subiranno più la minaccia degli editori, pronti a cambiare poche pagine ogni anno per uccidere l’usato e continuare politiche speculative sui prezzi.
Chiunque, compresi gruppi di genitori, docenti ed istituzioni, potrà iniziare un progetto per la realizzazione di libri di testo aperti, senza il problema della stampa e della distribuzione.

Immaginate una scuola dove all’inizio dell’anno non c’è bisogno di diventare matti per farsi dare elenchi dei libri adottati (spesso nemmeno mai aperti durante l’anno) e pagare centinaia di euro per il diritto all’istruzione.

Immaginate una scuola dove il primo giorno i docenti potranno consegnare un cd con i libri di testo e gli appunti necessari.

Immaginate una scuola dove i ragazzi delle elementari non devono sopportare decine di chili di libri da selezionare con cura ogni sera, e zaini costruiti con le ruote per poter essere trascinati.

Immaginate libri che possono diventare, con il tempo, anche multimediali (al posto delle foto, filmati, quiz, esercizi anche divertenti).

L’unico problema è che nessuno immagina una scuola così, ancora. Ma diamoci tempo.

Il Museo San Domenico sul web non esiste.

Da pochi anni, a Forlì, è stato aperto lo splendido museo del San Domenico.

Sono state fatte delle mostre molto importanti: il Palmezzano (2006), Silvestro Lega ed i Macchiaioli (2007), il Cagnacci (2008), Maceo Casadei (2008) ed il Canova (2009).

Ad ogni mostra veniva fatto un sito apposito, destinato poi ad esser spento dopo pochi mesi dalla relativa chiusura. Su internet non esiste un vero e proprio sito dedicato a questo splendido spazio espositivo, alla storia delle mostre passate, all’acquisto online dei cataloghi e del materiale di merchandising.

Io credo che sia una ENORME occasione sprecata. Queste mostre, costate centinaia di migliaia di euro, hanno certamente una ricaduta durante la loro apertura, ma lo studio e il passaggio a Forlì avrebbero un grosso valore anche con il passare del tempo, e continuerebbero a regalare prestigio alla nostra città al costo di poche decine di euro di rinnovo annuale del dominio. Ancora meglio sarebbe se fossero raccolte in un unico sito, che non sarebbe da pubblicizzare ex novo ogni anno.

Il solo fatto di aver pubblicato, in passato, qualche post su questi argomenti ha portato su questo blog centinaia di visitatori, alcuni dei quali mi hanno chiesto dove acquistare i cataloghi o dove trovare maggiori informazioni.

Invece che farmi piacere mi provoca rabbia, perché sembra quasi che la mia città si vergogni delle cose migliori che riesce a produrre.

Firma per un museo del flipper a Bologna

FlipperPochi sanno che Bologna era la capitale della produzione mondiale di flipper. L’associazione culturale no-profit TILT! ha raccolto una enorme collezione di flipper, videogiochi, giochi meccanici prodotti dal 1871 ad oggi, il cui valore è stato riconosciuto l’anno scorso anche dall’UNESCO.

Questa associazione intende aprire al pubblico, senza fini di lucro, questa collezione con un Museo del Flipper. Per questo motivo raccoglie le firme per chiedere al Comune di Bologna un capannone o un luogo per rendere possibile questa esibizione permanente:

La tua firma per il Museo del Flipper!

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