Risparmio Energetico

Risparmio energetico in piscina grazie al braccialetto

Interessanti le novità apportate alla gestione delle piscine di Cesenatico e Savignano, gestiti da Around Sport. Grazie ad un braccialetto elettronico si ipotizza di risparmiare 900mila litri di acqua in un anno.

L’innovazione passa sempre di più per la riduzione dell’utilizzo di acqua, energia, dei beni di consumo e delle materie prime.

Fonte: La società cooperativa

Un DPEF anche per l’ambiente

Il documento di Programmazione Economico-Finanziaria appena approvato contiene diversi vantaggi. Come abbiamo letto sulla stampa di questi giorni alcuni tra i più importanti riguardano pensioni basse, giovani, ammortizzatori sociali, infrastrutture e ricerca.
Ma molti capitoli di questo documento sono incentrati sull’ambiente, come scrive anche il Ministro Pecoraro Scanio sul suo blog.

Partiamo dal clima.
Si è stabilito che bisogna “coniugare la necessità di garantire le risorse energetiche per sostenere la crescita economica con la tutela delle risorse naturali e i cambiamenti climatici. Efficienza energetica e sviluppo delle fonti rinnovabili e pulite, rappresentano anche la strada per la riduzione della dipendenza energetica dall’estero, condizione particolarmente sensibile nel nostro Paese.”
Per questo “Le linee generali di intervento proposte dall’Europa richiederanno all’Italia un deciso aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili”.
Ed “Il Governo italiano si impegna, inoltre, a favorire l’uso sostenibile delle biomasse e dei biocombustibili, favorendo filiere nazionali da realizzarsi in collaborazione con gli operatori agricoli che nel settore dell’agro-energia possono trovare ampi spazi di crescita.”

Nel DPEF si identificano poi 5 ambiti di azione che richiamano le priorità ambientali dell’Unione Europea:

* Azioni di tutela ambientale con nuove regole che derivano dall’applicazione dell’autorizzazione ambientale integrata (IPPC) e del regolamento comunitario sul controllo e registrazione delle sostanze chimiche (REACH). Altrettanto deve essere fatto in relazione agli impianti industriali a rischio d’incidente rilevante ricadenti sotto le disposizioni della Direttiva Severo.
* Una corretta gestione del territorio è indispensabile per trovare misure di ‘adattamento’ che saranno individuate a conclusione della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici capaci di arginare situazioni estreme, aggravate dai mutamenti climatici in corso. Riguardo a questo, si ribadisce la centralità della Direttiva Acque che consente una visione integrata della gestione idrica e pone come obiettivo fondamentale il miglioramento della qualità delle acque…
* L’Italia dovrà rafforzare l’azione nel settore della biodiversità, sia mantenendo alto il sostegno alle aree protette, sia attraverso interventi per la tutela di specie e habitat, sia attraverso il completamento di tutti gli strumenti di programmazione e gestione, quali la carta della natura e la rete ecologica.
* Occorre procedere al recupero ambientale di siti contaminati. […] In relazione ai rifiuti, va invertita la tendenza all’aumento della produzione di rifiuti, garantita la gestione integrata del ciclo dei rifiuti e una corretta raccolta differenziata.
* La tutela dell’ambiente marino richiede che vengano individuate azioni e specifici accordi che portino, in primo luogo, a una maggiore tutela delle specie più a rischio; in secondo luogo, a razionalizzare e aumentare il livello di sicurezza dei traffici, infine, a prevenire forme di inquinamento che possono aumentare gli impatti antropici sulle fasce costiere.

Ma il punto più importante del DPEF, ritengo sia quello sugli Obiettivi di Kyoto che mirano ad ottenere un taglio complessivo delle emissioni di oltre 70 milioni di tonnellate.

Ed eccoli, gli interventi previsti:

Contrasto ai Cambiamenti climatici e al suoi effetti

TRASPORTI
Predisposizione di un Piano Nazionale sulla Mobilità Sostenibile nelle aree urbane in situazione di crisi ambientale che porti a un forte potenziamento del trasporto pubblico;
Parametrazione della tassa di circolazione in base alle emissioni di C02 per chilometro;
Facilitazione di accesso alla rete di distribuzione di gas metano a uso di autotrazione;
Promozione di utilizzo collettivo di mezzi di mobilità (car-sharing, car-pooling, ecc.);
Realizzazione di infrastrutture utili al trasporto collettivo elettrificato;
Diversificazione del trasporto merci su lunghe distanze a favore di trasporto su rotaia e cabotaggio, nonché promozione dell’intermodalità;
Conversione del trasporto pubblico a trazione elettrica e/o a carburanti a basso tasso di emissioni di C02 (metano, biocarburanti, GPL, ecc.);
Estensione e facilitazione di accesso, nonché promozione della sicurezza, ad aree pedonali e piste ciclabili in ambiente urbano;
Agevolazione alla conversione dei mezzi di trasporto privati a trazione elettrica e/o a carburanti a basso tasso di emissioni di CO2 (metano, biocarburanti, GPL, ecc);
Incentivi alla conversione della flotta circolante ai limiti previsti dallo standard Euro 5;
Istituzione di un mercato di scambio regionale dì quote di emissione per interventi in settori non regolamentati dall’ordinamento comunitario;
Promozione di un adeguato sistema di monitoraggio volto a sostenete l’introduzione del trasporto aereo nel sistema emission trading in ambito comunitario.

ENERGIA TERMOELETTRICA
Rimodulazionc della fiscalità dell’energia elettrica sulla base di benchmark unico di emissione pct KWh prodotto;
Promozione impianti di piccola trigenerazione diffusa e di cogenerazione;
Graduale adeguamento della rete di distribuzione rispondente alle necessita della produzione energetica diffusa;
Graduale programmazione della sostituzione di fonti fossili ad alta emissione di C02.

FONTI RINNOVABILI
Revisione dei meccanismi di incentivo di produzione elettrica da fonti rinnovabili.attraverso l’erogazione di certificati verdi e conto energia;
Stabilizzazione degli incentivi in conto energia per sostenere la produzione di energia da fonte solare fotovoltaica e solare termodinamica a concentrazione;
Realizzazione di almeno 500 MW installati di energia da fonte solare termodinamica a concentrazione;
Stabilizzazione per gli incentivi volti alla promozione del solate termico per la produzione di acqua calda sanitaria, riscaldamento e raffrescamento;
Promozione teleriscaldamento per grandi utenze da solare termico (solarthermie);
Interventi di autoimprenditorialità nel comparto della produzione di componenti e tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili;
Sviluppo della piattaforma nazionale per la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili;
Sviluppo del potenziale da Fonte eolica, da moto ondoso e forze maremotrici, nonché definizione delle competenze per interventi off-shore;
Incentivazione e semplificazione autorizzativa dell’uso del micro e piccolo eolico e del micro-idroelettrico;
Promozione dell’uso della tecnica di geotermia a bassa entalpia.

EFFICIENZA E RISPARMIO ENERGETICO
Realizzazione del Piano nazionale di efficienza energetica degli edifici delle Pubbliche Amministrazioni;
Semplificazione dell’accesso da parte della Pubblica Amministrazione a meccanismi di finanziamento tramite terzi, anche con assunzione della posizione di garanzia;
Promozione del mercato dei servizi energetici;
Prolungamento dei certificati bianchi, anche al fine di farne Fonte di garanzia su posizione debitoria;
Realizzazione del Piano Nazionale dell’Illuminazione Pubblica, nonché promozione di sistemi di illuminazione ad alta efficienza;
Promozione di sistemi passivi contro la dispersione di rete;
Istituzione di un mercato di scambio regionale di quote di emissione per interventi in settori non regolamentati dall’ordinamento comunitario;
Consolidamento delle politiche atte a rinnovare il parco degli elettrodomestici a vantaggio di prodotti ad alta efficienza e basso consumo;
Coinvolgimento del sistema della Piccole e Medie Imprese per l’adozione di misure di contenimento della domanda dell’energia primaria e del suo uso efficiente, anche attraverso modifiche alla legislazione in materia di appalti pubblici per beni e servizi.

RICICLAGGIO RIFIUTI
Definizione di obiettivi minimi di riciclaggio di materiali provenienti dalla raccolta differenziata di rifiuti solidi urbani, ai fini dell’assegnazione dei certificati bianchi;
Incentivazione della produzione di biogas proveniente dalla digestione anaerobica della materia organica, inclusa quella proveniente da rifiuti solidi urbani;
Riduzione dell’uso degli imballaggi primari e promozione di imballaggi a minor contenuto di carbonio ed effettivamente riciclabili.

EDILIZIA
Promozione di misure nel settore edile per la riduzione della domanda di energia primaria;
Armonizzazione del regolamenti edilizi anche ai fini della piena applicazione del D. Lgs. 311/2006;
Defiscalizzazione delle tecniche di bioedilizia nella nuova edificazione e nella ristrutturazione del patrimonio immobiliare esistente;
Promozione dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento a bassa intensità energetica;
Stabilizzazione degli interventi fiscali volti al miglioramento energetico degli edifici;
Introduzione di parametri di risparmio energetico e idrico tra i criteri prioritari di accesso a finanziamenti e contratti pubblici nel settore edile.

AGRICOLTURA E FORESTE
Incremento della microcogenerazione da biomasse legnose, da scarti e residui agricoli e della trasformazione alimentare;
Interventi, di promozione di energie rinnovabili per il riscaldamento delle serre;
Promozione della produzione di biocarburanri da filiera corta;
Promozione delle pratiche agricole che consentono l’incremento del contenuto di carbonio nel suolo;
Istituzione e mantenimento del Registro dei SINK forestali di carbonio.

DIFESA E CONSUMO DEL SUOLO
Misure di conservazione del suolo organico anche ai fini dell’assorbimento della CO2;
Riformulazione della normativa in materia urbanistica finalizzata alla riduzione del consumo del territorio e alla difesa del paesaggio;
Definitone di Piani di salvaguardia costiera anche ai fini dell’adattamento ai cambiamenti climatici;
Parametrazione, in occasione dei trasferimenti erariali dallo Stato agli End locali, di adeguati criteri premiali per la conservazione del territorio;
Completamento delle operazioni di bonifica dei siti contaminati, nonché promozione, agevolazione e semplificazione al fine della stipula di accordi di programma, anche
finalizzati alla riconversione a siti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

BIODIVERSITA’ E AREE PROTETTE
Definizione di un Piano di Protezione della Biodiversità volto alla salvaguardia delle aree di maggior vulnerabilità climatica;
Completamento della Rete Natura 2000, della Carta della Natura e della Rete Ecologica;
Armonizzazione delle competenze istituzionali per la programmazione di aree vaste, in particolare montane e fluviali;
Impegno al raggiungimento degli obiettivi individuati a livello internazionale nella Convenzione per la Salvaguardia della Biodiversità, noto come Contdown 2010;
Rafforzare la rete della aree marine protette e dei parchi geominerari.

ACQUA E RISPARMIO IDRICO
Rifinanziamcnto del Piano Irriguo Nazionale finalizzato alla manutenzione e all’ammodernamento della rete e delle infrastrutture e all’incremento della capacità di
invaso;
Promozione delle tecnologie di risparmio idrico per l’irrigazione e il settore agricolo, nonché per gli usi industriali e domestici;
Rimodulazione delle tariffe di concessione per attingere le acque in falda a scopi alimentari;
Definizione del Piano di Monitoraggio dei pozzi artesiani, finalizzato anche alla repressione dei prelievi abusivi;
Definizione di una opportuna strategia volta alla prevenzione e riduzione degli inquinanti nei corpi idrici superficiali e sotterranei;
Rilancio della Direttiva Acque 2000/60/CE anche attraverso la definizione dei distretti Idrografici.

INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Definizione e regolamentazione dei Piani di Innovazione Strategici, volti al rafforzamento di attività di ricerca non sufficientemente remunerative, anche attraverso il ricorso a
risorse e competenze pubbliche (Università, Enti di ricerca, ENEA, ecc.);
Orientamento alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili delle risorse rientranti tra gli oneri generali di sistema gestiti dalla Cassa conguaglio per il settore
elettrico;
Istituzione dell’Italian Carbon Found per acquisizione dei Crediti di Emissione derivanti da meccanismi CDM e JI previsti dal protocollo di Kyoto.

Nei prossimi giorni cercheremo di capire insieme quanto questo DPEF sia innovativo per la difesa dell’ambiente.

Patto per il Clima

A Genova è stato presentato dai Verdi il patto per il Clima, un documento da sottoscrivere che ha come scopo la riconversione ecologica dell’economia. Molti sono ormai gli esempi che dimostrano che è possibile lavorare anche senza distruggere il pianeta, a partire dai pannelli solari ed il risparmio energetico fino al software libero.

A Forlì vogliamo riproporre un convegno che abbia lo scopo di mostrare gli esempi locali di una economia sana, che attraverso una carrellata di esempi e di interventi pratici metta in rete le iniziative positive che sono state attuate e quelle che si potrebbero realizzare.
L’idea è quella di sfruttare una sala convegni ed uno spazio espositivo all’aperto dove portare materiale informativo e dimostrazioni pratiche. Pensiamo di realizzare questa iniziativa verso la metà di Giugno.

Vi chiedo, quindi, di darmi una mano, scrivendomi per segnalarmi i contatti e le iniziative migliori che vorreste vedere in questo convegno.

L’idea è quella di invitare qualche personaggio importante e riempire un pomeriggio di interventi brevi da parte di operatori economici locali, che spieghino brevemente cos’hanno fatto e come si può riprodurre il loro esempio. Accanto al convegno sarebbbe interessante utilizzare uno spazio, possibilmente all’aperto, dove fare una serie di dimostrazioni pratiche.

Ad esempio mi piacerebbe mostrare e far provare gli scooter elettrici, che molte persone non hanno mai visto, i distributori alla spina di latte biologico, gli artigiani che lavorano nel rispetto dell’ambiente, la raccolta porta a porta, i sistemi per il risparmio energetico ed idrico, il recupero di pc obsoleti grazie al software libero e così via.
Se riuscissimo a mettere insieme tutte queste iniziative positive daremmo loro uno slancio e dimostreremmo, nella pratica, che una economia diversa è possibile (molti ne fanno già parte) e che con un maggiore sostegno della politica potrebbe avere uno slancio maggiore (come nel caso del conto energia).

Aderite al patto per il clima, molti nomi illustri slegati dalla politica hanno firmato il patto e stanno collaborando, trovate l’elenco completo sul blog dedicato all’iniziativa.

ORDINE DEL GIORNO Sul Piano Energetico Ambientale Comunale di Forlì

– Vista la delibera in adozione sul PIANO ENERGETICO AMBIENTALE COMUNALE ed in particolare il contenuto della scheda relativa alla promozione della diffusione di impianti solari termici negli edifici;

IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA

– la II^ Commissione a discutere dell’attuazione del Piano Energetico Ambientale anche attraverso l’adeguamento di tutti i regolamenti coinvolti, a partire dal regolamento edilizio;

SOLLECITA L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
– a promuovere sul territorio investimenti volti ad incrementare il risparmio energetico pubblico e privato, anche attraverso accordi con le banche ed i privati per la concessione di finanziamenti agevolati finalizzati agli adeguamenti strutturali degli edifici;

– a partecipare all’iniziativa “mi illumino di meno” promossa dalla trasmissione radiofonica CATERPILLAR (RADIO 2), dal Ministero dell’Ambiente e da quello delle Attività Produttive, riducendo a scopo dimostrativo i consumi energetici del COMUNE nella giornata del 16 Febbraio e promuovendo le azioni utili allo scopo sul territorio.

Firmato

Alessandro Ronchi (Gruppo Verdi, primo firmatario).

L’ordine del giorno è stato votato da tutta la maggioranza.

Mozione approvata dal Senato sulla conferenza di Nairobi

Il Senato ha recentemente approvato una mozione che contiene diversi impegni, tra i quali la revisione dei certificati verdi e degli incentivi alla produzione di energia da fonti assimilate alle energie rinnovabili. Speriamo bene.

Segue il testo della mozione, che ho ricevuto da ASPO Italia.

Mozioni sulla Conferenza di Nairobi
(1-00039) (testo 2) (Approvata dal Senato il 07 novembre 2006)

RONCHI, MATTEOLI, FERRANTE, MUGNAI, DE PETRIS, PIGLIONICA, BELLINI, CONFALONIERI, MOLINARI, SCOTTI, FAZIO, SODANO, BATTAGLIA Antonio, LIBE’, BARBATO. –

Il Senato,
premesso che:
dal 6 al 17 novembre 2006 si terrà a Nairobi la II Conferenza delle parti (157 Paesi) che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto (MOP2) sia per proseguire il confronto avviato alla Conferenza del 2005 a Montreal che per aggiornare il protocollo e individuare i nuovi impegni al termine del primo periodo di verifica 2008-2012;
contemporaneamente, nella stessa sede e negli stessi giorni, si terrà anche l’XI Conferenza delle parti che hanno ratificato la Convenzione sui cambiamenti climatici (189 Paesi), la COP11, che comprende anche Paesi che non hanno ratificato il protocollo, ma che hanno accettato di proseguire il confronto per definire le modalità di raggiungimento dell’obiettivo a lungo termine della Convenzione, per promuovere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie volte a limitare l’impatto sul clima delle emissioni di gas serra e per favorire l’accesso a tali tecnologie anche ai Paesi in via di sviluppo;
la Commissione europea, nella comunicazione COM-2005-35 al Consiglio ed al Parlamento europeo, ha affermato: «I cambiamenti climatici sono una realtà. (…) I dieci anni più caldi mai registrati sono tutti concentrati dal 1991 in poi. Le concentrazioni di gas serra sono le più elevate degli ultimi 450.000 anni. (…) L’UE è riuscita ad abbattere le proprie emissioni del 3% rispetto al 1990, ma manca ancora molto per raggiungere l’obiettivo di riduzione dell’8% fissato dal Protocollo di Kyoto. (…) Anche se le politiche già adottate saranno attuate, è probabile che le emissioni su scala planetaria aumenteranno nei prossimi vent’anni, imponendo riduzioni delle emissioni mondiali pari almeno al 15% rispetto ai valori del 1990 entro il 2050. Tra il 2030 e il 2065 il contributo cumulativo dei paesi sviluppati e quello dei paesi in via di sviluppo dovrebbe essere lo stesso. Si può pertanto dedurre che se l’UE dimezzasse le proprie emissioni entro il 2050, non ci sarebbero conseguenze significative sulle concentrazioni atmosferiche se altri paesi responsabili di ingenti emissioni non procederanno ad analoghi tagli consistenti.»;
mentre le emissioni globali dal 1990 al 2003 sono aumentate del 18%, le trattative internazionali sul clima registrano notevoli difficoltà: gli Stati Uniti mantengono le loro riserve sul Protocollo di Kyoto al quale continuano a non aderire; i Paesi in via di sviluppo sono in genere restii a contenere le proprie emissioni di gas serra: le misure per ridurre le emissioni di gas serra sono onerose, ma molto meno onerose delle conseguenze dei cambiamenti climatici sia nei paesi industrializzati che in quelli di nuova industrializzazione;
in Italia, Paese che ha ratificato il Protocollo di Kyoto con la legge 1º giugno 2002, n. 120, secondo i dati ufficiali, trasmessi al Segretariato della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici il 14 aprile 2006, le emissioni dei gas serra nel 2004 sono salite a 583,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti (Mt CO2 eq.), a fronte di un impegno di riduzione delle emissioni a 485,8, con una distanza dall’obiettivo del Protocollo di Kyoto pari a 97, 7 Mt CO2 eq.: un aumento del 13% a fronte di un impegno di riduzione, entro il 2008-2012, del 6,5%;
gli aumenti più consistenti di emissioni di gas serra dal 1990 al 2004 in Italia hanno riguardato il settore dei trasporti (da 104 Mt CO2 a 132,6, con un aumento del 27,5%) ed il settore della produzione di energia termoelettrica (da 108,9 Mt CO2 a 127,3, con un aumento del 17%). Nel settore dei trasporti l’aumento delle emissioni di CO2 negli ultimi anni sembra frenare (dal 2000 al 2004 l’aumento è stato del 6,5%), nel settore termoelettrico invece sembra accelerare (dal 2000 al 2004 l’aumento è stato dell’8,5%). Nel settore civile e terziario dal 1990 al 2004 l’aumento è stato pari al 10,6%. Sostanzialmente in linea con l’obiettivo di Kyoto risultano i settori dell’industria manifatturiera e delle costruzioni con un calo delle emissioni nel periodo citato del 3,8%, e quello dell’agricoltura, con un calo delle emissioni del 6,8%;
il mancato raggiungimento dell’obiettivo di riduzione di emissioni di gas serra per l’Italia comporterebbe un costo non solo ambientale, ma anche economico, rilevante. Il periodo di verifica degli obiettivi di Kyoto inizia nel 2008; oggi il prezzo della tonnellata di CO2 presenta incertezza e variabilità ancora notevoli, ma è ragionevolmente prevedibile che si stabilizzerà verso l’alto. Supponendo un costo medio dei meccanismi flessibili pari a 15 euro la tonnellata, se la distanza dall’obiettivo si confermasse intorno ai 100 milioni di tonnellate, l’Italia dovrebbe sborsare circa 1,5 miliardi di euro l’anno, fra acquisti di diritti di emissione e progetti di cooperazione per realizzare tali riduzioni all’estero. Se poi, come pare necessario e probabile, dopo il 2012 vi fossero ulteriori e ancora più impegnativi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra e l’Italia vi giungesse impreparata, i costi potrebbero diventare veramente proibitivi;
i settori regolati dalla direttiva 2003/87/CE, che contribuiscono per circa il 38% delle emissioni totali dei gas serra nazionali, sulla base dello schema del Piano di Assegnazione 2008-2012 avviato in consultazione con i settori interessati nel luglio del 2006, rispetto all’assegnazione 2005-2007, sono chiamati ad una impegnativa riduzione di emissioni: tale impegno, oneroso, riflette, da una parte, i ritardi accumulati da una parte di essi, ma dall’altra anche i ritardi in altri settori, non regolati dalla citata direttiva, come i trasporti ed il settore civile;
le emissioni di gas serra derivano in larga parte dall’uso di combustibili fossili (nel 2005 l’Italia ne ha consumati 185,9 Mtep, cioè milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) importati per il 91%. Il costo dell’energia primaria importata è stato nel 2005 pari a circa 36,5 miliardi di euro. Tenendo conto del mix attuale dei combustibili fossili consumati in Italia, l’obiettivo di Kyoto comporterebbe una riduzione dal 15 al 20% del consumo di combustibili fossili (in relazione, a quali combustibili si riducono di più, dato il diverso contenuto di CO2 nelle emissioni). Ciò comporterebbe una riduzione della bolletta energetica del Paese circa della stessa percentuale: dai 5 ai 7 miliardi di euro all’anno;
tali riduzioni dei consumi di combustibili fossili andrebbero ricercate nel settore dei trasporti (che consuma il 60% del petrolio che l’Italia importa), in quello dell’energia elettrica, degli usi civili e del terziario, con misure di efficienza energetica e di risparmio, con sviluppo del cabotaggio, del trasporto su ferro e collettivo, con un maggiore e consistente impegno per la produzione e l’uso di fonti rinnovabili e pulite per generare energia elettrica, calore e carburanti, con possibili ricadute positive tecnologiche, produttive e occupazionali,

impegna il Governo:
ad operare, insieme all’Unione europea e nel suo ambito, per affrontare il secondo periodo, dopo il 2008-2012, con politiche e misure, concordate in ambito internazionale, più efficaci ed incisive, necessarie per contrastare l’aumento delle concentrazioni di gas che concorrono ad un preoccupante cambiamento del clima, ridurre in modo adeguato tali emissioni, attuare misure di prevenzione e di adattamento;
ad operare al fine di ampliare la partecipazione alle iniziative in atto per affrontare cambiamenti climatici secondo il principio della responsabilità comune, differenziata negli oneri;
poiche´ 6 Paesi (Stati Uniti, Canada, Russia, Giappone, Cina e India), insieme all’Unione europea producono il 75% delle emissioni mondiali di gas serra, a sostenere gli sforzi tesi ad attivare e a trovare un’intesa in questo «G7» per il clima;
a sostenere la ricerca e il cambiamento tecnologico, l’economia della conoscenza, poiché le misure necessarie per far fronte al cambiamento climatico influiranno sulle modalità di produzione e di utilizzo dell’energia nel mondo e stanno promuovendo innovazione, cambiamenti di beni, servizi e consumi, determinando anche nuove condizioni per la competitività economica sui mercati;
ad attuare il Protocollo di Kyoto come occasione per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e la fattura delle importazioni energetiche del Paese, per l’innovazione nel settore dei trasporti, della mobilità e della logistica, il risparmio delle famiglie nei consumi civili e domestici, l’innovazione del sistema di produzione di energia elettrica e di calore, l’efficienza energetica, l’innovazione tecnologica e l’occupazione;
ad aggiornare la delibera CIPE 123/2002 ed il relativo Piano nazionale per la riduzione delle emissioni di gas serra in modo da far fronte alla accresciuta distanza (97,7 Mt CO2) dall’obiettivo di Kyoto;
ad integrare tale Piano nazionale per la riduzione delle emissioni di gas serra in un programma nazionale energetico-ambientale, concordato con le Regioni, definito con il Parlamento, in una sede stabile istituzionale di coordinamento, aggiornamento e monitoraggio dei risultati, al fine di avere un quadro unitario coerente, di riferimento e di indirizzo;
a rafforzare la ricerca ed il supporto tecnico alla diffusione delle politiche e delle misure che concorrono alla riduzione delle emissioni di gas serra, all’aumento dell’efficienza e del risparmio energetico, alla diffusione della produzione e dell’uso di fonti rinnovabili;
a prestare grande attenzione al settore dei trasporti, della mobilità e della logistica, in cui le misure per la riduzione della congestione del traffico urbano e delle emissioni locali che suscitano preoccupazioni, come le polveri sottili e il potenziamento, l’adeguamento, l’ammodernamento del sistema ferroviario e di quello portuale, rilevanti per il Paese, hanno ricadute decisive anche per la riduzione delle emissioni di gas serra;
a fare dell’efficienza e del risparmio energetico una effettiva priorità, poiché consente una riduzione sempre più rilevante dei costi di produzione, con un recupero di competitività, e un significativo risparmio per le famiglie, oltre a ridurre le emissioni di gas serra;

a promuovere con maggiore efficacia lo sviluppo di tutte le fonti energetiche rinnovabili (idriche, geotermiche, eoliche, solari, biomasse) per la produzione di energia elettrica, di calore e di carburanti, superando i certificati verdi e l’incentivazione delle fonti non rinnovabili assimilate, con un sistema incentivante, differenziato per fonte, senza tetti, accessibile, certo e di lunga durata, assicurando il collegamento con le reti di distribuzione e procedure di localizzazione e di autorizzazione più semplici, in grado di garantire le necessarie valutazioni ambientali, territoriali ed economiche, in tempi più rapidi, con trasparenza per i cittadini e per gli operatori;

a sostenere, in rapporto con le piccole e medie imprese largamente prevalenti nel sistema produttivo nazionale, con particolare riferimento ai loro distretti, la piccola cogenerazione distribuita, di energia elettrica e di calore, che consente maggiore efficienza e più alti rendimenti, migliora le condizioni di concorrenza, con benefici economici ed ambientali; a sostenere lo sviluppo dei distretti agro-energetici in modo che l’agricoltura possa valorizzare sia le risorse rinnovabili disponibili sul territorio (solare, idrica, eolica) sia quelle direttamente producibili o ricavabili dalle proprie attività (biogas, biocarburanti, biomasse), sia da attività di forestazione e manutenzione dei boschi, in modo da produrre, insieme ai benefici ambientali, un’integrazione del reddito per gli agricoltori, contrastando l’abbandono delle campagne in corso;

a sostenere la ricerca e la sperimentazione della cattura e del sequestro sicuro della CO2, che potrebbe consentire un utilizzo pulito dei combustibili fossili e dell’idrogeno (un vettore potenzialmente in grado di consentire l’accumulo ed il trasporto dell’energia rinnovabile ed un suo successivo uso pulito con impieghi ad elevata efficienza energetica);
ad adoperarsi attivamente affinché i Paesi in via di sviluppo siano tenuti in debita considerazione nel futuro regime internazionale per la lotta al cambiamento climatico, nel pieno rispetto dei loro interessi vitali riguardanti la promozione del loro sviluppo economico e la lotta alla povertà;
a sostenere nelle sedi competenti, la riduzione degli investimenti della Banca mondiale in combustibili fossili ed un aumento esponenziale del sostegno all’efficienza energetica, rinnovabili su piccola scala e risparmio energetico, riconsiderando altresì il ruolo della Banca nel supporto ai meccanismi di flessibilità (permessi di emissione e Clean Development Mechanism) previsti dal Protocollo di Kyoto.

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