Politica

Bella la scusa umanitaria

Seguendo il filo logico di chi in questi giorni è contrario a far pagare l’ICI agli immobili commerciali della Chiesa perché aiuta la povera gente, tutti i volontari di qualsiasi associazione umanitaria ne dovrebbero essere esenti.

Lo stesso vale per l’8×1000: io vorrei darlo ad associazioni non religiose che hanno scopi benefici, ma la mia scelta non è possibile perché finiscono alla Chiesa ed alle altre religioni dell’elenco anche quelli di chi sceglie lo Stato.

A me va bene che sia incentivata la beneficenza, ci mancherebbe. Però uno Stato Laico per farlo incentiverebbe la beneficenza, non una sola delle organizzazioni che aiutano i deboli. Anche perché a lato di questo noi finanziamo anche altre cose che non dovrebbero esserlo affatto: gli insegnanti di religione, le professioni meramente religiose, le associazioni che difendono i dogmi religiosi presso le istituzioni che dovrebbero essere laiche e tanto ancora.

Ma visto che non si può tassare la Chiesa perché aiuta i poveri (non come fine primario, ovviamente), allora dovremmo essere favorevoli all’esenzione dalle tasse di qualsiasi associazione che ha anche uno scopo umanitario tra le postille del proprio statuto.

Senza controlli – per carità – su come i soldi della stessa vengano amministrati.

Idee per una manovra

La maxi manovra del Governo è stata presentata. Non tutta ancora è di pubblico dominio, immagino che i dettagli “migliori” verranno snocciolati durante le vacanze estive degli italiani. In nome della produttività, vengono smantellati alcuni diritti acquisiti in tanti anni. Conquiste importanti che servivano a bilanciare l’enorme potere sulla persona posseduto dal datore di lavoro.

Tutto questo porterà ad una nuova crescita? Penso di no.
Del resto, sinceramente, della crescita cinese faccio volentieri a meno, se il prezzo da pagare è lo stile di vita delle persone che la abitano.

Però non basta, bisognerebbe portare qualche idea diversa, ed io qualcuna ce l’avrei.

Tanto per cominciare, sui costi della politica ragionerei in maniera molto diversa dal PD, che propone di dimezzare i parlamentari. Questa idea, proposta anche da “illustri” anticasta come Stella e Rizzo, serve a mio parere solo a diminuire il potere già ridicolo della politica nei confronti dell’economia e dei veri poteri forti. Tanto per citare una controindicazione forte, verrebbe dimezzato il costo per comprare la maggioranza in Parlamento.

I costi della politica veri sono quelli che ricadono dalle scelte fatte dalle istituzioni. Se sostituissimo i parlamentari con un piccione, facendogli scegliere del nostro futuro, avremmo risparmiato veramente? La soluzione vera, a mio parere, sarebbe una revisione giusta delle leggi elettorali a tutti i livelli, che premino le persone giuste e smantellino le decisioni antidemocratiche come la nomina dei parlamentari e l’acquisto delle poltrone.

Poi adeguerei veramente gli stipendi ed i benefit a quelli degli altri paesi europei simili a noi. Senza demagogie, che fanno male più dei privilegi.

Nei consigli comunali, costa di più stipendiare un consigliere, oppure lasciare fare tutti i controlli a funzionari e macchina amministrativa? Di questo non si parla mai, ma se la politica viene fatta come hobby serale, come vorrebbe anche Grillo, poi comprarne il voto diventa più facile, ed evitare che il politico studi e si impegni una prassi. Altrimenti le decisioni verranno prese in altre sedi rispetto a quelle democratiche, ed i Consigli si riempiranno di disoccupati e pensionati.

Altro punto importante è quello della lotta alla criminalità organizzata ed all’evasione fiscale.
Una misura necessaria sarebbe quella di limitare l’uso del denaro contante. Oltre all’evasione, permetterebbe di controllare pizzo e tangenti, tanto per iniziare.
Un’altra potrebbe essere la legalizzazione delle droghe leggere: abbiamo provato con la repressione, ma abbiamo solo riempito le carceri senza diminuire il numero di chi ne fa uso. Gli USA sono tra gli stati più intransigenti, eppure il numero di fruitori è tra i più alti.
Legalizzandole si potrebbero controllare, tassare come il tabacco (che ricordiamoci fa morire) e l’alcol, e si potrebbero utilizzare in modo diverso i tribunali e le forze dell’ordine che oggi a questo si dedicano.
E togliere una fetta di mercato alla criminalità, che male non fa.

Poi bisognerebbe mettere in contrapposizione gli interessi di chi acquista e chi vende: se entrambi hanno un vantaggio nell’acquisto senz’Iva e senza tasse, il rischio del nero è sempre alle porte. Un esempio l’abbiamo avuto: con le detrazioni del 55% per le ristrutturazioni energetiche, tutti i lavori effettuati erano regolarmente contabilizzati. Si potrebbe fare qualcosa di simile in tanti settori, e mantenere operazioni di quel tipo in edilizia per ridurre la nostra dipendenza energetica dall’estero in cambio di manovalanza locale (che è totalmente positivo).

Invece di facilitare chiusura ed apertura di aziende, cosa che porta ad un gran numero di abusi, licenziamenti, fatture non pagate, e così via, si potrebbe pensare a sostenere le aziende che resistono ed assumono. Le nuove iniziative vanno sostenute, ma si può ridimensionare il fenomeno delle convenienze varie e poco nobili.
La cassa integrazione sostiene chi lascia a casa la gente. Perché non dare ossigeno a chi invece la fa lavorare?
Un contratto a tempo indeterminato deve costare meno all’impresa di quello a progetto, altrimenti si userà sempre quest’ultimo anche per coprire necessità strutturali e continue, non solo come eccezione.

Sui lavoratori, poi, bisognerebbe obbligare ad un registro delle presenze, elettronico o cartaceo, che contenga gli orari dei dipendenti il giorno prima, ed ingressi ed uscite in tempo reale. Troppo diffusa la prassi di assumere a mezza giornata persone che lavorano tutto il giorno, guardacaso sempre presenti alle visite degli ispettori.

Incentiverei poi la produzione a Km 0, favorendo l’acquisto di prodotti locali anche con sgravi. Poi obbligherei l’indicazione di provenienza di ogni prodotto. Il mercato sia libero, così come la possibilità di scegliere di evitare i pomodori cinesi. Se non smettiamo di acquistare tutto dall’estero, come pensiamo di sopravvivere nel lungo termine?

Investimenti pubblici: stiamo tagliando la ristrutturazione delle scuole, la manutenzione delle strade, l’acquisto di mezzi pubblici per fare opere inutili che investimenti non sono, perché non hanno ricadute adeguate per l’economia locale e nazionale. Si spende non per necessità, ma perché si deve spendere, ed oggi non possiamo più permettercelo. Facciamo invece quello che serve, distribuendo anche contemporaneamente il denaro pubblico a molte più imprese e molti più lavoratori.

Per non farla più lunga di così, la mia idea è un po’ questa: per migliorare i conti dobbiamo inseguire la legalità, rendondola però percorribile. Per le aziende, imposizioni giuste e sostenibili e controlli severi, sulle persone meno ipocrisia, sugli investimenti pubblici un occhio di riguardo in più: meglio tante piccole opere necessarie piuttosto che grandi ed inutili piramidi, che accentrano il denaro pubblico sulle mani di pochi.

Ma oggi si decide di tagliare, di tassare, di eliminare diritti, usando la crisi anche come pretesto.

Vianello e Mondaini spodestano Falcone e Borsellino?

Sembra che il Comune di Parma voglia cambiare nome al Parco Falcone e Borsellino, intitolandolo a Sandra Mondaini e Raimondo Vianello.

Al di là dell’oscenità del solo pensiero, questa decisione sarebbe con ogni probabilità impugnabile.

Per assegnare il nome ad un bene pubblico la legge impone che passino almeno 10 anni dalla morte del personaggio, almeno che non si tratti di personaggi illustri tali da avere una DEROGA dal Prefetto alla legge (ad esempio Giovanni Paolo II).

Quest’obbligo, giusto, serve appunto ad evitare che ogni funerale venga strumentalizzato, e che le intitolazioni vengano effettuate per celebrare personaggi popolari, ma non storici.

E non è la stessa cosa.

Borghezio: strage Norvegia colpa della società multirazziale

Secondo Borghezio la strage norvegese, ad opera di un norvegese, è colpa della società multirazziale.

Quindi se uno che nasce e vive tutta la sua vita nel suo paese, per paura dell’immigrazione, uccide un centinaio di persone, è colpa dell’immigrazione, non colpa del razzismo e della follia di questa persona.

Il problema più grave, di questo scaricar colpe e strumentalizzare stragi, è quando il pazzo dirà di sentire le voci o di aver paura del babau. Come facciamo in quel caso? Aboliamo il babau per legge?

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