Year: 2003

Rilasciati nuovi manuali OpenOffice.org, KDE e Mozilla

COMUNICATO STAMPA
Bologna, 27 ottobre 2003

YACME S.r.l. rilascia i nuovi manuali Open Source: OpenOffice.org, KDE, Mozilla

Dal sito dell’azienda bolognese https://yacme.com/è possibile scaricare i manuali alle applicazioni desktop Open Source più diffuse:
OpenOffice.org, che costituisce una valida alternativa a MS Office, nei moduli più utilizzati “Writer” (elaboratore testi) e “Calc” (foglio elettronico); KDE, l’interfaccia utente per il desktop Linux facile da usare per gli utenti abituati a Windows; Mozilla, il potente browser erede di Netscape, che fornisce funzioni utilissime come il “tabbed browsing” ed il filtro “antispamming”.

I manuali

-Guida a OpenOffice.org Writer versione rinnovata
-Guida a OpenOffice.org Calc versione rinnovata
-Guida a Mozilla
-Guida al Linux Desktop KDE

si possono scaricare dalla pagina
https://yacme.com/index.php/servizi/59-attivita/servizi/140-guide-openofficeorg. Nei primi due giorni dal rilascio, avvenuto in anteprima venerdì 24 ottobre per gli abbonati alla newsletter YACME, sono già state scaricate 700 copie dei manuali.

Tutti prodotti da YACME, i manuali sono stati rilasciati con licenza Open Source GNU FDL (GNU Free Documentation License): questo significa che è possibile usarli, copiarli, modificarli, ricavarne delle versioni commerciali, naturalmente mantenendo la corretta attribuzione del copyright originario di YACME S.r.l.; inoltre le versioni ridistribuite vanno rilasciate con la medesima licenza Open Source originaria.

La scelta di utilizzare una licenza “copyleft” quale la GNU FDL si traduce quindi in uno “scambio” di benefici: YACME mette a disposizione il proprio lavoro alla comunità di utenti, ma in cambio ottiene di poter a propria volta usufruire dei miglioramenti che questi ultimi apporteranno.

La prima versione dei manuali OpenOffice.org era già stata utilizzata da diverse società commerciali per realizzare delle vere e proprie “distribuzioni” di OpenOffice.org: queste società avevano stampato i manuali YACME e realizzato una scatola comprendente anche un CD col software OpenOffice.org. Inoltre alcuni membri della comunità Open Source hanno contribuito a migliorare i manuali, e i loro contributi sono stati inclusi nelle nuove versioni dei manuali.

C H I S I A M O

YACME S.r.l., Bologna, è un’impresa attiva fin dal 2000 nel settore dei servizi IT, la cui missione è essere punto di riferimento per le imprese private e pubbliche su Linux ed il mondo Open Source attraverso l’offerta di competenze, servizi e lo sviluppo di soluzioni innovative.
https://yacme.com/
Contatti con la stampa: Ufficio Marketing – Marta Rosso – +39 051 538709

Il fiore del cactus su Daypop

Piccole cose che danno soddisfazione ai blogger. Il famoso Daypop, motore di blog e news in tempo reale, tra i 59000 blog che visita giornalmente per arricchire il proprio indice, da qualche giorno si avvale anche di questo blog. Come potete notare anche qui.

L’economia del nobile sentiero: ripensare alla globalizzazione/2

Il workshop punta di diamante della tre giorni di Rimini è stato senza dubbio quello su “Acqua o petrolio? I beni della natura vivente non hanno acquirenti”.
Ospite d’onore Lester Brown, noto ai più per essere il curatore dello “State of the World”, pubblicazione annuale del World Watch Institute sullo stato di salute del pianeta Terra, pubblicato in Italia da Edizioni Ambiente.

Lester Brown ha incentrato le sue preoccupazioni ambientali per il futuro che ci attende puntando l’attenzione sull’acqua e sul cibo, oltre che sul riscaldamento globale.
In questo momento Cina, USA e India, i granai del mondo, fondano la propria agricoltura si un eccesso di pompagio delle falde ad uso irriguo. Ad aggiungersi quindi alla crisi idrica prossima ventura c’è il riscaldamento globale. Un grado di aumento della temperatura media porta ad una riduzione stimata della produzione di granaglie a livello mondiale del 10%. L’indicatore economico simbolo del 21esimo secolo non sarà più il PIL o il DOW Jones ma il prezzo del cibo. I segni di questo giro di boa si stanno già manifestando. La Cina ha raggiunto del 1999 il picco della sua produzione e da allora sta cominciando a rivolgersi al mercato per il suo fabbisogno interno.

Tre sono gli ambiti sui quali intervenire prima di giungere al punto di non ritorno: l’aumento della produttività, la riduzione della crescita demografica mondiale e la ricerca di una stabilità politica.
Ridurre i consumi dell’acqua è possibile. Per farlo è necessario secondo Lester Brown dare il giusto prezzo alla stessa e attivare nuove pratiche irrigue volte al risparmio, privilegiano le colture di qualità che richiedono meno acqua, insieme ad una revisione complessiva dei processi industriali.
La popolazione. Secondo lo scenario medio ONU al 2040 sulla Terra saremo in 7,4 miliardi. Per avere un ambiente salvaguardato è indispensabile garantire all’uomo un ambiente sociale favorevole con servizi sanitari ed educazione almeno a livello base.

Energia, economia e politica internazionale sono stati i temi della conclusione di Lester Brown.
Sull’energia si deve puntare massicciamente sull’eolico (gli ambientalisti italiani dovrebbero ascoltare bene) perché ha caratteristiche uniche (ne ha dette sei ma me ne ricordo solo cinque): abbondante, economica, pulita, diffusa, senza emissioni. Il passo successivo saranno le celle a combustibile.
Stoccata pure all’economia che non comprende al suo interni i costi ambientali, falsando il gioco. Se il capitalismo collasserà, lo farà perché non dice la verità ecologica.
Cambiare si può? Sarà costoso? La risposta positiva è data da un parallelismo con gli anni ’40. Nel 1942 gli USA, per far fronte all’ingresso in guerra, in poco tempo modificarono il proprio sistema industriale civile per la produzione di veicoli e attrezzature belliche. Lo stesso, con la volontà, si potrebbe fare oggi, per sterzare verso tecnologie e produzioni in grado di essere meno insostenibili.
Ultimo pensiero per il terrorismo. Secondo Brown (come smentirlo?) Bin Laden avrà vinto la sua partita se avrà successo nel distogliere la nostra attenzione dai problemi veri dello sviluppo economico e della sua incompatibilità con il sistema naturale. Non possiamo permetterglielo.

L’economia del nobile sentiero: ripensare alla globalizzazione/1

Lo scorso fine settimana si è tenuto a Rimini un ricco appuntamento di wokshop sul tema di un economia in grado di rispondere meglio alla globalizzazione e ai suoi molteplici effetti.
Economisti, scienziati, politologi si sono confrontati su questo tema, dando luogo a dibattiti, anche accesi, molto stimolanti e coinvolgenti.

Il primo workshop della mattina del 18 ha visto un confronto all’arma bianca tra Jean Ziegler e Dominick Salvatore, il primo (autore de “La privatizzazione del mondo”) molto critico, il secondo estremamente ottimista sugli effetti benefici della globalizzazione per i paesi poveri.

Ziegler, fresco fresco dalla presentazione del Rapporto ONU sulla fame nel mondo, ha introdotto il tema spiegando dove nasce la “mondializzazione” fino a poi snocciolare una serie impressionante di dati ufficiali a dimostrazione del fallimento dell’attuale modello di sviluppo.
I 225 patrimoni privati maggiori del mondo controllavano nel 2002 1200 miliardi di dollari, ovvero l’equivalente del 43,8% della popolazione mondiale (circa 2,6 miliardi di persone).
Le 200 maggiori società globali sempre nel 2002 possedevano il 23,8% delle ricchezze del pianeta.
Ziegler ha sfatato indirettamente il falso mito che gli OGM servirebbero anche a sfamare il pianeta. Palesemente falso perché, dati ONU 2003, con l’attuale produzione alimentare si potrebbe garantire la razione minima giornaliere di 2700 Kcalorie a 12 miliardi di persone.

Salvatore, economista italiano da più di 40 anni residente negli USA, ha fatto affermazioni condivisibili nell’analisi ma non nelle soluzioni. È certamente vero che la globalizzazione è efficienza e non si può arrestare, frutto dello sviluppo delle telecomunicazioni e dei trasporti e che si sviluppi su tre livelli principali: quella dei gusti (Gillette con il Mach3 ha fatto lo stesso spot in tutto il mondo con più di un miliardo di profitti annui; Ford produce la Mondeo, uguale su tutti i mercati dove viene venduta per il 95% dei componenti), quella della produzione e quella del mercato del lavoro. Secondo Salvatore, da dati della Banca Mondiale si evincerebbe che i paesi che si sono aperti alla globalizzazione sono quelli che, rispetto agli altri, hanno più beneficiato di questo processo.

Ziegler e gli altri relatori hanno duramente contestato questi dati e il mondo in cui sono stati aggregati, smentendo questa aura buona e positivista dell’economia globalizzata come anche di chi crede che l’economia (la mano invisibile) sia governata da leggi naturali.
Ziegler, il più lucido ed appassionato dei presenti, ha raccontato al termine un paio di aneddoti a dimostrazione delle sue tesi.
Riguardo ai rapporti della famiglia Bin Laden col potere economico e politico occidentale, Ziegler racconta che Isam Bin Laden, invitato prima dell’11 settembre 2001 alla presentazione a Ginevra dei risultati del Fondo d’investimento USA Carlyle (che investe in tecnologie militari), ad aprile 2002 si vede rifiutare l’ingresso nell’Hotel dove si svolge la presentazione.
L’altro aneddoto riguarda una conversazione di Ziegler con un banchiere svizzero tra i più intelligenti e aperti. Di fronte alla richiesta di Ziegler di aprire i conti dei terroristi per bloccare i fondi dei traffici illeciti, il banchiere risponde con tutta l’innocenza del caso “non posso intervenire nei flussi di capitali” come se questo fosse una violazione di una legge naturale incontrovertibile.

Altri relatori hanno dato un prezioso contributo ma per mancanza di tempo non riporto i loro interventi. Il Centro Pio Manzu realizzerà comunque una raccolta degli atti.

Elezioni a stelle e strisce (parte prima)

Gli Stati Uniti d’America sono considerati la più grande Democrazia esistente e il Presidente USA l’uomo più potente dell’umanità.
Mi sembra giusto capire il modo in cui viene eletto dal suo popolo, ciò che segue è il risultato di ciò che ho potuto capire e un invito ad informarsi sul tema senza dare nulla per scontato, qualunque integrazione/correzione è gradita.
Negli Stati Uniti le elezioni si svolgono ogni 4 anni, come da tradizione si svolgono di martedì, precisamente quello successivo al primo lunedì di Novembre.
I principali partiti sono: Repubblicani di centro-destra, Democratici di centro-sinistra (la classificazione ha carattere indicativo).
Il giorno delle elezioni vengono eletti 538 ‘grandi elettori’ che diventeranno deputati, senatori e avranno il compito di eleggere qualche settimana dopo il Presidente. Questi ‘grandi elettori’ comunque, già prima del giorno delle elezioni, dichiarano il proprio candidato-Presidente e si impegnano pubblicamente a sostenerlo; rarissimi sono i casi di ‘tradimento’ e quindi già il giorno delle elezioni il candidato a Presidente che avrà dalla sua parte 270 ‘grandi elettori’ (la metà +1) eletti potrà festeggiare. Ne consegue che l’elezione del Presidente è in pratica diretta, formalmente indiretta.
Ecco l’elenco degli stati con il numero di grandi elettori che possono eleggere:
Alabama 9, Alaska 3,Arizona 8,Arkansas 6,California 54, Colorado 8, Connecticut 8,Delaware 3, Distretto di Columbia 3 (questo si può definire uno stato aggiunto artificialmente), Florida 25, Georgia 13, Hawaii 4, Idaho 4, Illinois 22, Indiana 12, Iowa 7, Kansas 6, Kentucky 8, Louisiana 9, Maine 4, Massachussets 12, Maryland 10, Minnesota 10, Michigan 18, Mississippi 7, Missouri 11, Montana 3, Nebraska 5, Nevada 4, New Hampshire 4, New Jersey 15, New Mexico 5, New York 33, North Carolina 14, North Dakota 3, Ohio 21, Oklahoma 8, Oregon 7 Pennsylvania 23, Rhode Island 4, South Carolina 8, South Dakota 3, Tennessee 11, Texas 32, Utah 5, Vermont 3, Virginia 13, Washington 11, Wisconsin 11, West Virginia 5 Wyoming 3.
Con questa ripartizione fin dall’inizio della Democrazia non si era cercato solo un equilibrio geografico ma anche di favorire gli Stati del Sud per mantenere l’istituzione dello schiavismo (i primi Presidenti erano quasi tutti proprietari di schiavi in Virginia).
Anche oggi il rapporto popolazione di stato/grandi elettori può avere un divario notevole tra i diversi Stati, un grande elettore corrisponde a circa 600.000 residenti in Florida o California ma a solo 200.000 nel Vermont o nel North Dakota ancora meno nel Wyoming; ne consegue che il peso dei voti da uno Stato all’altro può risultare diverso.
Nei singoli Stati il candidato-Presidente che vince, anche di un solo voto di scarto, si prende TUTTI i grandi elettori assegnati a quello stato, questo porta al rischio di avere la maggioranza dei voti popolari ma perdere la maggioranza dei grandi elettori e quindi le elezioni.
Le elezioni sono estremamente dispendiose a causa della campagna elettorale che si deve per forza svolgere in giro per tutti gli Stati, l’appoggio dei media è fondamentale.
Occorrono enormi quantità di denaro, i candidati-Presidente sono finanziati per la maggior parte dalle grandi imprese, solo l’1% della popolazione versa somme elettorali, tutto questo è lecito e documentato. Spesso le industrie elargiscono in maniera più o meno uguale somme stratosferiche sia ai Repubblicani che ai Democratici, se lo fanno è per avvalersi della futura politica del Governo. Ogni anno i finanziamenti raccolti aumentano in maniera esponenziale, il Presidente in carica per la campagna 2004 si avvia a battere tutti i record di raccolta di fondi; per ricercare i singoli finanziatori suddivisi anche per ‘ramo’: whitehouseforsale.
Questo meccanismo lascia poco spazio a formazioni politiche nuove o candidati alternativi, a tutto vantaggio di una stabilità di governo indiscutibile, le politiche non certo radicalmente diverse dei due partiti principali favoriscono un alternanza di governo nel segno della continuità e della tranquillità dei mercati.
Gli USA sono una federazione di stati, questi possono legiferare sulla materia elettorale in modo autonomo gli uni dagli altri. Ogni stato ha il suo particolare modo di votare e di chiamare i cittadini alle urne, per favorire il decentramento, anche le Contee possono variare le regole, in pratica ci sono più di 3.000 modi diversi di votare.
Le schede elettorali possono essere diverse da stato a stato; ci sono schede pre-forate sulle quali l’elettore elimina il coriandolo con un punteruolo, quando il pezzettino di carta rimane attaccato da un lato può causare problemi alle macchine conta-voti. Un altro tipo di scheda si chiama a farfalla, fogli divisi in due con i nomi dei candidati da entrambe le parti, in mezzo una striscia con dei fori da bucare; il possibile sfasamento tra il nome e buco è stato causa di molti errori. Dan Bricklin (geniale creatore di Visicalc, progenitore di tutti i fogli elettronici) analizza questo problema sul suo sito.
Si può anche votare azionando le leve di una macchina, il 7% della popolazione ha a disposizione il voto elettronico.
In certi Stati si può votare per posta, in altri non viene richiesto un documento di riconoscimento.
Durante le elezioni non si deve esprimere un voto solo per il Presidente ma anche per decine di altre cariche che riguardano il proprio Stato o la propria contea. Questo da un lato è espressione di democrazia diretta dall’altro si mette l’elettore di fronte a una prova titanica, occorrerebbe una conoscenza approfondita della legislazione o dei singoli candidati e questo si trasforma in una semplice ratifica piuttosto che una scelta ragionata.
La percentuale di votanti negli USA raggiunge a malapena il 50%.
Le elezioni non si possono giudicare semplicemente dal meccanismo di voto:
prima delle presidenziali del 2000 lo stato della Florida ha commissionato alla Database Technologies un lavoro di grossa responsabilità: controllare tutti gli elettori dello Stato ed epurare dalle liste gli ex criminali, esattamente come dice la legge di questo Stato. Per un tragico errore sono stati cancellati anche migliaia di cittadini assolutamente incensurati ma che avevano generalità simili a quelli di ex criminali. Furono esclusi anche alcuni con stessa data di nascita in pratica (l’ufficio elettorale spiegò che bastava un 80% di corrispondenza tra i dati un qualunque elettore con quelli dei criminali per includerlo nella lista dei non aventi diritto). Tra i tanti fu cancellata dalle liste anche Linda Howell sovrintendente alle elezioni della contea Madison in Florida. Furono epurati 90.000 elettori, solo la minima parte era effettivamente giusto cancellare; la maggior parte erano neri (il documento di identificazione razziale è richiesto dalle leggi della Florida), la Database Technologies fu pagata milioni di dollari per fare lo stesso lavoro svolto per 5.700$ da altra ditta alle precedenti elezioni.
Il governatore della Florida era Jeb Bush, fratello di uno dei 2 candidati a Presidente.
537 sono i voti di scarto ufficiali tra i due contendenti in Florida.
La nuova legge ‘Help America Vote’ (HAVA) richiede di replicare ad ogni stato il sistema di archivi computerizzati della Florida prima delle elezioni del 2004.
Questo e altro riguardo le elezioni 2000 lo ha rivelato per prima la BBC con un’inchiesta di Greg Palast, oppure il Guardian , ma consiglio di leggere l’esauriente e divertente ‘Stupid White Men’ del regista Michael Moore, Premio Oscar 2003 per il bellissimo documentario ‘Bowling a Columbine’.
Per una ricerca in rete di siti informativi sull’attuale Presidente Statunitense suggerirei una ricerca con le parole chiave Bush + Goran Perrson (Primo Ministro Svedese).

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