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I giochi da tavolo non sono come li pensate

Monopoli è del 1935, Cluedo del 1948 e Risiko del 1959.“. Ottimo l’articolo sul blog del Ludologo.

Quando dico a qualcuno che mi piacciono i giochi da tavolo (GdT), il pensiero di chi mi ascolta solitamente va a finire a questi 3-4 giochi. Come se dicessi che mi piace la musica e chi mi ascolta pensasse a Renato Carosone.

Ed è proprio lì il problema della diffusione dei GdT in Italia: il 99% delle persone non ha mai giocato ad un GdT divertente.

Perché il Monopoli è monotono, il Risiko dura ore ed è uno strategico militare senza strategia (ed obbliga alcuni giocatori ad aspettare ore che finiscano gli altri), il Cluedo è noioso.

Non servono giochi complicati per divertirsi, basta fare una partita a Lupus In Tabula, a Carcassonne, ai Coloni di Catan, o a 7 Wonders (solo per citarne alcuni).

Se non avete mai sentito parlare di nessuno di questi giochi, non sapete cosa sono i giochi da tavolo moderni (anche se alcuni di questi hanno più di 10 anni). Ho citato alcuni tra i giochi nuovi più diffusi, che non sono per forza i più belli per tutti: generalizzare è impossibile, così come è impossibile dire quale genere musicale sia migliore di altri in assoluto.

In questo caso, dovete sapere che il gioco da tavolo moderno è molto diffuso in altri paesi, come ad esempio la Germania, e sta prendendo sempre più piede anche in Italia, a mano a mano che anche nel nostro Paese la gente si affaccia sul vero significato di questa parola.

Il mio consiglio è quello di farsi indirizzare da qualche appassionato, perché i giochi da tavolo sono migliaia! E provate a partecipare ad una delle tante iniziative organizzate dalle associazioni dedicate a questo campo, così toccherete con mano una realtà nuova e molto divertente!

Il partito del popolo della rete

Giovedì il “popolo della rete” protesta contro la norma ammazza blog.

Come ha scritto giustamente Mantellini in un suo recente articolo, non esiste più un popolo della rete. Questa idea di una separazione etica, politica ed ideologica tra chi usa la rete e chi non lo fa è un retaggio che ci portiamo dietro dal passato.

Dieci, quindici anni fa probabilmente aveva un senso. C’era chi usava Ebay USA perché quello italiano ancora non esisteva, chi usava la posta elettronica disconnettendosi tra lo scaricamento dei messaggi e l’invio delle risposte, chi chattava su IRC.

L’insieme delle persone che è entrata per prima su internet era selezionato, sia sulla base delle possibilità economiche sia sulla base delle conoscenze (dirette o indirette) che ne permettevano l’utilizzo.

Allora, sebbene generalizzare troppo sia sempre sbagliato, questa nicchia meritava forse un suo nome. Un po’ come l’insieme di chi in questi ultimi anni ha deciso di spegnere definitivamente la TV. Il popolo che ha mandato a cagare il digitale terrestre.

Sicuramente non tutti già allora avevano una idea comune, ma il popolo della rete esisteva, piuttosto ignorato dal resto dei media.

Oggi qualsiasi iniziativa nasca dal web è fatta dal “popolo della rete”. Così se qualcuno fondasse un partito del “Popolo della Rete”, probabilmente verrebbe citato gratuitamente per anni a venire.

Io faccio parte del popolo della rete per definizione: internetdipendente, ho un blog dal 2003, sono registrato con scarso interesse a tutti i social network, ho fatto del web il mio lavoro.

E nonostante condivida le ragioni di questa specifica protesta contro la norma ammazza blog, non sempre condivido quello che viene attribuito al “popolo della rete”.

Anche perché il “popolo della rete” oggi rappresenta ormai il 50% della popolazione italiana, secondo l’Istat. La maggioranza, non più una nicchia.

Quindi i giornalisti dovrebbero evitare questa definizione e trovarne altre più consone, a meno che tutto quel 50% non sia compatto ed in contrasto con il restante 50%.

Anche chi non usa internet potrebbe essere contrario ad una legge che obbliga la rettifica anche nei confronti di affermazioni vere e verificate fatte su internet (perché dovrei rettificare una cosa vera?), e qualche utente del web potrebbe tranquillamente essere favorevole o indifferente.

L’uso di definizioni studiate a tavolino è uno strumento fondamentale e pericolosissimo, capace di muovere consenso e dissenso. Non dimentichiamoci che è bastato l’aggettivo radicale appiccicato ad arte su alcuni gruppi politici per eliminarli dal Parlamento italiano.

Facciamo così, d’ora in avanti potrete usare questo nome a patto che chiediate il consenso a tutti gli utenti del web, ogni volta. Ok?

La notte della rete: anche su questo blog la diretta streaming

Come avrete già letto, stanno cercando di ridurre il web al silenzio con una delibera che li metterebbe nelle condizioni di rimuovere contenuti dai siti internet a loro piacimento. Per evitare che ciò accada un nutrito gruppo di cittadini, associazioni in difesa del web, blogger, politici, giornalisti, artisti ed esperti si è dato appuntamento oggi, alle 17:30, a Roma, per manifestare il proprio dissenso e spiegare a tutti che razza di scempio sta per essere perpetrato.

Qui potrai seguire la mia diretta streaming dell’evento:

Chiunque abbia un blog o un sito web può trasmettere l’evento in diretta streaming, semplicemente copiando e incollando il codice sotto:

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Vi invito a farlo, tutti, e a contattare i blogger che conoscete affinché lo facciano anche loro: non importa che scriviate di politica, o di cucina, o di informatica, o di qualsiasi altro argomento dello scibile umano.

Questi vogliono silenziarci, tutti.

Facciamo quello che possiamo per opporci.

Istruzioni:

Blogger: selezionare il codice su questo post e copiarlo; creare un nuovo post sul proprio blog, in alto a destra cliccare sulla linguetta “Modifica Html” e incollare il codice copiato.
WordPress: selezionare il codice su questo post e copiarlo; creare un nuovo post sul proprio blog, in alto a destra cliccare sulla linguetta “HTML” e incollare il codice copiato.

Giochi sul nostro tavolo: Introduzione al gioco da tavolo moderno

Vi consiglio di leggere questo ottimo articolo del blog “Giochi sul nostro Tavolo”, che spiega cosa sono i giochi da tavolo moderni. Utile per chi conosce solo il Monopoli ed il Risiko, per capire come funzionano e di cosa parlo quando scrivo di boardgames :)

Esordisco quindi con due parole di introduzione a cio’ di cui stiamo parlando (senza volerla però far lunga), soprattutto per chi nella categoria giochi da tavolo (boardgames per gli anglofoni) conosce solo i classici Monopoli o Risiko o giu’ di li’. E’ da almeno una ventina d’anni (ma la tradizione dalla quale derivano e’ assai piu’ datata) che si e’ sviluppato, partendo grosso modo dalla Germania (tanto che nei primi tempi si parlava del genere come di ‘giochi tedeschi), un filone di giochi che possiamo definire come ‘intelligenti’, i quali propongono ai partecipanti sfide di ingegno e strategia, ambientate di volta in volta in diversi contesti, storici o geografici, stimolando la loro inventiva, logica e/o interazione.

Leggi il resto: Giochi sul nostro tavolo: Introduzione al gioco da tavolo moderno.

Vivian Maier

Vivian Maier era una perfetta sconosciuta, fino a quando un ragazzo di 26 anni, ad un’asta, ha acquistato 30’000 sue foto.
Dopo averle guardate, con più calma, il ragazzo ha contattato gli altri partecipanti all’asta che avevano acquistato altre porzioni della sua collezione, ed ha raccolto circa 100’000 scatti, molti dei quali mai sviluppati.

Il ragazzo ha sviluppato i rullini ancora avvolti, ed ha cominciato una enorme lavoro per scansionare la collezione.
Dopo le prime pubblicazioni l’entusiasmo sui lavori di Vivan Maier è cresciuto esponenzialmente, sono state fatte mostre, ed oggi è in lavorazione un documentario sulla sua vita e la sua passione.

Certamente il ragazzo ha avuto un ruolo fondamentale in tutto questo, ed anche se certamente la sua fortuna crescerà con la notorietà di Vivan, ritengo sia giusto premiarlo per aver scoperto, e divulgato, questo enorme insieme di foto amatoriali.

Un blog sta raccogliendo alcune di quelle che ritiene siano le migliori, e vale la pena iscriversi ai feed RSS per scoprire con lui, giorno per giorno, i suoi scatti.
Vivan usava una Rolleiflex K8 T1 biottica, prevalentemente, ed una Leica IIIc, macchine che hanno fatto la storia più di 50 anni fa.

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