Politica

La lotta quotidiana dei manifesti elettorali

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A Roma nemmeno hanno numerato gli spazi elettorali. Sembra una sciocchezza, ma senza numerazione fisica delle tabelle, l’assegnazione virtuale alle varie liste è completamente fittizia ed inutile. Anche volendo, e pare che nessuno voglia, non si potrebbero rispettare le regole per una democrazia minima sulla pubblicità elettorale.

Così ogni giorno, ogni spazio della città diventa un territorio di lotta tra bande. Chi passa azzera il lavoro di chi lo ha preceduto, e copre i manifesti degli altri. Ovviamente il gioco dura poche ore, perché verrà presto il turno di un altro.

E così vince chi ha più soldi, e può permettersi più passaggi degli altri.

Questa cosa fa schifo, in tutti i sensi possibili, ma la cosa peggiore di tutte è la sanatoria che ogni anno permette la completa impunità dalle contravvenzioni per questi comportamenti.

Politica, ambiente, rispetto e diritti. Tutto ha meno valore dell’attaccare un faccione o un simbolone con una frase stupida.

Tutti contro uno

Non mi pare difficile da capire: se oggi Bersani e Monti prendono accordi di non belligeranza in campagna elettorale, ed anticipano collaborazioni post-elettorali, danno spazio a tutti gli altri, Berlusconi compreso.

Riducendo le loro (presunte) differenze programmatiche, chiaramente si mangiano l’un l’altro i voti dell’intersezione, e disperdono i voti di chi non è d’accordo nell’alleanza.

Il PD, in particolare, pare dare già per persa la sfida.

Complimenti, non era facile rischiare di perdere, solo pochi giorni fa.

Il ricatto del voto utile

Ne stanno scrivendo in tanti sul web, e condivido le critiche che stanno emergendo (ad esempio qui e qui).

Non è accettabile che il PD faccia oggi un ricatto elettorale, obbligando moralmente a votare la sua coalizione con la minaccia del ritorno di Berlusconi.

Anche se fosse una minaccia reale, più di disturbo che di vittoria, i voti vanno conquistati sulle proposte di governo, non in base alle minacce esterne.

L’utilizzo di questi giorni di campagna elettorale per chiedere chi non votare dimostra quanto vuota, incongruente e disastrosa sia la proposta politica del PD e della sua coalizione.

Pensino piuttosto a cosa proporre agli italiani, o a lasciare spazio a chi magari qualche idea potrebbe averla.
Perché l’obiettivo non dovrebbe essere quello di andare al Governo, ma usare l’eventuale vittoria per conseguire qualche obiettivo, no?

La società civile

Filippo Facci, su Il Post, scrive cose giuste:

Quello che pochi hanno il coraggio di dire, oggi, è che la società civile stringi stringi ha preso il potere. Resiste qualche dinosauro (innegabilmente) e resistono i post-comunisti e i post democristiani: la disputa, per il resto, è tra le diverse società civili che sono approdate alla politica nei vent’anni che ci separano dal 1994, cioè dalla morte ufficiale della Prima Repubblica.
(…)
Le primarie dovrebbero rappresentare il festival della società civile, appunto: eppure Marco Travaglio, l’altro giorno, ha efficacemente dimostrato che molti vincitori (del Pd e al Sud, nel caso) sono espressioni di cricche e clientele e mafie che mettono in scena il lato oscuro della società civile medesima, spesso variegata e composita non meno della politica che dovrebbe rappresentarla. È questa, infatti, l’altra cosa che pochi hanno il coraggio di dire: che la società civile non solo ha preso il potere, ma può far schifo: esattamente come vent’anni fa.

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