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Forlì, Elezioni Amministrative: Balzani parla delle fonti di energia alternative

Prende avvio mercoledì 22 aprile alle 21 presso la sala Santa Caterina a Forlì, il primo degli incontri previsti nel programma dei “Format“ messi a punto dal candidato sindaco Roberto Balzani e dal suo comitato elettorale, per analizzare problemi ed avanzare proposte concrete per il governo della città.

Appuntamento dedicato ad Altre energie: le fonti alternative oggi.

Ogni incontro vedrà momenti di approfondimento su un problema specifico, attraverso interventi di esperti, testimonianze e materiali multimediali; la possibilità per il pubblico di porre sintetiche domande e un intervento conclusivo del candidato Roberto Balzani che presenterà le proposte del suo programma politico ed elettorale sul tema oggetto dell’incontro.

Si tratta di un modo di fare comunicazione politica del tutto nuovo, ben lontano dal classico “comizio” di propaganda, sulla scia dello stile concreto e propositivo inaugurato dal candidato del centro sinistra anche nel corso dei precedenti incontri pubblici.

I relatori risponderanno alle domande inviate a info@balzanisindaco.it (indicando cognome e nome) e a quelle raccolte durante la serata. Tutte le domande, anche quelle a cui non si riuscirà a rispondere nel corso della serata, saranno pubblicate sul sito (http://www.balzanisindaco.it/) con le relative risposte.

Istruzioni per il voto alle Elezioni Comunali per il Sindaco ed il Consiglio

I sistemi elettorali sono piuttosto complicati, e penso che sia necessario avere molto chiare le regole per capire come orientarsi per il voto. Nei comuni sopra i 15’000 abitanti i cittadini chiamati alle elezioni amministrative scelgono il Sindaco ed i Consiglieri Comunali. Gli assessori sono nominati dal Sindaco eletto.

La scheda per il Sindaco ed i Consiglieri Comunali è la stessa. Questi ultimi sono raggruppati in liste, ed ogni lista sostiene un solo candidato Sindaco. Nella scheda il riquadro del Sindaco contiene tutte le liste che lo sostengono.

Nel caso una lista o un gruppo di liste collegate in una coalizione non elegga il sindaco, il candidato sindaco è il primo dei consiglieri comunali eletti in caso si raggiunga il numero sufficiente di voti, e comunque non inferiore al 3%. Per le liste all’interno della coalizione che elegge il sindaco questa soglia non c’è, ed i seggi si dividono in proporzione ai voti.

Ciascun elettore di norma fa una croce sul simbolo della lista che vuole sostenere, ed automaticamente il suo voto va anche al candidato sindaco della lista. Può però votare un sindaco diverso da quello sostenuto dalla lista, con il voto disgiunto.

Accanto alla croce sul simbolo può (ed a mio parere dovrebbe sempre) indicare la preferenza per il candidato consigliere comunale. Verranno eletti i consiglieri in proporzione ai voti della lista, con un sistema proporzionale. Più voti ha la lista, più consiglieri elegge, e questi sono ordinati ed eletti sulla base delle preferenze.

Se al primo turno il candidato sindaco non raccoglie la maggioranza assoluta dei voti due candidati che hanno ottenuto più voti vanno al ballottaggio.

Chiudo qui per non creare troppa confusione, altri dettagli si possono trovare sul testo unico per gli enti locali, Articolo 72.

Se avete domande vi prego di farle nei commenti, così ad ognuna potrò rispondere e spero chiarire tutti i dubbi.

Elezioni Forlì: Faccia a faccia tra Balzani e Rondoni

Faccia a Faccia tra i candidati sindaco per il Forlì Alessandro Rondoni e Roberto BalzaniI due candidati sindaco Roberto Balzani ed Alessandro Rondoni si confronteranno in un primo faccia a faccia all’Hotel della Città il 31 di Marzo alle ore 10. Il Corriere di Forlì raccoglierà le domande dei cittadini da sottoporre ai due sfidanti.

Aggiornamento: questo è il programma di Balzani

Guarda come si vota:
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Il marmo di Icaro come i nostri polmoni

Icaro: Aria Pulita Politica Pulita #1

Succede di rado che il nostro sguardo si soffermi sull’immobile gigante che ogni giorno ci vede sfilare nelle auto, in bici o camminare ai suoi piedi. Se lo guardassimo vedremmo il suo petto e il suo volto neri per il deposito di polveri inquinanti che si depongono quotidianamente.

Le stesse polveri che noi cittadini forlivesi siamo costretti a respirare ogni giorno.

Le polveri sottili superano il livello limite di 50 micro grammi ogni mc. con una media impressionante di oltre 70 volte all’anno negli ultimi 4 anni. Il 2008 è stato leggermente migliore sugli sforamenti, ma la media giornaliera è attorno ai 35 mg/mc come gli anni precedenti.

Nonostante il 2009 si sia presentato con tempo piovoso e vento sostenuto nei primi 85 giorni il livello di 50 micro grammi medi giornalieri è già stato superato in 22 volte.

Il Cancro del Marmo

La superficie esterna dei marmi, originariamente costituita da purissimo carbonato di calcio, si trasforma con lo smog in solfato di calcio, una sostanza che mangia la pietra e la riduce in polvere con un processo non reversibile a causa della mancanza di sistemi di autorigenerazione.

Il solfato di calcio si forma a causa del biossido di zolfo contenuto nei gas di scarico delle automobili e degli impianti di riscaldamento domestico. L’acido si deposita nella pietra, che tende a desquamarsi.

L’utilizzo del metano e la diminuzione della quantità di zolfo contenuta nel gasolio e negli altri combustibili permettono una diminuzione delle emissioni dell’uomo causate da riscaldamento, traffico.

L’impatto sanitario nell’uomo

Il biossido di zolfo è un forte irritante delle vie respiratorie; un’esposizione prolungata a concentrazioni anche minime (alcune parti per miliardo, ppb) può comportare faringiti, affaticamento e disturbi a carico dell’apparato sensorio.

È inoltre accertata una sinergia dannosa in caso di esposizione combinata con il particolato, dovuto probabilmente alla capacità di quest’ultimo di trasportare il biossido di zolfo nelle zone respiratorie del polmone profondo.

La tabella mostra l’incremento percentuale dei problemi per la salute dell’uomo all’aumentare di 10 µg/m3 di PM10 (Dalle Linee guida sulla qualità dell´aria OMS 2000).
effetti_salute_pm10

In Italia un morto su cinque è riconducibile a cause legate all’inquinamento dell’ambiente.

La proposta programmatica dei Verdi sulla mobilità

I Verdi propongono di invertire le priorità nelle politiche per la mobilità, mettendo al primo posto la tutela della salute e dell’ambiente.

Occorre dare piena attuazione agli indirizzi del piano del traffico, che ha lo scopo di permettere una mobilità cittadina sostenibile diminuendo il numero dei veicoli a motore circolanti, spesso con un solo passeggero.

Per ottenere questo risultato servono interventi strutturali sulle piste ciclabili per renderle sicure e connesse tra loro in rete, per l’aumento delle aree pedonali e l’attivazione di vere e proprie isole ambientali e zone 30, per la creazione di corsie preferenziali per la mobilità collettiva.

Occorre investire sul trasporto pubblico incrementandone la velocità commerciale, permettendone puntualità, velocità, sicurezza ed economicità per le casse pubbliche.

E’ necessario attuare modalità di trasporto collettivo con mezzi innovativi ad inquinamento zero e motore elettrico.

Occorre attivare progetti per introdurre sistemi di logistica delle merci nel nostro territorio, ed evitare gli sprechi nella distribuzione con mezzi pesanti ed inquinanti che percorrono semivuoti la città ed il centro storico.

Proponiamo di organizzare la progettazione urbanistica considerando come prioritaria la soluzione ai problemi di mobilità: le zone residenziali distribuite e lontane dalle aree servite dalle scuole, dalle università e dai luoghi di lavoro sono un costo per la collettività non solo in quanto spreco di territorio, ma anche in termini economici e di welfare, perché costringono ad attivare servizi pubblici poco efficienti aumentando l’inquinamento ed i costi per l’amministrazione.

Commissione sulla revisione del regolamento

Oggi abbiamo avuto l’ennesima commissione sulla revisione del regolamento comunale. Ho chiesto ed ottenuto che si tornasse alla versione originaria sulle commissioni, che rimarranno pubbliche, mentre quella sulle pari opportunità e quella sulle verifiche delle procedure amministrative manterranno gli esperti.
Un punto sul quale non c’è stato accordo è la questione della regolamentazione delle presenze dei consiglieri comunali.
La proposta dell’ufficio di presidenza è di vincolare l’attestazione di presenza, e quindi anche il gettone, ai consiglieri che votano più del 40% dei punti all’ordine del giorno e sono presenti alla stessa percentuale di argomenti nelle commissioni.
Questa ipotesi, giusta nel principio se lo scopo è quello di mantenere il decoro dell’istutuzione, nella pratica si presta a tante piccole storture che complicano il problema invece di risolverlo.

Un esempio è venuto da una collega della maggioranza, che lunedì si è assentata per allattare il figlio dopo 4 ore di consiglio. In quelle 4 ore abbiamo discusso praticamente solo di un argomento, mentre gli altri punti sono stati fatti in pochi minuti. Secondo il conto dei voti, quindi, lei non avrebbe avuto diritto al gettone di presenza, nonostante avesse partecipato al 95% del tempo del consiglio.

Un altro caso che è stato portato è quello dei consiglieri silenti. Eletti che in 5 anni di mandato sono intervenuti in tutto 2 o 3 volte, o anche meno. La loro presenza silente non verrebbe penalizzata dal provvedimento.

Un terzo esempio è quello delle commissioni, che spesso partono in ritardo per l’assenza dei consiglieri dei gruppi più grandi (un solo consigliere PD, ad oggi, determina il raggiungimento del numero legale e la validità della seduta). Al contrario, l’assenza di un consigliere di un gruppo piccolo non pregiudica la partenza della commissione, con il risultato che a parità di tempo dedicato, è probabile che il consigliere del gruppo maggiore abbia la possibilità di seguire tutti i punti mentre quello del gruppo più piccolo arrivi 15 minuti in ritardo con 3-4 argomenti già trattati, e conseguente penalizzazione non solo economica, ma anche statistica (i dati delle presenze vengono resi pubblici ogni anno come dato per misurare l’attività del consigliere).

Ho proposto che si valutasse l’idea di obbligare ad una maggiore presenza i consiglieri con una maggiore trasparenza, utilizzando lo strumento dei video delle sedute come deterrente: chi non interviene, è assente, parla al telefono o legge il giornale sarà semplicemente giudicato dall’elettorato, come è giusto che sia.

L’idea che l’unico metro di giudizio dell’efficacia politica sia la temperatura della sedia, e non l’attività svolta, è demagogica ed inutile.

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