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Aeroporto di Forlì: Il business plan di SEAF, la società che lo gestisce

Ieri in commissione ci è stato presentato il business plan di SEAF. Per modo di dire, visto che il materiale con i non ci è stato consegnato, nemmeno dopo una mia esplicita richiesta. Ci sono stati presentati due scenari: quello conservativo, con circa 40 MLN € di investimenti ed un pareggio di bilancio al 2020 circa, ed uno più “aggressivo”, con più di 100 MLN € di investimenti. Ad entrambi vanno aggiunti i passivi annuali, ad oggi tra i 5 ed i 6 MLN di euro l’anno.

E’ stato confermato ancora una volta che tra i costi maggiori per la società che gestisce il nostro aeroporto rientra il marketing, appesantito dall’acquisto dei biglietti dalle compagnie che viene rivenduto solo per il 65% circa del totale. Ne consegue che le compagnie low cost, effettuando l’overbooking, vendono più volte gli stessi biglietti, visto che il pubblico non riesce a distribuire tutte le sue quote.

Si è prospettata quindi l’ipotesi di aperture verso il privato, per il 60% delle quote. Questa percentuale a mio avviso è un obiettivo sbagliato: meglio vendere tutta (o quasi) la società ai privati oppure una quota di minoranza. Con il 60% privato ed il 40% pubblico avremmo il primo a scegliere le strategie ed il secondo a contribuire economicamente per piani industriali che potrebbe anche non convidivere completamente.

Non un bello scenario, in poche parole, qualsiasi sia la scelta che faranno SEAF ed i suoi soci pubblici.

La Giusta Misura per uscire dalla Crisi

In questo clima di crisi economica i furbetti tentano di sfruttare il panico per fare, come al solito, i propri interessi, seguiti da chi, al governo del territorio o del nostro Paese, si trova a dover proporre soluzioni per uscirne.

Recentemente il Governo ha limitato le possibilità per i privati e le imprese di ottenere incentivi e detrazioni sugli interventi per il risparmio energetico.

Nello stesso tempo ha parlato della necessità di aumentare i consumi, senza parlare di cosa e come si debba consumare in una società sostenibile economicamente ed ecologicamente tentando, invano, di tornare ad un sistema che strutturalmente non si regge in piedi.

Dalla concorrenza al ribasso su prezzi e diritti di chi lavora, alla rincorsa alla disoccupazione, allo sfruttamento di tutte le risorse come se fossero infinite ed a costo zero.

Se c’è un insegnamento che dovremmo trarre da questa situazione è proprio il segnale chiaro della necessità di regole sensate ed uguali per tutti, di una economia che si basa sulle reali necessità e disponibilità del territorio, di risparmio nell’uso delle risorse che sono finite e non rinnovabili.

E’ per questo che il taglio agli incentivi alle energie alternative ed al risparmio energetico è una iniziativa gravissima e stupida: se c’è una cosa che deve crescere, in tutto il Pianeta, è proprio il lavoro che porta alle famose tre sostenibilità: sociale, economica ed ambientale.

Lo stesso vale per il contesto locale, nel quale la crisi rischia di diventare il pretesto con il quale concedere sfruttamento del territorio senza regole ed in maniera discrezionale, non uguale per tutti.

In questo momento devono essere date possibilità di crescita alle aziende che intendono investire sul territorio, ma allo stesso tempo si deve fare molta attenzione alla speculazione, che è una delle cause del crollo dei mercati finanziari.

Il passato recente dimostra che i nostri dubbi erano fondati, che costruire più del necessario non porta solo problemi ambientali e sociali ma alimentano anche bolle che, allo scoppio, mettono in crisi soprattutto i più deboli.

Oggi chi crede che l’ambiente sia un costo da tagliare in momenti di ristrettezze economiche, purtroppo non ha compreso le grandi occasioni che abbiamo perso e stiamo perdendo.
Se avessimo lavorato di più in passato sul risparmio energetico avremmo creato posti di lavoro non delocalizzabili in Cina, pagati senza continui sostegni pubblici ma con il taglio dei consumi di fonti fossili provenienti quasi esclusivamente dall’estero, ed allo stesso tempo migliorando la qualità del nostro Paese.

Il Sole ed il Vento non salgono di prezzo da un anno all’altro, al contrario del Petrolio.
Lo stesso ragionamento si può fare per l’acqua, che da bene comune si vuole trasformare in risorsa privata, per i rifiuti che gettiamo e bruciamo e che rappresentano uno spreco continuo di materie prime che importiamo dall’estero.

Purtroppo questa concezione di una economia nuova, di cui ha recentemente trattato un bell’articolo sul Sole 24 Ore (non proprio un quotidiano ecologicamente estremista) e che ha giustamente riempito la campagna elettorale di Obama, è totalmente sconosciuto a tutti i partiti oggi presenti nel nostro Parlamento.

Mentre sulle sciocchezze si possono inscenare teatrini, sul ritorno al nucleare, sulle opere inutili e su tante altre questioni che oggi dovrebbero prendere una strada diversa assistiamo a continui inciuci e strette di mano sottobanco.
Oggi più che mai è necessario un cambiamento, un passaggio verso la giusta misura delle cose, non ad una crescita fine a sè stessa dei consumi. Altrimenti non usciremo dalla crisi, ed a questa continueranno a seguirne ciclicamente altre.

Aggiornamento: potete leggere dettagli sull’iniziativa del Governo su Senamion

I Verdi e l’Ufficio del Verde Pubblico

Capita spesso di sentire persone lamentarsi di aver preso una multa dai Verdi per aver abbattuto un albero senza permesso. Capisco che ad una persona poco accorta la differenza tra l’ufficio del Verde Pubblico del Comune (che controlla anche il nostro patrimonio verde, compresi gli alberi) e la Federazione dei Verdi possa risultare incomprensibile.

E’ un po’ la stessa differenza che passa tra la Nazionale di Calcio Italiana e Forza Italia. Chiamiamo Dell’Utri se non fa giocare Del Piero?

C’è ancora gente che pensa sia vera la leggenda dei Verdi che lanciano vipere dagli elicotteri (ed è piuttosto triste pensare che ci sia gente disposta a crederci).
In passato purtroppo siamo stati vittime anche di mascalzoni. Se un cittadino chiamava chi aveva il compito di fare disinfestazioni contro le zanzare gli si ripeteva che erano i Verdi (nemmeno l’ufficio verde o il Comune) a vietarlo.

La trasparenza di Arpa e la velocità nelle risposte

La direzione regionale di Arpa Emilia-Romagna ha celermente difeso la partecipazione del direttore Scarponi alla presentazione del Sindaco Nadia Masini alle primarie del Partito Democratico.

Tutti i più importanti dirigenti delle agenzie e degli enti pubblici locali possono partecipare a qualsiasi manifestazione politica come liberi cittadini, ma il segnale che dà la loro presenza a conferenze stampa di parte è ovviamente poco elegante e preoccupante.
Crediamo, inoltre, che queste partecipazioni inaspriscano le accuse dei cittadini che li vedono tifosi di una amministrazione che sono chiamati a controllare con imparzialità.

Colgo l’occasione per sollecitare una risposta di Arpa ad una mia formale richiesta di accesso agli atti, visto che nel loro comunicato ricordano la trasparenza con la quale si può accedere alle loro informazioni.

Il 1 Settembre ho richiesto con documento protocollato presso il Comune di Forlì i risultati delle analisi effettuate durante ed a seguito dei diversi incendi avvenuti nei pressi degli inceneritori di Coriano questa estate. Questi incendi hanno provocato grosse nubi di fumo nero provenienti dagli stabilimenti che trattano tra l’altro anche rifiuti speciali ospedalieri, ed hanno messo in allarme i cittadini preoccupati per la diffusione di sostanze nocive.

Anche se il primo compito del Sindaco e della amministrazione è la tutela della salute pubblica, Il Comune non aveva i risultati di queste analisi ed ha inoltrato la richiesta ad Arpa.

Ad oggi non è stata data nessuna risposta, ma preferiamo non pensare che questi ridardi siano causati dall’assenza di comunicati stampa.

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