legge elettorale

Non ritirare le schede per il referendum del 21 e 22 Giugno

Come immagino abbiate letto in questi giorni io sono fermamente contrario ai primi 2 quesiti del referendum del 21 e 22 Giugno.
Invece di eliminare la legge elettorale porcata di Calderoli, la peggiorano.

Il modo più sicuro per evitare di trasformare la nostra democrazia in un sistema bipartitico (obiettivo della loggia massonica P2) simile a quello prodotto dalla Legge Acerbo di Mussolini è non andare a votare. Come sempre l’astensione è di fatto un voto, ed in questo caso si vota contro la modifica peggiorativa.

Per chi, come me, deve votare alle amministrative la soluzione è di non ritirare le schede dei primi 2 quesiti del referendum: quelli sul premio di maggioranza, e ritirare al limite solo il 3°, relativo al divieto di candidatura in più collegi. Se si ritira la scheda si contribuisce al raggiungimento del quorum, e dal momento che molti cittadini contrari sceglieranno l’astensione, anche con la scheda bianca o nulla si aumentano le probabilità che questa riforma passi.

Io non sarò complice dell’avvicinamento al piano di rinascita democratica della P2.

E’ una questione di democrazia: sarebbe assurdo che questo fosse il primo referendum dal 1995 a superare il quorum, aiutando i due partiti attualmente più forti a raggiungere da soli, con una minoranza del sostegno, la maggioranza necessaria a governare. Una democrazia che permette ad un partito del 30% di ottenere il 60% dei seggi e governare contro il 70% dei cittadini non è una democrazia.

Referendum: se vincono i sì nessuna nuova legge

Chi dice che una vittoria del referendum sulla legge elettorale porterà ad una nuova legge, con la cancellazione del Porcellum, dice una falsità. Anche Di Pietro ha cambiato idea, probabilmente ha finalmente capito che una vittoria dei sì peggiorerebbe la legge, lasciando inalterate tutte le storture (niente preferenze, premio di maggioranza per regione al Senato) ed aggiungendo la possibilità di governare con una minoranza dei voti.

Un sì al referendum senza una corretta revisione della legge elettorale consegnerebbe le chiavi del sistema Paese ad un partito unico di matrice fascista. (DI Pietro)

Peccato che Di Pietro sia uno dei firmatari del referendum in questione, ed un promotore fino al 21 Aprile scorso !!!

Dichiarava, al raggiungimento del numero necessario di firme:

“Mentre le cicale della politica parlata continuano a cincischiare sul da farsi noi dell’Italia dei valori, formiche operaie del referendum, contribuendo fattivamente alla raccolta delle firme, abbiamo lanciato il cuore oltre il nostro partito accettando anche di morire politicamente pur di far rivivere la governabilità del Paese e la supremazia delle istituzioni”

Quando si dice la coerenza!

Tornando alla possibilità di una nuova legge, per evitare dubbi ad esplicita domanda sia Capezzone (portavoce PDL) sia Chiti (Vice Presidente del Senato) hanno seccamente smentito la possibilità di una nuova legge dopo la vittoria del referendum.

Ora, quindi, le carte in tavola sono scoperte.
Sappiamo cosa chiedono i quesiti del referendum, sappiamo cosa vogliono i promotori, sappiamo cosa succederà se vinceranno i sì.

L’Italia compie un altro passo verso il bipartitismo ed il Piano della P2

Uno degli aspetti più preoccupanti del congresso di costituzione del nuovo partito di Berlusconi è stato il rilancio del progetto del bipartitismo.
La nascita del PDL è molto probabilmente il primo passaggio verso un sistema elettorale e politico nuovo nel nostro paese, che ci renderà più simili agli Stati Uniti in uno dei suoi aspetti peggiori: il sistema (anti)democratico che lascia ai cittadini la scelta testa o croce tra 2 soli partiti e 2 soli candidati.

C’è un candidato a vita e finché rimarrà in vita faremo ad ogni elezione un referendum per lui o contro di lui.

La dittatura è una forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato in un solo organo, se non addirittura nelle mani del solo dittatore, non limitato da leggi, costituzioni, o altri fattori politici e sociali interni allo stato. (wikipedia)

In questo percorso il secondo passaggio è il prossimo osceno referendum sulla legge elettorale, che se approvato eliminerebbe le coalizioni e renderebbe il nostro sistema esattamente identico a quello prospettato dal Piano di Rinascita Democratica della P2: due soli partiti allo scopo di “semplificare” il panorama politico.

A questo proposito, spero che un giorno la politica italiana faccia finalmente a meno di Mariotto Segni e dei suoi referendum sulle leggi elettorali.

Cosa dice il referendum sulla legge elettorale?

Mentre tutti gridano allo scandalo sui costi che avrebbe il referendum, ignorando che i costi potrebbero essere azzerati semplicemente votando una legge elettorale decente in Parlamento, scopro che pochi ne conoscono il contenuto.

Ci sono 3 quesiti: i primi due riguardano il premio di maggioranza dato al partito di maggioranza, rispettivamente alla Camera ed al Senato. Questo significa che la lista che prende più voti prende la maggioranza dei parlamentari, da sola. Per fare un esempio concreto, probabilmente di qui a vent’anni avremmo un Parlamento ed un Governo con solo il Partito delle Libertà.
Tra vent’anni potrebbe essere il PD da solo.

In sostanza questa novità porterebbe alla sparizione delle coalizioni, alla completa trasformazione del nostro sistema politico in bipartitico come negli Stati Uniti, al governo del paese in mano a chi, virtualmente, può ricevere anche solo il 30% dei consensi.

Il terzo quesito riguarda invece il divieto di candidarsi in più circoscrizioni, messo forse più come foglia di fico che per reale sostanza.

Ora, prima di inoltrare a tutti i vostri contatti le falsità sullo spreco di denaro pubblico diffuse dal comitato promotore dei referendum, e la bugia che questo cancellerebbe il porcellum, pensateci bene: quanto spendereste per evitare di regalare i vostri voti a Berlusconi per i prossimi 20 anni? (di questo si tratta)

Chiedete, inoltre, perché chi sbraita tanto per cercare di far vincere i SI’ non proponga una legge elettorale da paese democratico, che eviterebbe l’obbligo di ricorrere al referendum.

Se volete approfondire, leggete questo articolo su Repubblica e qualche guida ai sistemi elettorali, il tema merita attenzione.

Questa proposta è molto simile alla Legge Acerbo voluta da Mussolini nel 1923!

Cerchiamo di evitare di votarci la dittatura, per favore. E diffondete anche questa nota, se tenete alla democrazia.

Politica, Elezioni: L’inciucio PD-PDL sulla legge elettorale per le europee

Per arrestare l’emorragia di voti che potrebbe avere il PD alle elezioni europee Veltroni si è fatto promotore di una proposta che inserisca uno sbarramento del 4%, che è tarato ad hoc per i partiti suoi concorrenti.
Basterebbe questo, a mio parere, per minacciare l’uscita dalle giunte di tutt’Italia, dove i partiti minacciati da questa ghigliottina sono fondamentali per avere la maggioranza. Non si dovrebbe aspettare che il disfacimento di tutte le leggi elettorali arrivi fino ai consigli comunali, dove sbarramenti di questo tipo impedirebbero la presentazione di liste civiche e taglierebbero le gambe al livello democratico più vicino ai cittadini.

E’ assurdo che le elezioni europee si svolgano in ogni Stato con un sistema diverso, e le soglie di sbarramento non vengano introdotte in maniera trasversale tra stati. Così un partito come la Lega Nord, che ha una sua rappresentatività solo in una piccolissima fetta d’Europa, ed ha una percentuale nel totale molto bassa, ha il diritto di esprimere un rappresentante al contrario dei partiti che sono presenti in tutta l’UE.

Per dire NO a questo inciucio occorre muoversi: chi è a Roma partecipi alla manifestazione, chi ha un blog aderisca alla catena:

Alessandro Ronchi
Baseverde
Per la democrazia
Verdi Emilia Romagna
Verdi Forlì-Cesena
Contro l’inciucio PD PDL sulla legge elettorale europee
Informazione senza filtro

Torna su