Partito Democratico

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Se c'è lei non vi votiamo
In questa campagna elettorale se ne stanno vedendo tante. Così scopro che è partita anche una petizione per chiedere al Partito Democratico di non candidare la Binetti e gli altri Teodem.

Riprendo un pezzo della pagina della iniziativa:

Non crediamo che si possa giudicare antidemocratica questa scelta. Un partito è di parte; deve fare delle scelte, e non può riprodurre al suo interno ogni articolazione della società.

Anche in questo modo – e non solo riducendo il numero dei partiti – si contribuisce alla semplificazione della politica. La stessa Binetti, del resto, non ha risparmiato giudizi pesanti, al limite del veto, su alcune candidature annunciate del PD, come quella di Umberto Veronesi.
Paola Binetti, come sa chi l’ha conosciuta di persona, è umanamente molto simpatica; ma il suo posto non è nel Partito Democratico. L’Italia ha bisogno di scelte nette, non della filosofia del «ma anche».

Spero che questi elettori abbiano il buon senso di guardare altrove, nelle liste che già fanno scelte nette, di parte, e proprio per questo chiare. Non si può dire una cosa ed il suo contrario, la fisolofia del “Ma anche” accontenta tutti ma anche nessuno. Oggi abbiamo bisogno di scelte, ed è illogico voler rappresentare le istanze dei radicali e quelle della Binetti contemporaneamente.

Sarebbe il vero stallo del Paese, che renderebbe impossibile fare un passo in una qualsiasi direzione senza essere tirati per quella opposta.

Con Veronesi il cerchio del Partito Democratico si chiude sugli inceneritori

Con la Candidatura di Veronesi, tra i più grandi sostenitori della teoria che gli inceneritori sono a rischio zero per la salute dei cittadini, il cerchio del Partito Democratico fa un’altra strizzata d’occhio all’industria del settore.
Più inceneritori per tutti. Non vi preoccupate per le “lievissime” quantità di diossina che ne fuoriesce.

Bertinotti critica il paradigma della crescita di Veltroni

Ieri sono stato al Consiglio Federale Nazionale dei Verdi, al quale è intervenuto per un saluto anche Bertinotti.
Due cose:
1) C’erano tutte le televisioni, da Sky alla Rai, ma nessuna ha trasmesso un secondo, che io sappia. L’accordo dei media per ignorare le alternative al duo Veltrusconi mi pare ormai evidente.
2) Finalmente un candidato premier che critica il paradigma della crescita senza se e senza “ma anche” ed il PIL come unico indicatore della qualità della vita. Finalmente un candidato premier che si sia fermato a riflettere del fatto che la Cina, a crescita >8%, non sia proprio un modello auspicabile per il futuro del nostro Paese.

Aggiornamento: qui trovate i video dell’intervento.

Benvenute le associazioni in campagna elettorale

Il comunicato delle associazioni dei Commercianti in difesa delle scelte del neo assessore alla mobilità Galassi arriva un giorno in ritardo: ieri sarebbe stato un ottimo scherzo di carnevale.
In pieno appoggio all’assessore del Partito Democratico che piace tanto a Forza Italia, tanto da essere elogiato persino nel bollettino del maggiore partito di opposizione, a quanto pare affermano che i cambiamenti sulla mobilità richiedono tempo per essere assimilati. Dimenticano, però, che pochi mesi fa urlavano l’esatto contrario, quando si stavano valutando le nuove misure volute da una amministrazione che aveva ancora al suo interno i Verdi.
Mentre Galassi suo malgrado è costretto ad ammettere di aver fallito nel suo obiettivo, che era quello di aumentare le auto in ingresso nel centro storico, c’è chi lo difende in misura maggiore del suo stesso partito.
E’ grave, però, che questo avvenga da associazioni che dovrebbero guardare alla politica senza tifoserie e pregiudizi, e rimanere nel merito dei risultati.

Gli elettori di Grillo sono nel PD?

I sondaggi pubblicati oggi da Repubblica forniscono qualche dato interessante. Primo, il partito Democratico, primo responsabile della crisi di Governo assieme alle forze centriste, non perderebbe consensi nel caso andasse solo alle urne.
Secondo, che l’emorragia dei Comunisti Italiani (che perderebbero più della metà dei voti) e di Rifondazione (che prenderebbe poco più della metà dei suoi voti) porterebbe l’insieme di queste forze ad un 7% complessivo.
Terzo, che gli elettori potenziali di Grillo si trovano quasi tutti nel Partito Democratico. Questo dato appare abbastanza strano, in effetti. Come dire che se non si candida Grillo con una sua lista nazionale la seconda scelta nel panorama politico nazionale sarebbe il PD, uno dei bersagli preferiti da Grillo nelle sue campagne.

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