Società

Landolfi e l’Italia seconda nelle tecnologie inutili

Oggi il Ministro Landolfi è riuscito nella difficile operazione di dimostrarsi peggiore del suo predecessore Gasparri.
Ha dichiarato tutto contento, in occasione di un importante incontro europeo sulla regolamentazione del mercato delle telecomunicazioni, che l’Italia è tra i primi posti nelle tecnologie ICT, fornendo come dati a supporto di questa tesi la seconda posizione italiana (dopo la Gran Bretagna) nella diffusione della banda larga e nella telefonia di terza generazione UMTS (dopo il Giappone).
Come dire: siamo i primi nelle inutilità.

Dichiarazione che è stata ridicolizzata anche dall’intervista allo SMAU di Bill Gates, che ha dichiarato che “tra dieci anni tutto passerà da internet”, e che quindi la televisione digitale, ancora in via di diffusione, è completamente inutile.
Landolfi, tutto impettito, risponde che “la politica ha tempi più lunghi”, frase sulla quale certamente concordo. Questo non significa, però, che i cittadini prenderanno con leggerezza tutti i miliardi spesi per la diffusione di tecnologie inutili ed invasive. Soprattutto nel campo della telefonia, che sta obbligando i gestori a moltiplicare le antenne senza ottenere come riscontro un reale utilizzo dei servizi multimediali, con proteste dei cittadini e dei comitati locali praticamente ovunque.

Non sarebbe meglio impegnarsi con maggiore forza nel favorire la concorrenza tra i fornitori di banda larga, per la quale siamo tra gli ultimi in Europa, ed abbassare contestualmente le tariffe per l’accesso ad una rete più veloce, per la quale abbiamo le tariffe più alte di tutta l’UE?

Sulla connettività di tutto il paese, sulla lotta al digital divide e sui servizi online ci giochiamo gran parte della nostra futura competitività economica: realizzare le infrastrutture necessarie e studiare una regolamentazione più seria porterebbero insieme indiscutibili vantaggi economici, anche a breve e medio termine.

CopiaCarbone.org – Vivisezione: verità o frode scientifica?

verità o frode scientifica?Su CopiaCarbone.org ho pubblicato la prima parte della registrazione del convegno organizzato a Forlì dalla Lega Anti Vivisezione, dal titolo Vivisezione: verità o frode scientifica?. A breve anche altre registrazioni del convegno.

Vivisezione: verità o frode scientifica?
Questo è il titolo di un seminario organizzato dalla LAV (Lega Anti Vivisezione) di Forlì-Cesena, suddiviso nelle due giornate di Sabato 24 e Domenica 25 Settembre, presso l’Hotel della Città di Forlì. I Relatori sono il Dott. S. Cagno e la Dott.ssa R. Bartocci. Stefano Cagno è laureato in Medicina e Chirurgia e lavora come Dirigente Medico presso il Centro Psico-Sociale di Vimercate (MI). Ha iniziato ad occuparsi di tematiche animaliste nel 1982, membro del Comitato Scientifico Antivivisezionista, della Lega Internazionale Medici per l’Abolizione della Vivisezione (LIMAV) e della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV). Collabora con LEAL, LAV, AVI, UNA, Animalisti Italiani, OIPA, LIMAV, CSA (Equivita), SSNV, Movimento antispecista e VASA, ed è autore dei libri “Gli animali e la ricerca” (Franco Muzzio Editore), “Quando l’uomo si crede Dio” (Alberto Perdisa Editore), “Sperimentazione animale e psiche: un’analisi critica” (Edizioni Cosmopolis) e di oltre 150 pubblicazioni riguardanti la vivisezione, i diritti degli animali, l’ingegneria genetica e la bioetica. Roberta Bartocci è la responsabile LAV settore Vivisezione, Laureata in Scienza Biologiche nel 2001 presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, autrice di "Essere vegetariani", guida pratica di gastronomia e nutrizione vegetariana e vegan. Questo podcast è la registrazione della prima parte del seminario, che spiega come la pratica della vivisezione sia inutile dal punto di vista scientifico nella determinazione della pericolosità per l’uomo delle sostanze testate. A breve pubblicheremo anche la seconda parte della prima giornata.

CopiaCarbone.org: Intervista a Moni Ovadia

E’ online una nuova trasmissione di CopiaCarbone.org, contenente una breve intervista a Moni Ovadia:

La cultura ci aiuta a capirci, e quindi ad evitare di combatterci.
Moni Ovadia, laureato in Scienze Politiche, è un grande cantante e musicista, ma soprattutto autore di opere musicali e teatrali. La sua biografia artistica è importantissima, ma lo spessore di questo personaggio è aumentato dal suo impegno politico e culturale. Nel ’95 gli viene conferito il sigillo per la pace dal Sindaco di Firenze, e diversi suoi libri hanno avuto un grande successo da parte della critica e del pubblico. In questa breve intervista, affrontiamo il rapporto tra cultura e la pace, i motivi che ci devono spingere ad investire sulla forza umana, il perché non ci si deve mai abbandonare alla rassegnazione ed alla sfiducia nei confronti delle capacità dell’uomo, pur avendone tutte le motivazioni.

Referendum popolare contro il commercio delle armi in Brasile

Ricevo ed inoltro molto volentieri.

Il 23 ottobre in Brasile si terra’ un referendum popolare che avra’ grosse ripercussioni in tutto il mondo. Dopo la campagna lanciata dal presidente Lula per una consegna spontanea delle armi da fuoco, che ha avuto molto successo, i parlamentari del Pt (Partito dei lavoratori) hanno deciso di chiamare alle urne il popolo brasiliano per decidere se sara’ lecito o no il commercio delle armi da fuoco e munizioni cosi’ come sta avvenendo ora.

Il quesito referendario e’ questo: “Volete che il commercio delle armi da fuoco e munizioni venga proibito in Brasile?”. Il “si'” chiede la proibizione del commercio delle armi, il “no” invece punta a mantenere la situazione attuale.

Per dirsela chiara: non potremo mai impedire i crimini e le guerre se non cominciamo a impedire l’uso, e quindi la detenzione, il commercio e la fabbricazione delle armi.

E’ ora di cominciare. In Brasile si sta cominciando: il referendum per proibire il commercio delle armi da fuoco che si svolgera’ tra poche settimane ci riguarda, riguarda l’umanita’ intera. Poiche’ e’ un passo decisivo verso il disarmo, e senza disarmo molte persone moriranno ancora di morte violenta.

Censura sul convegno internazionale di Chianciano

Chianciano 1 Ottobre - No alla censuraNon voglio dire la mia sulla resistenza irachena e sul merito del convegno che si doveva svolgere il 1° ed il 2° Ottobre a Chianciano.
Sotto la pressione di 44 membri della Camera degli Stati Uniti, l’ambasciata italiana in Iraq non ha rilasciato i visti per i partecipanti.

Ecco, questo è proprio l’esempio della libertà di espressione democratica che l’Italia vorrebbe esportare all’estero.

Sul metodo si sono espressi con una lettera alcuni personaggi importanti, tra i quali Giorgio Bocca.

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