ecologia

Report sulla pizza

pizzaDomenica scorsa ho visto la puntata di Report sulla Pizza. La trasmissione della Rai mostrava alcuni rischi derivanti da “disattenzioni” possibili delle pizzerie.

Faccio un breve sunto, ma vi consiglio di guardarvi la puntata sul sito della RAI.
Prima di tutto, gli ingredienti: utilizzare il meglio che abbiamo a disposizione costa circa 50 centesimi in più a pizza rispetto ad un prodotto puntato al risparmio delle materie prime. Olio d’oliva, Pomodori San Marzano, Mozzarelle. La conclusione è che è meglio spendere 50 cent in più ed avere un prodotto ottimo, piuttosto che risparmiarli ed avere un prodotto pessimo. La differenza in questi casi si sente moltissimo.

Poi la cottura: il forno va pulito, altrimenti la farina brucia e si mangia carbone (lo si nota dal fondo della pizza, che non deve essere nero).

E poi il cartone per le eventuali consegne a casa: Il suo interno deve essere bianco, di cellulosa pura, altrimenti si rischia di mangiare prodotti chimici derivati dal riciclo e dalla lavorazione.

Morale della favola, ne usciva un quadro poco edificante di questo prodotto nazionale.
Immediatamente ho pensato che forse non era il momento di fare le pulci anche alle pizzerie.
Però, nel dubbio, ho aperto il cartone della pizza che stava ancora nel bidone del riciclo: dentro era grigio, quindi un prodotto vietato per la pizza.

Quindi il secondo pensiero è stato che comunque fosse giusto sapere: poi ognuno si sarebbe regolato di conseguenza, secondo la propria sensibilità sul rischio.

Durante la settimana successiva, sono stato in una pizzeria napoletana. Ho guardato sotto la pizza, per vedere se fosse nera. Niente, pulita. Buonissima, come al solito. Sono stato contento, ed ho mentalmente premiato il locale, che vi segnalo e consiglio: Ristorante Pizzeria Tatà ROMA

Poi ho ordinato una pizza da asporto nello stesso luogo del cartone grigio. Il cartone, questa volta, era bianco. Segno che probabilmente avevano verificato e cambiato la fornitura delle scatole per le consegne, successivamente alla trasmissione.

Quindi il terzo pensiero è stato banale: è meglio sapere. Gli errori si compiono, a volte in buona fede ed a volte no. Ma se il cliente ha gli strumenti per capire cosa è meglio e dove sono i rischi, il mercato non ne risente. Il prodotto è migliore, cresce la competenza, si distinguono i più bravi da quelli che fanno un cattivo lavoro.

Spesso si parla a sproposito d’eccellenza: la storia è solo uno dei fattori che ci porta ad avere qualcosa di invidiato. Soltanto la ricerca, il miglioramento continuo e la conoscenza sempre più approfondita ci mettono nella condizione di continuare a stare un passo avanti alla concorrenza più scadente.

Quindi viva la pizza, un grazie a Report, ed una proposta: con le recensioni ed il passaparola aiutiamo i più bravi a farsi conoscere.

Fonte: Non bruciamoci la pizza (REPORT RAI)

Dove aggiustare gli apparecchi elettronici in Romagna

Aggiustare un elettrodomestico, quando possibile, è meglio di buttarlo ed acquistarne uno nuovo. Non solo per l’ambiente e le proprie tasche, ma anche perché sposta denaro dall’usa e getta al lavoro delle persone. Meglio quindi acquistare un prodotto durevole e buono, che sia facile da riparare, che spendere più volte una cifra inferiore per prodotti più scadenti, meno duraturi e difficili da sistemare.

Basta guardare qualche video dei luoghi, nella terra, dove vengono disassemblati i rifiuti elettronici per capire che quella non è la strada da percorrere.

Oggi vi ri-consiglio un contatto utile se abitate o passate in Provincia di Forlì-Cesena, che saprà aiutarvi per riparazioni di TV, hardware, elettroniche e di elettrodomestici:

ELETTRONICA TVB di Beoni Flavio

E’ un professionista, con Partita IVA, e fa questo di mestiere.

Sciare ad Ostia

Foto by www.anarchia.com
Sci a Dubai - Foto by www.anarchia.com
C’è qualcosa di profondamente sbagliato se nel bilancio del XIII Municipio di Roma è stato approvata l’ipotesi di fare un impianto di Sci ad Ostia, a due passi dal mare.

La risposta alle critiche del presidente del Municipio è stata: solo soldi privati, vale a dire a costo zero per l’amministrazione.

Quello che mi chiedo è se veramente si pensa che il problema di una idea di questo tipo sia esclusivamente economica.

Se qualche pazzo imprenditore pensasse di realizzare una pista da sci, con neve artificiale, sul lungomare, qualcuno pensa veramente che ad Ostia aumenterà il turismo ed il lavoro grazie alla neve?

E se anche qualche pazzo turista decidesse di andare ad Ostia con gli abiti invernali per sciare dentro un capannone, sarebbe giusto farglielo fare?

E poi lo Stato Italiano dovrebbe pagare le giuste penali imposte per la mancata riduzione della produzione di anidride carbonica?

Ed il parcheggio multipiano al posto della Pineta va bene anche se economicamente sostenibile?

Tamarrate nautiche

Al di là delle responsabilità penali di quanto successo sulla nave da crociera Costa Concordia, c’è una cosa che non conoscevo e che mi fa schifo.
Pare fosse una “irrinunciabile tradizione” avvicinarsi all’isola con una nave grande 2 volte il Titanic e suonare la sirena per “salutare” gli abitanti.

Mi fa venire in mente i tamarri abbronzati con una mano al volante delle auto ed una fuori che suonano il clacson per farsi notare.

Ed il sindaco pure ha ringraziato.

Sinistra Ecologia e Mele

Vorrei proprio sapere cosa è venuto in mente a chi, dentro al Partito di Vendola, ha deciso di studiare, realizzare, far stampare ed appendere dei manifesti con il simbolo del partito fuso a quello della multinazionale americana, colpita recentemente dal lutto del suo ex presidente.

Veramente, sarebbe molto interessante capire come è stata partorita l’idea, chi ha pensato che era buona, chi ha stampato chiudendo gli occhi il manifesto, chi lo ha affisso senza guardarlo (immagino, come consuetudine romana, senza autorizzazione).

Ma come può non “saltare la testa”, all’interno del partito, di chi ha pensato che fondere il proprio simbolo con quello di una multinazionale accusata in passato di produrre i propri oggetti tramite lavoratori cinesi sottopagati e sfruttati?

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