Scuola

Pannelli solari: nuovi impianti per scuole e strutture sportive

Riporto l’articolo pubblicato dall’Ufficio Stampa del Comune di Forlì

PANNELLI SOLARI: NUOVI IMPIANTI AL SERVIZIO DI SCUOLE PER L’INFANZIA E STRUTTURE SPORTIVE
L’intervento sarà sostenuto da un importo di 178 mila euro. Impianto fotovoltaico anche a servizio del nuovo Gattile comunale.

Energia pulita per la produzione di acqua calda al servizio di scuole per l’infanzia e strutture sportive. La proposta, avanzata dal Comune e sostenuta dal Ministero dell’ambiente, ha ricevuto l’approvazione definitiva della Giunta comunale. Il progetto elaborato dall’area lavori pubblici porterà alla installazione di sette impianti a pannelli solari termici ad integrazione della produzione di acqua calda che saranno messi al servizio delle seguenti strutture: complesso di asili nido “Pimpa, Cucciolo, Kamillo Kromo” (via Salvemini), nido “Le Farfalle” (via Lambertelli), scuola materna “La Betulla” (via La Greca), palestre di “San Martino in strada” (viale dell’Appennino 498) e “F. Viroli” del quartiere Ronco, polisportivi “San Martino in strada” (viale dell’Appennino 657) e “Monti” del quartiere Cava. Gli interventi saranno sostenuti da un investimento complessivo di 178 mila euro, con 43 mila euro ottenuti quale contributo dal Ministero per l’ambiente.
Sempre in materia di approvvigionamento energetico mediante pannelli solari, la Giunta comunale ha dato il via libera alla possibilità di realizzare un impianto fotovoltaico al servizio del nuovo gattile comunale di via Bassetta attraverso un rapporto di sponsorizzazione dell’opera che permetta di coprire i costi dell’impianto e consenta visibilità allo sponsor. L’accordo di collaborazione sarà attivato a seguito di una procedura di evidenza pubblica.

Adotta un pinguino: Grillo predica male e razzola peggio

Tux - La mascotte di LinuxBeppe Grillo ha scritto un post sul suo blog intitolato “Adotta un Pinguino”. Il riferimento è al software libero ed a Linux, che ha come mascotte proprio un pinguino con i piedi da papera. Purtroppo, come accade spesso quando si parla di quello che non si conosce, in poche righe commette diversi errori molto gravi, tanto che rimane di buono solo il fatto che ne faccia parlare.

Intanto fa una grande confusione tra Linux, software libero e software gratuito. Linux è un software libero, un sistema operativo (come Windows e MacOSX), la base sulla quale girano tutti gli altri programmi per computer. Passare a Linux significa cambiare molti programmi, oppure scaricare le versioni per Linux di quelli che già si hanno nel proprio pc. Ma il software libero non è solo Linux, e spesso è consigliabile passare a programmi per il sistema operativo che si usa già (Windows o MacOSX), per facilitare poi l’eventuale passaggio al sistema operativo completamente libero (Linux).

Alcuni di questi software sono famosissimi e molto diffusi, e molti dei loro utilizzatori non conoscono nemmeno la filosofia che ha portato al loro sviluppo. OpenOffice.org, Firefox, ThunderBird, sono solo alcuni esempi. Chi non sa cosa sia il software libero e non ha mai visto questi software, dovrebbe scaricarli: il download è gratuito.
Il fatto che si possano scaricare liberamente dal web non significa che non abbiano nessun costo. Introdurre un software in una azienda spesso significa fare formazione, ad esempio, e quindi pagare qualcuno che insegni ad utilizzarli. Il vantaggio economico del software libero sta nel fatto che chiunque ne abbia le competenze può lavorarci sopra, adattare il programma alle proprie esigenze, modificandolo dall’interno.

Chi non ha mai programmato fatica a capirne così il funzionamento. Io spesso ricorro all’esempio di una torta. Il software proprietario (non libero) è come la torta che si acquista dal pasticcere. Si acquista la torta, la si mangia così com’è e se va bene la prossima volta dovremo acquistarne un’altra dallo stesso pasticcere, se ci ha soddisfatto. Il freeware, software gratuito, diverso dal free software (software libero) è come una torta che ci viene regalata. Se ci ha soddisfatto possiamo chiedere che ce ne venga regalata un’altra, oppure acquistarne una dopo che il produttore ci ha convinto della sua qualità. Lo shareware è una torta gratuita con qualche limitazione. Possiamo mangiarla solo per 10 minuti, oppure possiamo mangiarne solo la panna. Anche qui, se vuoi la torta completa devi pagare qualcosa. Il software libero è una torta di cui ci viene fornita la ricetta, con l’obbligo di dare la ricetta a chiunque riceva la torta o una torta fatta con quella ricetta (qualsiasi modifica o sperimentazione facciamo sulla ricetta). Non è scritto da nessuna parte che la torta sia gratis, anche se spesso lo è. Libertà e gratuità sono due qualità distinte, unite solo dalla parola free inglese, che crea molta confusione. “Free as in speech, not free as a beer” è la frase che spiega la differenza (la libertà di parola è diversa dalla birra gratis). Per questo è stato introdotto il termine Open Source, che ne crea meno ma non mette l’accento sulla libertà.
Tornando alla nostra torta libera, qualsiasi sia la modalità con la quale riceviamo la torta veniamo in possesso della ricetta. La ricetta è il sorgente della torta, che ci permette di replicarla e modificarla. Questa è la forza del software libero: è un accordo tra produttore e cliente che permette al cliente di replicare quello che ha acquistato e di modificarlo secondo le proprie esigenze, oppure ricorrendo a concorrenti che abbiano la capacità di fare quello che il produttore originario ci fa pagare troppo oppure non è più in grado di fare, perché magari è fallito.

Internet ha dato una grande mano al software libero: distribuire le ricette e le torte se sono digitali non costa praticamente nulla, in rete. Ognuno contribuisce al miglioramento delle ricette, così che la torta è sempre migliore.
Questo funziona sia con i volontari che lo fanno per passione, sia con le aziende che ci lavorano.
Siccome c’è un sacco di concorrenza, i prezzi sono bassi e la qualità è alta.

Qualche commento superficiale e stupido nel post di Grillo parla di costi nascosti per il software libero. Di costi nascosti proprio non ce ne sono: qualsiasi software si può provare, aprire, controllare prima di decidere di investirci qualcosa sopra (se non va bene così com’è). Tutto è alla luce del sole: ti serve una mano? La paghi. Se ti serve una consulenza vai dal migliore offerente, senza nessuna limitazione.

I costi nascosti sono nel software proprietario, invece, perché non si ha la libertà di scegliere il proprio fornitore. Quando lavoravo per una scuola scoprii che tempo fa ci fu una azienda che regalò alle scuole un programma gestionale. Molte lo installarono, convinte finalmente di avere un programma gratis. Dopo qualche tempo l’azienda iniziò a chiedere 500 mila lire per ogni ora di assistenza fuori dal contratto standard, comunque costoso. Queste scuole erano piegate dal fornitore: non potevano cambiare perché altrimenti avrebbero perso tutti i dati. Se quel software fosse stato libero, avrebbero semplicemente fatto un altro bando.

Il software libero sarebbe un bene da sviluppare anche con contributi statali: se si pensa al risparmio che avrebbe lo Stato investendo dei soldi per realizzare un software libero e distribuirlo gratuitamente a tutti gli Enti distribuiti sul territorio si capisce quale importanza potrebbe avere. Ma il software libero viene utilizzato poco dalle amministrazioni perché nonostante non sia una novità pochi ne comprendono il funzionamento, anche tra gli addetti ai lavori. Figuriamoci Grillo o i parlamentari, che si occupano di tutt’altro. Forse contribuisce alla sua difficoltà di diffusione all’interno delle pubbliche amministrazioni il fatto che ci sia una concorrenza perfetta: spesso i bandi sono studiati e ritagliati per una specifica azienda, piuttosto che su un risultato che si vuole ottenere.

Grillo ha perso un’altra occasione: poteva chiedere ad un esperto qualunque, oppure ad un gruppo di esperti, di scrivere un articolo a sostegno del software libero. Io lo avrei fatto gratis, e come me molti altri che lavorano nel settore o sono semplici appassionati. Ma ha deciso di non farlo, di dire la sua in maniera demagogica ed imprecisa, portandosi dietro tutto il gregge dei commentatori del suo blog (il 99% ha scritto senza sapere di cosa stava parlando).

Ma l’errore di Grillo non sta solo sui contenuti del suo articolo. Lui che fa il predicatore potrebbe dare il buon esempio: utilizzando un software libero per il proprio blog, o per i propri forum. I suoi “seguaci” spendono fior di quattrini ogni mese per poter utilizzare un sistema che è poco più di un forum con agenda condivisa. Se si riunissero le forze e le spese di questi meetup si potrebbe pagare una ditta per fare tutto quello con software libero, finalmente in italiano, fatto da gente italiana, risparmiando soldi e dando un ottimo esempio. Invece anche lui si affida ad una azienda straniera, probabilmente multinazionale.

Ma questo è il modo di fare dei predicatori: parlano parlano parlano senza sapere quello che dicono, spesso cercando di avvicinarsi solo a quello che la maggior parte della gente vuole sentire, invece di cercare una propria verità. Grillo è peggio dei politici che tanto disprezza: loro sanno dire e fare anche cose impopolari, seguendo una propria visione coerente della società.

Grillo invece ha acquisito solo la loro capacità di comunicare, senza avere nessuna responsabilità di quello che dice anche quando potrebbe farlo, come in questo caso, nel suo piccolo.

Il programma di Pecoraro per le primarie

I verdi di Forlì sostengono ed invitano a votare il presidente Alfonso Pecoraro Scanio alle primarie del 16 ottobre affinché le tematiche e le istanze ambientaliste siano rappresentate adeguatamente all’interno del programma dell’Unione.

Potete trovare ogni informazione sul presidente nazionale dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio e sulla sua candidatura, al sito www.pecoraroprimarie.it.

Pecoraro Scanio si candita a rappresentare nell’Unione 13 priorità programmatiche, allegate a questo articolo.

PIU’ AMBIENTE, PACE, DIRITTI E SOLIDARIETA’ NELL’UNIONE

1.. Difendere la Costituzione. Più democrazia e partecipazione.
2.. Pace e democrazia. Riforma dell’Onu, cooperazione internazionale, disarmo e nonviolenza, lotta alle povertà. Globalizzare i diritti.
3.. Riforma economica e fiscale per l’innovazione, la sostenibilità e la solidarietà. Reddito sociale di cittadinanza e lotta al precariato. Riconoscere le nuove professioni.
4.. Donne e giovani. Mezzogiorno. Aree interne e montane, piccoli comuni: opportunità per il rilancio economico e sociale dell’Italia.
5.. Nuovo piano per infrastrutture davvero utili e rilancio della mobilità sostenibile. Riforma della politica energetica e dei rifiuti.
6.. Legge urbanistica nazionale. Beni comuni. Recupero e tutela del patrimonio artistico e storico.
7.. Agricoltura, artigianato, piccole imprese, turismo e cultura: settori su cui investire davvero.
8.. Per un’informazione libera. Il pluralismo culturale e tematico. Internet e software libero.
9.. Diritto alla salute. Per tutti. Benessere e promozione dello sport.
10.. Uno stato laico garante dei diritti di tutti. Difesa della scuola pubblica. Pacs.
11.. Giustizia, legalità e sicurezza. Ecologia della politica e trasparenza nella Pubblica amministrazione. Diritti dei consumatori.
12.. Immigrazione e cittadinanza. Riforma del welfare. Politiche di tolleranza, lotta all’emarginazione e al disagio.
13.. Tutela della biodiversità e diritti per i nostri amici animali.

Le 13 Priorità programmatiche del candidato Pecoraro Scanio per l’Unione, all’interno del Progetto per l’Italia: I principi e le azioni dell’Unione
Premessa

Futuro. Una parola semplice che oggi più che mai suscita due sensazioni contrastanti: speranza e preoccupazione. Vogliamo restituire speranza e fiducia ad una società che è costretta, per scelte sbagliate, a guardare al proprio futuro con preoccupazione.

Mai come in questi ultimi anni sono stati messi in crisi valori che erano considerati il fondamento del vivere civile e della convivenza. Gli interessi privati, e spesso l’affarismo, hanno sopraffatto gli interessi pubblici e una miriade di nuove norme hanno minato la certezza del diritto e di un diritto uguale per tutti.

I Verdi, le realtà arcobaleno e i tanti comitati di cittadini mobilitati per queste primarie ritengono che nel nostro Paese occorra ripartire da quei valori e propongono l’ambiente e la solidarietà come chiavi per indirizzare le nuove scelte che dovranno essere compiute.

L’ambiente, quindi, non come ambito tematico isolato ma come riferimento trasversale per indirizzare le politiche economiche, l’innovazione, la gestione del territorio, i nuovi diritti e i nuovi doveri, la promozione di nuova cultura e sensibilità, di un rispetto che possa portare alla convivenza pacifica dei popoli. La solidarietà deve saper mettere al centro l’altruismo come valore. La solidarietà è la scelta strategica capace di guidare i rapporti tra le persone, gli stati, il Nord e il Sud del mondo.

Abbiamo visto come dietro la guerra si nascondano formidabili interessi economici legati allo sfruttamento delle risorse naturali. E’ chiaro a tutti come la povertà di molti paesi del mondo sia legata a scelte economiche globali che mirano a mantenere nelle mani di pochi risorse naturali che invece dovrebbero essere accessibili a tutti.

L’immigrazione, per esempio, è innanzi tutto fuga da questa povertà. E noi, paesi sviluppati grazie anche allo sfruttamento di risorse naturali non nostre, abbiamo la responsabilità di dare risposte serie e concrete di solidarietà.

La corretta gestione delle risorse naturali e la solidarietà, dunque, sono le chiavi su cui si gioca il futuro del mondo in termini di pace o guerra, di convivenza o conflitto, di ricchezza di pochi o benessere di molti, di povertà diffusa o dignità di vita. Offrono modalità più efficienti di produrre e soddisfare i bisogni di tutti, limitando i consumi di risorse non inesauribili; di arginare gli sconvolgimenti di sistemi e cicli naturali causati da forme di inquinamento che si trasformano sempre più spesso in catastrofi e malattie.

L’ambiente in Italia ha incredibili potenzialità che la politica sino ad oggi non ha saputo cogliere. La bellezza e le risorse del nostro paese, sopravvissute a speculazioni e scempi, rappresentano il punto da cui partire. Questo significa operare su due fronti: preservare questi beni, naturali ed artistici, che rappresentano intrinsecamente il nostro essere, valorizzarli in modo corretto, senza snaturarli, quale volano di uno sviluppo diffuso che recuperi e promuova in termini di qualità tradizioni, prodotti, forme di ospitalità, restauri ed interventi di recupero. Ma questo certamente non basta. E’ essenziale coniugare il recupero con l’innovazione. In Italia, infatti, l’innovazione, tecnologica ma non solo, in troppi settori è rimasta arretrata.

L’unione, quindi, di qualità ed innovazione sono alla base dell’unica credibile ipotesi di rilancio economico del nostro paese. Nell’industria come nell’agricoltura la sfida ai nuovi mercati non potrà mai essere vincente se basata solo su parametri legati ai costi di produzione, ma deve appunto imporre parametri di qualità e innovazione che proprio nella chiave “ambiente” trovano la loro principale ragione d’essere.

L’Italia ha il dovere di tutelare i propri tesori anche al di là della risorsa che questi rappresentano. Proteggerli perché il nostro patrimonio artistico è davvero un patrimonio di tutta l’umanità, proteggerli perché la diversità biologica che caratterizza il nostro patrimonio naturalistico è la più importante d’Europa ed è strettamente connessa alla qualità della vita di tutti. Sui beni artistici e naturali si è tentato di fare mercimonio e i beni dello Stato, il demanio, le aree protette sono stati messi a rischio da tentativi di vendita, di sfruttamento improprio. Si è perso il senso del valore della tutela, quale garanzia della conservazione di uno straordinario patrimonio collettivo che si è voluto vedere solo in funzione delle sua potenziale capacità di “fare cassa”.

Questa dissennata scelta, insieme alla politica dei condoni edilizi, delle sanatorie paesaggistiche, del rilancio dell’edilizia senza regole e pianificazione, delle grandi infrastrutture cosiddette pubbliche, ha aggravato lo stato di sofferenza e di crisi inteso come territorio, paesaggio, centri storici, borghi antichi, boschi, coste, fiumi e montagne e ha provocato un enorme spreco di denaro pubblico senza alcun beneficio per i cittadini.

Chiediamo di ripensare le politiche di gestione del territorio, dei beni culturali e naturali. Proponiamo di superare la logica delle megaopere pubbliche e di riaffermare quella della manutenzione ordinaria e straordinaria di cui questo paese ha bisogno. Un grande progetto, quindi, per realizzare interventi calibrati e legati al territorio in cui si inseriscono, funzionali alle esigenze reali e concreti della gente, dai trasporti pubblici agli acquedotti; dal consolidamento degli edifici nelle aree a rischio sismico e la messa in sicurezza delle aree dissestate ad un piano di recupero e ricostruzione in bioedilizia per le periferie e le aree degradate. Creando così occupazione e una risposta all’emergenza abitativa.

Chiediamo di immaginare uno sviluppo che non sia semplicemente sinonimo di crescita. Uno sviluppo nella direzione di una maggiore qualità della vita slegato dalla crescita scriteriata di consumi, di territorio occupato, di rifiuti prodotti. Uno sviluppo dove l’ ambiente dia all’economia anche parametri diversi rispetto a quelli del solo prodotto interno lordo, che offra la possibilità il dare un valore reale e tangibile ai beni naturali, siano essi l’acqua che consumiamo, l’aria che respiriamo, il suolo che usiamo o le risorse che importiamo.

Chiediamo che i principi di solidarietà e di rispetto per la dignità delle persone siano al centro dell’agire politico. L’obiettivo è quello di un benessere fisico, psichico ed economico in cui siano effettivamente garantiti a tutti il diritto alla vita, all’istruzione, alla casa, ad un lavoro stabile, ad un reddito dignitoso, alla salute e alla sicurezza. Anche sul piano internazionale l’azione di governo deve guardare alla promozione dei diritti della persona, dei principi democratici e di giustizia sociale. In particolare, è necessario che il governo sia protagonista di una campagna internazionale per l’abolizione della pena di morte, per la piena ed effettiva applicazione della Carta dei diritti dell’uomo e delle altre convenzioni internazionali a tutela delle persone.
Perché questo sia possibile occorre riacquistare fiducia nelle istituzioni, riaffermare l’importanza del rispetto delle leggi come presupposto di convivenza, ridare all’educazione la capacità di far conoscere il valore delle cose comuni e di come la vita degli uomini sia inscindibilmente legata a tutta la vita del pianeta.

Occorre riaffermare quel senso di partecipazione alla cosa pubblica che responsabilizzi tutti e renda tutti partecipi, ridare protagonismo alle forme di aggregazione capaci di esprimere progetti comuni, di sostenere azioni affinché nessuno possa sentirsi escluso.

Ci poniamo l’obiettivo di dare un segno di discontinuità non solo rispetto a ciò che ha caratterizzato quest’ultima disastrosa legislatura, ma anche rispetto alla tradizionale cultura economica e industriale che rischia di riproporre, anche nella coalizione di centrosinistra, scelte sbagliate.

1) Difendere la Costituzione. Più democrazia e partecipazione.

Attuare le riforme necessarie per garantire un vero federalismo, valorizzando la centralità degli enti locali nel rispetto del principio di sussidiarietà. No alla devolution. Riconoscimento della tutela dell’ambiente tra i diritti costituzionali. Bilancio e urbanistica partecipati. Voto alle elezioni amministrative per gli immigrati e nuova legge sulla cittadinanza. Riformare l’istituto referendario per restituire valore alla partecipazione popolare.

2) Pace e democrazia. Riforma dell’Onu, cooperazione internazionale, disarmo e nonviolenza, lotta alle povertà. Globalizzare i diritti.

Ritirare immediatamente le truppe italiane dall’Iraq. Avviare la riduzione delle spese militari nel corso della prossima legislatura e destinare i fondi risparmiati alla cooperazione internazionale, alla costituzione di corpi civili di pace, al potenziamento delle nostre forze di polizia e dell’intelligence internazionale per la lotta al terrorismo. Riformare l’Onu e il Wto per perseguire una politica di pace attraverso la lotta a povertà e ingiustizie, estendendo diritti e tutele. Introduzione della Tobin Tax. Ripristinare i vincoli previsti dalla L.185/90 sull’importazione ed esportazione delle armi. Cancellare il debito dei paesi poveri. Sostenere il commercio equo e solidale con incentivi fiscali ed eliminando i dazi all’importazione per questi prodotti. Liberare il nostro paese dal nucleare militare.

3) Riforma economica e fiscale per l’innovazione, la sostenibilità e la solidarietà. Reddito sociale di cittadinanza e lotta al precariato. Riconoscere le nuove professioni.

Perseguire l’equità fiscale, reintroducendo le tasse di successione per i grandi patrimoni, tassando adeguatamente le transazioni finanziarie e le speculazioni. Lotta all’evasione. Ridurre il carico fiscale sul lavoro, le nuove attività e i professionisti. Pensioni sicure e dignitose. Introdurre il reddito sociale di cittadinanza. Lotta al precariato: estendere diritti e tutele a tutti i lavoratori. Cancellare le norme che istituzionalizzano la precarietà. Promuovere l’occupazione anche con piani di sostegno dell’industria per innovazione e ambiente puntando alla produzione di beni destinati al miglioramento della qualità della vita. Piano di riqualificazione edilizia delle periferie e delle aree degradate con uso di tecnologie avanzate e bioedilizia. Riconoscere le nuove professioni e riformare gli ordini.

4) Donne e giovani. Mezzogiorno. Aree interne e montane, piccoli comuni: opportunità per il rilancio economico e sociale dell’Italia.

Le donne e i giovani sono tenuti ai margini delle responsabilità decisionali. Servono misure concrete di sostegno all’imprenditoria giovanile e femminile. Atti di governo per aumentare la partecipazione alla vita economica e istituzionale. Il rilancio del Sud è un dovere e un’opportunità per tutto il paese. Iniziative per rimuovere gli ostacoli legali e illegali allo sviluppo del mezzogiorno. Garantire al Sud parità di condizioni bancarie e assicurative con il resto d’Italia. Rilanciare e riqualificare l’azione a favore dell’imprenditorialità giovanile, a partire dal prestito d’onore e l’I.G. Diffondere modelli di turismo sostenibile, come l’agriturismo e il turismo rurale di qualità.

5) Nuovo piano per infrastrutture davvero utili e rilancio della mobilità sostenibile. Riforma della politica energetica e dei rifiuti.

Nuovo Piano delle infrastrutture utili. Cancellare i devastanti progetti avviati dal governo di centrodestra a partire dal Ponte sullo Stretto di Messina, il MoSE di Venezia, la TAV in Valsusa e l’autostrada della Maremma, utilizzando le risorse per il potenziamento delle reti ferroviari e le vie del mare (cabotaggio), nonché il completamento delle reti idriche. Incentivare il trasporto pubblico nelle città, estendere le aree verdi e le piste ciclabili. Attuare una riforma dell’energia incentrata su risparmio ed efficienza, la produzione diffusa da fonti rinnovabili a partire dal solare per evitare il ricorso al carbone. Attuare la tariffa dei rifiuti, avviare la separazione tra materia organica e secca ed incentivare la raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio per superare il ricorso agli inceneritori. Realizzare piani antirumore per il traffico aereo e stradale.

6) Legge urbanistica nazionale. Beni comuni. Recupero e tutela del patrimonio artistico e storico.

Difendere i beni comuni a partire dal no alla privatizzazione dell’acqua. Varare la Legge urbanistica nazionale per promuovere un corretto assetto del territorio e vietare definitivamente i condoni edilizi. Attuare un piano nazionale per la tutela del mare dei fiumi e delle coste. Investire nel recupero e nella tutela del patrimonio artistico, storico ed archeologico del paese. Abolire la Patrimonio spa. Varare un piano nazionale contro l’elettrosmog.

7) Agricoltura, artigianato, piccole imprese, turismo e cultura: settori su cui investire davvero.

Sostenere e promuovere l’agricoltura biologica, tipica e di qualità con attenzione anche al settore della pesca. Riconoscere al mondo agricolo il ruolo di presidio territoriale. Impedire la diffusione degli Ogm. Garantire la sicurezza alimentare. Norme di garanzia per i consumatori: etichette e filiere. Sostenere e difendere le piccole imprese, quelle artigianali, la nascita e lo sviluppo di cooperative, in particolare sociali, e il noprofit. Puntare sul turismo di qualità ecocompatibile. Valorizzazione e tutela delle tradizioni enogastronomiche italiane come veicolo di promozione del territorio. Nuova legge, sul modello francese, per cinema e audiovisivo, musica, teatro, arte e altre attività culturali.

8) Per un’informazione libera. Il pluralismo culturale e tematico. Internet e software libero.

Abolire la legge Gasparri e riformare il settore superando gli oligopoli pubblicitari. Bloccare ogni forma di privatizzazione della Rai, la più grande industria culturale del paese. Valorizzare le professionalità presenti nel servizio pubblico radiotelevisivo. Garantire il pluralismo tematico e culturale prima che partitico. Sostegno dell’emittenza locale, regionale e interregionale. Difendere la libertà dell’informazione e della comunicazione anche combattendo la brevettazione del sapere e incentivando lo sviluppo di software non proprietari.

9) Diritto alla salute. Per tutti. Benessere e promozione dello sport.

Arrestare la devolution nella sanità. Garantire i diritti dei malati. Rafforzare i controlli per verificare il livello dei servizi offerti. Massima tutela per le fasce sociali più deboli. Valorizzare tutte le professionalità nel settore sanitario. Riconoscimento per le medicine non convenzionali e le discipline bionaturali. Promozione delle attività sportive con attenzione a quelle non agonistiche. Rafforzare la lotta al doping.

10) Uno stato laico garante dei diritti di tutti. Difesa della scuola pubblica. Pacs.

Abolire la legge Moratti e garantire il diritto allo studio con l’estensione dell’obbligo ai diciotto anni. Riconoscere la centralità della scuola pubblica con adeguati investimenti. Valorizzare la professionalità del corpo docente con retribuzioni adeguate ai livelli europei e l’aggiornamento professionale. Investire sulla ricerca e l’università. Approvare i Pacs e le leggi antidiscriminazioni.

11) Giustizia, legalità e sicurezza. Ecologia della politica e trasparenza nella Pubblica amministrazione. Diritti dei consumatori.

Piano nazionale di lotta alle mafie, facilitare la confisca dei beni della malavita. Varare la legge contro la corruzione e per la confisca degli arricchimenti illeciti. Ridurre i compensi destinati agli eletti ed alti funzionari a livello nazionale, regionale e locale riportandoli alle medie europee. Approvare il codice del buongoverno sul modello spagnolo. Impedire a rappresentanti istituzionali di cumulare più incarichi pubblici retribuiti. Approvare la ‘class action’ e nuovi diritti per consumatori e risparmiatori.

12) Immigrazione e cittadinanza. Riforma del welfare. Politiche di tolleranza, lotta all’emarginazione e al disagio.

Chiudere i Cpt. Varare forme di accoglienza e abolire la Bossi-Fini. Abrogare le leggi ‘ad personam’ del centrodestra e la riforma dell’ordinamento giudiziario. Promuovere riforme garantendo l’indipendenza della magistratura, l’effettivo diritto della difesa e la rapidità dei procedimenti. Tutela delle vittime dei reati. Approvare il codice dei reati ambientali. Invertire l’attuale politica di rigore verso gli emarginati e di impunità per i potenti. Rilanciare le politiche sociali abbandonando la centralità di quelle repressive in tema di tossicodipendenze. Avviare un piccolo ‘Piano Marshall’ per le carceri italiane finalizzato a migliorare le condizioni di vita e il reinserimento sociale. Valorizzare le misure alternative alla detenzione. Istituire il Garante nazionale dei diritti dei detenuti. Attuare politiche sociali volte alla prevenzione dei crimini e depenalizzare i reati minori. Riproporre l’amnistia per i reati minori e sociali. Diritti dei diversamente abili. Sostegno alle persone non autosufficienti. Sostegno alle famiglie, in particolare a quelle con i bambini. Tutela dei minori e diritto agli asili nido per tutti i bambini. Sostegno al volontariato laico e cattolico.

13) Tutela della biodiversità e diritti per i nostri amici animali.

Difendere e potenziare la rete delle aree protette con adeguate risorse.Lavori verdi. Impedire deroghe ed ogni altra forma di peggioramento della legge sulla caccia e tutelare gli animali selvatici con l’estensione ed il collegamento fra le aree protette. Avviare un Piano nazionale per il sostegno alla ricerca con metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali che riduca da subito il ricorso alla vivisezione con l’obiettivo del suo definitivo superamento entro dieci anni.

74 Mila Euro di contributi per ambiente ed energia dalla Provincia.

Riprendo una notizia di Sesto Potere:

(14/1/2005 13:16) | AMBIENTE ED ENERGIA, DALLA PROVINCIA DI FORLì-CESENA CONTRIBUTI PER 74MILA €
(Sesto Potere) – Forlì – 14 gennaio 2005 – In piena “zona Cesarini” la Provincia di Forlì-Cesena ha previsto nel proprio bilancio 2004 un capitolo di spesa di 74 mila Euro da destinare ad iniziative finalizzate allo sviluppo sostenibile, con particolare riferimento ad interventi nell’ambiente, nell’energia, nell’edilizia, negli impianti e nell’urbanistica.
Questi contributi vogliono finanziare progetti operativi, per indirizzare verso le tecniche ed i principi della bioarchitettura la costruzione di importanti strutture. Nel caso di Gatteo e Gambettola il contributo dato per la progettazione degli asili permetterà di arrivare alla realizzazione di questi importanti edifici pubblici con i criteri della bioarchitettura, indirizzando con poche migliaia di euro interventi dal costo di milioni che si sarebbero sviluppati con tecniche tradizionali. Analogamente, per promuovere il turismo sostenibile a San Mauro e Cesenatico si finanzierà la progettazione di esperienze pilota del “bagnino sostenibile”, che prevedono la produzione di energia rinnovabile, la raccolta differenziata dei rifiuti, il riuso della acque e la ristrutturazione degli edifici con i criteri della bioedilizia. Questi progetti pilota potranno essere usati come strumenti per calibrare gli aggiornamenti dei Piani Spiaggia di queste importanti località balneari. Anche in questo caso, con un contributo di poche migliaia di Euro, si attiveranno progettazioni che realizzeranno opere per centinaia di migliaia di euro.
Di particolare rilevanza gli interventi finanziati nei comuni montani di Portico di Romagna e Galeata. Si è voluto premiare la volontà e la capacità di progettazione di queste piccole realtà montane nell’ambito di progetti per la produzione di energie rinnovabili (solare, eolico e piccolo idroelettrico) a scopo anche didattico, con una particolare attenzione alla tutela dell’ambiente.
La Provincia vuole dare il suo contributo per creare sul nostro territorio centri di informazione e formazione sui temi dell’ambiente e dell’energia. In questo senso va il finanziamento al Comune di Forlimpopoli per la partenza del Centro dell’Architettura Sostenibile e la volontà di sostenere il CISE della Camera di Commercio per attivare nella nostra provincia una scuola EMAS, la più prestigiosa delle certificazioni ambientali.
Abbiamo voluto approfittare di questa delibera anche per sostenere progetti di mobilità sostenibile per i percorsi sicuri casa scuola di due istituti di Forlì, per promuovere il concetto di sicurezza e mobilità sostenibile partendo dalle scuole.
“Si tratta di interventi volti alla sensibilizzazione ed all’educazione dei cittadini ai temi della sostenibilità urbana, promozioni formative utili ad indirizzare progettisti ed imprese all’approfondimento delle tematiche bioecologiche”, spiega Roberto Riguzzi, assessore alla qualificazione e sviluppo ambientale della Provincia di Forlì-Cesena.
“Con lo stanziamento – prosegue Riguzzi – finanzieremo tredici progetti ed iniziative proposte da Comuni, Istituti scolastici e società private per un investimento complessivo del nostro Ente di 74 mila €. Per il futuro vogliamo coinvolgere anche gli altri comuni e promuovere ulteriori progettazioni nel settore della sostenibilità urbana. ”. ./.

60° Anniversario della LIBERAZIONE DI FORLÌ (6 Novembre 2004)

Sabato 6 novembre 2004
ore 9,30 – Via Tomba 83, Vecchiazzano – Deposizione corona di alloro al Cippo dell’Eccidio Ca’Nera
ore 11,30 – San Martino in Strada – Scuola Elementare Focaccia V.le Appennino. Deposizione corona dl’alloro al Monumento ai caduti. Cerimonia commemorativa dei martiri Antonio Zoli, Pino Maroni, Antonio Piazza. Interverrà Nadia MASINI Sindaco di Forlì
Ore 17,00 Palazzo Albertini – 2 piano – Inaugurazione della Mostra Fotografica di Isabella Balena “Ci Resta il Nome” Nadia MASINI Sindaco di Forlì Liviana Zanetti Assessore alla Partecipazione Civica Patrizia Dogliani Presistente Istituto Storia della Resistenza e dell’età contemporanea di FC
6 novembre- 7 dicembre 2004
orari: 9.30/12.30-15.30/18.30

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