Year: 2003

Ogm: Italia contro Monsanto, oggi sentenza corte UE


(ANSA) – BRUXELLES – E’ attesa per oggi la sentenza della Corte di giustizia Ue del Lussemburgo sulla vicenda che oppone il colosso Monsanto al governo italiano il quale aveva proibito la vendita di prodotti con granturco geneticamente modificato. La battaglia giudiziaria prese avvio negli anni 1997-1998 quando Monsanto Europe S.A. ed altre due imprese immesero sul mercato prodotti alimentari, ed in particolare farine, derivanti da mais Ogm. Per farlo, avevano fatto ricorso ad una procedura di autorizzazione semplificata, attualmente non piu’ in vigore nell’Ue dopo i regolamenti sugli Ogm adottati nel luglio scorso, ma che all’epoca aveva permesso alle autorita’ britanniche di attestare che i prodotti in questione erano sostanzialmente equivalenti a quelli tradizionali. L’Italia invece aveva sollevato dubbi sulla loro innocuita’ stabilendo con decreto un divieto provvisorio di vendita e di utilizzo. Il provvedimento fu quindi impugnato da Monsanto e da altre societa’ davanti al Tar del Lazio sostenendo che era in contrasto con il diritto comunitario in quanto, pur trattandosi di alimento derivante da Ogm, nel prodotto finale non esistevano piu’ quegli organismi capaci di riprodursi. Nel marzo scorso, l’avvocato generale della Corte, Siegbert Alber, aveva sostenuto che alimenti potevano essere messi sul mercato senza autorizzazione di Bruxelles, anche se in questi prodotti sono presenti residui di proteine transgeniche purche’ ”essi siano ineccepibili sotto il profilo sanitario”. Ma l’avvocato aveva anche rilevato che uno Stato membro poteva adottare misure protettive qualora l’uso di prodotti ”presenti pericoli per la salute umana e per l’ambiente”. I suggerimenti dell’avvocato non sono vincolanti, ma vengono generalmente seguiti dalla Corte. (ANSA). RED

Parchi. Lipu: a Durban per fermare il declino della biodiversita’

>. Giuliano Tallone, Presidente della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), interviene sul tema parchi in vista del V Congresso Mondiale sulle aree protette organizzato dall’iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura), che si terrà a Durban, Sudafrica, dall’8 al 17 Settembre prossimi. Nell’occasione Birdlife International, il più grande network mondiale di associazione per la difesa della natura e degli uccelli, e la LIPU (suo rappresentante per l’Italia) presenteranno le loro proposte in tema di aree protette e salvaguardia delle biodiversità. L’Italia si presenta a tale appuntamento forte di una lunga e fruttuosa esperienza nella creazione e gestione di aree protette, in particolare nel corso dell’ultimo decennio. La Legge 394 del 1991 ha dato un forte impulso allo sviluppo del sistema delle aree protette in Italia che attualmente gestisce oltre il 10% del territorio nazionale. Ma gli attuali attacchi alla normativa, introdotti con proposte di legge devastanti e con la Legge Delega in materia ambientale, preoccupano non poco l’associazione, così come i recenti tagli dei bilanci dei Parchi nazionali. >.
Aree protette, ma anche approcci innovativi alla conservazione della biodiversità, come Rete Natura 2000, un insieme di siti tutelati dalla normativa dell’unione europea e dedicati alla conservazione della biodiversità, e il progetto di birdlife International denominato IBA (Important Bird Areas). >. Il progetto IBA ha portato negli ultimi 20 anni a individuare nel mondo di 7.000 luoghi di massima importanza per la biodiversità, in particolare per gli uccelli, dove risulta urgente e prioritario intervenire con misure di protezione a salvaguardia della natura. Per l’Italia il censimento di tali aree è stato effettuato dalla LIPU che, in collaborazione con il Ministero dell’ambiente, ha individuato 172 siti per una superficie complessiva di quasi 5 milioni di ettari. Solo una parte di queste aree, pari al 35%, risulta però essere inclusa nei confini dei parchi italiani. Il Congresso di Durban, che si tiene ogni dieci anni, è l’occasione per fare il punto sullo stato di parchi e riserve nel mondo e sul contributo che tali aree stanno dando alla salvaguardia del patrimonio naturale dell’umanità. Ma anche per delineare le strategie per la conservazione della natura attraverso parchi e riserve nel prossimo decennio. Durante la Conferenza birdlife International presenterà al Congresso l’esperienza della rete delle IBA (Important Bird Areas) e i risultati delle ricerche svolte in tutto il mondo, che sono confluite nel World Bird Database (Database degli uccelli del Mondo), il più importante strumento conoscitivo per la conoscenza della biodiversità a livello
mondiale. Gli uccelli infatti sono il gruppo faunistico meglio conosciuto, e possono quindi essere utilizzati al meglio come indicatori della biodiversità su scala planetaria. Grazie a questi studi sono stati individuati i punti chiave della biodiversità su Gaia, definiti come EBA (Endemic Bird Areas), le aree con più specie endemiche (e cioè a distribuzione ridotta) concentrate soprattutto nelle fasce tropicali. E’ qui che lo sforzo per istituire aree protette dovrà essere maggiore.

Foreste: Preziose per la salvaguardia delle risorse idriche

(ANSA) – ROMA – Proteggere i grandi parchi, per proteggere le risorse idriche. Questo il motivo conduttore di uno studio congiunto del Wwf e della Banca mondiale, da cui e’ emerso che un terzo delle 105 maggiori citta’ del mondo deve il suo approvvigionamento idrico da bacini situati in foreste protette. In particolare, come riferisce il wwf, il nuovo rapporto ‘Running Pure’ evidenzia che piu’ di un terzo delle 105 piu’ grandi citta’ al mondo, tra cui New York, Giakarta, Tokyo, Bombay, Rio de Janeiro, Los Angeles, Barcellona, Nairobi e Melbourne, dipende in tutto o in parte da bacini contenuti in foreste protette per l’acqua potabile. In tali contesti inoltre e’ ridotto anche il rischio di frane ed erosione del suolo, grazie al fatto che le foreste naturali riescono ad aumentare la purezza dell’acqua, filtrando agenti inquinanti, come pesticidi, e in alcuni casi raccolgono ed immagazzinano l’acqua. Secondo il rapporto, adottare una strategia efficace di tutela delle foreste puo’ produrre un enorme risparmio perche’, ad esempio, e’ piu’ economico proteggere le foreste che costruire impianti di potabilizzazione. A New York, adottare una strategia di questo tipo sarebbe 7 volte piu’ conveniente che costruire e far funzionare questo genere di impianti. Con oltre un miliardo di cittadini, soprattutto tra i piu’ poveri, che non hanno acqua potabile e adeguate misure sanitarie, il WWF ritiene che sia una responsabilita’ di tutte le aree urbane, al di la’ della loro grandezza, mantenere un’alta qualita’ di acqua potabile ed investire in azioni di tutela forestale. ”Alcune citta’ che attualmente vivono il problema di una fornitura di acqua malsana dovrebbero essere protette e aiutate nella gestione e, dove necessario, bisognerebbe ripristinare le foreste nei luoghi strategici. Cio’ permetterebbe di assicurare a queste citta’ la fornitura di acqua pulita e farebbe risparmiare miliardi di dollari” dice Chris Elliott, direttore del programma ‘Forest for life’ del WWF. Il 28% delle foreste, dice il rapporto, si trova sulle montagne che fungono da sorgente per circa il 60-80% delle risorse mondiali di acqua dolce. Sempre secondo il rapporto, sarebbe necessario proteggere le foreste di molte aree che circondano grandi citta’ e che soffrono a causa di attivita’ distruttive, come uso illegale del territorio e disboscamento. Il Monte Kenya, ad esempio, fa risparmiare all’economia del paese piu’ di 20 milioni di dollari all’anno attraverso la protezione dell’acqua nelle aree idrografiche in due dei suoi principali sistemi fluviali. Tuttavia, la raccolta illegale di legname per la produzione di carbone, il disboscamento e la costruzione di strade sono ancora diffusi sul Monte Kenya, danneggiando la qualita’ dell’acqua destinata a Nairobi, la capitale. Allo stesso modo le foreste che circondano Istanbul, in Turchia, sono interessate dal problema di costruzioni abusive, politiche di utilizzo della terra inadatte e conflitti di competenza tra autorita’ locali e nazionali. Negli ultimi 100 anni la popolazione mondiale e’ triplicata (ha superato i 6 miliardi) mentre il consumo di acqua potabile e aumentato di sei volte. Oggi i problemi legati alla fornitura d’acqua causano la morte di milioni di persone ogni anno, e nelle aree urbane con inadeguata fornitura di acqua dolce e carenza di misure igieniche e sanitarie il tasso di mortalita’ infantile supera di 10-20 volte la norma. Lo studio, inoltre, sottolinea anche come questi problemi siano destinati ad aumentare in futuro, dato che attualmente circa la meta della popolazione mondiale vive in citta’ e che questo fenomeno e in continua crescita. Secondo il rapporto le citta’ in cui le aree protette sorgono su bacini idrici e aree idrografiche sono Roma, Budapest e Amburgo. Milano invece attinge acqua potabile da sistemi acquiferi estesi per 400 km non compresi in aree protette. ”Conservare integre le aree idrografiche per garantire la fornitura d’acqua rappresenta un ottimo esempio di come investire nella tutela dell’ambiente possa portare benefici sia all’uomo che alla natura” afferma David Cassels, esperto sulle risorse forestali della Banca Mondiale. ”Per molte citta’ non c’e piu’ tempo da perdere. Proteggere le foreste in aree idrografiche sta diventando una necessita’. Quando le avremo perse, i costi di fornitura dell’acqua alle aree urbane aumenteranno in modo drammatico”. Il WWF chiama in causa i governi per aumentare gli sforzi nella protezione delle aree idrografiche se si vuole ridurre la poverta’ e dimezzare il numero di persone che non hanno un accesso adeguato alle risorse idriche entro il 2015, come stabilito nel 2002 durante il Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile. (ANSA). RED

Fumo, Ue: foto choc sui pacchetti di sigarette

Foto choc sui pacchetti di sigarette. La commissione europea ha infatti adottato oggi una decisione che permetterà ai Paesi dell’Unione europea di imporre sui pacchetti di sigarette foto o immagini antifumo.

Lo hanno annunciato oggi, a Bruxelles, fonti ufficiali dell’Ue, sottolineando però che la misura non è obbligatoria, anche se diversi Paesi si sono dichiarati favorevoli. L’uso di queste immagini fa comunque parte dell’obbligo di utilizzare scritte dissuasive che sono già comparse su molti pacchetti di sigarette. (red)

SCO e Linux su Repubblica

Tratto da un messaggio dalla mailing list discussioni@softwarelibero.org

Il supplemento economico di Repubblica pubblica con discreto risalto un intervista al Ceo di Sco. Le argomentazioni sembrano addirittura più
generiche e fuddose del solito e purtroppo senza contestazioni o contestualizzazione da parte del giornalista.
Nella stessa pagina si trova un altro pezzo che riporta le reazioni alle mosse Sco: da parte di Dell, Ibm e della comunità. Però il titolo è ingannevole
perchè lascia intendere invece che si parli del passaggio di Linus a OSDL.

Il senso dell’intervista si può riassumere in questo brano:
«Oggi Linux è un derivato illegale di Unix, gli somiglia moltissimo, e gli utilizzi sono ormai gli stessi. Il fatto di introdurre un oggetto gratuito che è l’equivalente di un oggetto commerciale, distrugge il valore di quest’ultimo. Con queste violazioni contrattuali si è resa disponibile una tecnologia gratuita equivalente a una tecnologia che ha alle spalle vent’anni di costosi investimenti e perfezionamenti, che vanno adeguatamente retribuiti. E’ una pratica anticompetitiva, un dumping esasperato e disonesto»

http://www.repubblica.it/supplementi/af/2003/09/08/multimedia/015scocco.html
http://www.repubblica.it/supplementi/af/2003/09/08/multimedia/015linnux.html

Come dire che Ford ha costruito le prime automobili, e che non è giusto che ora ne esistano altre, che fanno le stesse cose e sono utilizzate per lo stesso motivo.
In realtà la situazione è ben diversa: Linux è un prodotto a sè stante, non una semplice copia di Unix. Linux è un prodotto che è stato scritto da zero, con il contributo di migliaia di volontari, che hanno prodotto qualcosa che è solo simile nell’interfaccia con l’utente.
Si guida allo stesso modo, ma il motore, la carrozzeria, i consumi, il costo, i sedili e tutto il resto sono diversi. E la comunità Linux non deve proprio nulla a SCO, come la Fiat non paga i diritti per la costruzione delle sue automobili alla Ford.

Speriamo che Repubblica smetta di pubblicare articoli di informatica solo sotto pagamento di sponsorizzazioni aziendali, e che trovi qualche giornalista competente che sappia giudicare quello che gli dicono di scrivere.

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