Salute

Water For Children: portare acqua potabile e fognature in un villaggio che ospita 2000 bimbi profughi del Tibet

Ricevo e pubblico (sul sito dei Verdi di Forlì-Cesena) la bella lettera di Fausto Pardolesi che riassume il progetto Water For Children, finalizzato a portare acqua al villaggio nel Ladakh che ospita 2000 bambini profughi del Tibet.
Vi consiglio di leggerla, è molto bella.

Water For Children

L’Apple iPhone 3G è tra i cellulari peggiori per livello di assorbimento di onde elettromagnetiche SAR

Come qualcuno di voi saprà, ho creato un programma che mette in ordine tutti i cellulari più diffusi per livello SAR, che è in sostanza un valore numerico che corrisponde a quante onde elettromagnetiche l’apparecchio fa assorbire al nostro corpo.

Grazie ad uno degli ultimi aggiornamenti di questa lista, creata sulla base dei dati forniti dai produttori e pubblicati da CNET, scopro che l’iPhone 3G è tra i peggiori, tra il 550° ed il 564° posto ex aequo con altri 14 modelli, su un totale di 691. Nella lista, bisogna ricordarlo, esistono cellulari ormai fuori dagli scaffali, quindi se venisse filtrata per quelli attualmente in commercio in italia quella posizione sarebbe peggiore.

Rapportato al limite di legge USA di 1,6 Watt per kg, l’iPhone ha un valore di 1.38.

Non è il peggiore in assoluto, ma per rendere più chiaro il concetto durante le telefonate con un iPhone 3G il nostro corpo (ed in particolare il cervello, più vicino all’apparecchio) assorbe le stesse onde elettromagnetiche di circa 5 Nokia N90 (che ha 0.22 W/kg) utilizzati contemporaneamente.

Senza entrare nel merito degli studi sugli effetti dell’uso dei cellulari per la salute umana, questa indicazione è utile per sapere quali sono i modelli che fanno assorbire più onde elettromagnetiche, presumibilmente aumentando le percentuali di rischio.

Questo ovviamente vale quando non si usa l’auricolare, che riduce drasticamente questi valori ma rende impossibile il confronto per le tante variabili.

Note: I valori SAR della tabella sono calcolati secondo gli standard USA per i modelli USA, quindi tutti più bassi in valore assoluto degli stessi calcolati con standard UE. A causa di questa differenza nel metodo di valutazione, probabilmente nei libretti d’istruzione degli iPhone italiani questi valori saranno più alti.

Per dare un’idea, negli USA il limite è di 1,6 Watt per kg, mentre in Europa è di 2 Watt per kg.

Per una descrizione dettagliata del SAR rimando a questi approfondimenti:
SAR 1, SAR 2

Pipistrelli contro le zanzare a S. Benedetto del Tronto

Pochi giorni fa il TG-5 in prima serata ha parlato del progetto di lotta biologica delle zanzare attraverso i pipistrelli del Comune di San Benedetto del Tronto, presentato dall’assessore all’ambiente Canducci e dal consigliere dei Verdi Marinucci. I pipistrelli mangiano 2000-3000 zanzare ogni notte, e quindi sono un competitore biologico capace di ridurre il numero delle zanzare tigri e di altri insetti fastidiosi che preoccupano le nostre estati, secondo uno studio dell’Università di Firenze sperimentato con esiti positivi in precedenza a Fiesole.

Il progetto del Comune di S.Benedetto prevede l’installazione di bat box, le casette per pipistrelli, fatte in legno da un artigiano locale, quindi favorendo l’economia locale e la filiera corta.

Intervista al Resto del Carlino sulla Raccolta Porta a Porta

Oggi sono stato intervistato per un articolo sul Resto del Carlino, che potete trovare anche online.
Purtroppo rispetto alle mie dichiarazioni l’articolo contiene qualche imprecisione, e sfrutto l’occasione per fare qualche chiarimento.

Prima di tutto il comitato promotore dei due referendum su rifiuti e mobilità non è formato solo dai Verdi, ma da un gruppo eterogeneo di partiti (Verdi, Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica, PDCI, Italia dei Valori) associazioni (WWF, Il passatore) e singoli cittadini.

Le assemblee di presentazione del progetto di Forlimpopoli erano partecipate e molte persone molto preoccupate, ma ma non ci sono mai state folle di persone inferocite. Comunque sia oggi il Sindaco di Forlimpopoli è accolto da applausi anche quando interviene telefonicamente su questi temi, segno che la coerenza paga.

Non ho detto che l’unico modo per incentivare la raccolta è la tariffa puntuale, ma precisamente che la tariffa puntuale può essere uno strumento per farlo, premiando economicamente chi sfrutta di meno inceneritori e discariche a tutto vantaggio della tutela della salute e del territorio.

L’articolo merita di essere letto, anche solo per le previsioni della tempistica sulle ipotesi di introduzione: fine mese per gli studi di fattibilità, 3 mesi dopo la decisione per l’avvio. Ricordo benissimo il testo dell’ordine del giorno votato dalla maggioranza in consiglio comunale, che recava come data ultima per l’avvio il mese di Giugno di quest’anno (data che era comunque tardiva rispetto a tutto il resto del piano provinciale, inceneritore compreso).
Oggi siamo in Agosto ed ancora si prende tempo.

Speriamo che quel 92% dei partecipanti al sondaggio, favorevoli al porta a porta, se ne ricordino.

I tumori aumentano del 9% per chi vive vicino ad un inceneritore

Il rischio di tumore aumenta sensibilmente se si vive nei pressi di un inceneritore di rifiuti. Con punte di rischio del 9,1% superiori alla media per determinate forme di sarcoma. Lo dimostra uno studio condotto dal dipartimento per la Salute e per l’Ambiente francese (www.invs.sante.fr) . Gli scienziati d’oltralpe hanno concentrato la propria attenzione su quattro regioni – Isère, Haut-Rhin, Bas-Rhin e Tarn – dove è attivo un totale di 16 inceneritori. La ricerca, “Etude d’incidence des cancers aÌ proximiteì des usines d’incineìration d’ordures meìnageÌres”, ha preso in considerazione i casi di cancro che si sono manifestati nelle quattro aree tra il 1991 e il 1999.
La Francia, premettono gli scienziati, ha cominciato a incenerire i propri rifiuti negli anni Settanta, quando i valori limiti delle emissioni nocive in atmosfera erano meno severi degli attuali. Oggi i
limiti sono più netti ed esistono maggiori controlli. Ma è un fatto che, su un bacino potenziale di 25 milioni di persone, sono 135.567 i casi di cancro osservati. Un dato, si legge nel documento, che “mette in evidenza un legame statistico tra il livello di esposizione agli inceneritori negli anni 70-80 e l’aumento della frequenza di certe forme di cancro negli anni dal 1990 al 1999”.
Naturalmente, spiega lo studio, il legame “causa-effetto” tra presenza dell’inceneritore e casi di cancro non è dimostrato. Infatti, non è stato possibile prendere in considerazione le altre variabili (stile di vita, tabagismo, tipo e natura dell’alimentazione, consumo d’alcol, esposizione professionale a sostanze tossiche, precedente presenza di inquinamento urbano, industriale o rurale) che possono aver prodotto i singoli casi di tumore.
Ma ecco i dati sulle forme di cancro più “sospette”: il cancro al fegato presenta un “eccesso di rischio” del 6,8% nelle aree con inceneritore; i linfomi maligni chiamati “non-Hodgkin” dell’1,9%; il massimo del rischio si presenta per i sarcomi dei tessuti molli: più 9,1. Inoltre, per tutte le forme di cancro tipicamente femminili – seno e utero per esempio – è stato riscontrato un eccesso di rischio medio pari al 2,8%. Per il tumore alla mammella, in particolare, la percentuale sale fino al 4,8%.

di Matteo Cislaghi

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