Berlusconi

Quale momento migliore per votare il ritorno al nucleare?

In politica le regole scritte e non scritte sono più importanti delle opinioni sui temi. I costituzionalisti italiani, pur avendo visioni completamente diverse, si trovarono d’accordo sulle regole con le quali discutere, votare ed approvare le Leggi.

Due cose sono ancora peggiori del voto al ritorno al nucleare di ieri alla Camera (incluso l’uso dei militari nei siti delle centrali).

Primo, gli italiani hanno votato un referendum contro il nucleare. Quindi sarebbe stato necessario un altro referendum per eventualmente annullare il primo.

Secondo, il momento scelto per questa discussione così importante è scandaloso. Oggi il Corriere della Sera riporta la notizia in 37° pagina, dietro alle ovvie considerazioni sulle elezioni USA e persino dietro alle nozze di Marina Berlusconi.

Le regole scritte e non scritte, insomma, in Italia non esistono. Le discussioni sui temi, quindi, perdono conseguentemente ogni significato e cadono tutte come in un domino.

La strumentalizzazione delle assenze

La strumentalizzazione delle proteste ha oltrepassato il limite della decenza. Oggi non solo si mettono cappelli sopra le legittime proteste di studenti, insegnanti e genitori contro la riforma Gelmini, ma qualcuno cerca di attribuirsi persino il consenso di chi sta a casa e non protesta.
Minutillo, segretario locale de La Destra vice commissario di Forza Italia Giovani, ricopia lo strumento utilizzato da Berlusconi per screditare il movimento, ed afferma pubblicamente che ci sono tanti studenti che la pensano come lui ma non si espongono per paura.
In Politica contano i numeri veri, quindi invece di arrampicarsi sugli specchi si faccia promotore di iniziative a sostegno della Gelmini e si faccia contare, nessuno verrà a minacciare chi scende in piazza e ci mette la propria faccia.
Smettiamola però di strumentalizzare le assenze, altrimenti di questo passo finiremo per dire che la maggioranza dei cittadini italiani è contraria alla liberazione semplicemente perché non scende in piazza tutti gli anni il 25 Aprile per festeggiarla.

Aggiornamento: corretto il riferimento grazie alla segnalazione di Francesco Minutillo.

L’italiano che protesta se Berlusconi fa il Berlusconi

Certo è difficile non essere schifati dai primi provvedimenti di questo Governo. Stiamo rincorrendo, ancora una volta, gli affari privati del Premier intorno ai quali pare ruoti tutto il nostro arco istituzionale.

Dopo aver discusso così tanto dell’indulto in campagna elettorale (un bello slogan di chi ha vinto le elezioni) vediamo approvata una norma che sospende tutti i processi, in attesa che il Governo cambi le regole e ponga fine per legge a tutti i guai del Premier. Poi – forse – la Giustizia italiana potrà ripartire.

In tutto questo non c’è da stupirsi, non c’è nulla di nuovo. Mi stupisce piuttosto lo stupore del Partito Democratico, costretto all’altalena tra le trattative per bloccare la democrazia italiana nel bipartitismo e la rincorsa ad un minimo sindacale di opposizione.

E mi stupiscono gli italiani, che hanno votato questo Governo o le finte alternative, ed oggi si trovano con una democrazia parziale. Che senso ha protestare in Piazza a 2-3 mesi dalle elezioni? Il potere “contrattuale” lo avevamo prima, non adesso. Adesso dobbiamo aspettarci 5 begli anni di stabile “faccio quello che mi pare”. “Così vuole la gente”: difficile fare obiezioni.

E poi mi stupiscono gli italiani che hanno votato o non hanno votato poco importa, oggi sono al culmine dell’indifferenza. Per loro se casca o meno la nostra Costituzione, chissenefrega.

Abbiamo perso, a mio parere, la capacità di fare un ragionamento critico. Imbarbagliati da una monocultura televisiva monoproprietaria, ci limitiamo a seguire l’onda.

Oppure seguiamo un’onda uguale ma contraria, fatta della stessa incapacità di ragionamento critico, che viene da chi alza la voce contro i potenti ma che utilizza, nella sostanza, i loro stessi metodi per evitarci lo sforzo di dover ragionare.

Poco importa, basta cambiare allenatore -ma non gioco e squadra- per vedere soddisfatta la nostra voglia di qualcosa di nuovo.

Il morso del Caimano

Vi consiglio di leggere l’articolo “Il Morso del Caimano” di Curzio Maltese. Penso abbia inquadrato molto bene l’attuale situazione italiana, con i nuovi attacchi di Berlusconi alla Magistratura e la nuova opposizione, sempre meno forte.

È un po’ ingenuo, anzi molto, stupirsi che Berlusconi sia tornato Caimano. Se esiste una persona fedele a se stessa, oltre ogni umana tentazione di dubbio o di noia, questa è il Cavaliere. (…)
Il problema non è mai stato quanto e come possa cambiare Berlusconi, che non cambia mai. Piuttosto quanto e come è cambiata l’Italia, che in questi quindici anni è cambiata moltissimo. In parte grazie all’enorme potere mediatico del premier.

La fame nel Mondo secondo me

Oggi c’è stato il vertice della FAO a Roma sul problema dell’aumento dei costi del cibo e del rischio carestia nel Mondo. Se il premier iraniano non avesse avuto il primo piano tutto il giorno, probabilmente qualche media avrebbe avuto il tempo di approfondire un po’ la questione.

Non credo che il problema di oggi sia dovuto ai biocarburanti, ancora poco diffusi per mettere in crisi il mercato dei beni alimentari (ma già abbastanza diffusi per mettere in guardia sulle conseguenze).

Oggi gran parte del problema risiede nelle speculazioni internazionali di borsa, che dal mattone dopo la crisi dei mutui americani si sono spostate alle materie prime, cibo compreso.

Al vertice sono state proposte misure di sostegno, ma la carità in questo caso ha un effetto temporaneo e non risolve il problema.

La proposta di Berlusconi è quindi a mio parere completamente inutile ed anzi pericolosa: togliere fondi dal bilancio europeo per mettere soldi in container da spedire al terzo Mondo come supporto può anche portare a disastri come quello della missione arcobaleno, che spero non sia stato dimenticato.

Nessun TG ha avuto l’idea geniale di intervistare un professore o un esperto in materia, purtroppo.

Invece di proporre la detrazione degli aiuti, partirei con strumenti di difesa del cibo dalle speculazioni di borsa, dalla messa al bando dei brevetti e delle sementi ogm fatte per morire dopo un raccolto (1), privilegerei con un sistema di tassazione ed incentivi che favorisca la produzione di cereali rispetto a quella della carne (2), eliminerei tutti gli incentivi per la dismissione delle culture (ed il conseguenze innalzamento dei prezzi) dell’Unione Europea, per spostarli sull’incentivazione di filiera corta di qualità (così smettiamo di importare cibo da paesi come Cina ed India, ad esempio).

(1) chi non conoscesse il problema legga il libro di Vandana Shiva, il Mondo sotto brevetto.
(2) per produrre un chilo di carne occorre una quantità di acqua 13 volte superiore rispetto a quella che serve per produrre un chilo di grano, e per ogni KG di carne servono circa 16 KG di cereali.

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