Parlamento

Indegni della nostra fiducia

Domani segneremo i nomi dei parlamentari scelti dai segretari dei partiti che dovrebbero, semplicemente, stare all’opposizione, ed alla prima occasione conveniente hanno deciso che tutto sommato non ne valeva la pena.

Perché dietro al segretario che ci mette la faccia c’è un esercito di faccioni che dovrebbe rappresentarci (e sono loro che alzano le loro manine in Parlamento), e dal momento che ci hanno impedito di sceglierli questa è una responsabilità che non si può scaricare sugli elettori.

A meno che gli elettori non decidano di nuovo alle urne che, tutto sommato, va bene che un po’ dei propri eletti vada in giro ad offrirsi all’asta.

Non basta fare un esposto per lamentare la compravendita di chi hai portato in Parlamento.

Dovevi scegliere prima un insieme di candidati presentabile e decente, non solo privo di condanne, ma anche poco propenso ai saldi alla prima occasione utile.

Interessi

Sono stanco di chi guarda solo al proprio interesse, e sono ancora più stanco di chi lo fa in Parlamento. Chi oggi chiede le elezioni anticipate lo fa non per battere gli avversari, ma perché conta di acquisire numeri maggiori di quelli attuali, a costo di rischiare la sconfitta.

Per alcuni è addirittura meglio una brutta sconfitta della propria coalizione con un buon risultato personale, rispetto ad un sacrificio personale a nome dell’interesse comune.

E non deve stupire la compravendita di Parlamentari di questi giorni, la legge attuale è studiata appositamente per conferire al parlamentare il ruolo di dipendente del capo, che cambia casacca o mantiene la propria solo per guadagnare di più.

Chi vuole andare al voto con questa legge è contento di decidere da solo l’elenco degli eletti, privando i cittadini della scelta dei loro rappresentanti in Parlamento.

Tutto il resto è polvere negli occhi.

Sulla revisione della direttiva europea sulla vivisezione

Gira in rete un appello, diffuso specialmente su Facebook, a firmare una petizione contro la revisione della direttiva europea sulla sperimentazione animale (leggi vivisezione).

PARTECIPATE TUTTI FIRMANDO! A settembre il Parlamento Europeo voterà una legge per poter sperimentare sui gatti e cani RANDAGI
Chiediamo a tutti voi la massima diffusione e massiccia partecipazione. Vogliono approvare una legge a MISURA DI VIVISETTORE. Leggete tutto fino in fondo e poi firmate, magari non servirà a nulla ma non possiamo tacere e non provarci nemmeno….

Ora, è chiaro che un appello di questo tipo possa riscuotere un enorme successo, ma in realtà nasconde un paio di cosette molto importanti.

Prima tra tutte, questa non è una nuova legge, ma una revisione della direttiva vigente che è stata approvata nel 1986 ed ha per la sua vecchiaia molti difetti (infatti oggi la vivisezione non è vietata).

Quindi non si introduce la possibilità di vivisezionare, ma al limite la si mantiene.

Da quello che ho capito la revisione è migliorativa rispetto l’attuale.
Rimangono ancora diverse questioni da risolvere, come fa presente la LAV, però stoppare la revisione significherebbe stoppare anche gli altri miglioramenti.

Preferisco quindi la versione della petizione della LAV, che entra più nello specifico e chiede alcune modifiche, rispetto a quella di LEAL che invece è semplicemente contro la revisione (che non annulla quindi la direttiva vigente che permette comunque la vivisezione ed ha più di 20 anni).

E preferisco chi mi racconta tutta la storia rispetto a chi fa l’appello che fa più presa.

Preferenze sempre, ma sempre dopo le dirigenze

Spiace vedere che i grillini bolognesi abbiano cambiato idea sull’importanza del voto di preferenza dato dagli elettori. Dopo aver a lungo (e giustamente) criticato il sistema elettorale del Parlamento che fa nominare gli eletti dalla dirigenza dei partiti, hanno fatto scattare con un tecnicismo il primo eletto a Modena, per far eleggere un secondo bolognese in consiglio regionale sul numero di voti personali.

Chiedere agli altri il rispetto di un principio è più facile che farlo proprio.

Quindi si è ignorata la decisione degli elettori, che hanno preferito l’attivista modenese, ma un gruppo di 40 “grandi elettori”, con uno degli strattagemmi della peggiore politica.

Favia, nel giustificarsi, ha rincarato la dose dicendo che nel suo movimento non si litiga sui posti, e quando avviene “provvediamo senza esitazione ad allontanare chi è fuori dai binari”. Veramente uno strano concetto di democrazia, visto che i posti sono parte integrante delle scelte politiche e che le discussioni, legittime, vanno tutelate e non soppresse.

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