Roma

Prove per il Pd che verrà?

A proposito di queste ultime, i cosiddetti rottamatori non hanno paura di affrontare, a Roma, anche la spinosa questione della Fiat e dei suoi accordi, su cui il Pd si è accuratamente diviso: «Non se ne può più di questo scontro fuori dal tempo, tipo ‘Marchionne spara, la Fiom risponde’: sembra un film degli anni Settanta. L’innovazione dell’economia italiana è bloccata e qui siamo ancora a discutere se è moderno o no prendersela con gli operai», dice Civati.

via Prove per il Pd che verrà » Piovono rane

Che, tradotto dal politichese, significa “non ho una mia idea su questo tema, e se ne avessi una non te la direi perché rischierebbe di essere diversa dalla tua.

Invece io vorrei proprio saperlo, cosa ne pensano Renzi e Civati sull’accordo Mirafiori. Perché senza sapere cosa ne pensano gli altri, come si fa a confrontarsi e magari scoprire se si condivide qualcosina?

Sarebbe bello se tornassimo a discutere di cose, invece che di fuffa & marketing politico, che inizialmente può sembrar bello come un palloncino colorato pieno d’elio: come tutti i palloncini è destinato a sgonfiarsi, piuttosto velocemente.

Come si vota alle elezioni regionali in Emilia-Romagna

Si vota domenica 28 dalle ore 8 sino alle 22 e lunedì 29 marzo e dalle ore 7 alle ore 15.

Si vota su una sola scheda sulla quale possono essere espressi due voti: un voto per una delle liste provinciali concorrenti ed un voto per una delle liste regionali concorrenti.

Si può esprimere il voto per la lista regionale e per una lista provinciale collegata.

Se si esprime solo il voto a una lista provinciale, questo si estende automaticamente anche alla lista regionale collegata.
Se si esprime solo il voto alla lista regionale, questo sarà assegnato solo alla lista regionale.

Si può anche votare per una lista provinciale e per una lista regionale non collegate fra loro (il cosiddetto voto “disgiunto”).

Può essere espressa una sola preferenza ad un candidato nella lista provinciale.

Soluzioni politiche

Ieri sera al TG Di Pietro auspicava soluzioni politiche al problema delle liste non ammesse di Formigoni e del PDL a Roma, giustificando questa frase con la voglia di vincere confrontandosi. Soluzione politica significa, in soldoni, cambiare la norma ex post ed ad hoc, oppure decidere qualcosa di transitorio per sanare il peccato già compiuto.

Oggi si inizia a parlare di decreto ad hoc, ed oggi Di Pietro: «Il decreto? E’ un golpe».

Immagino che la prima versione sull’accaduto non fosse piaciuta molto, e sono contento che abbia cambiato idea così in fretta.

Il presidente dei Verdi ricoverato d’urgenza

Roma, 01 MAR (Velino) – Il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che da 33 giorni e’ in sciopero della fame contro la censura sui temi ambientali da parte dei programmi televisivi e contro la violazione del pluralismo politico e’ stato ricoverato d’urgenza in un ospedale del litorale romano. Le condizioni fisiche del leader dei Verdi che da oltre un mese non si nutre e che ha perso oltre 15 chili, dall’inizio della protesta, sono fortemente peggiorate a causa di problemi renali. Proprio i problemi renali e la presenza di sangue nelle urine hanno spinto i sanitari che seguono Bonelli a disporre un ricovero immediato. Lo rende noto un comunicato dell’Ufficio stampa della Federazione dei
Verdi. (com/gda)

La burocrazia è uguale per tutti?

Di quanto è accaduto alla lista del PDL nella provincia di Roma per le elezioni regionali conosco solo i pochi dettagli passati dai TG e dalla stampa nazionale.

Quello che posso sicuramente affermare è che i passi necessari alla presentazione delle liste sono inutilmente complicati, e dopo un po’ di esperienza mi sono fatto l’idea che alcune di queste formalità non servano per aumentare la tutela ma per rendere più difficile, sopratutto ai più piccoli, la presentazione di una lista alle elezioni. Ovviamente la data di scadenza della presentazione non è un dettaglio, e come tutte le scadenze importanti non si possono fare piccoli strappi (come per le risposte ad un bando, per fare un esempio).

Quello di cui sono sicuro, però, è che se fosse stata una lista diversa da quella del PDL o di un altro grande partito, oggi non si discuterebbe nemmeno di superare i “piccoli ostacoli burocratici”.

In una democrazia sana i cittadini si muovono all’interno dei vincoli normativi che essi stessi decidono, non “nonostante” ed in maniera indifferente alle regole.

In una democrazia sana le piccole liste hanno gli stessi obblighi delle grandi.

Ingenuamente spero sempre di vivere ancora in un Paese almeno parzialmente giusto.

Quindi ancora mi aspetto che su questa partita ci si muoverà esattamente come se ad avere lo stesso problema fosse stata una lista minore e non di Governo.

Torna su