Salute

Distributori di latte alla spina: il Governo all’attacco.

Fin da bambini ci insegnavano a bollire il latte prima di berlo, prima dell’introduzione del latte “bionico”.
I distributori di latte alla spina, nati in tutt’Italia per ridurre i costi, ravvicinare il produttore al consumatore e diminuire i volumi degli imballaggi buttati, vendono latte crudo.
Questi distributori hanno iniziato a far concorrenza alle multinazionali del latte, perché offrono un prodotto migliore ad un prezzo inferiore. In tempi di crisi queste esperienze sono un valore da sostenere.

Il Governo invece pensa di chiuderli:

Il Ministero della Salute , Sottosegretario Martini, annuncia : “la possibilità di emanare un’ordinanza per sospendere la distribuzione di latte crudo fino a quando non ci sarà un adeguamento dell’ informazione per la salute nella quale sia chiaro che il latte crudo va consumato solo dopo la bollitura”.

Il problema, quindi, pare che sia la mancanza di un avviso ai clienti che avverta di consumare il prodotto solo se bollito. Invece di ordinare l’obbligo di affissione di questo avviso, la proposta ovviamente è quella di chiudere baracca e burattini, obbligando i piccoli imprenditori ed i piccoli allevatori che hanno fatto investimenti per loro ingenti ad un probabile fallimento.

Abbiamo visto i ridicoli cartelloni sull’alcool nei bar, mettiamone uno anche sui distributori, ma non si cerchi di dire che è questo il motivo per il quale si vogliono chiudere (quello vero, provate ad immaginarlo voi).

Nel frattempo firmiamo la petizione e facciamo girare questa informazione inviandola agli amici.

Forlì territorio libero da OGM, approvato ordine del giorno in Consiglio

Ieri il consiglio comunale ha votato (dopo un anno dalla mia presentazione) l’ordine del giorno contro gli OGM. Allego il testo.

ORDINE DEL GIORNO VOLTO AD UN IMPEGNO PER LA TUTELA DEL TERRITORIO E DELLE PRODUZIONI TIPICHE DAI POSSIBILI EFFETTI NEGATIVI CONNESSI ALL’IMPIEGO DI O.G.M..
Il Consigliere comunale Alessandro Ronchi, ha presentato in data 13 novembre 2007, l’Ordine del giorno nel testo di seguito riportato: “Considerato

1) CHE la Coalizione ITALIAEUROPA – LIBERI DA OGM, costituita dalle Organizzazioni di rappresentanza dell’agricoltura; dell’artigianato, della piccola e media industria, del commercio e della grande distribuzione agroalimentare; del consumerismo, dell’ambientalismo e della cooperazione internazionale, ha promosso un Dibattito nazionale, dal 15 settembre al 15 novembre 2007, al fine del pronunciamento diretto dei cittadini perché l’agroalimentare, il cibo e la sua genuinità siano il cuore dello sviluppo del Paese, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile, innovativo e libero da ogm;

2) CHE l’applicazione del principio di precauzione comporta l’adozione di decisioni cautelative allorquando, in presenza di rischi gravi o irreversibili, non sia ancora possibile stabilire con certezza, sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili, un’esatta relazione tra causa ed effetto;

3) CHE l’introduzione nell’ambiente di organismi modificati legata, soprattutto, all’utilizzazione in agricoltura di sementi e varietà vegetali connesse a forme di sfruttamento intensivo, facendo largo impiego di mezzi tecnici, quali insetticidi, diserbanti e fitofarmaci in genere, può avere effetti negativi sulla diversità biologica delle forme viventi, per la riduzione della capacità di adattarsi e resistere al processo, graduale e continuo, di evoluzione naturale;

4) CHE il rapporto del Centro Comune di Ricerche della UE ha evidenziato l’impossibilità di far convivere agricoltura transgenica e agricoltura biologica e convenzionale, affermando che l’agricoltura biologica sarebbe irreversibilmente compromessa dalla contaminazione da OGM e paventando, inoltre, forti rischi di perdita di competitivita per l’agricoltura convenzionale;

5) CHE la presenza sul territorio di coltivazioni transgeniche può comportare il rischio di contaminazione genetica, con conseguente gravissimo danno all’ambiente, alle risorse naturali ed alle coltivazioni
convenzionali e biologiche, anche in relazione all’irreversibilità delle ricadute sull’ambiente e sull’ecosistema;

6) CHE il territorio regionale/provinciale/comunale vanta un variegatissimo e prezioso patrimonio alimentare, caratterizzato da una forte identità territoriale, tradizionale e culturale della produzione agricola e che non si può consentire la perdita di queste ricchezze, a causa dell’ingegnerizzazione dei
prodotti tipici e naturali e della commistione di geni di diversa origine, che avrebbero evidenti ripercussioni negative sulla specificità delle nostre coltivazioni e sulla loro distribuzione territoriale;

7) CHE è indispensabile evitare che in un territorio destinato alla produzione di qualità vengano inserite piante geneticamente modificate, dal momento che la loro interazione ridurrebbe irrimediabilmente il valore della specificità, e che l’identità storica di ciascun prodotto finirebbe con il venir meno, risultando compromesse le vocazioni colturali di alcune aree produttive;

8) CHE l’attenzione e l’informazione sulla qualità dei prodotti e sulla tracciabilità dei cibi rappresentano il motore dello sviluppo dei sistemi locali e consentono di incrementare la competitivita merceologica ed il valore aggiunto in agricoltura;

9) CHE la riforma della P.A.C, prevede un particolare impegno per il rispetto agro ambientale e per la produzione di alimenti di alta qualità e che pertanto è importante garantire, promuovere e conservare un modello di agricoltura basato sul rispetto dell’ambiente ed in grado di valorizzare le produzioni di origine e tradizionali;

10) CHE tra i compiti della Regione/Provincia/Comune vi è anche l’attuazione di una politica per la difesa del suolo, la tutela e valorizzazione dell’ambiente e delle risorse naturali e la prevenzione delle calamità;

RITENENDO OPPORTUNO UN IMPEGNO RIVOLTO
– alla tutela del territorio e delle produzioni tipiche dai possibili effetti negativi connessi all’impiego ed alla coltivazione di organismi geneticamente modificati;

– all’attività di informazione e di educazione alimentare;
– al recupero di metodologie, sia agronomiche che di trasformazione, specifiche e tradizionali;
– al rilancio dei prodotti legati al territorio ed all’identità culturale dei luoghi, ottenuti nel rispetto dei parametri dei disciplinari

IL CONSIGLIO IMPEGNA LA GIUNTA
1) a dichiarare il territorio regionale/provinciale/comunale libero da OGM, nel rispetto del principio di precauzione e nelle more della messa a punto di idonei protocolli di sicurezza che, sulla base degli indirizzi comunitari, disponga la valutazione, su scala locale, dei rischi relativi all’impatto dell’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati e dei rischi relativi all’impatto sui sistemi agrari e naturali;

2) a mettere in atto ogni intervento di competenza dell’amministrazione sul controllo di qualità degli alimenti agricolo-forestali e di allevamento prodotti nel territorio;

3) a realizzare iniziative finalizzate allo sviluppo, alla promozione ed alla valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari del territorio ed alla certificazione delle produzioni locali;

4) a creare un tavolo di intesa tra produttori, industrie di trasformazione e di distribuzione del settore alimentare al fine di valorizzare i prodotti tipici, tradizionali e a denominazione protetta;

5) a selezionare tra le aziende fornitrici di pasti e derrate alle mense pubbliche (includendo quindi le mense scolastiche) soltanto quelle che garantiscano il non utilizzo di alimenti contenenti O.G.M. ed a prevedere l’inserimento di una specifica clausola vincolante in tal senso in occasione delle prossime
gare d’appalto di ogni mensa pubblica.

6) ad aderire e sottoscrivere i contenuti del Dibattito nazionale promosso dalla Coalizione ITALIAEUROPA – LIBERI DA OGM che coniuga gli obiettivi economici di sostenibilità del made in italy agroalimentare con il valore della ricoesione sociale: elementi essenziali di un Paese che, insieme,
voglia tornare ad essere protagonista in Europa e nel mondo.

Firmato
Alessandro Ronchi.

La trasparenza di Arpa e la velocità nelle risposte

La direzione regionale di Arpa Emilia-Romagna ha celermente difeso la partecipazione del direttore Scarponi alla presentazione del Sindaco Nadia Masini alle primarie del Partito Democratico.

Tutti i più importanti dirigenti delle agenzie e degli enti pubblici locali possono partecipare a qualsiasi manifestazione politica come liberi cittadini, ma il segnale che dà la loro presenza a conferenze stampa di parte è ovviamente poco elegante e preoccupante.
Crediamo, inoltre, che queste partecipazioni inaspriscano le accuse dei cittadini che li vedono tifosi di una amministrazione che sono chiamati a controllare con imparzialità.

Colgo l’occasione per sollecitare una risposta di Arpa ad una mia formale richiesta di accesso agli atti, visto che nel loro comunicato ricordano la trasparenza con la quale si può accedere alle loro informazioni.

Il 1 Settembre ho richiesto con documento protocollato presso il Comune di Forlì i risultati delle analisi effettuate durante ed a seguito dei diversi incendi avvenuti nei pressi degli inceneritori di Coriano questa estate. Questi incendi hanno provocato grosse nubi di fumo nero provenienti dagli stabilimenti che trattano tra l’altro anche rifiuti speciali ospedalieri, ed hanno messo in allarme i cittadini preoccupati per la diffusione di sostanze nocive.

Anche se il primo compito del Sindaco e della amministrazione è la tutela della salute pubblica, Il Comune non aveva i risultati di queste analisi ed ha inoltrato la richiesta ad Arpa.

Ad oggi non è stata data nessuna risposta, ma preferiamo non pensare che questi ridardi siano causati dall’assenza di comunicati stampa.

Latte cinese: sale il numero dei contaminati

Lo scandalo del latte cinese allungato e contaminato da melamina, aggiunta per superare i controlli sulle proteine contenute, continua ad espandersi. Il numero dei bambini contaminati sale a più di 50’000, e quelli attualmente ricoverati sono più di 12’000.

Il responsabile del controllo sulla qualità dell’amministrazione si è dimesso, ma ovviamente è difficile pensare che sia il solo responsabile, dal momento che di questo pericolo pare che la stessa fosse a conoscenza dalla primavera scorsa.

In tutta la vicenda la domanda che bisogna porsi è quanto in basso siamo finiti, se per aumentare le vendite mettiamo a rischio la vita della nostra fascia più debole della popolazione attraverso il primo alimento che ricevono.

La seconda domanda da porsi, a mio parere, è se davvero vogliamo continuare a prendere ad esempio per il nostro futuro sistemi economici mondiali che da un lato evidenziano le loro fondamenta d’argilla (vedi la crisi della finanza USA), e dall’altro continuano a dimostrare l’assoluta indipendenza dell’aumento continuo del PIL dal benessere delle persone.

Sono davvero USA e Cina gli obiettivi culturali ed economici da raggiungere?

L’Apple iPhone 3G è tra i cellulari peggiori per livello di assorbimento di onde elettromagnetiche SAR

Come qualcuno di voi saprà, ho creato un programma che mette in ordine tutti i cellulari più diffusi per livello SAR, che è in sostanza un valore numerico che corrisponde a quante onde elettromagnetiche l’apparecchio fa assorbire al nostro corpo.

Grazie ad uno degli ultimi aggiornamenti di questa lista, creata sulla base dei dati forniti dai produttori e pubblicati da CNET, scopro che l’iPhone 3G è tra i peggiori, tra il 550° ed il 564° posto ex aequo con altri 14 modelli, su un totale di 691. Nella lista, bisogna ricordarlo, esistono cellulari ormai fuori dagli scaffali, quindi se venisse filtrata per quelli attualmente in commercio in italia quella posizione sarebbe peggiore.

Rapportato al limite di legge USA di 1,6 Watt per kg, l’iPhone ha un valore di 1.38.

Non è il peggiore in assoluto, ma per rendere più chiaro il concetto durante le telefonate con un iPhone 3G il nostro corpo (ed in particolare il cervello, più vicino all’apparecchio) assorbe le stesse onde elettromagnetiche di circa 5 Nokia N90 (che ha 0.22 W/kg) utilizzati contemporaneamente.

Senza entrare nel merito degli studi sugli effetti dell’uso dei cellulari per la salute umana, questa indicazione è utile per sapere quali sono i modelli che fanno assorbire più onde elettromagnetiche, presumibilmente aumentando le percentuali di rischio.

Questo ovviamente vale quando non si usa l’auricolare, che riduce drasticamente questi valori ma rende impossibile il confronto per le tante variabili.

Note: I valori SAR della tabella sono calcolati secondo gli standard USA per i modelli USA, quindi tutti più bassi in valore assoluto degli stessi calcolati con standard UE. A causa di questa differenza nel metodo di valutazione, probabilmente nei libretti d’istruzione degli iPhone italiani questi valori saranno più alti.

Per dare un’idea, negli USA il limite è di 1,6 Watt per kg, mentre in Europa è di 2 Watt per kg.

Per una descrizione dettagliata del SAR rimando a questi approfondimenti:
SAR 1, SAR 2

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