Politica

Porta a Porta: approvato ordine del giorno in Consiglio Comunale

Raccolta dei Rifiuti Porta a Porta anche a ForlìNel Consiglio Comunale di oggi è stato approvato l’ordine del giorno che chiede l’espansione del sistema di raccolta porta a porta anche nel Comune di Forlì. Una bella vittoria, ottenuta grazie al lavoro di molte persone. Voglio ringraziare tutti, ed in particolar modo Pardolesi ed i nostri consiglieri di circoscrizione, che hanno spinto alla discussione di questo tema di tutte le istituzioni comunali.

Segue una trascrizione del mio intervento di oggi sull’argomento.

Questo ordine del giorno è importante, per diversi motivi.

Prima di tutto, è importante perché fissa la necessità di procedere con l’avvio del porta a porta anche a Forlì, per raggiungere e superare gli obiettivi che ci eravamo proposti sulla raccolta differenziata dei rifiuti. Se Il porta a porta è uno strumento, un mezzo e non un fine, è anche vero però che ad oggi è l’unico strumento in grado di garantire in primo luogo una riduzione dei rifiuti, ed in secondo luogo percentuali consolidate oltre il 70% di differenziata senza l’uso strumentale dell’assimilazione dei rifiuti industriali per aumentare le quantità solo sulla carta. Questa iniziativa, pertanto, è tutt’altro che ideologica e se vogliamo, nella pratica e non sulla carta, raggiungere gli obiettivi che abbiamo proposto agli elettori,questo è l’unico strumento che oggi ci permette di farlo. Cito un pezzo del programma della coalizione di centro-sinistra alle amministrative del 2004:

Chiediamo ad Hera un forte impegno sulla questione ambientale collaborando con le istituzioni per attuare una incisiva azione di sensibilizzazione ed educazione della cittadinanza tesa, in particolare, alla riduzione della produzione dei rifiuti (1).

Rispetto al loro smaltimento, è prioritario il potenziamento della raccolta differenziata (2), perseguendo l’obiettivo di passare dall’attuale 23% al 50% nell’arco del mandato, e del compostaggio, fornendo tutte le strumentazioni necessarie per tali fini, introducendo ove possibile, all’interno di un piano complessivo provinciale, incentivi-sgravi sulle tariffe, che dimensioni correttamente (3) l’insieme delle forme di smaltimento (discariche e inceneritori), in rapporto al bisogno effettivo del nostro territorio.

Sul tema i Verdi si sono già espressi da tempo, anche prima della campagna elettorale del 2004 e prima dell’autorizzazione del nuovo inceneritore, quando per primi abbiamo invitato il Consorzio Priula a parlare di questo sistema. Non intendo quindi dilungarmi sugli aspetti tecnici ed i vantaggi di questo sistema: i dati sono a disposizione di tutti e gli esempi ormai non sono più semplici sperimentazioni, in tutto il Mondo.

Questo ordine del giorno è importante anche dal punto di vista politico. Il primo firmatario, che ha lavorato assieme a me su questa proposta, è oggi il segretario provinciale del Partito che ha espresso il presidente della Provincia di Forlì-Cesena. In Provincia, lo voglio ricordare, tutti i gruppi di maggioranza hanno firmato un documento che espelleva i Verdi dalla maggioranza, proprio su questo tema. I Verdi, in Provincia come in Comune, ritenevano e ritengono che il PPGR dovesse partire da una previsione diversa sulla riduzione dei rifiuti e sulla raccolta differenziata, proprio come scritto chiaramente nel programma comunale e provinciale, per arrivare a conclusioni diverse rispetto alle autorizzazioni degli impianti. Il nostro voto contrario ad una programmazione a nostro modo invertita del problema ha spinto i gruppi di maggioranza a dichiarare espulsi i Verdi, senza una verifica politica e senza il coinvolgimento dei Partiti da loro rappresentati.

Noi ci auguriamo che il nuovo segretario della Margherita riesca a farsi portatore con noi di questa richiesta dei cittadini anche in sede provinciale, perché Forlì e Forlimpopoli non rimangano le uniche città a cambiare sistema di raccolta dei rifiuti e quindi quantità di materiali da recuperare o smaltire.

Ma l’importanza di questo ordine del giorno non si limita, a mio parere, sul servizio dei rifiuti.

Hera dovrebbe essere uno strumento dell’amministrazione, e non dovrebbe interferire con le decisioni di gestione che vengono prese a livello territoriale.

Questa è l’occasione buona per dimostrare la fondatezza di questa affermazione: se Hera otterrà gli stessi risultati agli stessi prezzi ottenuti in altre realtà analoghe nel nostro Paese, se non interferirà nelle decisioni con dati economici non in linea con queste, se non interverrà opponendosi ad un sistema richiesto dai cittadini, allora avremo dimostrato che Hera è uno strumento con un peso non maggiore al dovuto.

Concludo con una considerazione che probabilmente doveva essere posta al primo punto: questo argomento è importante anche per rispetto dell’importanza del decentramento e della partecipazione politica che è avvenuta nelle circoscrizioni, esempio di democrazia e di impegno nell’affrontare i problemi più spinosi della nostra città.

Non rispondere con urgenza a votazioni unanimi o provenienti da larghissime maggioranze significherebbe allontanarsi dalle scelte dei cittadini e dei rappresentanti a loro più vicini.

A questo proposito credo sia opportuno partire con il porta a porta dai quartieri che con più forza l’hanno richiesto. Come sappiamo, purtroppo, la circoscrizione 2 (l’unica che non ha nessun consigliere dei Verdi eletto) ha fatto una richiesta diversa, proponendo l’aumento dei cassonetti stradali. Sarebbe strano che fossero loro i primi a partire con il porta a porta.

Logica vorrebbe, a nostro parere, che i primi quartieri a partire fossero quelli più vicini al Comune di Forlimpopoli, per diminuire i costi di gestione del servizio ed il fenomeno del trasferimento dei rifiuti.

Aggiornamento: Questo è il testo dell’ordine del giorno approvato:

MOZIONE PER PROMUOVERE LA SPERIMENTAZIONE SUL TERRITORIO COMUNALE DELLA “RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA”.

I Consiglieri comunali: Alessandro Castagnoli, Andrea Avellone, Daniele Tappari del Gruppo consiliare Margherita; Alessandro Ronchi del Gruppo consiliare Verdi, hanno presentato in data 15 febbraio 2007 la mozione nel testo di seguito riportato:

“Premesso che

– la riduzione delle quantità di rifiuti, il riciclo delle materie, il riutilizzo di oggetti, sono prioritari rispetto ad ogni altro strumento in tema di politiche di gestione dei rifiuti;

– che gli esiti dei primi mesi della sperimentazione della raccolta differenziata nel territorio del Comune di Forlimpopoli, a noi contiguo, vanno oltre le più ottimistiche previsioni, superando il 70% di raccolta;

– che è indipensabile che ogni comunità locale riduca le emissioni in atmosfera, allo scopo di prevenire irreversibili mutamenti climatici e guasti dell’ambiente;

– che questi anni di confronto ed approfondimenti la sensibilità dei cittadini del nostro territorio in tema di gestione dei rifiuti è cresciuta;

Si richiede che la Giunta comunale di Forlì

al fine di raggiungere almeno l’obiettivo del 50% di raccolta differenziata entro la fine del mandato proceda a valutare tutte le iniziative utili, anche presso HERA, all’avvio della raccolta “differenziata porta a porta” in alcune realtà del territorio comunale.

Forlì, 4 giugno 2007

Alessandro Castagnoli
Andrea Avellone
Daniele Tappari
Alessandro Ronchi.

Ordine del giorno per un Parlamento Pulito

Nel Consiglio Comunale di oggi abbiamo discusso di un ordine del giorno presentato dal Consigliere Farneti di Forza Italia sulla nomina di D’Elia a segretario di presidenza della Camera dei Deputati.

Nel mio intervento ho fatto la proposta di evitare di trattare un singolo caso ed ho preparato una nuova bozza di ordine del giorno più generico che in concreto chiede che i parlamentari e gli incarichi a nomina politica abbiano le stesse incompatibilità dei consiglieri comunali.

Questo si tradurrebbe, nella pratica, in una pulizia del Parlamento di tutti i pregiudicati su diversi reati importanti, cosa che oggi non avviene. In fondo all’articolo riporto l’elenco delle incompatibilità che renderebbero un candidato ineleggibile: molti dei parlamentari attuali di diversi schieramenti politici non sarebbero stati eletti, se una norma di questo tipo fosse stata in vigore.

L’ordine del giorno è stato votato all’unanimità, anche dai partiti che a livello nazionale hanno casi di questo tipo (!!!).

Data l’importanza del tema vi chiedo di diffonderlo e di proporre lo stesso testo anche negli altri Comuni e gli altri enti territoriali, in modo da dare un segnale chiaro in vista della stesura della prossima legge elettorale.

Questo è il testo dell’ordine del giorno:

Il Consiglio Comunale
– Considerato l’elevato numero di parlamentari eletti pregiudicati e l’elevata incidenza di casi analoghi riguardanti le nomine politiche di livello nazionale
– Ritenuto importante dal punto di vista etico e morale che i massimi rappresentanti degli interessi dei cittadini abbiano una storia personale non macchiata da reati
– Ritenuto fondamentale che i legislatori siano stati rispettosi osservanti delle normative vigenti
– Ritenuto fondamentale che gli incresciosi esempi attuali riguardanti anche fatti di terrorismo non si ripetano in futuro

AUSPICA
– Una revoca delle nomine già effettuate incompatibili con questi criteri

CHIEDE
– che la futura riforma della legge elettorale preveda un sistema di incompatibilità ed ineleggibilità dei pregiudicati simile a quello vigente attualmente per i consiglieri comunali (*)
– che si prevedano incompatibilità analoghe anche per le nomine politiche non sottoposte al vaglio delle elezioni dei cittadini

Votato all’unanimità il 21/5/2007

(*) Allego l’articolo 58 del decreto legislativo 267/2000 che regolamenta l’incandidabilità e quindi l’ineggibilità per reati gravi, sulla quale si basa la pres

Articolo 58
Cause ostative alla candidatura

1. Non possono essere candidati alle elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali e non possono comunque ricoprire le cariche di presidente della provincia, sindaco, assessore e consigliere provinciale e comunale, presidente e componente del consiglio circoscrizionale, presidente e componente del consiglio di amministrazione dei consorzi, presidente e componente dei consigli e delle giunte delle unioni di comuni, consigliere di amministrazione e presidente delle aziende speciali e delle istituzioni di cui all’articolo 114, presidente e componente degli organi delle comunita’ montane:
a) coloro che hanno riportato condanna definitiva per il delitto previsto dall’articolo 416-bis del codice penale o per il delitto di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope di cui all’articolo 74 del testo unico approvato con D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, o per un delitto di cui all’articolo 7 del citato testo unico, concernente la produzione o il traffico di dette sostanze, o per un delitto concernente la fabbricazione, l’importazione, l’esportazione, la vendita o cessione, nonche’, nei casi in cui sia inflitta la pena della reclusione non inferiore ad un anno, il porto, il trasporto e la detenzione di armi, munizioni o materie esplodenti, o per il delitto di favoreggiamento personale o reale commesso in relazione a taluno dei predetti reati;
b) coloro che hanno riportato condanna definitiva per i delitti previsti dagli articoli 314 (peculato), 316 (peculato mediante profitto dell’errore altrui), 316-bis (malversazione a danno dello Stato), 317 (concussione), 318 (corruzione per un atto d’ufficio), 319 (corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio), 319-ter (corruzione in atti giudiziari), 320 (corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio) del codice penale;
c) coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva alla pena della reclusione complessivamente superiore a sei mesi per uno o piu’ delitti commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione o a un pubblico servizio diversi da quelli indicati nella lettera b);
d) coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva ad una pena non inferiore a due anni di reclusione per delitto non colposo;
e) coloro nei cui confronti il tribunale ha applicato, con provvedimento definitivo, una misura di prevenzione, in quanto indiziati di appartenere ad una delle associazioni di cui all’articolo 1 della legge 31 maggio 1965, n. 575, come sostituito dall’articolo 13 della legge 13 settembre 1982, n. 646.

2. Per tutti gli effetti disciplinati dal presente articolo e dall’articolo 59 la sentenza prevista dall’articolo 444 del codice di procedura penale e’ equiparata a condanna.

3. Le disposizioni previste dal comma 1 si applicano a qualsiasi altro incarico con riferimento al quale l’elezione o la nomina e’ di competenza:
a) del consiglio provinciale, comunale o circoscrizionale;
b) della giunta provinciale o del presidente, della giunta comunale o del sindaco, di assessori provinciali o comunali.

4. L’eventuale elezione o nomina di coloro che si trovano nelle condizioni di cui al comma 1 e’ nulla. L’organo che ha provveduto alla nomina o alla convalida dell’elezione e’ tenuto a revocare il relativo provvedimento non appena venuto a conoscenza dell’esistenza delle condizioni stesse.

5. Le disposizioni previste dai commi precedenti non si applicano nei confronti di chi e’ stato condannato con sentenza passata in giudicato o di chi e’ stato sottoposto a misura di prevenzione con provvedimento definitivo, se e’ concessa la riabilitazione ai sensi dell’articolo 179 del codice penale o dell’articolo 15 della legge 3 agosto 1988. n. 327.

Patto per il Clima

A Genova è stato presentato dai Verdi il patto per il Clima, un documento da sottoscrivere che ha come scopo la riconversione ecologica dell’economia. Molti sono ormai gli esempi che dimostrano che è possibile lavorare anche senza distruggere il pianeta, a partire dai pannelli solari ed il risparmio energetico fino al software libero.

A Forlì vogliamo riproporre un convegno che abbia lo scopo di mostrare gli esempi locali di una economia sana, che attraverso una carrellata di esempi e di interventi pratici metta in rete le iniziative positive che sono state attuate e quelle che si potrebbero realizzare.
L’idea è quella di sfruttare una sala convegni ed uno spazio espositivo all’aperto dove portare materiale informativo e dimostrazioni pratiche. Pensiamo di realizzare questa iniziativa verso la metà di Giugno.

Vi chiedo, quindi, di darmi una mano, scrivendomi per segnalarmi i contatti e le iniziative migliori che vorreste vedere in questo convegno.

L’idea è quella di invitare qualche personaggio importante e riempire un pomeriggio di interventi brevi da parte di operatori economici locali, che spieghino brevemente cos’hanno fatto e come si può riprodurre il loro esempio. Accanto al convegno sarebbbe interessante utilizzare uno spazio, possibilmente all’aperto, dove fare una serie di dimostrazioni pratiche.

Ad esempio mi piacerebbe mostrare e far provare gli scooter elettrici, che molte persone non hanno mai visto, i distributori alla spina di latte biologico, gli artigiani che lavorano nel rispetto dell’ambiente, la raccolta porta a porta, i sistemi per il risparmio energetico ed idrico, il recupero di pc obsoleti grazie al software libero e così via.
Se riuscissimo a mettere insieme tutte queste iniziative positive daremmo loro uno slancio e dimostreremmo, nella pratica, che una economia diversa è possibile (molti ne fanno già parte) e che con un maggiore sostegno della politica potrebbe avere uno slancio maggiore (come nel caso del conto energia).

Aderite al patto per il clima, molti nomi illustri slegati dalla politica hanno firmato il patto e stanno collaborando, trovate l’elenco completo sul blog dedicato all’iniziativa.

Vita, blog e politica. Bilancio di una esperienza

La mia esperienza con i blog inizia nel 2003. Allora ero un rappresentante nel Consiglio Studentesco dell’Università degli Studi di Bologna, iscritto a Scienze dell’Informazione, un corso di laurea di informatica.
Una delle prime cose che feci, appena eletto rappresentante degli studenti del mio corso, nel 2000, fu quello di ottenere, vincendo molte resistenze, l’apertura di un forum su internet per le discussioni sui problemi del corso di laurea, a partire da quelli più banali, come la cronica mancanza di carta nelle stampanti.
Era una idea poco innovativa e molto semplice, alla quale però quasi nessuno aveva mai pensato. Chi aveva avuto questa idea prima di me non era riuscito a portarla avanti, per le troppe resistenze di un ambiente poco propenso ad accettare critiche.
Questo strumento, che vive ancora oggi, mi permise di ottenere una certa visibilità nella politica studentesca, per il semplice fatto di essere riuscito a dare voce ai problemi che prima venivano solo sussurrati attraverso il passaparola. La partecipazione politica degli studenti era praticamente nulla, e questo strumento permetteva ai meno svogliati di seguire cosa accadeva, proporre soluzioni ed impegnarsi in prima persona spendendo veramente poco tempo, con la possibilità di evitare grazie al filtro dello strumento eventuali ripercussioni sulla carriera universitaria, paura infondata ma diffusa.
Nel Giugno del 2003 installai il mio primo blog. Lo utilizzavo, più che altro, per parlare di software libero e del rapporto tra nuovi strumenti di comunicazione informatica e partecipazione politica.
Nel 2004 ne aprii un secondo, dedicato esclusivamente alla mia candidatura politica all’interno del partito dei Verdi. L’esperienza politica universitaria era terminata e, forte di questo lavoro, volevo cercare di proseguire il mio esperimento di partecipazione informatica anche nella politica locale.

L’esperimento: il lancio della candidatura via blog
Ricordo che fu la prima tornata elettorale, in Italia, che vide un primo timido utilizzo dei blog: i candidati che ne avevano uno erano veramente pochi. Oltre a me ed a Beppe Caravita, che non venne eletto, non ricordo nessun altro nome. Posso dire quindi di essere stato il secondo candidato blogger in Italia, ed il primo ad essere eletto, seppure in un contesto locale.
Questo, per chi lo volesse leggere, l’annuncio della mia candidatura:
https://alessandroronchi.net/2004/04/21/esperimento-ronchi/∞
L’esperienza di quell’anno, e quelle successive, dimostrarono che non bastava un blog per essere eletti. Il grande sforzo in termini di tempo non veniva ripagato in consensi elettorali, conveniva ancora investire su volantini, manifesti ed annunci sui quotidiani. La mia elezione è stata influenzata poco dal blog in termini assoluti, ma senza il blog non sarei stato eletto. Se avessi ottenuto due sole preferenze in meno nelle elezioni del 2004, infatti, non sarei diventato un Consigliere Comunale.
In campagna elettorale proposi la stesura di un programma su wiki che permettesse a tutti di partecipare, chiaramente all’interno del programma della coalizione ed il partito per il quale mi presentavo.
Non partecipò quasi nessuno, anche per la mancanza di una conoscenza diffusa di questi strumenti oggi molto più famosi grazie a Wikipedia, ma una bozza di programma venne scritto e pubblicato e su quelle linee guida mi muovo ancora, chiaramente con l’enorme gap di esperienza tra quel momento ed oggi, a quasi tre anni di attività politica locale.
Da qui viene la prima considerazione importante: un blog, così come qualsiasi sito internet, ha bisogno di tempo per ottenere consenso ed un insieme di affezionati lettori / partecipanti. I blog aperti un mese prima delle elezioni, quindi, sono totalmente inutili, così come quelli chiusi il giorno dopo, perché rappresentano un tradimento delle aspettative di comunicazione tanto sottolineate in campagna elettorale.
Questa regola non è ancora chiara a molti dei quali hanno utilizzato i blog per scopi elettorali fino alle ultime elezioni politiche, dove quasi ogni candidato ne aveva uno. Molti di questi oggi hanno blog lasciati in disuso, che probabilmente riapriranno un giorno prima delle prossime elezioni. Fatto in questo modo questo lavoro è totalmente inutile. La visibilità che si ottiene con questi strumenti è nulla, e le visite dipendono solamente dalle persone che già conoscono il candidato e vogliono approfondirne le proposte prima delle elezioni. Per queste cose basta un unico file con i dettagli che non si riescono ad inserire nei manifesti elettorali.
Dalla mia elezione il numero dei blog gestiti da me è variato molto: ne avevo già due, uno politico ed uno personale, e ne aprii altri due, uno tecnico informatico e l’altro per consigli pratici sulla riduzione del nostro impatto ambientale.

Le statistiche
Nel settembre del 2006 ho deciso che il tempo necessario per l’aggiornamento e la difficoltà di separare discussioni personali, tecniche e politiche fossero troppo elevate, ed ho fuso i miei 4 blog nel contenitore attuale, www.alessandroronchi.net, importando tutti i vecchi articoli.
E’ difficile, quindi, fare valutazioni sul successo in termini di visite del mio blog politico: ad oggi ricevo circa 400-500 visite giornaliere, in leggero aumento nel tempo, calate drasticamente per ragioni tecniche al momento del cambiamento di indirizzo. Nel Novembre del 2006 ho ricevuto 12’000 visite.
In termini assoluti, quindi, il numero di persone che riesco a raggiungere con il mio blog è inferiore a quello della stampa locale: ogni giorno vengono letti circa 10’000-15’000 quotidiani nella mia città, tra bar, rassegne stampa ed edicole.
Bisogna inoltre considerare che le visite di un sito italiano hanno una provenienza sparsa per tutta la penisola, che un centinaio di persone ricevono tutti i miei aggiornamenti via email tramite newsletter e feed RSS, e qualcuna di più i miei messaggi nelle varie mailing list alle quali sono iscritto. Un’altra differenza importante tra visite su web e lettori della carta stampata è che i primi solitamente leggono quello che cercano e quindi sono più interessati, mentre i secondi leggono in maniera spesso poco approfondita le notizie del giorno, principalmente di cronaca.
Questi dati sono importanti: in valore assoluto l’uso di internet per ottenere informazioni politiche è ancora molto scarso, anche se in continuo aumento. Questo dipende, secondo alcuni autorevoli esperti, dall’uso che fa di internet il cittadino italiano: solo in piccola parte sostituisce la televisione per la ricerca di informazioni. L’aumento del numero di connessioni 24 ore su 24 dipende più dalla volontà di scaricare musica e film e di giocare in rete, piuttosto che dalla necessità di avere un canale di comunicazione multidirezionale, di una biblioteca e di una edicola sempre aggiornata e sempre aperta.
Alcuni blog hanno ottenuto certamente un successo notevole, come ha dimostrato Beppe Grillo, ma quando questo porta ad un cambiamento dello stile e dei contenuti di chi pubblica a mio parere perde molto del valore comunicativo: allargando il target spesso diminuisce la qualità e la precisione nel trattare gli argomenti.
E’ dimostrato che la maggior affluenza di visitatori è ottenuta dai siti che vengono aggiornati 2-3 volte al giorno. Le persone, però, non riescono ad occuparsi di un problema ogni 2 ore, e quindi preferiscono leggere siti con notizie leggere e divertenti, il contrario esatto della comunicazione politica. La cosa importante, quindi, è quella di non cadere nell’errore di trasformare la comunicazione politica da cosa seria ad argomento leggero e divertente, da prendere con superficialità.

La scelta del target
C’è chi pensa che la comunicazione politica debba adeguarsi alla comunicazione veloce e decide di scrivere 3-4 righe al massimo per ogni argomento, cercando di attirare gente tramite grossi titoli, finti scandali, considerazioni superficiali e perché no, qualche gossip.
Io ho scelto la strada opposta, ho sempre pensato che fosse meglio attirare l’attenzione di un paio di categorie di persone: quelle che sono interessate nello specifico ad un singolo problema, e cercano quindi informazioni dettagliate sui motori di ricerca e nell’archivio storico, e quelle che la pensano in maniera simile a me e credono giusto quello che faccio, fino a darmi un sostegno concreto nelle mie attività politiche.
Il mio blog, quindi, non è la sostituzione dei comunicati stampa, dei manifesti elettorali e delle interviste in televisione, ma uno strumento attraverso il quale ottengo l’attenzione di poche persone, le stesse che potrebbero darmi un voto di preferenza alle elezioni perché sanno cosa ho fatto negli anni precedenti, il mio impegno, e non votano sulla base di un bel sorriso in una pubblicità 2 metri per 3.
Le persone poco interessate alla politica non cercheranno informazioni, a meno che queste non coinvolgano direttamente il loro giardino ed i loro interessi.
Quelle più interessate, invece, hanno solitamente pochi strumenti per informarsi, e quei pochi sono scomodi e disincentivanti.
Fatte queste considerazioni, il bilancio dell’uso del blog come strumento di partecipazione è estremamente positivo. Ho incontrato diverse persone interessanti, ne ho fatte mettere in comunicazione altre, ho aperto discussioni anche molto vivaci su temi scottanti, dove quasi sempre ha prevalso il buon senso e la civiltà.

L’archivio storico
Una cosa che ritengo fondamentale è l’archivio storico delle mie attività e dei documenti politici più importanti. Grazie al motore di ricerca chiunque può cercare informazioni di qualche anno fa sui temi che un giorno, per diversi motivi, possono tornare di interesse.
Faccio un esempio per spiegarmi meglio. Sull’inceneritore di Forlì il dibattito politico è nato molto tempo fa. Si parla della costruzione del nuovo impianto da almeno dieci anni, se non di più. Dal 2004 il dibattito ha ottenuto una accelerazione, subito dopo le elezioni. Ancora oggi molti cittadini non conoscono i dettagli di questo progetto e delle scelte politiche/economiche ne ne stanno alla base. Alcuni, in ritardo, si stanno interessando ora al tema, e mi chiedono quali sono le alternative o altri dettagli. Queste persone hanno la possibilità, oggi, di ripercorrere le discussioni già fatte, facendomi risparmiare tempo e rendendo più efficaci le ricerche storiche per argomento. Possono sapere, oggi, cosa ho detto e fatto due anni fa, chi si è mosso per primo, e scoprire ad esempio il cambiamento di posizione di alcuni partiti prima e dopo l’intervento pubblico preoccupato dei medici della mia città.
Questo strumento offre la possibilità di avere un quadro chiaro, sebbene filtrato dalla mia visione dei fatti, e di capire l’evoluzione delle posizioni, comprese le mie.
I politici raramente ammettono di aver cambiato idea: questo è a mio parere un segno di debolezza che impedisce una evoluzione del dibattito, alla luce di nuove informazioni. La possibilità di avere un archivio storico pubblico diminuisce la possibilità di mascherare i cambiamenti di opinione, li mette quasi in evidenza, e diminuisce la loro importanza negativa, chiaramente quando avvengono alla luce del sole e con il consenso della propria base elettorale.
Le posizioni dei cittadini cambiano, la rigidità dei rappresentanti dovrebbe smussarsi, mantenendo però ben salda la coerenza, la trasparenza ed il mandato elettorale che hanno ottenuto.

La partecipazione dei cittadini
Questo mi porta ad un’altra considerazione importante: la partecipazione dei cittadini.
Spesso si sente il lamento di chi pensa di non avere gli strumenti per incidere sui cambiamenti della nostra società. Le stesse persone, con questa idea presa a scusante, mancano completamente all’appello quando la partecipazione diventa una opportunità. La partecipazione politica richiede essenzialmente quattro cose, in ordine di importanza: voglia, tempo, informazione e strumenti. Chi pensa che siano solo gli strumenti a dare vita a movimenti di partecipazione alla vita pubblica vede solo una piccola porzione del problema. Certamente sono necessarie delle libertà fondamentali, alla base di ogni democrazia: la possibilità effettiva dei cittadini di dare il proprio contributo attivo alle decisioni. Questo, di fatto, in Italia esiste già: i Partiti sono uno strumento aperto, ai quali ci si può iscrivere ed iniziare una propria battaglia. Qualsiasi posizione, se minoritaria, è difficile da promuovere. Sarebbe però sbagliato pensare come positivi strumenti di partecipazione che impongano soluzioni non condivise dalla cittadinanza.
Il problema principale, oggi in Italia, è che i cittadini pensano ai partiti ed alle liste civiche come strumenti estranei alla loro natura, immobili ed immodificabili. Questo pensiero è alla base del problema: se tutti pensassero che è possibile fare qualcosa, a partire dall’impegno personale, oggi avremmo una situazione politica migliore, una rappresentatività maggiore ed un minore distacco tra istituzioni e vita privata.
Serve, prima di tutto, la voglia di fare. Senza quella, non si sposta nemmeno un granello di sabbia. Poi serve il tempo, che viene diviso secondo le nostre priorità. Tornando al discorso di prima, se ognuno di noi facesse la sua parte attivamente, ne servirebbe una quantità inferiore distribuita più equamente.
E veniamo all’informazione: senza conoscere e studiare i problemi, non si possono proporre soluzioni decenti. Abbiamo bisogno di qualsiasi tipo di informazione: la divulgazione, che serve per conoscere l’esistenza di un problema, e l’approfondimento, che serve per capirlo nel dettaglio.
I blog possono servire l’una e l’altra necessità: nella prima difficilmente riescono a scavalcare gli strumenti classici, come televisione e carta stampata, e quando ci riescono lo fanno per la fiducia del lettore nell’autore.
Ma la seconda necessità di informazione, l’approfondimento, è la chiave di volta che a mio parere dovrebbe spingere i politici ed i cittadini a dialogare attraverso i blog.
La partecipazione politica viene dopo l’approfondimento, secondo strumenti vecchi e nuovi: volantinaggio, Agenda 21, discussioni su forum, mailing list e commenti sui blog.
Inoltre permette una diminuzione del distacco tra cittadini e rappresentanti, perché crea un canale di comunicazione diretto.

Approfondimento –> coscienza –> partecipazione
Senza lo sforzo di comprendere i problemi, qualsiasi giudizio diventa pre-giudizio senza effetti positivi nel dibattito politico. Con i pregiudizi si riescono solo a far scontrare la forza dei voti e quella degli interessi economici, non necessariamente gli uni contro gli altri. Quando invece l’approfondimento permette un giudizio assennato, le posizioni si scontrano sulla base di proposte ragionate, concrete, si possono superare più facilmente i pesi dei grandi attori economici, si può pensare al futuro al di là della prossima scadenza elettorale.
Un blog, da solo, è solamente uno strumento che permette un aggiornamento facile ed immediato. Chi scrive perde tempo solo nello scrivere, non nel mantenere archivi, gestire commenti, spostare pagine.
Ma se il blog viene mantenuto da un lato con dati sempre aggiornati e dall’altro con riferimenti per approfondimenti e riflessioni che richiedono anche un maggiore sforzo temporale, allora diventa uno strumento di partecipazione che rimane nel tempo.
Questo è il grande vantaggio di internet: i limiti naturali al dibattito vengono superati, richiedendo come uniche necessità tempo e voglia per offrire informazione e partecipazione.
Pensiamo ai dibattiti pubblici. Per partecipare occorre:
non avere impegni: tutte le persone devono trovare il tempo per sincronizzare le altre attività ed avere la stessa disponibilità
spostarsi: richiede tempo, denaro, la vicinanza con il luogo d’incontro, inquinamento
essere interessato all’argomento nello stesso istante in cui si dibatte: chi si interessa il giorno dopo, magari per passaparola, è tagliato fuori dalla discussione
Tutto questo, su internet, viene superato. I blog permettono, a chi lo desidera, una partecipazione concreta all’attività politica attraverso il dibattito, per sfociare nella maggior parte dei casi ad una partecipazione classica attraverso il voto, la raccolta di firme, il sostegno attraverso il tesseramento ad un partito, le discussioni pubbliche.
Gli strumenti di partecipazione su internet, quindi, possono essere un aiuto fondamentale per capire che è possibile partecipare, approfondire i problemi e capire cosa fare per portare avanti la propria posizione.

Il sistema elettorale
La possibilità di entrare in contatto diretto con persone anche lontane permetterebbe oggi il superamento della localizzazione dei candidati da eleggere. La separazione in collegi senza l’indicazione delle preferenze non favorisce la scelta di candidati del territorio, ma separa i voti di chi potrebbe ottenere consensi sparsi per territori più ampi. Così viene favorita la scelta all’interno del partito di posizionare i candidati nei collegi sicuri, e disincentivata la possibilità per un candidato di raccogliere voti fuori dal proprio territorio.
Per le elezioni europee, ad esempio, non ha nessun senso che due candidati con lo stesso pacchetto di voti, uno in un unico collegio ed uno per tutto il territorio nazionale, debbano ottenere risultati diversi per la scelta di istituire otto collegi interregionali. Tutto ciò limita notevolmente sia la partecipazione politica dei cittadini, che non possono esprimere il loro consenso al candidato che preferiscono, sia la potenzialità degli strumenti di comunicazione su internet, che permettono un abbattimento delle barriere dovute alla distanza fisica.
Questo è un problema importante, che contribuisce negativamente al desiderio di partecipazione dei cittadini e quindi direttamente pesa anche sulla qualità delle decisioni che vengono prese dalle istituzioni composte su mandato elettorale.

Conclusioni
Nonostante siano ancora poco utilizzati, credo che lo sviluppo di questi strumenti sia inevitabile, come lo è stato per il passaggio dai comizi per strada a quelli in televisione. A differenza del passato, però, questi strumenti non dovrebbero essere solo una riproposizione attraverso nuovi media degli stessi messaggi, come la quasi totalità dei candidati e dei partiti intende ancora oggi, ma un mezzo di comunicazione nuova capace di catalizzare l’attenzione sui temi e di incrementare la voglia di partecipazione dei cittadini.
Il mio obiettivo, dopo tutto, è non è solo quello di aumentare il consenso che mi sostiene, necessario per portare avanti con forza le idee che propongo, ma di spingere altri a seguire i miei stessi propositi attivamente: se dall’azione di una persona scaturisce quella di un’altra, le possibilità di ottenere il risultato saranno almeno raddoppiate.
Se queste azioni vengono spinte dai pregiudizi quasi mai il loro contributo diventa positivo, ma se anche una piccola attività viene mossa dall’analisi attenta e dalla ragione, allora la situazione cambia notevolmente.
In fondo la cosa importante è che, qualunque sia la persona che lo ottiene, il problema venga risolto nella maniera che ci auspichiamo.

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