Diritti

Rotonda con Attraversamento Ciclabile

A Forlì è stata realizzata la prima rotonda con attraversamento ciclabile. Si tratta di un esperimento per migliorare la sicurezza dell’utenza debole di questo tipo di intersezioni, già in uso in altri paesi d’Europa.

Ecco alcune foto della rotonda, per le quali ringrazio Miguel
Rotonda Decio Raggi - Via Bolognesi Forlì #4Rotonda Decio Raggi - Via Bolognesi Forlì #3Rotonda Decio Raggi - Via Bolognesi Forlì #2Rotonda Decio Raggi - Via Bolognesi Forlì

A questo proposito pubblico il commento dell’associazione FIAB – Amici della bicicletta di Forlì:

E’ stata realizzata la prima rotonda con attraversamento ciclabile sull’incrocio via Decio Raggi – via Bolognesi!

L’associazione “Fiab-Amici della Bicicletta di Forlì” ringrazia il Comune di Forlì per questa prima sperimentazione perché la considera un buon risultato conseguito per la sicurezza dei ciclisti e per una maggiore moderazione del traffico sulla rotatoria.

Il percorso riservato ai ciclisti sul margine destro dell’anello rappresenta non solo un diritto della bicicletta alla precedenza su tutto l’anello, ma costituisce anche un dovere da parte del ciclista di mantenere la destra della corsia. Solo se i diritti e i doveri saranno rispettati si potrà raggiungere una coesistenza pacifica tra utenti forti e deboli della strada!

Altrettanto positivo è il tratto di corsia preferenziale per gli autobus che, oltre a favorire il mezzo pubblico sposta l’asse dei flussi di traffico verso l’epicentro della rotonda e crea un ulteriore fattore di moderazione della velocità.

La Fiab-Forlì si augura che i Vigili Urbani effettuino dei controlli affinché il comportamento degli utenti (automobilisti, motociclisti e ciclisti) sia corretto e che l’esempio della rotonda in oggetto possa essere imitato, se non ulteriormente perfezionato!

Presidente Fiab-Forlì
Antonio Morgagni

Biomasse e Filiera Corta

Biomasse. Questa parola sembra essere il cavallo di battaglia di chi pensa di risollevare l’agricoltura dalla sua crisi strutturale. Così, da un giorno all’altro, vengono presentati tre progetti di nuovi inceneritori di biomasse, tutti nella stessa area, troppo vicini alle abitazioni ed alle altre fonti di inquinamento. Uno di questi tre progetti è già stato presentato nel 2004 a Finale Emilia (MO), dove è stato respinto, ed ora viene riproposto da noi in quella che, secondo alcune menti “illuminate”, dovrebbe diventare il primo polo per le biomasse d’Italia. Basta il buon senso per capire che questa non è la soluzione al problema della nostra agricoltura, ma una proposta temporanea che rischia di compromettere in maniera definitiva il grosso patrimonio che abbiamo accumulato con il tempo: l’esperienza e la capacità dei nostri agricoltori.

Le biomasse sono una fonte energetica da non scartare a priori, ma qualsiasi persona ragionevole capirebbe che non ha senso, in vista del prossimo continuo aumento del costo del petrolio, importare il cibo da paesi lontani e sfruttare i nostri campi solo per bruciarne il raccolto.

Questo è un problema tremendamente serio, che andrebbe affrontato con i dovuti approfondimenti: nel terzo millennio non possiamo affidare la nostra alimentazione alle incognite legate all’assenza di controlli e di diritti dei lavoratori dei paesi dai quali stiamo importando cibo e patologie, e non lo sarebbe nemmeno se ignorassimo i più banali criteri di precauzione per tutelare la nostra salute. Anche sul piano economico, basta pensare al continuo aumento del prezzo dei combustibili dovuto alla continua espansione della domanda ed al superamento del picco di produzione, che andranno a pesare sul trasporto delle merci e quindi sui prezzi al consumo.

Invece di investire sulle ristrutturazioni necessarie a consumare meno energia per ottenere gli stessi confort, come ad esempio avviene in Germania, cerchiamo affannosamente di costruire grosse centrali, che hanno l’unico scopo di far guadagnare poche persone a scapito di tutte le altre.
In questo modo saremo sempre costretti a rincorrere le falle ed a tappare i buchi di una gestione dell’energia che fa acqua da tutte le parti.

In questi giorni è stato detto da più parti che l’agricoltura biologica ha retto la crisi meglio delle altre tipologie di produzione. I Verdi propongono e sponsorizzano da anni un sistema agricolo che prediliga la filiera corta e la produzione di qualità allo stesso prezzo di quella attuale, ma con maggiori garanzie per la salute, per i lavoratori, per l’economia.

Questa sarebbe la soluzione adatta alla crisi del settore: meno importazioni dai paesi che non hanno adeguati controlli, prezzi onesti perché dettati solo dai costi di produzione e non da troppi passaggi intermedi, meno sprechi di energia per il trasporto a lunga distanza.

Se utilizzeremo tutti i nostri campi per produrre materiale da bruciare rischieremo da un lato di mettere la nostra economia locale al giogo degli incentivi incerti e temporanei, la cui sospensione causerà il fallimento immediato di queste produzioni, dall’altro perderemmo tutte quelle capacità che i nostri agricoltori hanno accumulato negli anni.

Per fare questo servono politiche coerenti a tutti i livelli istituzionali, che guardino al medio-lungo periodo con intelligenza: non possiamo più rimandare le soluzioni serie, semplici ed efficaci, altrimenti ci troveremo in una crisi ben più grave di quella attuale. Spostiamo gli investimenti sperperati sulle grandi opere più inutili in aiuti concreti al rilancio della nostra economia, ed otterremo risultati migliori di quelli che ci hanno accompagnato negli ultimi anni.

LIDL e wikipedia

Grazie ad un post sul blog di Beppe Grillo ho scoperto due cose interessanti: primo, che la LIDL non si comporta in maniera umanamente accettabile con i suoi dipendenti (e questo me lo immaginavo), e secondo che wikipedia aveva già un bel resoconto sul problema.

Nessun’altra enciclopedia potrebbe pubblicare qualcosa del genere, ed ancora una volta capisco quanto questo strumento di conoscenza sia importante per il nostro futuro.

Report Rai ed acquisto puntate

E’ un vero peccato che un servizio utile come la trasmissione Report della RAI non possa essere fruito anche a pagamento (a cifre sensate). Dal sito della trasmissione

Acquisto puntate
Associazioni, università, scuole, sindacati, organismi ed enti senza scopo di lucro possono richiedere le puntate di Report alla Direzione Teche (fax 0636226217, e-mail service@rai.it). Il materiale sarà fornito a fronte di un rimborso spese di € 104,00 + eventuale spedizione + iva per ogni puntata, in cassette analogiche VHS, oppure in formato digitale su CD Rom – video qualità internet formato MPEG4 o ASF , con un rimborso spese di € 54,00 + eventuale spedizione + iva per ogni puntata.

Ho comprato il DVD della Gabanelli in libreria, ma quello che vorrei è poter vedere quando mi pare le puntate della trasmissione. Vista la loro importanza, anche dopo un paio di anni sarebbero interessanti.

Invece no, i contenuti migliori della nostra TV stanno un mesetto su raiclick (in streaming) e poi vengono venduti a 54€ per ogni puntata. Se invece fossero ad un euro  o due tramite download chi ci rimetterebbe? Solo le persone coinvolte nelle trasmissioni di inchiesta.

Sarebbe un modo per coprire parzialmente i costi di produzione e delle conseguenze legali della pubblicazione di informazioni scottanti.

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